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A proposito di autostrade...
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A proposito di autostrade...
Giornalista d’inchiesta svela importanti retroscena su Autostrade per l’italia:
Partiamo dall'inizio. Perché una società strategica per gli italiani, con un fatturato annuo di oltre 6 miliardi di euro e introiti certi - che sono aumentati vertiginosamente negli anni com’era prevedibile - sia stata ceduta ad imprenditori privati ?
Facciamo un passo indietro: e’ il 1992 il Cartello finanziario internazionale mette gli occhi e le mani sul nostro paese con la complicità e la sudditanza di una nuova classe politica imposta dal Cartello stesso. Il loro compito è quello di cedere le banche ed i gioielli di Stato italiani ai potentati finanziari internazionali anche attraverso il filtro di imprenditori nostrani. E’ l’anno della riunione sul Britannia quando il gotha della finanza internazionale attracca a Civitavecchia con uno yacht della Corona inglese. Sono venuti a ridisegnare il capitalismo in italia a danno degli italiani, a fare incetta delle nostre migliori aziende e ad arruolare quelli che saranno i loro fedeli servitori al Governo del paese a cui garantiranno incarichi di prestigio: il maggior beneficiario sarà Mario Draghi ma tra i più servili Prodi, Andreatta, Ciampi, Amato, D’alema. I primi 3 erano già entrati a pieno titolo nel Club Bilderberg, nella Commissione Trilaterale ed in altre organizzazioni del capitalismo speculativo anglo/americano che aveva deciso di attaccare e conquistare il nostro paese con l’appoggio di spietate banche d’affari come la Goldman Sachs che favorirà gli incredibili scatti di carriera dei suoi ex dipendenti: Prodi e Draghi prima e Mario Monti dopo.
E’ l’anno in cui in soli 7 giorni cambiano il sistema monetario italiano che viene sottratto dal controllo del Governo e messo nelle mani della finanza speculativa. Per farlo vengono privatizzati gli istituti di credito e gli enti pubblici compresi quelli azionisti della Banca D’Italia, è l’anno in cui viene impedito al Ministero del Tesoro di concordare con la Banca d’Italia il tasso ufficiale di sconto (costo del denaro alla sua emissione) che viene quindi ceduto a privati. E’ l’anno della firma del Trattato di Maastricht e l’adesione ai vincoli europei. In pratica è l’anno in cui un manipolo di uomini palesemente al servizio del Cartello finanziario internazionale ha ceduto ogni nostra sovranità.
Bisognava passare alle aziende di Stato, l’attacco speculativo di Soros che aveva deprezzato la lira di quasi il 30% permetteva l’acquisto dei nostri gioielli di Stato a prezzi di saldo e così arrivarono gli avvoltoi.
La maggior parte delle nostre aziende statali strategiche passò in mano straniera o comunque fu privatizzata. Ma la cosa più eclatante fu che l’IRI (istituto di ricostruzione industriale) che nella pancia alla fine degli anni ’80 aveva circa 1000 società, fiore all’occhiello del nostro paese fu smembrata e svenduta con la complicità del suo Presidente storico Romano Prodi (dal 1982 al 1989 e durante un periodo tra il 1993 ed il 1994) che fu premiato dal Cartello che favorì la sua ascesa alla Presidenza del Consiglio in Italia e poi alla Commissione Europea. A sostituirlo come Presidente del Consiglio in Italia e a continuare il suo lavoro di smembramento delle aziende di Stato ci penserà Massimo D’Alema che nel 1999 favorirà la cessione, tra le altre, di Autostrade per l’Italia e Autogrill alla famiglia Benetton, che di fatto hanno, così, assunto il monopolio assoluto nel settore del pedaggio e della ristorazione autostradale. Una operazione che farà perdere allo Stato italiano miliardi di fatturato ogni anno.
Le carte ci dicono che in quegli anni il Presidente dell’IRI era tale Gian Maria Gros-Pietro.
Lo conoscevate ? Io credo di no. Invece il Cartello finanziario speculativo lo conosceva bene e nel 2001 lo convocò alla riunione del Bilderberg in Svezia, indovinate insieme a chi ? Insieme a Mario Draghi e ad un certo Mario Monti entrambi saranno ampiamente ripagati dal Cartello stesso che in futuro riuscì a piazzare Draghi alla Banca d’Italia e poi alla BCE e Mario Monti dalla Goldman Sachs alla Commissione Europea e poi a capo del Governo (non eletto) in Italia.
E che cosa ne è stato di Gian Maria Gros Pietro ? qui viene il bello. Qui arriviamo al tema di questo post.
Gian Maria Gros-Pietro, che già nel fatidico 1992 era Presidente della Commissione per le Strategie industriali nelle privatizzazioni del Ministero dell’Industria, nel 1994 diviene membro della Commissione per le Privatizzazioni istituita indovinate da chi ? da Mario Draghi. Ora capite come lavora il Cartello finanziario speculativo per mettere tentacoli ovunque e per far si che ci sia sempre un proprio esponente nei ruoli chiave. Ma non finisce qui. Come abbiamo visto nel 1997 Gross Pietro è Presidente dell’Iri mentre viene organizzata la cessione a prezzi di saldo di Autostrade per l'italia che avverrà nel 1999 col passaggio al Gruppo Atlantia s.p.a, controllata da Edizione srl, la holding di famiglia dei Benetton.
Gros-Pietro firma la cessione, la famiglia Benetton gli strizza l’occhio.
Cosa voleva dire metaforicamente quella strizzatina d’occhio ?
Ora immaginate l’inimmaginabile.
Cosa accade nel 2002 ? Gian Maria Gros-Pietro, dopo aver gestito la privatizzazione dell'Eni andrà a presiedere per quasi 10 anni indovinate che cosa?… proprio la Atlantia S.p.a, la società alla quale solo tre anni prima, come dipendente pubblico, aveva svenduto la gestione dei servizi autostradali italiani.
Le jeux sont fait.
A questo punto proviamo a leggere i termini del contratto di concessione della rete autostradale. Mi dispiace cari amici. Non si può. Sono stati coperti da segreto di Stato manco si trattasse di una riservatissima operazione militare.
Ma com’è stato svolto in questi anni il servizio di manutenzione ordinaria da parte dei concessionari di Autostrade per l’Italia ?
La macabra risposta è descritta nei tragici eventi di Genova e non solo.
Leggendo quanto emerge dalla relazione annuale (2017) sull’attività del settore autostradale in concessione pubblicata sul sito del Ministero e dei trasporti si evince una crescita esponenziale del fatturato (quasi 7 miliardi) e dei pedaggi. In calo solo gli investimenti (calati addirittura del 20%) e la spesa per manutenzioni in controtendenza rispetto alla logica che dovrebbe prevedere un aumento dei costi della manutenzione contestualmente all’aumento del traffico. Ma la sicurezza degli automobilisti è stata messa in secondo piano rispetto alla massimizzazione dei profitti già di per se abnormi.
E com’è andata invece con gli interventi straordinari ad opera dei Ministeri preposti ?
Non c’erano soldi da destinare ad interventi straordinari seppur richiesti dagli esperti a causa dei vincoli di bilancio da rispettare e imposti dal pareggio di bilancio.
Quali vincoli ? Quelli europei. E da chi sono stati imposti questi vincoli ? dal Trattato di Maastricht del 1992, da quello di Lisbona del 2007 e dal pareggio di bilancio in costituzione del 2011. E chi li ha voluti ? Indovinate ? Nell'ordine Romano Podi, Massimo D’alema, Mario Monti, con l’appoggio esterno di Mario Draghi.Torna la cricca al completo.
Ma non erano quelli che insieme partecipavano alle organizzazioni del Cartello finanziario speculativo che voleva far crollare il nostro paese ?
Esattamente. Il cerchio si chiude.
Solidarietà alle vittime di Genova. Per il crollo del ponte autostradale.
Solidarietà agli italiani per il crollo annunciato e pianificato del loro paese.
Parte del testo è tratta dal libro/inchiesta La Matrix Europea di Francesco Amodeo
Partiamo dall'inizio. Perché una società strategica per gli italiani, con un fatturato annuo di oltre 6 miliardi di euro e introiti certi - che sono aumentati vertiginosamente negli anni com’era prevedibile - sia stata ceduta ad imprenditori privati ?
Facciamo un passo indietro: e’ il 1992 il Cartello finanziario internazionale mette gli occhi e le mani sul nostro paese con la complicità e la sudditanza di una nuova classe politica imposta dal Cartello stesso. Il loro compito è quello di cedere le banche ed i gioielli di Stato italiani ai potentati finanziari internazionali anche attraverso il filtro di imprenditori nostrani. E’ l’anno della riunione sul Britannia quando il gotha della finanza internazionale attracca a Civitavecchia con uno yacht della Corona inglese. Sono venuti a ridisegnare il capitalismo in italia a danno degli italiani, a fare incetta delle nostre migliori aziende e ad arruolare quelli che saranno i loro fedeli servitori al Governo del paese a cui garantiranno incarichi di prestigio: il maggior beneficiario sarà Mario Draghi ma tra i più servili Prodi, Andreatta, Ciampi, Amato, D’alema. I primi 3 erano già entrati a pieno titolo nel Club Bilderberg, nella Commissione Trilaterale ed in altre organizzazioni del capitalismo speculativo anglo/americano che aveva deciso di attaccare e conquistare il nostro paese con l’appoggio di spietate banche d’affari come la Goldman Sachs che favorirà gli incredibili scatti di carriera dei suoi ex dipendenti: Prodi e Draghi prima e Mario Monti dopo.
E’ l’anno in cui in soli 7 giorni cambiano il sistema monetario italiano che viene sottratto dal controllo del Governo e messo nelle mani della finanza speculativa. Per farlo vengono privatizzati gli istituti di credito e gli enti pubblici compresi quelli azionisti della Banca D’Italia, è l’anno in cui viene impedito al Ministero del Tesoro di concordare con la Banca d’Italia il tasso ufficiale di sconto (costo del denaro alla sua emissione) che viene quindi ceduto a privati. E’ l’anno della firma del Trattato di Maastricht e l’adesione ai vincoli europei. In pratica è l’anno in cui un manipolo di uomini palesemente al servizio del Cartello finanziario internazionale ha ceduto ogni nostra sovranità.
Bisognava passare alle aziende di Stato, l’attacco speculativo di Soros che aveva deprezzato la lira di quasi il 30% permetteva l’acquisto dei nostri gioielli di Stato a prezzi di saldo e così arrivarono gli avvoltoi.
La maggior parte delle nostre aziende statali strategiche passò in mano straniera o comunque fu privatizzata. Ma la cosa più eclatante fu che l’IRI (istituto di ricostruzione industriale) che nella pancia alla fine degli anni ’80 aveva circa 1000 società, fiore all’occhiello del nostro paese fu smembrata e svenduta con la complicità del suo Presidente storico Romano Prodi (dal 1982 al 1989 e durante un periodo tra il 1993 ed il 1994) che fu premiato dal Cartello che favorì la sua ascesa alla Presidenza del Consiglio in Italia e poi alla Commissione Europea. A sostituirlo come Presidente del Consiglio in Italia e a continuare il suo lavoro di smembramento delle aziende di Stato ci penserà Massimo D’Alema che nel 1999 favorirà la cessione, tra le altre, di Autostrade per l’Italia e Autogrill alla famiglia Benetton, che di fatto hanno, così, assunto il monopolio assoluto nel settore del pedaggio e della ristorazione autostradale. Una operazione che farà perdere allo Stato italiano miliardi di fatturato ogni anno.
Le carte ci dicono che in quegli anni il Presidente dell’IRI era tale Gian Maria Gros-Pietro.
Lo conoscevate ? Io credo di no. Invece il Cartello finanziario speculativo lo conosceva bene e nel 2001 lo convocò alla riunione del Bilderberg in Svezia, indovinate insieme a chi ? Insieme a Mario Draghi e ad un certo Mario Monti entrambi saranno ampiamente ripagati dal Cartello stesso che in futuro riuscì a piazzare Draghi alla Banca d’Italia e poi alla BCE e Mario Monti dalla Goldman Sachs alla Commissione Europea e poi a capo del Governo (non eletto) in Italia.
E che cosa ne è stato di Gian Maria Gros Pietro ? qui viene il bello. Qui arriviamo al tema di questo post.
Gian Maria Gros-Pietro, che già nel fatidico 1992 era Presidente della Commissione per le Strategie industriali nelle privatizzazioni del Ministero dell’Industria, nel 1994 diviene membro della Commissione per le Privatizzazioni istituita indovinate da chi ? da Mario Draghi. Ora capite come lavora il Cartello finanziario speculativo per mettere tentacoli ovunque e per far si che ci sia sempre un proprio esponente nei ruoli chiave. Ma non finisce qui. Come abbiamo visto nel 1997 Gross Pietro è Presidente dell’Iri mentre viene organizzata la cessione a prezzi di saldo di Autostrade per l'italia che avverrà nel 1999 col passaggio al Gruppo Atlantia s.p.a, controllata da Edizione srl, la holding di famiglia dei Benetton.
Gros-Pietro firma la cessione, la famiglia Benetton gli strizza l’occhio.
Cosa voleva dire metaforicamente quella strizzatina d’occhio ?
Ora immaginate l’inimmaginabile.
Cosa accade nel 2002 ? Gian Maria Gros-Pietro, dopo aver gestito la privatizzazione dell'Eni andrà a presiedere per quasi 10 anni indovinate che cosa?… proprio la Atlantia S.p.a, la società alla quale solo tre anni prima, come dipendente pubblico, aveva svenduto la gestione dei servizi autostradali italiani.
Le jeux sont fait.
A questo punto proviamo a leggere i termini del contratto di concessione della rete autostradale. Mi dispiace cari amici. Non si può. Sono stati coperti da segreto di Stato manco si trattasse di una riservatissima operazione militare.
Ma com’è stato svolto in questi anni il servizio di manutenzione ordinaria da parte dei concessionari di Autostrade per l’Italia ?
La macabra risposta è descritta nei tragici eventi di Genova e non solo.
Leggendo quanto emerge dalla relazione annuale (2017) sull’attività del settore autostradale in concessione pubblicata sul sito del Ministero e dei trasporti si evince una crescita esponenziale del fatturato (quasi 7 miliardi) e dei pedaggi. In calo solo gli investimenti (calati addirittura del 20%) e la spesa per manutenzioni in controtendenza rispetto alla logica che dovrebbe prevedere un aumento dei costi della manutenzione contestualmente all’aumento del traffico. Ma la sicurezza degli automobilisti è stata messa in secondo piano rispetto alla massimizzazione dei profitti già di per se abnormi.
E com’è andata invece con gli interventi straordinari ad opera dei Ministeri preposti ?
Non c’erano soldi da destinare ad interventi straordinari seppur richiesti dagli esperti a causa dei vincoli di bilancio da rispettare e imposti dal pareggio di bilancio.
Quali vincoli ? Quelli europei. E da chi sono stati imposti questi vincoli ? dal Trattato di Maastricht del 1992, da quello di Lisbona del 2007 e dal pareggio di bilancio in costituzione del 2011. E chi li ha voluti ? Indovinate ? Nell'ordine Romano Podi, Massimo D’alema, Mario Monti, con l’appoggio esterno di Mario Draghi.Torna la cricca al completo.
Ma non erano quelli che insieme partecipavano alle organizzazioni del Cartello finanziario speculativo che voleva far crollare il nostro paese ?
Esattamente. Il cerchio si chiude.
Solidarietà alle vittime di Genova. Per il crollo del ponte autostradale.
Solidarietà agli italiani per il crollo annunciato e pianificato del loro paese.
Parte del testo è tratta dal libro/inchiesta La Matrix Europea di Francesco Amodeo
Ospite- Ospite
Re: A proposito di autostrade...
Tratto da un libro di paolo Barnard:
Perché il ponte Morandi era in mano ai Benetton?
Risposte:
“Il 7 febbraio 1992, veniva firmato il Trattato di Maastricht, che entrerà in vigore l’anno successivo, nel 1993. Il ’93 è l’anno in cui il governo Ciampi istituisce il Comitato Permanente di Consulenza Globale e di Garanzia per le Privatizzazioni; sempre in quell’anno gli accordi del ministro dell’industria Paolo Savona* con il Commissario europeo alla concorrenza Karel Van Miert e quelli del ministro degli Esteri Beniamino Andreatta con Van Miert, impegnano l’Italia a fare la messa in piega alle aziende di Stato perché divengano appetibili per gli investitori privati”.
“A partire dal governo Ciampi del ‘93, come si è detto, le tappe furono serrate: 1) i già citati accordi Italia-Van Miert, che stipulavano la ricapitalizzazione della siderurgia italiana a patto che la si privatizzasse, e l’azzeramento del debito delle aziende di Stato per lo stesso fine, cioè la svendita ai privati. 2) 1997-2000, il grande salto nella svendita dei beni pubblici col centrosinistra, che stabilisce il record europeo delle privatizzazioni (ENI, S. Paolo Torino, Banco di Napoli, SEAT, Telecom, INA, IMI, IRI con SME, Alitalia, ENEL, Comit, Autostrade ecc.)”.
“L’Italia doveva farsi la messa in piega, svendersi cioè ai capitali privati, pena l’esclusione dall’euro, come stipulato nero su bianco dagli accordi del Comitato Permanente di Consulenza Globale e di Garanzia per le Privatizzazioni di Ciampi e celebrato poi dal Libro Bianco delle privatizzazioni di Vincenzo Visco”.
E’ così che il ponte Morandi finì poi nelle mani di uno scherano speculatore privato e con termini di concessione scandalosi ma pienamente approvati da Bruxelles nel suo furore d’imporre le privatizzazione all’Italia che ambiva ad entrare nell’Eurozona.
Da allora:
Lo Stato italiano perse ogni possibilità di tutelare l’Interesse Pubblico nella maggioranza degli snodi di sopravvivenza vitali dei suoi cittadini. E qui trovate i veri colpevoli di questa strage, perché…
… è compito dello Stato vigilare in prima istanza, e CON SPESA SOVRANA, sui propri figli e se esso abdica a queste prerogative, la prima colpa di catastrofi come questa è sua, e in particolare della forza sovranazionale che gli impose quella ignobile abdicazione. Infatti…
… i Benetton sono entità speculative private, e quando gli speculatori sono lasciati liberi di agire da uno Stato evirato, non puoi né devi aspettarti alcun riguardo per le vite umane. Gli speculatori privati sono bestie da millenni, e tali rimarranno in eterno. Gli Stati moderni nacquero proprio per controllarli, ma per farlo devono rimanere SOVRANI. Noi fummo evirati quel 7 febbraio 1992. Quindi ripeto con forza…
…se lo Stato mette nelle mani di speculatori privati gli snodi di sopravvivenza vitali dei suoi cittadini – come la Sanità o le Infrastrutture essenziali – ma sa di non aver più i mezzi sovrani per COSTRINGERLI all'INTERESSE PUBBLICO esso è scientemente complice della loro immoralità da profitto, e quindi è il primo colpevole dei conseguenti drammi. Ma…
… lo è ancor più lo strapotere a Bruxelles che ve lo costrinse. E allora chi ha uno straccio di morale non si nasconda dietro ai cavilli di certa stampa: la responsabilità materiale e morale per i (tantissimi) morti che sono seguiti a quella CRIMINALE ESAUTORAZIONE di uno Stato sovrano sono solo di chi la volle in Europa, e dei ‘padri’ italiani dell’euro.
* Paolo Savona a quei tempi fervido architetto del “privato è meglio, lo Stato non spenda”, nonché membro dell’Aspen Institute assieme a John Elkann, Mario Monti, Emma Marcegaglia, Giulio Tremonti, Enrico Letta, Romano Prodi, Giuliano Amato, Corrado Passera, et al.
(I virgolettati sono tratti dal volume Il Più Grande Crimine, Paolo Barnard, 65 note bibliografiche, MABED Ed. 28 agosto 2013, Amazon Media EU S.à r.l.)
Perché il ponte Morandi era in mano ai Benetton?
Risposte:
“Il 7 febbraio 1992, veniva firmato il Trattato di Maastricht, che entrerà in vigore l’anno successivo, nel 1993. Il ’93 è l’anno in cui il governo Ciampi istituisce il Comitato Permanente di Consulenza Globale e di Garanzia per le Privatizzazioni; sempre in quell’anno gli accordi del ministro dell’industria Paolo Savona* con il Commissario europeo alla concorrenza Karel Van Miert e quelli del ministro degli Esteri Beniamino Andreatta con Van Miert, impegnano l’Italia a fare la messa in piega alle aziende di Stato perché divengano appetibili per gli investitori privati”.
“A partire dal governo Ciampi del ‘93, come si è detto, le tappe furono serrate: 1) i già citati accordi Italia-Van Miert, che stipulavano la ricapitalizzazione della siderurgia italiana a patto che la si privatizzasse, e l’azzeramento del debito delle aziende di Stato per lo stesso fine, cioè la svendita ai privati. 2) 1997-2000, il grande salto nella svendita dei beni pubblici col centrosinistra, che stabilisce il record europeo delle privatizzazioni (ENI, S. Paolo Torino, Banco di Napoli, SEAT, Telecom, INA, IMI, IRI con SME, Alitalia, ENEL, Comit, Autostrade ecc.)”.
“L’Italia doveva farsi la messa in piega, svendersi cioè ai capitali privati, pena l’esclusione dall’euro, come stipulato nero su bianco dagli accordi del Comitato Permanente di Consulenza Globale e di Garanzia per le Privatizzazioni di Ciampi e celebrato poi dal Libro Bianco delle privatizzazioni di Vincenzo Visco”.
E’ così che il ponte Morandi finì poi nelle mani di uno scherano speculatore privato e con termini di concessione scandalosi ma pienamente approvati da Bruxelles nel suo furore d’imporre le privatizzazione all’Italia che ambiva ad entrare nell’Eurozona.
Da allora:
Lo Stato italiano perse ogni possibilità di tutelare l’Interesse Pubblico nella maggioranza degli snodi di sopravvivenza vitali dei suoi cittadini. E qui trovate i veri colpevoli di questa strage, perché…
… è compito dello Stato vigilare in prima istanza, e CON SPESA SOVRANA, sui propri figli e se esso abdica a queste prerogative, la prima colpa di catastrofi come questa è sua, e in particolare della forza sovranazionale che gli impose quella ignobile abdicazione. Infatti…
… i Benetton sono entità speculative private, e quando gli speculatori sono lasciati liberi di agire da uno Stato evirato, non puoi né devi aspettarti alcun riguardo per le vite umane. Gli speculatori privati sono bestie da millenni, e tali rimarranno in eterno. Gli Stati moderni nacquero proprio per controllarli, ma per farlo devono rimanere SOVRANI. Noi fummo evirati quel 7 febbraio 1992. Quindi ripeto con forza…
…se lo Stato mette nelle mani di speculatori privati gli snodi di sopravvivenza vitali dei suoi cittadini – come la Sanità o le Infrastrutture essenziali – ma sa di non aver più i mezzi sovrani per COSTRINGERLI all'INTERESSE PUBBLICO esso è scientemente complice della loro immoralità da profitto, e quindi è il primo colpevole dei conseguenti drammi. Ma…
… lo è ancor più lo strapotere a Bruxelles che ve lo costrinse. E allora chi ha uno straccio di morale non si nasconda dietro ai cavilli di certa stampa: la responsabilità materiale e morale per i (tantissimi) morti che sono seguiti a quella CRIMINALE ESAUTORAZIONE di uno Stato sovrano sono solo di chi la volle in Europa, e dei ‘padri’ italiani dell’euro.
* Paolo Savona a quei tempi fervido architetto del “privato è meglio, lo Stato non spenda”, nonché membro dell’Aspen Institute assieme a John Elkann, Mario Monti, Emma Marcegaglia, Giulio Tremonti, Enrico Letta, Romano Prodi, Giuliano Amato, Corrado Passera, et al.
(I virgolettati sono tratti dal volume Il Più Grande Crimine, Paolo Barnard, 65 note bibliografiche, MABED Ed. 28 agosto 2013, Amazon Media EU S.à r.l.)
Ospite- Ospite
Re: A proposito di autostrade...
Le teorie complottiste, pur affascinanti , nel 99% dei casi sono balle .
Non conosco la affidabilità e competenza di questo giornalista .
Noto però che tre cialtroni con le loro dichiaraziono senza alcun fondamento fanno crollare il titolo Atlanta del 25%
Ma che cazzo di ignoranti abbiamo al governo ?
Volete scommettere che tutta la sparata "ritiro la concessione " finirà in un nulla di fatto ?
Che schifo
Non conosco la affidabilità e competenza di questo giornalista .
Noto però che tre cialtroni con le loro dichiaraziono senza alcun fondamento fanno crollare il titolo Atlanta del 25%
Ma che cazzo di ignoranti abbiamo al governo ?
Volete scommettere che tutta la sparata "ritiro la concessione " finirà in un nulla di fatto ?
Che schifo
Ospite- Ospite
Re: A proposito di autostrade...
Atlantia S.P.A. ha fatto crollare il 25% del ponte Morandi, invece...
Che discorsi...
Che discorsi...
cignoblu- Messaggi : 11
Data d'iscrizione : 09.05.11
Località : Lecce
Re: A proposito di autostrade...
ace59 ha scritto:Le teorie complottiste, pur affascinanti , nel 99% dei casi sono balle .
Non conosco la affidabilità e competenza di questo giornalista .
Noto però che tre cialtroni con le loro dichiaraziono senza alcun fondamento fanno crollare il titolo Atlanta del 25%
Ma che cazzo di ignoranti abbiamo al governo ?
Volete scommettere che tutta la sparata "ritiro la concessione " finirà in un nulla di fatto ?
Che schifo
Può essere che le concessioni non vengano tolte, per evitare penali altissime, ma è UN FATTO che nello "Sblocca Italia" nel 2015 fu inserita di notte una leggina che prolungava la concessione a Autostrade dal 2035 al 2042 in barba a qualsiasi forma di concorrenza.
E' stata è fatta per finanziare le campagne elettorali.
Poi, giustamente, ognuno si fa la propria idea.
Ospite- Ospite
Re: A proposito di autostrade...
da La Stampa:
Strage di Genova, Procura pronta a contestare l’attentato alla sicurezza dei trasporti
La scelta del procuratore capo Francesco Cozzi s’incanala in maniera piuttosto netta:
«Oltre all’omicidio colposo plurimo e al disastro colposo, siamo pronti a contestare anche il reato di attentato alla sicurezza dei trasporti».
Cozzi lo dice dopo un lungo summit con i pm Walter Cotugno e Massimno Terrile, due dei magistrati più esperti della Procura genovese, insieme ai quali coordinerà l’inchiesta sulla strage del viadotto. «Abbiamo fatto il punto su alcune criticità, fissato i filoni d’accertamento, che si svilupperanno su alcune linee chiave e in qualche modo parallele». Punto primo: bisogna capire quali erano gli accordi tra il concessionario e gestore dell’opera, Autostrade per l’Italia, e lo Stato italiano. Perciò nelle prossime ore una squadra di polizia giudiziaria acquisirà formalmente il contratto di servizio, nel quale è messo nero su bianco come proprio Autostrade per l’Italia sia tenuta a ogni forma di manutenzione «ordinaria e straordinaria».
Strage di Genova, Procura pronta a contestare l’attentato alla sicurezza dei trasporti
La scelta del procuratore capo Francesco Cozzi s’incanala in maniera piuttosto netta:
«Oltre all’omicidio colposo plurimo e al disastro colposo, siamo pronti a contestare anche il reato di attentato alla sicurezza dei trasporti».
Cozzi lo dice dopo un lungo summit con i pm Walter Cotugno e Massimno Terrile, due dei magistrati più esperti della Procura genovese, insieme ai quali coordinerà l’inchiesta sulla strage del viadotto. «Abbiamo fatto il punto su alcune criticità, fissato i filoni d’accertamento, che si svilupperanno su alcune linee chiave e in qualche modo parallele». Punto primo: bisogna capire quali erano gli accordi tra il concessionario e gestore dell’opera, Autostrade per l’Italia, e lo Stato italiano. Perciò nelle prossime ore una squadra di polizia giudiziaria acquisirà formalmente il contratto di servizio, nel quale è messo nero su bianco come proprio Autostrade per l’Italia sia tenuta a ogni forma di manutenzione «ordinaria e straordinaria».
Ospite- Ospite
Re: A proposito di autostrade...
Una volta tanto mi trovo d'accordo con l'Europa (da ANSA)...
E anche la UE si schiera: secondo quanto riferito da un portavoce della Commissione, "sulla sicurezza delle infrastrutture stradali sul Trans-European transport network (Tent) - e il ponte Morandi rientra in questa rete europea - nel caso sia gestita da un operatore privato, è il concessionario ad avere la responsabilità della sicurezza e della manutenzione della strada".
E anche la UE si schiera: secondo quanto riferito da un portavoce della Commissione, "sulla sicurezza delle infrastrutture stradali sul Trans-European transport network (Tent) - e il ponte Morandi rientra in questa rete europea - nel caso sia gestita da un operatore privato, è il concessionario ad avere la responsabilità della sicurezza e della manutenzione della strada".
Ospite- Ospite
Re: A proposito di autostrade...
E' già, diversamente chi glielo spiega ai francesi (o all'Europa) che la società gestrice non ha responsabilità. Invece mi chiedo sui tratti non TENT in gestione alla stessa società come ci regoliamo.....se ci muoiono solo italiani?correnelvento ha scritto:Una volta tanto mi trovo d'accordo con l'Europa (da ANSA)...
E anche la UE si schiera: secondo quanto riferito da un portavoce della Commissione, "sulla sicurezza delle infrastrutture stradali sul Trans-European transport network (Tent) - e il ponte Morandi rientra in questa rete europea - nel caso sia gestita da un operatore privato, è il concessionario ad avere la responsabilità della sicurezza e della manutenzione della strada".
scimi65- Messaggi : 922
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Re: A proposito di autostrade...
Stanno spuntando ponti pericolosi in tutta Italia, con chiusure e limitazioni.
La politica è la vera responsabile.
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Chiros- Messaggi : 5757
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Re: A proposito di autostrade...
Su tiscali ho appena letto quest'articolo.
Non che mi fidi ciecamente, potrebbe essere una fake (almeno lo spero) ma se fosse vero
Anche se fosse colpevole di mancata manutenzione come ad esempio potrebbe accadere per la drammatica vicenda del ponte Morandi (seppure ad oggi nel registro degli indagati della procura di Genova non ci sono nemmeno degli iscritti) e il governo volesse poi precedere alla rescissione del contratto per grave inadempienza, Autostrade per l’Italia avrebbe comunque diritto ad incassare tutti gli utili fino alla scadenza della concessione. Lo prevede l’articolo nove dell’accordo sottoscritto tra la società controllata dal gruppo Benetton e lo Stato (attraverso l’Anas). Un articolo che garantisce anche in caso di colpa grave una montagna di soldi per la società controllata dal gruppo Atlantia.
Quindi, anche se il concessionario fosse ritenuto responsabile di ritardi, guasti, errori e gravi negligenze riguardo la manutenzione ordinaria e straordinaria, o si fosse reso colpevole di non aver effettuato tutti gli investimenti previsti, all’azienda del gruppo Benetton in caso di chiusura del rapporto spettano comunque tutti i guadagni - al netto dei costi di gestione - previsti fino alla fine del 2038 (data di scadenza della concessione seppure con proposta di proroga da parte del governo Renzi fino al 2042).
La colpa vale solo il 10 per cento
Così recita testualmente il contratto all’articolo nove: l’indennizzo “è pari al valore attuale netto dei ricavi di gestione previsti per il periodo dalla data di decadenza alla scadenza della concessione, al netto dei costi, oneri, investimenti ed imposte prevedibili per il medesimo periodo. Dall’indennizzo dovranno essere detratti: l’indebitamento finanziario del concessionario di cui si farà carico il concedente (il ministero delle Infrastrutture e Trasporti, ndr) per effetto del subentro; i flussi di cassa percepiti dalla concessionaria nella gestione ordinaria delle autostrade dalla data della decadenza alla data di effettivo subentro del ministero. L’importo così determinato va decurtato del 10% a titolo di penale”. Ciò che balza agli occhi poi è che un indennizzo pressoché analogo (dove però non si applica nemmeno la penale del 10 per cento) è riconosciuto anche nel caso di scioglimento della concessione per scelta o colpa del Concedente (articolo 9 bis). E vale la pena anche considerare che non è calcolato in base all’utile teorico pari al 10 per cento dei ricavi (come da normativa sui lavori pubblici), ma sulla differenza tra costi e ricavi che, nel caso di Autostrade per l’Italia, è molto maggiore. Quindi, tutto a favore di “Autostrade per l’Italia”.
Tra 18 e 20 miliardi sicuri
In soldoni, se il contratto fosse per ipotesi rescisso entro il 2018, l’articolo nove prevederebbe una buonuscita da 18 miliardi di euro in caso di colpa (prendendo in considerazione gli utili netti del 2016 pari a 960 milioni di euro). E invece una buonuscita da 20 miliardi di euro nel caso ci sia solo una volontà di recesso da parte dello Stato (articolo 9 Bis). In sostanza tra colpa e non colpa c’è solo una differenza del 10 per cento.
Vale per loro ma non per gli altri
Ben diversa la situazione quando Anas ha di fronte altri concessionari: gli indennizzi dovuti generalmente sono differenziati in funzione delle situazioni che comportano lo scioglimento del rapporto. Ad esempio, nel caso di risoluzione per grave colpa del concessionario è previsto solo un indennizzo pari al costo sostenuto per gli investimenti ma senza gli ammortamenti. Dall’importo viene inoltre detratto il 10 per cento a titolo di penale. Invece in caso di scioglimento della concessione per scelta o colpa del concedente (lo Stato) il risarcimento è la somma tra il valore delle opere realizzate al netto degli ammortamenti, il rimborso di costi e penali derivanti dalla risoluzione e solo il 10 per cento dei ricavi previsti per il periodo dalla data di decadenza alla scadenza della concessione.
Anche tanti contributi pubblici
Ma non è tutto, l’articolo 6 del contratto prevede anche contributi statali (eredità della vecchia concessione ante privatizzazione) per complessive lire 1.090 miliardi (euro 560 milioni circa) e di lire 40,5 miliardi (€ 21 milioni circa) che si presume siano stati concessi dopo la privatizzazione.
Forse, mettendo tutto assieme, si comprende meglio perché il contratto era segretato.
Non che mi fidi ciecamente, potrebbe essere una fake (almeno lo spero) ma se fosse vero
Anche se fosse colpevole di mancata manutenzione come ad esempio potrebbe accadere per la drammatica vicenda del ponte Morandi (seppure ad oggi nel registro degli indagati della procura di Genova non ci sono nemmeno degli iscritti) e il governo volesse poi precedere alla rescissione del contratto per grave inadempienza, Autostrade per l’Italia avrebbe comunque diritto ad incassare tutti gli utili fino alla scadenza della concessione. Lo prevede l’articolo nove dell’accordo sottoscritto tra la società controllata dal gruppo Benetton e lo Stato (attraverso l’Anas). Un articolo che garantisce anche in caso di colpa grave una montagna di soldi per la società controllata dal gruppo Atlantia.
Quindi, anche se il concessionario fosse ritenuto responsabile di ritardi, guasti, errori e gravi negligenze riguardo la manutenzione ordinaria e straordinaria, o si fosse reso colpevole di non aver effettuato tutti gli investimenti previsti, all’azienda del gruppo Benetton in caso di chiusura del rapporto spettano comunque tutti i guadagni - al netto dei costi di gestione - previsti fino alla fine del 2038 (data di scadenza della concessione seppure con proposta di proroga da parte del governo Renzi fino al 2042).
La colpa vale solo il 10 per cento
Così recita testualmente il contratto all’articolo nove: l’indennizzo “è pari al valore attuale netto dei ricavi di gestione previsti per il periodo dalla data di decadenza alla scadenza della concessione, al netto dei costi, oneri, investimenti ed imposte prevedibili per il medesimo periodo. Dall’indennizzo dovranno essere detratti: l’indebitamento finanziario del concessionario di cui si farà carico il concedente (il ministero delle Infrastrutture e Trasporti, ndr) per effetto del subentro; i flussi di cassa percepiti dalla concessionaria nella gestione ordinaria delle autostrade dalla data della decadenza alla data di effettivo subentro del ministero. L’importo così determinato va decurtato del 10% a titolo di penale”. Ciò che balza agli occhi poi è che un indennizzo pressoché analogo (dove però non si applica nemmeno la penale del 10 per cento) è riconosciuto anche nel caso di scioglimento della concessione per scelta o colpa del Concedente (articolo 9 bis). E vale la pena anche considerare che non è calcolato in base all’utile teorico pari al 10 per cento dei ricavi (come da normativa sui lavori pubblici), ma sulla differenza tra costi e ricavi che, nel caso di Autostrade per l’Italia, è molto maggiore. Quindi, tutto a favore di “Autostrade per l’Italia”.
Tra 18 e 20 miliardi sicuri
In soldoni, se il contratto fosse per ipotesi rescisso entro il 2018, l’articolo nove prevederebbe una buonuscita da 18 miliardi di euro in caso di colpa (prendendo in considerazione gli utili netti del 2016 pari a 960 milioni di euro). E invece una buonuscita da 20 miliardi di euro nel caso ci sia solo una volontà di recesso da parte dello Stato (articolo 9 Bis). In sostanza tra colpa e non colpa c’è solo una differenza del 10 per cento.
Vale per loro ma non per gli altri
Ben diversa la situazione quando Anas ha di fronte altri concessionari: gli indennizzi dovuti generalmente sono differenziati in funzione delle situazioni che comportano lo scioglimento del rapporto. Ad esempio, nel caso di risoluzione per grave colpa del concessionario è previsto solo un indennizzo pari al costo sostenuto per gli investimenti ma senza gli ammortamenti. Dall’importo viene inoltre detratto il 10 per cento a titolo di penale. Invece in caso di scioglimento della concessione per scelta o colpa del concedente (lo Stato) il risarcimento è la somma tra il valore delle opere realizzate al netto degli ammortamenti, il rimborso di costi e penali derivanti dalla risoluzione e solo il 10 per cento dei ricavi previsti per il periodo dalla data di decadenza alla scadenza della concessione.
Anche tanti contributi pubblici
Ma non è tutto, l’articolo 6 del contratto prevede anche contributi statali (eredità della vecchia concessione ante privatizzazione) per complessive lire 1.090 miliardi (euro 560 milioni circa) e di lire 40,5 miliardi (€ 21 milioni circa) che si presume siano stati concessi dopo la privatizzazione.
Forse, mettendo tutto assieme, si comprende meglio perché il contratto era segretato.
Il vantaggio di essere scarsi è che non devi dimostrarlo a nessuno.
Incompetennis- Messaggi : 3106
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Località : ETNA
Re: A proposito di autostrade...
Lo stato, basta che faccia causa per 25 miliardi società autostrade per danni alla Nazione.
Si va in causa, e si vede.
Se uno stato sovrano decide di NON pagare, per ragioni di sicurezza di Stato stesso, il privato si fotte.
Chi potrebbe mai intimare allo Stato sovrano di pagare?
Questione solo politica.
Si va in causa, e si vede.
Se uno stato sovrano decide di NON pagare, per ragioni di sicurezza di Stato stesso, il privato si fotte.
Chi potrebbe mai intimare allo Stato sovrano di pagare?
Questione solo politica.
Ospite- Ospite
Re: A proposito di autostrade...
Chiros ha scritto:Stanno spuntando ponti pericolosi in tutta Italia, con chiusure e limitazioni.
La politica è la vera responsabile.
Anche le scuole sono ANCORA pericolose. Solamente che basta far trascorrere un po di tempo e l'italiano dimentica...
USRSA MRT
Simba- Messaggi : 3971
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Località : Verona
Re: A proposito di autostrade...
Il M5S pubblica la mappa del potere dei Benetton
“C’è un sistema di potere che ha difeso a spada tratta Atlantia e i Benetton dopo il crollo del ponte Morandi”.
Lo denuncia il blog ufficiale del M5S, secondo il quale in Italia c’è “un intreccio di relazioni che attraversa Cda e collegi sindacali e che ci restituisce l’immagine nitida del cosiddetto capitalismo di relazione, metastasi che negli ultimi trent’anni ha trovato una sponda anche in politica”.
“Questo sistema di potere” prosegue il post “garantisce sostegno mediatico e politico a chi si è arricchito gestendo un servizio pubblico con la sola logica del profitto, come mostrano i dati sulla manutenzione e lo stato pietoso di molte infrastrutture”.
“Nessun sostegno, invece, alle 43 vittime, alle loro famiglie e ad un’intera città colpita materialmente e psicologicamente,” denunciano i pentastellati, che aggiungono: “Se non fa più notizia che Pd e Forza Italia si schierino dalla parte delle lobby, è interessante conoscere come si è stratificato quel sistema di potere che si interseca con Atlantia”.
Il M5S menziona alcuni nomi di persone che ricoprono ruoli importanti in questo “sistema di potere:
– Fabio Cerchiai, presidente di Atlantia ma anche di Cerved Group e vicepresidente di Unipol Sai.
– Monica Mondardini: nel cda di Atlantia ma anche presidente di Sogefi, amministratore delegato di Cir Spa (la holding di De Benedetti) e, udite udite, vice presidente di Gedi Editoriale (Repubblica, l’Espresso).
– Livia Salvini, definita “sindaco effettivo” di Atlantia (controllore) e, contemporaneamente, nel Consiglio di Amministrazione de “Il Sole 24 ore” (amministratrice).
– Massimo Lapucci è nel Consiglio di Amministrazione di Atlantia e, guarda un po’, anche della Caltagirone Spa (Il Messaggero, Il Mattino).
“Tanti cittadini” prosegue il post “si sono chiesti perché certa stampa è stata cosi ‘benevola’ con i Benetton, tanto da non nominarli per giorni: forse abbiamo risolto l’enigma”.
“Ma non è finita,” aggiungono: “Cristina De Benetti è amministratore in Autogrill spa, controllata di Edizione (la finanziaria dei Benetton), Autostrade Meridionali e Unipolsai. Sonia Ferrero, invece, è nel collegio sindacale di Atlantia, A2A, Banca Profilo, F.I.L.A., Geox, Snam”.
“I Benetton, dopo il crollo del Ponte, festeggiavano a Cortina i privilegi indebiti ottenuti dai precedenti Esecutivi e finora secretati. Con il Governo del Cambiamento l’era dei profitti di alcuni a discapito della manutenzione delle nostre strade si è definitivamente conclusa,” concludono.
Ospite- Ospite
Re: A proposito di autostrade...
Giovanni
questo articolo sul blog dei 5 stelle è la dimostrazione pratica della totale ignoranza economico e finanziaria di questi tizi
pensano di aver trovato la pistola fumante del delitto mentre scoprono ( sono tra l'altro dati ufficiali ) , solo qualche incarico , del tutto legittimo , di figure anche di secondo piano.
forse questi tizi non sanno quali sono i compiti dei sindaci e dei consiglieri di amministrazione ; sono convinti dalla loro pochezza intellettuale che basta un loro cenno perché il manager di turno si prostri ai loro piedi
"abbiamo risolto l'enigma " ma vaff…
l'unico enigma è ma dove diavolo vivono ?
questo articolo sul blog dei 5 stelle è la dimostrazione pratica della totale ignoranza economico e finanziaria di questi tizi
pensano di aver trovato la pistola fumante del delitto mentre scoprono ( sono tra l'altro dati ufficiali ) , solo qualche incarico , del tutto legittimo , di figure anche di secondo piano.
forse questi tizi non sanno quali sono i compiti dei sindaci e dei consiglieri di amministrazione ; sono convinti dalla loro pochezza intellettuale che basta un loro cenno perché il manager di turno si prostri ai loro piedi
"abbiamo risolto l'enigma " ma vaff…
l'unico enigma è ma dove diavolo vivono ?
Ospite- Ospite
Re: A proposito di autostrade...
ace59 ha scritto:Giovanni
questo articolo sul blog dei 5 stelle è la dimostrazione pratica della totale ignoranza economico e finanziaria di questi tizi
pensano di aver trovato la pistola fumante del delitto mentre scoprono ( sono tra l'altro dati ufficiali ) , solo qualche incarico , del tutto legittimo , di figure anche di secondo piano.
forse questi tizi non sanno quali sono i compiti dei sindaci e dei consiglieri di amministrazione ; sono convinti dalla loro pochezza intellettuale che basta un loro cenno perché il manager di turno si prostri ai loro piedi
"abbiamo risolto l'enigma " ma vaff…
l'unico enigma è ma dove diavolo vivono ?
Sono d'accordo con te.
Io non discuto la legittimità degli incarichi.
Ma il problema degli intrecci A TUTTI i livelli, tra politica, finanza e stampa.
Ti pare normale che Befera, da "controllore" sia stato assunto sa Atlantia (con incarico di rilievo)?
A me no: occorrerebbe qualche legge in merito.
Io, in questo Paese, mi ci ritrovo sempre di meno.
PS: la mia convinzione è che, alla fine, non ci sarà nessuno che pagherà per l'immane disastro (forse qualche pesce piccolo).
Ospite- Ospite
Re: A proposito di autostrade...
Parlando di manutenzioni e , purtroppo di vittime, troppe, non si può non tornare indietro e parlare di quest'altra tragedia per la quale è ancora in corso un processo . Nel frattempo chi preposto al controllo qualcosina poteva farla e invece nulla... Manutenzioni minime e ricavi enormi ...
Oggi, 30 luglio, è stata indetta una giornata di lutto nazionale per la tragedia del pullman volato giù dal viadotto della A16 domenica 28 luglio. L’incidente ha provocato 38 morti (compreso il conducente, Ciro Lametta) e 10 feriti. Si tratta di uno tra i sinistri stradali più gravi di sempre per il nostro Paese.
È quindi inevitabile che ora divampino le polemiche sulle responsabilità, mentre filtrano le prime indiscrezioni sulla dinamica dei fatti. Sono di questa mattina le dichiarazioni della Polizia Stradale di Avellino, che ha rinvenuto pezzi della trasmissione compatibili con quelli del pullman lungo il chilometro che precede lo schianto.
Questi, uniti alle testimonianze raccolte dagli agenti, testimonierebbero i tentativi disperati dell’autista di arrestare il mezzo, prima sfruttando il freno motore (da questo tentativo deriverebbero i danni alla trasmissione), poi impattando contro il margine destro della carreggiata (sono stati trovati segni di forti strisciamenti già 800 metri prima del cavalcavia e alcuni operatori dell’autostrada avrebbero visto il pullman scendere a forte velocità già con la parte anteriore destra danneggiata).
Il pullman è quindi arrivato con una velocità non trascurabile contro la colonna di vetture ferme sul cavalcavia (lo dimostrano anche i danni subiti da queste), mentre è ipotizzabile che abbia abbattuto il new jersey a una velocità ridotta. Questo dato – come riferito dal nostro editorialista Enrico De Vita questa mattina a Radio Rai1 - è ricavabile dalla posizione del pullman in fondo alla scarpata; il mezzo pesante è infatti caduto quasi verticalmente, segno che la barriera di cemento avrebbe ceduto quando ormai la velocità del veicolo era molto bassa.
Le immagini ricavate da Google Street View sul cavalcavia dove ha avuto luogo l'incidente mettono in mostra un stato di degrado avanzato delle barriere new jersey
Ed è questo il primo aspetto che vogliamo analizzare: perché ha ceduto il new jersey, per urti di quale entità è progettato. Il Procuratore di Avellino, Rosario Cantelmo, sta valutando anche la posizione della società Autostrade, anche se ovviamente è presto per sapere chi è indagato e per quale reato.
L
a resistenza della barriera in cemento
Il new jersey è una barriera realizzata in cemento armato che deve garantire il confinamento del veicolo, eliminando il grave rischio del salto di carreggiata. Autostrade per l’Italia dichiara che il new jersey è realizzato con una barriera in calcestruzzo di classe H4, dotata di capacità di assorbimento pari a 572 Kilo Joule, installata a fila singola o a fila doppia anche con terra interposta.
Tale barriera consente di contenere un autocarro di 30 tonnellate (quindi più pesante di un pullman) che urta con angolo di incidenza di 20 gradi a una velocità di 65 km/h. Quindi il new jersey avrebbe in teoria dovuto trattenere sulla carreggiata il mezzo. Ma questo non è accaduto e oggi si contano 38 vittime.
“La tragedia dell’Irpinia solleva, gravissimo, il problema della manutenzione delle infrastrutture autostradali”
La tragedia dell’Irpinia solleva, gravissimo, il problema della manutenzione delle infrastrutture autostradali. Ogni giorno notiamo – e ci lamentiamo com’è giusto che sia – dello stato dell’asfalto, del fatto che in diverse tratte non sia ancora utilizzato quello drenante.
Ma del resto cosa diciamo? Pensiamo ai guard rail danneggiati (vere armi bianche puntate contro i motociclisti) e agli stessi new jersey su cui sono andate a sbattere decine di veicoli nel corso degli anni, ma che sono ancora lì, al loro posto. Che capacità di assorbimento residua hanno? Potranno forse ancora contenere l’urto di una utilitaria, non certo di un autocarro lanciato a 65 km/h. Come dire: mettereste in testa un casco segnato dai colpi subiti da uno o più incidenti di cui voi non ne sapete nulla? No, per il semplice fatto che non è più in grado di proteggervi.
incidente bus irpinia new jersey
L'immagine testimonia come la barriera di contenimento in cemento armato non abbia retto all'impatto con il bus
Quanti soldi investe la società Autostrade per l’Italia nella sicurezza
È fondamentale capire a fondo quali risorse la società Autostrade per l’Italia destina alla sicurezza. La legge dispone infatti che i proventi dei pedaggi siano destinati al recupero degli investimenti già effettuati o da effettuare, a sostenere le spese di ammodernamento, innovazione, gestione e manutenzione della rete e a recuperare il prezzo pagato in caso di procedure di vendita o privatizzazione.
Non è facile comprendere quanti soldi ogni anno siano destinati al rinnovamento delle barriere protettive di contenimento e ai guard rail. Sotto la voce investimenti per la sicurezza compaiono infatti voci di costo assai differenti tra loro (pavimentazioni drenanti, ammodernamento delle gallerie, Tutor, operazioni invernali, segnaletica orizzontale e verticale, manutenzione del manto stradale). Troviamo anche la voce di costo “manutenzioni non specifiche”, e ci piacerebbe francamente sapere a cosa corrisponde visto che è pur sempre relativa alla sicurezza.
“Non è facile comprendere quanti soldi ogni anno siano destinati al rinnovamento delle barriere protettive di contenimento e ai guard rail”
C’è una evidente mancanza di chiarezza nei dati dichiarati da Autostrade per l’Italia in merito agli investimenti per la manutenzione delle infrastrutture. Nel 2011 sono stati spesi 1,7 miliardi di euro per investimenti definiti socio-ambientali; di questi il 91 % (1,62 miliardi) è – per usare sempre la terminologia di Autostrade per l’Italia - di rilevanza sociale.
incidente bus irpinia barriere new jersey (1)
Un'altra immagine catturata da Google Street View sul luogo dell'incidente. Qui addirittura sembra mancare del tutto la piastra di collagamento tra un blocco e un altro
Significa che questi soldi sono stati spesi anche per il sistema Telepass, le stazioni di pedaggio, i nuovi svincoli e le aree di servizio. Ma allora quanti soldi sono effettivamente stati spesi per ammodernare le infrastrutture da cui dipende la sicurezza di milioni di utenti? Impossibile saperlo per una evidente mancanza di chiarezza nella comunicazione di questi dati. Non sappiamo quindi quanti chilometri di new jersey siano stati cambiati o dopo quanti anni (e quanti impatti).
La revisione degli autobus
Il pullman dell’Irpinia aveva superato la revisione annuale nel marzo del 2013 presso la Motorizzazione Civile. In quell’occasione erano stati controllati per legge i dispositivi e gli equipaggiamenti coinvolti nella sicurezza della circolazione e del trasporto dei passeggeri.
Rimane il grosso interrogativo su come vengano effettivamente svolti i controlli durante le revisioni periodiche (fondamentali su mezzi come questo, con 18 anni di servizio). La revisione obbligatoria è infatti considerata da troppi guidatori come una inutile seccatura da liquidare nel minor tempo possibile.
Ai suoi controlli (in particolare sui freni, sulle sospensioni, sui pneumatici e sulle luci) andrebbe invece dedicato il giusto tempo. E la giusta severità. Oggi solo il 7% degli autobus non passa la revisione al primo colpo in Italia. Davvero pochi, se consideriamo l’anzianità dei mezzi.
Aggiornamento del 31 luglio in risposta ad alcuni commenti
Alcuni lettori hanno sollevato dubbi circa la tipologia di barriere impiegate in quel tratto di autostrada. Dalle nostre verifiche, il pullman ha impattato contro barriere in cemento di tipo new jersey.
Quanto da noi sostenuto trova conferma nel comunicato diramato da Autostrade per l'Italia, che trovate di seguito, e che replica proprio ai numerosi articoli della stampa relativi alla sicurezza dei new jersey presenti sul viadotto della A16:
"Le barriere laterali bordo ponte tipo "New Jersey" con mancorrente sono state concepite per ammortizzare al meglio gli urti delle autovetture, che costituiscono la stragrande maggioranza degli urti. Per tale motivo le barriere laterali non sono costruite con muro rigido (che sarebbe l'unico idoneo a resistere a tutti gli urti) ma con elementi collegati tra di loro, appoggiati alla pavimentazione e fissati ad essa con perni che devono permettere lo sganciamento di qualche elemento in caso di urti particolarmente forti". La nota aggiunge che "in caso di urti con mezzi pesanti queste barriere sono pertanto idonee a resistere solo entro certe angolazioni di impatto ed entro certi limiti di velocità (come da noi spiegato sopra. Ndr)".
Oggi, 30 luglio, è stata indetta una giornata di lutto nazionale per la tragedia del pullman volato giù dal viadotto della A16 domenica 28 luglio. L’incidente ha provocato 38 morti (compreso il conducente, Ciro Lametta) e 10 feriti. Si tratta di uno tra i sinistri stradali più gravi di sempre per il nostro Paese.
È quindi inevitabile che ora divampino le polemiche sulle responsabilità, mentre filtrano le prime indiscrezioni sulla dinamica dei fatti. Sono di questa mattina le dichiarazioni della Polizia Stradale di Avellino, che ha rinvenuto pezzi della trasmissione compatibili con quelli del pullman lungo il chilometro che precede lo schianto.
Questi, uniti alle testimonianze raccolte dagli agenti, testimonierebbero i tentativi disperati dell’autista di arrestare il mezzo, prima sfruttando il freno motore (da questo tentativo deriverebbero i danni alla trasmissione), poi impattando contro il margine destro della carreggiata (sono stati trovati segni di forti strisciamenti già 800 metri prima del cavalcavia e alcuni operatori dell’autostrada avrebbero visto il pullman scendere a forte velocità già con la parte anteriore destra danneggiata).
Il pullman è quindi arrivato con una velocità non trascurabile contro la colonna di vetture ferme sul cavalcavia (lo dimostrano anche i danni subiti da queste), mentre è ipotizzabile che abbia abbattuto il new jersey a una velocità ridotta. Questo dato – come riferito dal nostro editorialista Enrico De Vita questa mattina a Radio Rai1 - è ricavabile dalla posizione del pullman in fondo alla scarpata; il mezzo pesante è infatti caduto quasi verticalmente, segno che la barriera di cemento avrebbe ceduto quando ormai la velocità del veicolo era molto bassa.
Le immagini ricavate da Google Street View sul cavalcavia dove ha avuto luogo l'incidente mettono in mostra un stato di degrado avanzato delle barriere new jersey
Ed è questo il primo aspetto che vogliamo analizzare: perché ha ceduto il new jersey, per urti di quale entità è progettato. Il Procuratore di Avellino, Rosario Cantelmo, sta valutando anche la posizione della società Autostrade, anche se ovviamente è presto per sapere chi è indagato e per quale reato.
L
a resistenza della barriera in cemento
Il new jersey è una barriera realizzata in cemento armato che deve garantire il confinamento del veicolo, eliminando il grave rischio del salto di carreggiata. Autostrade per l’Italia dichiara che il new jersey è realizzato con una barriera in calcestruzzo di classe H4, dotata di capacità di assorbimento pari a 572 Kilo Joule, installata a fila singola o a fila doppia anche con terra interposta.
Tale barriera consente di contenere un autocarro di 30 tonnellate (quindi più pesante di un pullman) che urta con angolo di incidenza di 20 gradi a una velocità di 65 km/h. Quindi il new jersey avrebbe in teoria dovuto trattenere sulla carreggiata il mezzo. Ma questo non è accaduto e oggi si contano 38 vittime.
“La tragedia dell’Irpinia solleva, gravissimo, il problema della manutenzione delle infrastrutture autostradali”
La tragedia dell’Irpinia solleva, gravissimo, il problema della manutenzione delle infrastrutture autostradali. Ogni giorno notiamo – e ci lamentiamo com’è giusto che sia – dello stato dell’asfalto, del fatto che in diverse tratte non sia ancora utilizzato quello drenante.
Ma del resto cosa diciamo? Pensiamo ai guard rail danneggiati (vere armi bianche puntate contro i motociclisti) e agli stessi new jersey su cui sono andate a sbattere decine di veicoli nel corso degli anni, ma che sono ancora lì, al loro posto. Che capacità di assorbimento residua hanno? Potranno forse ancora contenere l’urto di una utilitaria, non certo di un autocarro lanciato a 65 km/h. Come dire: mettereste in testa un casco segnato dai colpi subiti da uno o più incidenti di cui voi non ne sapete nulla? No, per il semplice fatto che non è più in grado di proteggervi.
incidente bus irpinia new jersey
L'immagine testimonia come la barriera di contenimento in cemento armato non abbia retto all'impatto con il bus
Quanti soldi investe la società Autostrade per l’Italia nella sicurezza
È fondamentale capire a fondo quali risorse la società Autostrade per l’Italia destina alla sicurezza. La legge dispone infatti che i proventi dei pedaggi siano destinati al recupero degli investimenti già effettuati o da effettuare, a sostenere le spese di ammodernamento, innovazione, gestione e manutenzione della rete e a recuperare il prezzo pagato in caso di procedure di vendita o privatizzazione.
Non è facile comprendere quanti soldi ogni anno siano destinati al rinnovamento delle barriere protettive di contenimento e ai guard rail. Sotto la voce investimenti per la sicurezza compaiono infatti voci di costo assai differenti tra loro (pavimentazioni drenanti, ammodernamento delle gallerie, Tutor, operazioni invernali, segnaletica orizzontale e verticale, manutenzione del manto stradale). Troviamo anche la voce di costo “manutenzioni non specifiche”, e ci piacerebbe francamente sapere a cosa corrisponde visto che è pur sempre relativa alla sicurezza.
“Non è facile comprendere quanti soldi ogni anno siano destinati al rinnovamento delle barriere protettive di contenimento e ai guard rail”
C’è una evidente mancanza di chiarezza nei dati dichiarati da Autostrade per l’Italia in merito agli investimenti per la manutenzione delle infrastrutture. Nel 2011 sono stati spesi 1,7 miliardi di euro per investimenti definiti socio-ambientali; di questi il 91 % (1,62 miliardi) è – per usare sempre la terminologia di Autostrade per l’Italia - di rilevanza sociale.
incidente bus irpinia barriere new jersey (1)
Un'altra immagine catturata da Google Street View sul luogo dell'incidente. Qui addirittura sembra mancare del tutto la piastra di collagamento tra un blocco e un altro
Significa che questi soldi sono stati spesi anche per il sistema Telepass, le stazioni di pedaggio, i nuovi svincoli e le aree di servizio. Ma allora quanti soldi sono effettivamente stati spesi per ammodernare le infrastrutture da cui dipende la sicurezza di milioni di utenti? Impossibile saperlo per una evidente mancanza di chiarezza nella comunicazione di questi dati. Non sappiamo quindi quanti chilometri di new jersey siano stati cambiati o dopo quanti anni (e quanti impatti).
La revisione degli autobus
Il pullman dell’Irpinia aveva superato la revisione annuale nel marzo del 2013 presso la Motorizzazione Civile. In quell’occasione erano stati controllati per legge i dispositivi e gli equipaggiamenti coinvolti nella sicurezza della circolazione e del trasporto dei passeggeri.
Rimane il grosso interrogativo su come vengano effettivamente svolti i controlli durante le revisioni periodiche (fondamentali su mezzi come questo, con 18 anni di servizio). La revisione obbligatoria è infatti considerata da troppi guidatori come una inutile seccatura da liquidare nel minor tempo possibile.
Ai suoi controlli (in particolare sui freni, sulle sospensioni, sui pneumatici e sulle luci) andrebbe invece dedicato il giusto tempo. E la giusta severità. Oggi solo il 7% degli autobus non passa la revisione al primo colpo in Italia. Davvero pochi, se consideriamo l’anzianità dei mezzi.
Aggiornamento del 31 luglio in risposta ad alcuni commenti
Alcuni lettori hanno sollevato dubbi circa la tipologia di barriere impiegate in quel tratto di autostrada. Dalle nostre verifiche, il pullman ha impattato contro barriere in cemento di tipo new jersey.
Quanto da noi sostenuto trova conferma nel comunicato diramato da Autostrade per l'Italia, che trovate di seguito, e che replica proprio ai numerosi articoli della stampa relativi alla sicurezza dei new jersey presenti sul viadotto della A16:
"Le barriere laterali bordo ponte tipo "New Jersey" con mancorrente sono state concepite per ammortizzare al meglio gli urti delle autovetture, che costituiscono la stragrande maggioranza degli urti. Per tale motivo le barriere laterali non sono costruite con muro rigido (che sarebbe l'unico idoneo a resistere a tutti gli urti) ma con elementi collegati tra di loro, appoggiati alla pavimentazione e fissati ad essa con perni che devono permettere lo sganciamento di qualche elemento in caso di urti particolarmente forti". La nota aggiunge che "in caso di urti con mezzi pesanti queste barriere sono pertanto idonee a resistere solo entro certe angolazioni di impatto ed entro certi limiti di velocità (come da noi spiegato sopra. Ndr)".
Il vantaggio di essere scarsi è che non devi dimostrarlo a nessuno.
Incompetennis- Messaggi : 3106
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Re: A proposito di autostrade...
Mi sono trovato su ponti italiani in rifacimento, altissimi. Ad ogni passaggio di autocarri, si tremava. Aumentavano di tanto la dimensione dei pilastri e rafforzavano tutto il resto.
A naso, credo che non ci sia mai stato un allarme definitivo circa il crollo quasi imminente, per cui i Benetton usciranno puliti. Vedremo se mi sbaglierò.
Ci sarà un rimpallo di responsabilità tra tecnici e politici locali. In realtà dovrebbero essere analizzate anche le responsabilità dello stato italiano in veste di controllore che non controlla (ministro delle infrastrutture e trasporti attuale e precedenti), ma ovviamente non saranno prese in considerazione.
Per quanto riguarda i privati, avete detto. Anche la gestione statale va male, basti pensare alla Salerno Reggio Calabria, ai lavori in corso eterni ed a tutti i relativi morti.
A naso, credo che non ci sia mai stato un allarme definitivo circa il crollo quasi imminente, per cui i Benetton usciranno puliti. Vedremo se mi sbaglierò.
Ci sarà un rimpallo di responsabilità tra tecnici e politici locali. In realtà dovrebbero essere analizzate anche le responsabilità dello stato italiano in veste di controllore che non controlla (ministro delle infrastrutture e trasporti attuale e precedenti), ma ovviamente non saranno prese in considerazione.
Per quanto riguarda i privati, avete detto. Anche la gestione statale va male, basti pensare alla Salerno Reggio Calabria, ai lavori in corso eterni ed a tutti i relativi morti.
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Re: A proposito di autostrade...
ace59 ha scritto:Giovanni
questo articolo sul blog dei 5 stelle è la dimostrazione pratica della totale ignoranza economico e finanziaria di questi tizi
pensano di aver trovato la pistola fumante del delitto mentre scoprono ( sono tra l'altro dati ufficiali ) , solo qualche incarico , del tutto legittimo , di figure anche di secondo piano.
forse questi tizi non sanno quali sono i compiti dei sindaci e dei consiglieri di amministrazione ; sono convinti dalla loro pochezza intellettuale che basta un loro cenno perché il manager di turno si prostri ai loro piedi
"abbiamo risolto l'enigma " ma vaff…
l'unico enigma è ma dove diavolo vivono ?
Certi articoli fanno parte del DNA dei 5 stelle. Prendiamoli per quelli che sono: articoli informativi.
Fare delle leggi per limitare il fenomeno è impossibile. Basta usare dei prestanome e il gioco è fatto. Anzi paradossalmente è meglio così, meglio che si sappia tutto. Così se leggo un giornale conosco almeno il suo indirizzo politico-economico.
Per i 5 stelle, spero che ci stupiscano per idee propositive ed intelligenti. Io ancora gli do' tempo. Non vorrei vederli appiattiti solo su sforbiciate, divieti e abrogazioni.
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