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La negazione dell'importanza della diagonale?
+2
Filippo
alain proust
6 partecipanti
Pagina 1 di 1
La negazione dell'importanza della diagonale?
ho visto questo filmato.
http://www.tennisresources.com/index.cfm?area=video_detail&rv=1&vidid=3874
questo coach dice la cosa che molti pensano (ma forse più i principianti), cioè mettere sempre la palla dove non c'è l'avversario, farlo correre.
ma non è un po' la negazione della teoria del mantenimento della diagonale, della pressione lì in attesa della palla buona per attaccare in lungolinea o in incrociato in contropiede?
da come dice questo signore, la prima regola sarebbe: metti la palla dove non sta l'avversario.
e allora?
http://www.tennisresources.com/index.cfm?area=video_detail&rv=1&vidid=3874
questo coach dice la cosa che molti pensano (ma forse più i principianti), cioè mettere sempre la palla dove non c'è l'avversario, farlo correre.
ma non è un po' la negazione della teoria del mantenimento della diagonale, della pressione lì in attesa della palla buona per attaccare in lungolinea o in incrociato in contropiede?
da come dice questo signore, la prima regola sarebbe: metti la palla dove non sta l'avversario.
e allora?
alain proust- Messaggi : 619
Data d'iscrizione : 13.12.10
Re: La negazione dell'importanza della diagonale?
Credo si riferisca ad un tennis di un certo livello.
Non credo che questo si metta ad allenare dei 4a categoria spagnoli, per cui probabilmente la sua teoria va applicata a dei giocatori (ragazzini con ottime capacità) in grado di tenere con tranquillità una diagonale ad un ritmo sostenuto. Infatti ad un certo punto parla di giocare un buon tennis che ti permetta di cambiare angolo e giocare tale colpo senza rischio. Il che implica l'esecuzione di un buon colpo, per non essere impallinati dall'avversario, e la capacità di coprire bene il campo andando a cercare la migliore posizione possibile in relazione al colpo eseguito.
Un lungolinea mal eseguito è un rigore a porta vuota per l'avversario, sempre e comunque.
Perciò ritengo che per noi umilissimi 4a sia meglio mantenere la diagonale, tanto dopo pochi colpi sarà sicuramente l'avversario a cercare di uscirne con un colpo difficile (cambio direzione o dropshot della domenica o chissà che altro) e di conseguenza a sbagliare.
Non credo che questo si metta ad allenare dei 4a categoria spagnoli, per cui probabilmente la sua teoria va applicata a dei giocatori (ragazzini con ottime capacità) in grado di tenere con tranquillità una diagonale ad un ritmo sostenuto. Infatti ad un certo punto parla di giocare un buon tennis che ti permetta di cambiare angolo e giocare tale colpo senza rischio. Il che implica l'esecuzione di un buon colpo, per non essere impallinati dall'avversario, e la capacità di coprire bene il campo andando a cercare la migliore posizione possibile in relazione al colpo eseguito.
Un lungolinea mal eseguito è un rigore a porta vuota per l'avversario, sempre e comunque.
Perciò ritengo che per noi umilissimi 4a sia meglio mantenere la diagonale, tanto dopo pochi colpi sarà sicuramente l'avversario a cercare di uscirne con un colpo difficile (cambio direzione o dropshot della domenica o chissà che altro) e di conseguenza a sbagliare.
Filippo- Messaggi : 762
Data d'iscrizione : 22.12.09
Località : esattamente qui, nel fiviggì
Re: La negazione dell'importanza della diagonale?
Filippo ha scritto:
Un lungolinea mal eseguito è un rigore a porta vuota per l'avversario, sempre e comunque.
Ave Filippo. Nel mio piccolo, una seconda a mozzarella o un lungolinea povero = un 15 a mio favore.
Lupo65- Moderatore
- Messaggi : 5077
Data d'iscrizione : 17.01.11
Età : 58
Località : Kinross-shire
Re: La negazione dell'importanza della diagonale?
Mettere la palla dove non sta l'avversario è di per se una indicazione banale, sarebbe come dire ad un attaccante di indirizzare il pallone dove non c'è il portiere. Chiaro se il "portiere" è palesemente fuori posizione ok, ma in questo caso non c'è nemmeno bisogno di dirlo no? Se quando stiamo per impattare il nostro avversario per motivi suoi si trovasse ancora in corridoio chiaro che andremo ad indirizzare il colpo dalla parte opposta, lapalissiano no?
In sostanza una simile osservazione può essere valida a livelli davvero tecnicamente bassi (oppure nelle categorie U10-U12, già con gli U14 buoni potrebbe essere inadeguata!) dove gli avversari che incontriamo hanno gravi deficit tecnici o di mobilità; ma a livelli accettabili una "tattica" del genere non porta nessun beneficio nel senso che comunque non è nemmeno da considerarsi una tattica.
Gli amatori avendo il vizietto di copire rimanendo poi immobili nel punto dove hanno impattato commettono l'errore di pensare che il loro avversario faccia lo stesso, ma teoricamente se ho tirato "a destra" dovrei dare per scontato che il mio avversario dopo aver colpito abbia ripreso la sua posizone di copertura quindi il tirare successivamente "a sinistra" di per se non equivale a mettere la palla dove non si trova l'avversario, ma sicuramente equivale ad offrirgli angoli per fare altrettanto con noi.
Se invece presso per 5-6 volte di fila su una diagonale ottenendo un vantaggio di posizione (perchè il mio avversario sarà appunto bloccato sulla diagonale che sto martellando) allora si che potrò (su una palla opportuna e senza necessariamente cercare il vincente diretto!) affondare in lungolinea, ma questo è appunto uno schema classico di controllo delle diagonali, che nulla ha a che vedere con "il piazzare la palla dove non c'è l'avversario".
Il perchè i professionisti si martellino sulle diagonali lo abbiamo spiegato miliardi di volte, il vantaggio tecnico-esecutivo che deriva dal giocare su una diagonale ormai è noto anche ai muri.
Ma in realtà la diagonale ha anche vantaggi a livello di monovra, perchè limita le opzioni di piazzamento palla del nostro avversario. Se vogliamo condurre lo scambio la prima cosa da fare è limitare le opzioni di "fuga", è come il pugile che prima di iniziare a colpire porta il suo avversario alle corde, è come un esercito che prima di attaccare si accerta che il terreno dove si svolgerà la battaglia sia a lui favorevole e che il nemico non abbia possibilità di lanciare pericolosi contrattacchi.
Con le debite proporzioni (perchè parliamo di fenomeni ai limiti della fantascienza) avete notato come Djoko ha iniziato a battere Nadal? Rinunciando alle palle corte, rinunciando agli attacchi all'arma bianca (tutti consigli che si ergevano a gran voce nei bar tennis, Nadal va attaccato! Niente di più errato come ho spesso sottolineato.) ma costruendosi una condizione fisica mostruosa e iniziando a tenere come un rullo compressore la diagonale mancina di Nadal che non riuscendo a sfondare sulla diagonale nella quale era abituato a dominarem, si è visto costretto a tentare qualcosa di diverso. E quando la tua arma principale smette di portarti punti su punti le partite si complicano.
E' stata proprio la capacità di tenere sulla diagonale mancina di Nadal la chiave del successo di Djoko: riuscendo a tenere il palleggio ora può scegliere il momento opportuno per affondare magari in lungolinea mentre gli altri (Federer etc. etc.) quando Nadal inizia a pressare sulla sua diagonale di dritto sono costretti a scappare immediatamente tendando giocate improbabili, soluzioni troppo rischiose che portano spesso alla sconfitta. Riuscendo a tenere la diagonale ora Nole può "aspettare" la palla buona per tentare di fare il punto, ovvero può manovrare lui lo scambio e non è più costretto a subire la pressione del maiorchino finendo col dover tentare qualcosa di troppo rischioso.
Se Djoko di fosse intesdardito a "giocare la palla dove non si trova Nadal" avrebbe continuato a prenderle di santa ragione. Ora fin quando perdurerà questo stato di grazia di Nole sarà Nadal a doversi inventare qualcosa di diverso a livello tecnico, anche perchè sul piano fisico non c'è davvero più margine per nessuno dei due "duellanti". Sicuramente dovrà limitare la tendenza a spostarsi sul dritto e iniziare a manovrare anche di rovescio, sicuramente dovrà cercare più spesso il lungolinea di dritto giocato come apertura e non come botta conclusiva. Però attenzione queste non sono da considerarsi evoluzioni tecniche ma adattamenti indotti dalla comparsa di un avversario con il quale il tuo tennis inizia a non produrre più i danni che era solito procurare, e allora inzia a vacillare la fiducia, e allora inizi a giocare un po' contratto.. e allora la rivalità si fa interessante!
Con le dovute proporzioni a tutti i livelli (tranne quelli iniziali o comunque quando ci sono consistenti limiti tecnici e/o di mobilità) si può affermare che prima di muovere lo scambio bisogna averlo in mano, e per averlo in mano bisogna necessariamente controllare una diagonale, possibilmente quella di dritto.
In sostanza una simile osservazione può essere valida a livelli davvero tecnicamente bassi (oppure nelle categorie U10-U12, già con gli U14 buoni potrebbe essere inadeguata!) dove gli avversari che incontriamo hanno gravi deficit tecnici o di mobilità; ma a livelli accettabili una "tattica" del genere non porta nessun beneficio nel senso che comunque non è nemmeno da considerarsi una tattica.
Gli amatori avendo il vizietto di copire rimanendo poi immobili nel punto dove hanno impattato commettono l'errore di pensare che il loro avversario faccia lo stesso, ma teoricamente se ho tirato "a destra" dovrei dare per scontato che il mio avversario dopo aver colpito abbia ripreso la sua posizone di copertura quindi il tirare successivamente "a sinistra" di per se non equivale a mettere la palla dove non si trova l'avversario, ma sicuramente equivale ad offrirgli angoli per fare altrettanto con noi.
Se invece presso per 5-6 volte di fila su una diagonale ottenendo un vantaggio di posizione (perchè il mio avversario sarà appunto bloccato sulla diagonale che sto martellando) allora si che potrò (su una palla opportuna e senza necessariamente cercare il vincente diretto!) affondare in lungolinea, ma questo è appunto uno schema classico di controllo delle diagonali, che nulla ha a che vedere con "il piazzare la palla dove non c'è l'avversario".
Il perchè i professionisti si martellino sulle diagonali lo abbiamo spiegato miliardi di volte, il vantaggio tecnico-esecutivo che deriva dal giocare su una diagonale ormai è noto anche ai muri.
Ma in realtà la diagonale ha anche vantaggi a livello di monovra, perchè limita le opzioni di piazzamento palla del nostro avversario. Se vogliamo condurre lo scambio la prima cosa da fare è limitare le opzioni di "fuga", è come il pugile che prima di iniziare a colpire porta il suo avversario alle corde, è come un esercito che prima di attaccare si accerta che il terreno dove si svolgerà la battaglia sia a lui favorevole e che il nemico non abbia possibilità di lanciare pericolosi contrattacchi.
Con le debite proporzioni (perchè parliamo di fenomeni ai limiti della fantascienza) avete notato come Djoko ha iniziato a battere Nadal? Rinunciando alle palle corte, rinunciando agli attacchi all'arma bianca (tutti consigli che si ergevano a gran voce nei bar tennis, Nadal va attaccato! Niente di più errato come ho spesso sottolineato.) ma costruendosi una condizione fisica mostruosa e iniziando a tenere come un rullo compressore la diagonale mancina di Nadal che non riuscendo a sfondare sulla diagonale nella quale era abituato a dominarem, si è visto costretto a tentare qualcosa di diverso. E quando la tua arma principale smette di portarti punti su punti le partite si complicano.
E' stata proprio la capacità di tenere sulla diagonale mancina di Nadal la chiave del successo di Djoko: riuscendo a tenere il palleggio ora può scegliere il momento opportuno per affondare magari in lungolinea mentre gli altri (Federer etc. etc.) quando Nadal inizia a pressare sulla sua diagonale di dritto sono costretti a scappare immediatamente tendando giocate improbabili, soluzioni troppo rischiose che portano spesso alla sconfitta. Riuscendo a tenere la diagonale ora Nole può "aspettare" la palla buona per tentare di fare il punto, ovvero può manovrare lui lo scambio e non è più costretto a subire la pressione del maiorchino finendo col dover tentare qualcosa di troppo rischioso.
Se Djoko di fosse intesdardito a "giocare la palla dove non si trova Nadal" avrebbe continuato a prenderle di santa ragione. Ora fin quando perdurerà questo stato di grazia di Nole sarà Nadal a doversi inventare qualcosa di diverso a livello tecnico, anche perchè sul piano fisico non c'è davvero più margine per nessuno dei due "duellanti". Sicuramente dovrà limitare la tendenza a spostarsi sul dritto e iniziare a manovrare anche di rovescio, sicuramente dovrà cercare più spesso il lungolinea di dritto giocato come apertura e non come botta conclusiva. Però attenzione queste non sono da considerarsi evoluzioni tecniche ma adattamenti indotti dalla comparsa di un avversario con il quale il tuo tennis inizia a non produrre più i danni che era solito procurare, e allora inzia a vacillare la fiducia, e allora inizi a giocare un po' contratto.. e allora la rivalità si fa interessante!
Con le dovute proporzioni a tutti i livelli (tranne quelli iniziali o comunque quando ci sono consistenti limiti tecnici e/o di mobilità) si può affermare che prima di muovere lo scambio bisogna averlo in mano, e per averlo in mano bisogna necessariamente controllare una diagonale, possibilmente quella di dritto.
Satrapo- Moderatore
- Messaggi : 1524
Data d'iscrizione : 02.12.09
Re: La negazione dell'importanza della diagonale?
Ecco. Appunto. Alla faccia di Louis "Carneade" Mediero!
alain proust- Messaggi : 619
Data d'iscrizione : 13.12.10
Re: La negazione dell'importanza della diagonale?
Mahhhhh conosco personalmente Luis Mediero e devo dire che non e' proprio l'ultimo arrivato nel tennis anzi.......comunque concordo in pieno i concetti espressi da Satrapo.Per chiarire il concetto espresso da Mediero credo che il voler mettere la palla dove non c'e l'avversario serva a far muovere i bambini e serva a non farli rimanere troppo fermi durante le lezioni,inoltre il conceto di Mediero e che prima si apprende a colpire qualsiasi tipo di palla ci arrivi meglio e'visto che giocando sara' praticamente impossibile giocare in posizione statica e che la maggior difficolta' del tennis sia il riuscire a piazzarsi bene con i piedi dopo una bella corsa ,credo che il concetto da lui espresso sia un po questo.
che poi tatticamente tirare sistematicamente dove non c'e l'aversario specialmente ad un livello decente e ancor piu' ad alti livelli sia praticamente inutile,mi trova completamente daccordo con Satrapo.ma come ripeto cre3do che Mediero con un concetto alquanto banale voglia sottolineare il fatto di non far giocare mai comodo l'avversario cercando di farlo muovere.
Come dico sono dichiarazioni che vanno un po prese con le molle......
che poi tatticamente tirare sistematicamente dove non c'e l'aversario specialmente ad un livello decente e ancor piu' ad alti livelli sia praticamente inutile,mi trova completamente daccordo con Satrapo.ma come ripeto cre3do che Mediero con un concetto alquanto banale voglia sottolineare il fatto di non far giocare mai comodo l'avversario cercando di farlo muovere.
Come dico sono dichiarazioni che vanno un po prese con le molle......
veterano- Messaggi : 1060
Data d'iscrizione : 09.01.10
Re: La negazione dell'importanza della diagonale?
Secondo me, il concetto di Mediero è ovvio, solo se non si considera ciò che sottintende e cioè l'importanza di recuperare il centro del campo dopo aver colpito.
Ipotizziamo che io stia tenendo la diagonale di diritto; dopo aver colpito, ritornerò verso il centro, mettendomi appena a destra del segno centrale, in modo da essere equidistante dai 2 punti estremi dove l'avversario mi può mandare la palla. Insomma tenere la diagonale del diritto nello scambio non significa piazzarsi a destra, ma andare in continuazione dal quasi centro a destra e ritornare al quasi centro...
Cosa vuol dire allora mandare la palla dove io non sono? Significa punire l'avversario che non tiene il quasi centro del campo: se io non recupero la posizione dopo aver tirato il diritto incrociato e rimango a destra, perchè mi aspetto che lo scambio si svolgerà sulla diagonale del diritto, il mio avversario farà bene a giocare alla mia sinistra.
Mi sa che ho ripetuto con altre parole il concetto di Satrapo...
Ipotizziamo che io stia tenendo la diagonale di diritto; dopo aver colpito, ritornerò verso il centro, mettendomi appena a destra del segno centrale, in modo da essere equidistante dai 2 punti estremi dove l'avversario mi può mandare la palla. Insomma tenere la diagonale del diritto nello scambio non significa piazzarsi a destra, ma andare in continuazione dal quasi centro a destra e ritornare al quasi centro...
Cosa vuol dire allora mandare la palla dove io non sono? Significa punire l'avversario che non tiene il quasi centro del campo: se io non recupero la posizione dopo aver tirato il diritto incrociato e rimango a destra, perchè mi aspetto che lo scambio si svolgerà sulla diagonale del diritto, il mio avversario farà bene a giocare alla mia sinistra.
Mi sa che ho ripetuto con altre parole il concetto di Satrapo...
Ospite- Ospite
Re: La negazione dell'importanza della diagonale?
Satrapo ha scritto:Mettere la palla dove non sta l'avversario è di per se una indicazione banale, sarebbe come dire ad un attaccante di indirizzare il pallone dove non c'è il portiere. Chiaro se il "portiere" è palesemente fuori posizione ok, ma in questo caso non c'è nemmeno bisogno di dirlo no? Se quando stiamo per impattare il nostro avversario per motivi suoi si trovasse ancora in corridoio chiaro che andremo ad indirizzare il colpo dalla parte opposta, lapalissiano no?
In sostanza una simile osservazione può essere valida a livelli davvero tecnicamente bassi (oppure nelle categorie U10-U12, già con gli U14 buoni potrebbe essere inadeguata!) dove gli avversari che incontriamo hanno gravi deficit tecnici o di mobilità; ma a livelli accettabili una "tattica" del genere non porta nessun beneficio nel senso che comunque non è nemmeno da considerarsi una tattica.
Gli amatori avendo il vizietto di copire rimanendo poi immobili nel punto dove hanno impattato commettono l'errore di pensare che il loro avversario faccia lo stesso, ma teoricamente se ho tirato "a destra" dovrei dare per scontato che il mio avversario dopo aver colpito abbia ripreso la sua posizone di copertura quindi il tirare successivamente "a sinistra" di per se non equivale a mettere la palla dove non si trova l'avversario, ma sicuramente equivale ad offrirgli angoli per fare altrettanto con noi.
Se invece presso per 5-6 volte di fila su una diagonale ottenendo un vantaggio di posizione (perchè il mio avversario sarà appunto bloccato sulla diagonale che sto martellando) allora si che potrò (su una palla opportuna e senza necessariamente cercare il vincente diretto!) affondare in lungolinea, ma questo è appunto uno schema classico di controllo delle diagonali, che nulla ha a che vedere con "il piazzare la palla dove non c'è l'avversario".
Il perchè i professionisti si martellino sulle diagonali lo abbiamo spiegato miliardi di volte, il vantaggio tecnico-esecutivo che deriva dal giocare su una diagonale ormai è noto anche ai muri.
Ma in realtà la diagonale ha anche vantaggi a livello di monovra, perchè limita le opzioni di piazzamento palla del nostro avversario. Se vogliamo condurre lo scambio la prima cosa da fare è limitare le opzioni di "fuga", è come il pugile che prima di iniziare a colpire porta il suo avversario alle corde, è come un esercito che prima di attaccare si accerta che il terreno dove si svolgerà la battaglia sia a lui favorevole e che il nemico non abbia possibilità di lanciare pericolosi contrattacchi.
Con le debite proporzioni (perchè parliamo di fenomeni ai limiti della fantascienza) avete notato come Djoko ha iniziato a battere Nadal? Rinunciando alle palle corte, rinunciando agli attacchi all'arma bianca (tutti consigli che si ergevano a gran voce nei bar tennis, Nadal va attaccato! Niente di più errato come ho spesso sottolineato.) ma costruendosi una condizione fisica mostruosa e iniziando a tenere come un rullo compressore la diagonale mancina di Nadal che non riuscendo a sfondare sulla diagonale nella quale era abituato a dominarem, si è visto costretto a tentare qualcosa di diverso. E quando la tua arma principale smette di portarti punti su punti le partite si complicano.
E' stata proprio la capacità di tenere sulla diagonale mancina di Nadal la chiave del successo di Djoko: riuscendo a tenere il palleggio ora può scegliere il momento opportuno per affondare magari in lungolinea mentre gli altri (Federer etc. etc.) quando Nadal inizia a pressare sulla sua diagonale di dritto sono costretti a scappare immediatamente tendando giocate improbabili, soluzioni troppo rischiose che portano spesso alla sconfitta. Riuscendo a tenere la diagonale ora Nole può "aspettare" la palla buona per tentare di fare il punto, ovvero può manovrare lui lo scambio e non è più costretto a subire la pressione del maiorchino finendo col dover tentare qualcosa di troppo rischioso.
Se Djoko di fosse intesdardito a "giocare la palla dove non si trova Nadal" avrebbe continuato a prenderle di santa ragione. Ora fin quando perdurerà questo stato di grazia di Nole sarà Nadal a doversi inventare qualcosa di diverso a livello tecnico, anche perchè sul piano fisico non c'è davvero più margine per nessuno dei due "duellanti". Sicuramente dovrà limitare la tendenza a spostarsi sul dritto e iniziare a manovrare anche di rovescio, sicuramente dovrà cercare più spesso il lungolinea di dritto giocato come apertura e non come botta conclusiva. Però attenzione queste non sono da considerarsi evoluzioni tecniche ma adattamenti indotti dalla comparsa di un avversario con il quale il tuo tennis inizia a non produrre più i danni che era solito procurare, e allora inzia a vacillare la fiducia, e allora inizi a giocare un po' contratto.. e allora la rivalità si fa interessante!
Con le dovute proporzioni a tutti i livelli (tranne quelli iniziali o comunque quando ci sono consistenti limiti tecnici e/o di mobilità) si può affermare che prima di muovere lo scambio bisogna averlo in mano, e per averlo in mano bisogna necessariamente controllare una diagonale, possibilmente quella di dritto.
Complimenti SAT, oltre alla competenza e padronanza della materia già palesemente dimostrata piu' volte, possiedi una capacità espressiva e di sintassi idonea a trasmettere e a far COMPRENDERE il tennis REALE anche alle supermegapippe come me (e Frank )
"abra e giascu non si toccano, per definizione si autoreferenziano, ed hanno sempre ragione."
cit: Sunsemperki
"@ Satrapo : avete mai visto uno che sa mandare due palle di fila dall'altra parte del campo parlare di racchette?"
"Non serve che ti cancelli.
E' sufficiente che ti togli dai coglioni." cit: Correnelvento
giascuccio- Messaggi : 1116
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