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Messaggio Da marco61 Gio 29 Set 2011, 09:26

Vi siete mai chiesti perchè giocate a tennis, o perchè preferite il tennis ad altri sport magari meno "complicati"?
Tutto sommato, durante un match che conta, non è che poi ci si diverta granchè.
Personalmente, gli unici momenti in cui davvero mi diverto giocando a tennis, sono quando faccio qualche doppio o doppio misto "non competitivo", durante i quali lo scopo principale non è tanto vincere l'incontro, quanto passare un'oretta in totale relax.
Ad esempio, ultimamente mi sono divertito molto quando ho giocato un doppio tra me e Niki contro corre e libero. Bello sforzo, direte voi, con Niki di fianco è facile divertirsi.
Non è questo il punto. Il fatto è che le mie condizioni fisiche non avrebbero comunque permesso di giocare un match "vero", per cui tutti e 4 abbiam preso la cosa come un momento piacevole da trascorrere insieme, e aldilà del risultato finale, è stato davvero puro divertimento per tutti.
Le cose però cambiano radicalmente quanto il risultato conta davvero.
Prendiamo ad esempio i due match giocati contro corre: ovviamente nessuno dei due ci stava a perdere e sono state due partite intensissime. Questo ha comunque determinato una certa tensione ed ogni punto è stato giocato come fosse un match point. Per cui se dovessi dire che sono stati due incontri "divertenti", non userei il termine più appropriato.
Intensi, piacevoli, veri, duri...ma non divertenti nel vero senso del termine. Piacevoli perchè comunque entrambi abbiam messo in campo tutte le nostre forze e il nostro spirito agonistico è stato pienamente appagato. Se però avessimo dovuto affrontare quei due match come puro divertimento, non avremmo potuto giocarli con la stessa concentrazione e sarebbe stato tutto diverso.
Ma allora cos'è che veramente ci lega a questo sport? Perchè non giocare a bocce, ad esempio. Oppure a biliardo. Faticheremmo di meno e anche il nostro fisico ci ringrazierebbe.
Personalmente trovo che il tennis sia parecchio stimolante perchè ci mette in perenne sfida con noi stessi. Credo che tecnicamente sia forse lo sport più difficile al mondo. Chi di noi non si è mai fissato a guardare un video sul dritto di Federer? E chi di noi non ha mai pensato: "che ci vuole, oggi lo faccio anch'io". Poi però, una volta sul campo, ci si rende conto che tutto è molto più complicato di quanto sembrerebbe.
E quante persone che non hanno mai preso una racchetta in mano, assistendo ad uno dei tanti errori banali sui campi da tennis, direbbero che loro non avrebbero mai sbagliato.
Credo sia proprio questo che fa del tennis uno sport estremamente appassionante: sapere che con la giusta tecnica tutto è molto più facile, e questo ci spinge, giorno dopo giorno, a cercare di migliorarci per rendere più facile ciò che oggi ci appare molto difficile.
Se così non fosse, dopo 3 dritti consecutivi tirati in rete, dovremmo appendere la racchetta al chiodo e fare delle belle passeggiate col cane. E invece proprio quei 3 dritti sbagliati, quella volèe facile facile uscita di un palmo, quello smash sicuro sopra la rete con palla mancata totalmente, tutto questo, invece di farci desistere, crea una sorta di accanimento che ci lega al tennis giorno dopo giorno, e sempre di più.


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Messaggio Da janko60 Gio 29 Set 2011, 09:55

Ho apprezzato molto la tua riflessione Marco.

Per dare una risposta esauriente, mi rendo conto che dovrei rifletterci su molto bene.

Cosi' brevemente a caldo , ripensando che di sport ne ho praticati parecchi, dico banalmente che lo sport in generale, mi piace e mi e' sempre piaciuto a tutto tondo.

Il perche' alcuni sport + di altri, non l'ho mai analizzato a fondo.

Sicuramente da giovane e' stata + una scelta istintiva e di "pelle" + che riflessiva.

Il Tennis e' sicuramente un'alchimia che mi stuzzica molto, perche' la componente "Brain" e' molto importante e mi piace mettere alla prova l'intelligenza.

Diciamo che dal punto di vista fisico, non e' certo il mio sport, ma qui non ci posso fare + nulla.

Una cosa e' sicura: in realta' , nella competizione , la vera sfida non e' con l'avversario, ma con me stesso.

Il vincere e' la conseguenza di quanto Io sono stato capace di essere + performante in tutti i sensi, dell'atleta dall'altra parte della rete.

E poi il tennis , come altri sport del resto, ha il vantaggio di lasciarti decidere ( ovvio , nel limite del possibile ) come cambiare le carte in tavola all'ultimo istante, pur all'interno di una ben precisa strategia.

E questo mi piace un sacco.

J
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Messaggio Da alain proust Gio 29 Set 2011, 10:05

eh, marco, bella domanda. pensando alla rumba che ho preso ieri in torneo sociale, me lo sto chiedendo anche io... gioco - Gioco a tennis. Perchè? 961853
secondo me il perno della passione sta nel fatto che si può contare solo su se stessi, in tutto. che in campo si è da soli, e allora conta la propria concentrazione, il proprio fisico, la propria tecnica. una sfida prima con sè che con l'avversario.
il bello è anche vedere la sfida prima della sfida, ossia l'allenamento, il rendersi conto che se si decide di migliorare un colpo, "basta" concentrarsi su questo per diverso tempo e, bene o male, migliora. è un lavoro fatto su se stessi, sul fisico, sulla tecnica, sulla mente.
lo sport di squadra non dà tutto questo, anche se dà altre esperienze, ma del tutto diverse. conta la squadra, il risultato non dipende solo da te.
altri sport individuali possono essere meno affascinanti perchè meno complessi del tennis, che unisce la grande difficoltà tecnica all 'importanza dell'aspetto mentale.
e poi c'è anche la praticità e la facilità di giocarlo, basta essere in due, mentre se vuoi fare una partita di calcetto, devi mettere d'accordo una decina di persone.
o forse c'è una vena masochistica nel continuare a pratica uno sport che ti fa incazzare, bestemmiare, innervosire, che ti fa vivere la tensione del torneo, che quando (parlo per me) vai per la partita del torneo fit ti sembra quasi di andare ad un esame univresitario con quella piccola tensione che ti prende già dal mattino e ti fa pensare "chi me l'ha fatto fare? stasera preferirei andare a giocare con il mio amico, non con uno sconosciuto!".
insomma, credo che ci voglia un trattato di psicologia.
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Messaggio Da oldblack Gio 29 Set 2011, 10:21

Lancio una piccola provocazione...ma nello sport qualsiasi esso sia, ci si diverte ???
Lo sport libera la mente, stimola il fisico, ci aiuta a mantenere il tono muscolare, ma diverte davvero??
Penso ad uno che corre una maratona ed arriva distrutto, può essere soddisfatto ma non divertito, così vale per uno che gioca tre set tirati e vince, uno che segna il goal della vittoria, il canestro da tre punti a filo di sirena (e tanti esempi ancora).
Il concetto di divertimento lo associo di più ad una serata con gli amici, a bere qualcosa e sparare cavolate, ad una gita in barca, al teatro, al cabaret o al cinema, ma non allo sport.

Quando sento al circolo dire a qualcuno dopo un'ora di tennis "mi sono proprio divertito" spesso la frase è pronunciata o dal giocatore più scarso dei due che ha "annusato" come si gioca a livello più alto (ma l'altro facilmente si è divertito meno) oppure dopo il classico match tirato in cui nessuno dei due voleva mollare...ma anche qui non credo sia divertimento, ma soddisfazione (soprattutto di chi ha vinto, per l'altro parliamo di fair play).
In sintesi (ma tanto stiamo filosofeggiando) per me lo sport non si accoppia con il divertimento !

Bel quesito Marco ! gioco - Gioco a tennis. Perchè? 925962


Non ragionar di lor, ma guarda e passa...

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Messaggio Da Maurizio Gio 29 Set 2011, 10:30

Il fatto che da bambino abbia cominciato a giocare a tennis è stato un po' casuale. Che abbia continuato a farlo è dovuto in parte al fatto che è uno sport individuale: sono sempre stato - un tempo più di ora - un introverso, timido, un po' chiuso, e il tennis, nei suoi aspetti più strettamente psicologici è, come dice un mio vecchio compagno di gioco, uno sport per autistici. Non a caso è lo sport che ha scelto mio figlio che come carattere mi si avvicina molto.
Sulla questione del divertimento dovremmo metterci d'accordo sul significato della parola. Io trovo divertente un'attività che mi fornisce stimoli fisici e/o mentali che abbiano come risultato una sorta di appagamento che talvolta può derivare anche dalla sola acquisizione di uno stato di rilassamento. In questa accezione posso trovo "divertente" leggere un libro anche se questo parla di cose drammatiche e reali a patto che sia interessante e ben scritto, trovo divertente scarpinare sui sentieri e tornare a casa, come si suole dire, stanco ma felice, trovo divertente giocare un incontro di tennis con tutte le sue implicite tensioni perché il confronto con l'avversario e con le mie personali capacità è sempre estremamente stimolante.
E ti dirò di più: forse la partitella domenicale giocata alla viva il parroco è, da questo punto di vista, meno "divertente". Mi rendo conto infatti che anche quando palleggio lo stimolo è la continua ricerca non dico della perfezione, che dista da noi pippe quanto la costellazione di Vega della lira, ma della mia personale prestazione ottimale ottenibile, quindi un continuo confronto con le mie capacità che ad un tempo mi stanca (non mi stressa) e mi "diverte".
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Messaggio Da Stefano Gio 29 Set 2011, 10:36

Tutte bellissime riflessioni.

Ho giocato in alcuni sport di squadra (calcio soprattutto, ma anche basket e pallavolo). Divertente si, ma se sbagliavo qualcosa c'era chi mi copriva le spalle. E se si vinceva, vinceva la squadra. I 2 sport che ho sempre amato sono lo sci e il tennis. Se perdi, perdi tu. Se vinci, vinci tu. Non ti aiuta nessuno! Sei solo!

Io la penso cosi': chi dice che quello che conta e' divertirsi e' perche' ha perso! Che non mi si vengano a raccontare balle, nessuno si diverte quando perde!

Nello sport conta solo vincere, niente altro! E quando si e' quasi sicuri di vincere ci si accanisce contro l'avversario.

Usiamo l'esempio di 2 amici che conosciamo benissimo: Corre e Frank.

Corre potrebbe lasciar divertire Frank, mettergli la palla di la', andare al tie-break e vincere per 2 miseri punti. E invece no!
Deve essere 6-0 a tutti i costi! Se Giovanni ne fosse in grado, ma non e' facile, non lascerebbe a Frank neppure un misero 15!

E' quella la mentalita' giusta! Io ho la stessa mentalita'. Non mi interessa se sto giocando contro una persona che non ha mai preso la racchetta in mano o se sto giocando la finale di Wimbledon: io voglio vincere e basta!

Ecco perche' non sento nessuna pressione in un match ufficiale: per me le partite sono tutte uguali. Federer ha vinto 16 Slam, quello lo sappiamo tutti. Ma chi sono i 16 che gli hanno conteso la finale? Ricordo Murray 2 volte e Baghdatis a Melbourne. E basta.

Di chi arriva secondo non si ricorda nessuno! Wink


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Messaggio Da Chiros Gio 29 Set 2011, 10:59

Tanti spunti interessanti.
Per me la questione è più semplice.
Un giorno inizio ad avere problemi a entrambe le ginocchia. Parlano di condropatia rotulea. Mi consigliano terapie e nuoto ma dopo un po' mi stufo. Dopo 2 anni un ortopedico mi dice, guardando le stesse risonanze viste da altri, "Non hai niente, fai pesi, aumenta la muscolatura e in particolare il vastomediale, usa il ghiaccio come ti spiego...". Finalmente risolvo dopo 2 anni di calvario. Non avevo niente, solo che non avendo mai fatto sport ero un'ameba.
Insomma, la palestra è noiosissima e ho scoperto il tennis anche perchè ho un circoletto vicino al mio luogo di lavoro. Mi diverto, ho trovato un bravissimo maestro e il continuo piegarsi sulle ginocchia durante l'esecuzione dei colpi fa benissimo alla muscolatura del ginocchio.
Divertimento? Tanto tanto. In allenamento mi vedo migliorare e provare colpi "televisivi". L'ultimo quello a chiudere il punto con il peso del corpo che passa dal piede destro al sinistro.
Le partite sono un'altra cosa ma ancora mi affascinano perchè ho moltissimo da imparare. A me piace apprendere in tutti i campi (per 1500 euro al mese starei una vita a studiare e a prendere lauree). Per esempio non so ancora come gestire il punto e soprattuto non sapevo che non esistono partite vinte prima di cominciare! Comunque mi manca ancora una sconfitta con una donna Smile Ovviamente ci vuole anche uno spirito da competitore innato ma proprio questo, nel mio caso, va tenuto a freno. Altrimenti giocare a tennis diventerebbe stressante e mi ritroverei nel poco tempo libero a disposizione ad aggiungere tanta corsa, tanta palestra, rosicature eccessive per partite perse, pippe mentali la sera a letto pensando a come battere l'avversario, ecc. ecc. No no, il WE con i miei figli è quanto di meglio posso avere.
Tutto il resto viene dopo, compreso il fatto di aver perso ormai quasi 10 kg, però magari sono troppo lungo Smile
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Messaggio Da miguel Gio 29 Set 2011, 11:03

quesito complesso, io sino ai 18 anni ho giocato a basket a buon livello, mi sono divertito e non ho mai sentito la pressione. sicuramente avere dei compagni a fianco fa diminuire notevolmente questo aspetto.
é un po' quello che succede se si gioca a squadre: il supporto dei compagni ti obbliga a non mollare, difficilmente ho visto gente "sciogliere" in match a squadre cosa che in tornei individuali capita molto spesso.
quando ho cominciato col tennis ho capito abbastanza in fretta che il vero avversario non é quello che sta dall'altra parte della rete ma te stesso.
questa componente psicologica mi piace, cosi come mi piace il fatto che praticamente sempre vince il migliore... non é uno sport deciso da singoli episodi fortunosi.
non é uno sport divertente mentre lo si gioca: anzi lo trovo altamente stressante. la soddisfazione viene dopo quando si ripensa a come si é giocato ed a come si ha impostato ad esempio la partita , tutte cose che facciamo inconsciamente durante ma che non gustiamo al momento.
io in questo momento non mi diverto a fare tornei perché la componente stress é di molto superiore al divertimento pero' quando gioco al circolo il divertimento é tanto a prescindere dal risultato.
purtroppo se si accetta di giocare tennis agonistico si viene valutati giustamente per quello che si ottiene in torneo é questo é fattore di stress
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Messaggio Da napalm_it Gio 29 Set 2011, 11:06

miguel ha scritto:
io in questo momento non mi diverto a fare tornei perché la componente stress é di molto superiore al divertimento pero' quando gioco al circolo il divertimento é tanto a prescindere dal risultato.
purtroppo se si accetta di giocare tennis agonistico si viene valutati giustamente per quello che si ottiene in torneo é questo é fattore di stress

concordo al 100%

Prossimo anno riprenderò l'agonistica più per stress da parte di chi mi spinge a farlo che per reale voglia... vedremo come andrà, spero almeno di divertirmi a cazzeggiare con i miei soci.

Purtroppo nn ho la cattiveria e la forza caratteriale che servirebbe a giocare a tennis agonistico Sad
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Messaggio Da Chiros Gio 29 Set 2011, 11:12

napalm_it ha scritto:
miguel ha scritto:
io in questo momento non mi diverto a fare tornei perché la componente stress é di molto superiore al divertimento pero' quando gioco al circolo il divertimento é tanto a prescindere dal risultato.
purtroppo se si accetta di giocare tennis agonistico si viene valutati giustamente per quello che si ottiene in torneo é questo é fattore di stress

concordo al 100%

Prossimo anno riprenderò l'agonistica più per stress da parte di chi mi spinge a farlo che per reale voglia... vedremo come andrà, spero almeno di divertirmi a cazzeggiare con i miei soci.

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Magari ci verrebbe se ci fosse un obiettivo vero da raggiungere.
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Messaggio Da napalm_it Gio 29 Set 2011, 11:21

Chiros ha scritto:

Magari ci verrebbe se ci fosse un obiettivo vero da raggiungere.

Non sò. Io come ogni buon tennista amatoriale mi sopravvaluto e quindi la mia testa dice che devo giocare in un modo e nn ci sono azzi per poter cambiare questo anche se mi rendo conto che limitare la velocità porterebbe solo cose positive... ma la testa e soprattutto le gambe fanno ciò che vogliono.

E qua entro nel discorso che faceva Stefano: lui è un agonista "inside", che anche nel palleggio se può chiudere chiude mentre io magari l'appoggio per continuare a scambiare ma questo si riflette poi nella partita... lui vince e io perdo magari da uno tecnicamente inferiore ma globalmente superiore....... che sport di cacca gioco - Gioco a tennis. Perchè? 106988 lol!
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Messaggio Da miguel Gio 29 Set 2011, 11:23

@chiros: cattiveria e forza caratteriale sono caratteristiche personali, non credo che fissarsi un obiettivo possa farle accrescere.
al limite calano, io sono sempre stato uno competitivo ma attualmente basta veramente poco per fare andare sotto zero la mia grinta sul campo.
poi naturalmente se sono più forte vinco comunque, ma quando la partita é equilibrata sempre più spesso mi manca quello spunto per portarla a casa.
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Messaggio Da alain proust Gio 29 Set 2011, 11:25

miguel ha scritto:
non é uno sport divertente mentre lo si gioca: anzi lo trovo altamente stressante. la soddisfazione viene dopo quando si ripensa a come si é giocato ed a come si ha impostato ad esempio la partita , tutte cose che facciamo inconsciamente durante ma che non gustiamo al momento.
io in questo momento non mi diverto a fare tornei perché la componente stress é di molto superiore al divertimento pero' quando gioco al circolo il divertimento é tanto a prescindere dal risultato.
purtroppo se si accetta di giocare tennis agonistico si viene valutati giustamente per quello che si ottiene in torneo é questo é fattore di stress
sottoscrivo parola per parola. è da qui che nasce la domanda che rivolgo a me stesso mentre vado ad una partita di un torneo fit "ma chi me lo fa fare? preferirei andare a giocare coi miei amici". ma poi subentra la soddisfazione della vittoria o quanto meno il ricordo dell'esperienza "emozionante".
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Messaggio Da napalm_it Gio 29 Set 2011, 11:26

Io invece in sport come calcio o football americano facevo saltare fuori la mia cattiveria, ed ancora adesso è così... nel partitelle di calcetto sono "na merda".... sarà il contatto fisico diretto con l'avversario, sarà lo sport di squadra... ecco... lì sono agonista.
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Messaggio Da Chiros Gio 29 Set 2011, 11:33

miguel ha scritto:@chiros: cattiveria e forza caratteriale sono caratteristiche personali, non credo che fissarsi un obiettivo possa farle accrescere.
al limite calano, io sono sempre stato uno competitivo ma attualmente basta veramente poco per fare andare sotto zero la mia grinta sul campo.
poi naturalmente se sono più forte vinco comunque, ma quando la partita é equilibrata sempre più spesso mi manca quello spunto per portarla a casa.

Se ci fosse una bella cifra in palio...le pallette schizzerebbero fino alla Luna Very Happy
Secondo me il tennista ha dentro la cattiveria per definizione e a nessuno piace perdere. Solo che per tante ragioni mancano gli stimoli.

Tiro a indovinare: Marco ha iniziato il post perchè in questo momento difficile sta perdendo gli stimoli (e ovviamente ha più tempo per scrivere Smile ) e ne vuole più o meno consciamente altri. Corre invece si diverte a martellare Frank e per trovare stimoli si inventa partite con obiettivi particolari.
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Messaggio Da miguel Gio 29 Set 2011, 11:43

non so se tu hai mai giocato a livello agonistico, ti assicuro che mentre lo fai pensi a vincere o perdere a prescindere da quello che c'é in palio.
io ho giocato qualche partita a livello di serie C dove magari vincendo avrei preso 500.000 (e quando studiavo ti assicuro che per me erano una grossa cifra) e mai ho giocato meglio o peggio perché pensavo a quanto avrei portato a casa.
ripeto: la cattiveria ti serve quando la partita va in lotta ed il tuo avversario é del tuo livello, se sei più forte tecnicamente (corre vs frank) non vinci perché hai più tigna ma semplicemente perché giochi meglio
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Messaggio Da marco61 Gio 29 Set 2011, 11:45

Chiros, in effetti in questo periodo il tempo libero non mi manca e lo utilizzo anche per fare qualche riflessione.
Mi sono infatti chiesto chi me lo fa fare. Se fossi stato disposto a rinunciare al tennis, o allo sport in genere, avrei potuto evitare l'intervento, dal momento che il danno al menisco non era così invalidante nella vita quotidiana. Le passeggiate col cane potevo sempre farle.
Ma non ho nemmeno dovuto lottare con me stesso per decidere. La scelta era una sola: andare avanti ad ogni costo. Eppure so già perfettamente che nel tempo avrò altri problemi, che la condropatia, continuando a giocare, potrà solo a peggiorare e mi porterà probabilmente verso la protesi, o comunque verso una sicura artrosi con esiti imprevedibili.
E allora perchè non smettere? Forse il fisico umano non è fatto per fare sport a 50 anni, e non mi servono altri segnali per capire che andando avanti, superato questo momento, ne avrò altri altrettanto difficili.
E da qui nasce la domanda: perchè gioco a tennis? Possono esserci tante risposte, ma l'unica che sento davvero mia è che non ne posso fare a meno.
Qualcuno dice che il tennis è una droga. Temo proprio che abbia ragione.


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Messaggio Da Chiros Gio 29 Set 2011, 11:52

miguel ha scritto:non so se tu hai mai giocato a livello agonistico, ti assicuro che mentre lo fai pensi a vincere o perdere a prescindere da quello che c'é in palio.
io ho giocato qualche partita a livello di serie C dove magari vincendo avrei preso 500.000 (e quando studiavo ti assicuro che per me erano una grossa cifra) e mai ho giocato meglio o peggio perché pensavo a quanto avrei portato a casa.
ripeto: la cattiveria ti serve quando la partita va in lotta ed il tuo avversario é del tuo livello, se sei più forte tecnicamente (corre vs frank) non vinci perché hai più tigna ma semplicemente perché giochi meglio

Tu dicevi che ultimamente ti bastava poco per perdere la cattiveria. Sono sicuro che io, se ci fossero in palio 20.000 euro, diventerei una tigre.
Comunque le mie sono opinioni di chi non ha mai fatto tennis agonistico...

Marco, sai qual è la verità? Che il tennis ci fa sentire VIVI! Questa è la cosa più bella.
E poi l'artrosi prima o poi arriva a tutti, non necessariamente prima con il tennis. Vai avanti tranquillo.
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Messaggio Da miguel Gio 29 Set 2011, 11:56

non puoi farne a meno perché é una cosa che hai scelto consapevolmente in età adulta e queste scelte normalmente sono molto ponderate (anche se si tratta solo di uno sport).
quanti ragazzi conosci, anche di ottimo livello, che cominciano spinti dai genitori e poi a 18 anni smettono da un giorno all'altro per poi magari riprendere a 35 anni ?
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Messaggio Da b52_ste Gio 29 Set 2011, 12:06

3d spettacolare! cheers

La domanda a me sembra meno complessa che ad altri... ho cominciato a giocare perchè nel paesello dove ho abitato prima di sposarmi c'erano 3 sport che era possibile praticare: CALCIO, TENNIS e NUOTO... ho scelto tennis, non ricordo esattamente perchè, ed eccomi qua Smile
Il tennis mi diverte tantissimo! sia nei doppi "alla carlona" con gli amici, dove si fa più confusione che gioco, sia nelle partite più "serie" con avversari nuovi... forse perchè amo la sfida, mi piace vedere "cosa so fare" e cercare il miglioramento costante partita dopo partita, punto dopo punto... amo ogni genere di sport proprio per questo, e non sento assolutamente nessun tipo di tensione nel praticarli, proprio perchè il PIACERE della sfida supera tutto!!! Inoltre sono uno molto introverso, mi piace proprio stare da solo con i miei pensieri, e il tennis è lo sport giusto! (infatti con gli amici quando giochiamo a calcio sono sempre stato il portiere FISSO Smile )
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Messaggio Da marco61 Gio 29 Set 2011, 12:37

miguel ha scritto:non puoi farne a meno perché é una cosa che hai scelto consapevolmente in età adulta e queste scelte normalmente sono molto ponderate (anche se si tratta solo di uno sport).
quanti ragazzi conosci, anche di ottimo livello, che cominciano spinti dai genitori e poi a 18 anni smettono da un giorno all'altro per poi magari riprendere a 35 anni ?
La stragrande maggioranza. Molti giovani, una volta raggiunto il proprio limite, non trovano ulteriori stimoli e smettono di giocare. Forse perchè in giovane età non si distingue ancora tra passione e sport. Sono sentimenti che maturano con gli anni (non per tutti ovviamente) e solo da adulti se ne ha piena consapevolezza.
Ancora non riesco a capire come io abbia potuto interrompere per 9 anni. E' vero che dal 1992 la mia vita è cambiata radicalmente, dal momento che in 6 mesi sono arrivati matrimonio, figlio e negozio. E gli eventi mi hanno travolto, grazie anche a Niki che fino a 3 anni ha pensato bene di non dormire di notte, per cui il pomeriggio era dedicato al riposo.
Però il tennis era sempre nel sangue, tant'è che quando Niki ha iniziato, a 9 anni, ho ripreso anch'io e ancora rimpiango gli anni persi.


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Messaggio Da zaphod Gio 29 Set 2011, 12:41

Perchè il tennis?
Per la sua complessità e completezza tecnica, motoria, mentale che lo rendono lo sport individuale per eccellenza.

Poi parlate di "divertimento"... secondo me è una sensazione difficilemente identificabile: c'è un divertimento "istantaneo" più comprensibile e superficiale ed uno più "profondo" che potrebbe avvicinarsi al concetto di soddisfazione e appagamento. Questo, quando le cose vanno bene, mi da il tennis.

La sensazione di compimento completo tecnico motorio e mentale che si ha "quando si gioca bene e si vince" a tennis è, a parer mio, unica e non paragonabile ad altri sport, proprio perchè coinvolge tutta una serie di capacità e ci fa dire "a oggi sono proprio soddisfatto di quello che ho fatto, mi sono divertito".


cit. Miguel "internet é stata la rovina di noi pipparoli mentali"
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Messaggio Da stetennis Gio 29 Set 2011, 13:19

marco61 ha scritto:
E allora perchè non smettere? Forse il fisico umano non è fatto per fare sport a 50 anni, e non mi servono altri segnali per capire che andando avanti, superato questo momento, ne avrò altri altrettanto difficili.

Marco,

ho estrapolato solo questo ma trovo interessante e condivido tutto quello che hai scritto nei precedenti interventi.

La bellezza del tennis è anche questa: in quale altro sport un allenatissimo atleta 20 enne può essere messo nel sacco da un
50 enne? E il gap generazionale può aumentare con il gap tecnico (un mio amico ex B mi raccontava di aver visto palleggiare da fondo Roche a Wimbledon qualche anno fa, forse con Federer,..... da paura !).

Io credo che l'aspetto tecnico sia quello che rende speciale il tennis. E qui sta anche il dramma che molti di noi apprendisti tennisti di mezza età viviamo (l'apprendista è rivolto a me): da un lato cresciamo tecnicamente e dall'altro cerchiamo di rallentare l'inevitabile calo fisico.

Confrontate la prospettiva con quella di un bambino: egli può crescere tecnicamente e fisicamente. Che connubio pauroso, che sinergia! Quante volte mi è capitato di assistere ad una partita tra un over e un under dove l'over ha vinto grazie alla tecnica e all'esperienza. E quante volte ho sentito dire dall'over (se è in gamba) con un tono di tristezza, "Vedrai che l'anno prossimo andrà diversamente".
Quella affermazione non è una consolazione, ma esprime una profonda verità: l'anno prossimo quell'under sarà un essere completamente diverso, più forte fisicamente e i suoi colpi ne risentiranno. Gli stessi attrezzi cambieranno, magari lasciando la racchetta junior. Per non parlare della tecnica, grazie alla guida del maestro e alla perseveranza nella ripetizione dei colpi.
Ma cosa succederà l'anno prossimo all'over? Secondo voi crescerà tecnicamente? E dal punto di vista fisico?

La tecnica è la cosa che adoro di più in questo sport ma è anche quella che ho sottovalutato di più. Eppure è la tecnica la chiave che ci permette di godere del tennis più a lungo.
In questi mesi in cui ho usato una tweener, la V1 (su consiglio di Stefano) ho iniziato a meditare su cosa ho fatto in questi due anni per migliorare la tecnica: praticamente niente!

Lo slancio mentale è stato caratterizzato da cambi racchette, giustificazioni psicologiche, competizione. Fesserie! Ultimamente mi sono detto: perchè non tentare (almeno) di imparare a giocare davvero a tennis?

Sotto la guida di un maestro ho scoperto quante cose non so fare anche a velocità di palla ridotta, quanti limiti ho nel tenere lo scambio prolungato,... insomma ho iniziato a demolire quel castello di carta che mi ero costruito e cercare di buttare giù delle fondamenta basate sulla tecnica.

Quante sono vere le parole di Satrapo nei suoi tanti interventi e quanto è vero che è difficile trovare un bravo allievo. Migliorare la tecnica ho scoperto essere l'aspetto più difficile nel tennis. Mi direte: scemo , bella scoperta!
Avete ragione eppure ero così assorbito dalle mie false convinzioni che secondo me il progresso tecnico doveva essere quasi un sottoprodotto di tante partitelle e palleggi. Un qualcosa che ottieni per forza a furia di giocare. Ho sbagliato!

Scusatemi ma era da un pò che non scrivevo in questo bellissimo forum.

Buon tennis a tutti e in particolare a te Marco!




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Messaggio Da Satrapo Gio 29 Set 2011, 17:08

Perchè gioco a tennis? Io vengo da una famiglia di sportivi, ma nessun tennista. Mio padre buon mezzofondista di livello regionale, un mio zio acquisito eccezionale 400ista di livello nazionale che se non fosse stato per la seconda guerra mondiale probabilmente avrebbe vissuto di sport, mia cugina fece parte della selezione olimpica di Judo anche se poi non prese parte al torneo Olimpico. (Ragazza splendida, piccolina di statura, gentile nell'aspetto e nei modi che però all'occorrenza mena come un fabbro!)

Fare sport quindi a casa mia è sempre stato normale, il modo migliore per imparare ad affrontare la vita ma come ripeto nessun tennista prima di me; mio padre giocava “orribili” partitelle solo in estate con gli amici del mare, più per ridere che per passione, e io bambinetto li seguivo principalmente perchè rimediavo sempre un ghiacciolo o due. Poi mio padre per scommessa si mise in testa di battere l'amico dal quale prendeva sonore mazzate e “segretamente” iniziò a prendere qualche lezione estiva da un maestro. Io lo seguivo sempre come un'ombra e a fine ora mi facevano colpire qualche palla, allorchè il Maestro disse a mio padre che il piccolo Satrapino mostrava una chiara predisposizione per questo sport. L'estate stava finendo, io avevo 7 anni appena compiuti e quell'autunno mio padre mi iscrisse al corso SAT di un piccolo circolo vicino casa seguendo il consiglio di quel Maestro. Quindi nel mio caso posso dire che è stato il tennis a scegliere me, ma è anche vero che da allora non ho più potuto farne a meno.

Sono stato fortunato ad aver cominciato da piccolo, molto fortunato ad aver trovato buoni maestri specie agli inizi, ma soprattutto ringrazio mio padre che pur non capendo nulla di tennis mi ha insegnato a stare in campo più di quanto abbiano fatto tutti i tecnici che mi hanno formato negli anni, trasmettendomi quei valori e quei principi che vanno ben oltre lo sport.

Amo il tennis? Certamente si, come tutti quelli che lo praticano: se non lo ami con tutto te stesso questo maledetto sport non lo puoi sopportare nemmeno per un paio d'anni. Di indole tranquilla in campo, (mai rotta una racchetta, mai avuti comportamenti eccessivi) agonisticamente ero una vera “IENA” di quelle che incassato un 60 60 reagivano raddoppiando le sedute di allenamento per poi inseguire il proprio carnefice per tutti i tabelloni arrivando a chiedere al GA se era possibile incontrarlo al primo turno, magari per perderci 62 62, poi 64 75 etc. etc. ma con la certezza che presto avrei portato a casa il match, dipendeva solo da me e dalla voglia di allenarmi e "soffrire" in campo.

A 10 anni fui preso a pallate da un 35enne, un energumeno serie C che ebbe la "gentilezza d'animo" di servire le prime a tutta e chiudere sistematicamente la risposta su ogni mia timida battuta (e si giocava sul cemento!) ma uscendo in lacrime da quel campo capii che quello era il mio habitat, era ciò di cui avevo bisogno per sentirmi completo: un avversario più forte da inseguire per dimostrare a me stesso che potevo essere ogni giorno migliore, per questo perdere non mi è mai pesato perchè l'obbiettivo era giocare meglio, tirare più forte, correre più veloce. Forse dovrei ringraziare anche questo "stronzo" quindi! gioco - Gioco a tennis. Perchè? 786556

Ma anche qui mio padre fu fondamentale, mentre quasi tutti i presenti indirizzarono qualche parola di disapprovazione verso quel tale per aver esagerato contro un bambino, lui dopo aver anche battuto le mani sinceramente al mio avversario ebbe a dirmi “Beh oggi quel tale è decisamente troppo più forte di te, ma pensa a quanto potresti essere forte tu tra qualche anno se ti alleni tutti i giorni.” Lo presi alla lettera, per saltare una lezione dovevo avere la febbre a 40!!

E' ovvio che l'unico modo per toccare con mano i risultati di questa mia perenne sfida contro me stesso erano i tornei e le competizioni ufficiali, il solo il mezzo realmente OGGETTIVO per rendermi conto di quanto ero migliorato e di quanto ancora c'era da migliorare.

Un turno in più è scritto nero su bianco su un tabellone esposto a tutti, il resto sono solo chiacchiere da bar.

Per questo sinceramente non credo di aver mai giocato per una coppetta in più, per il gettone di presenza che ti pagava il circolo nelle gare a squadre o per dire in giro che avevo battuto un C4, poi un C2 poi un serie B. Gli stimoli li trovavo dentro di me, mai in qualcosa di esterno. E infatti quando è venuto meno l'istinto, l'esigenza di dover riuscire a spostare un po' più in avanti i miei limiti, di colpo non ho trovato più ragioni valide per iscrivermi ad un torneo. Per me è stato un interruttore che un bel giorno senza preavviso è passato da ON a OFF, e questa sensazione l'ho ritrovata in molti miei "vecchi" amici che nel tempo hanno smesso di fare agonismo, anche se qualcuno ha confessato il "terrore" che un bel giorno quello stesso interruttore possa tornare improvvisamente su ON. Perchè alla fine mi rendo conto che è una cosa che sfugge al nostro controllo. Perchè come dice sempre il mio grande amico (che alcuni conoscono con lo pseudonimo de “Il Nano”) possiamo parlare fino a domani di quanto non ci va di giocare e di far partite, di quanto ormai non abbiamo più voglia di gareggiare, di faticare.. ma poi alla fine lo sappiamo bene che se ci fanno rodere il culo oggi come 15 anni fa:

“Noi siamo sempre quelli che parliamo parliamo ma quando c'è da giocare sul serio fanculo tutto e tutti, si fa la borsa e si va in campo a sputar sangue come sempre!”
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Messaggio Da miguel Gio 29 Set 2011, 17:30

mi ci rivedo nella parte finale ma mentre nei tornei individuali l'interruttore si spegne sempre più frequentemente, fatemi giocare una gara a squadre e li effettivamente non mollo un punto.
mi diverte molto testare le nuove leve, i maestri al circolo sono tutti miei amici e mi mandano quando posso i loro allievi freschi di promozione in terza per fare da banco di prova, devo dire che in quei frangenti mi diverto molto anche perché stare coi ragazzini ringiovanisce anche me
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