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Il Tennis e le Bollette da Pagare

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Il Tennis e le Bollette da Pagare Empty Il Tennis e le Bollette da Pagare

Messaggio Da janko60 Lun 08 Lug 2013, 11:37

http://www.ubitennis.com/sport/tennis/2013/07/04/914540-josh_goodall_lascio_tennis_bollette_pagare.shtml

Appena cinque giorni fa Jamie Baker gettava la spugna. Poche ore fa, dopo il 26enne di Glasgow, è stata la volta di Josh Goodall. Stavolta però altro che problemi fisici: la sua storia infatti era già arrivata sui giornali, quando l'ormai ex n.2 britannico annunciò sul "Guardian" che avrebbe potuto smettere. Famiglia magari? No. Soldi, semplicemente. Troppo poco quello che si guadagna nel sottobosco Challenger e Futures per potersi garantire una vita dignitosa.

E per dignitosa non ci riferiamo a chissà quali parametri, ma al necessario per vivere. A novembre disse, senza peli sulla lingua: "Fino ad oggi ho guadagnato quasi 260mila sterline in carriera, mentre un top-player come Andy, di soli montepremi, ha portato a casa quasi 16 milioni di sterline. Non faccio ovviamente accuse a quello che è un mio amico, parlo di categorie di giocatori".

Così Goodall, un best ranking di n.184 del mondo, ha deciso di lasciare. E oggi niente parole, solo un laconico comunicato, che riprende alla perfezione le parole di sei mesi fa:  "Ho 27 anni, e quest'anno ho fatto del mio meglio: sono salito di quasi 200 posizioni, e ho giocato anche in Davis. Per questo ho ricevuto anche un extra dalla Federazione di 10.000 sterline, e senza questo aiuto avrei già smesso. Ma ho le bollette da pagare". La sua famiglia ha acceso cinque volte un'ipoteca sulla casa per aiutarlo. Josh ha messo da parte un po' di soldi per comprarne una, ma ha spesso intaccato il suo fondo per continuare l'attività. "Non ce la posso fare"!

Davide Uccella


http://www.ubitennis.com/sport/tennis/2013/07/02/913621-management_discussione.shtml

WIMBLEDON _ “Per l’unico britannico che guadagna bene nel tennis, Andy Murray, ci sono 1500 calciatori inglesi che vivono alla grande. Ma se un confronto con il calcio forse non ha troppo senso farlo, sebbene 1500 a 1 sia un rapporto impressionante e che già la direbbe lunga sul fallimento del management del tennis perché Murray non è solo il primo inglese ma è anche il secondo del mondo, anche nel confronto con il mondo del golf il tennis fa una pessima figura…” sostiene Paul Mc Namee, l’australiano che qualcuno ricorderà due volte vincitore del doppio a Wimbledon in coppia con Peter McNamara e che era stato a suo tempo un potenziale candidato a CEO dell’Atp, quando invece fu eletto il recentemente scomparso Brad Drewett.

Ho incontrato Paul McNamee a Roehampton, nel quartiere generale del Centro Tecnico Britannico in Priory Lane, nel corso dell’assemblea generale dell’International Club. Chi volesse sapere di più su che cosa sia l’International Club, legga l’articolo nel quale si segnala il premio Jean Borotra CQS Award consegnato da Michael Stich, vicepresidente dell’IC tedessco a Roger Federer.

Questa volta Paul McNamee non sembra intenzionato a candidarsi alla succesione di Brad Drewett “perché tanto non verrei mai eletto. Per cambiare le cose ci vorrebbe una rivoluzione e nessuno di coloro che poi influenzano le decisioni finali ha interesse a farla questa rivoluzione”.

Non c’è bisogno di parlare con McNamee per sapere che da sempre l’Atp è stata soprattutto in mano alle grandi società di management che controllano i giocatori più importanti, i tornei più importanti, i diritti tv di tantissimi tornei. E sono società americane, in testa la IMG, a fare il bello e il cattivo tempo. Da sempre.

Il fatto che tutti i migliori tennisti del mondo siano oggi europei non è riuscito ad influenzare granchè la situazione rispetto a quando i migliori erano invece gli americani, dai tempi di McEnroe a quelli degli Agassi, Sampras, Courier e Chang. I primi tennisti americani nel ranking sono oggi Querrey 19 e Isner 21 ma il potere è rimasto negli USA.

Nel golf ci sono diversi circuiti, non uno solo. In quello del PGA Tour 2012, che si svolge negli USA, hanno guadagnato in un solo anno più di un milione di dollari tutti i primi 100 del mondo, ma i primi 23 hanno incassato più di 3 milioni di dollari. Nel tennis soltanto i primi 6, fino a Del Potro, hanno guadagnato nel 2012 più di 3 milioni. E solo i primi 22 tennisti (Verdasco il 22mo) più di un milione di dollari.

Ernie Els gioca di qua e di là, nei due circuiti, così fa oltre 3 milioni di dollari in quello americano e quasi un milione in quello europeo, dove il nostro Manassero ha guadagnato oltre 1 milione e 300.000 dollari.

Vedete questo sito e guardate i guadagni di tutti i vari circuiti, americano, asiatico, europeo, champions, e veterani. La differenza fra quello che può guadagnare un buon golfista _ sport cento volte meno praticato del tennis _ e un tennista è stridente.

Tutti i primi 30 del Tour Europeo di golf hanno guadagnato più di 500.000 dollari. E quasi altri 50 golfisti oltre a quelli che hanno guadagnato più di un milione di euro hanno guadagnato nel circuito americano più di 500.000 euro.

E’ difficile dar torto a Paul McNamee, insomma, quando dice: “In Asia il tennis è in fortissima espansione, soprattutto in Cina, ma non solo: eppure là riescono a vedere il tennis soltanto per un mese l’anno. Tante città pagherebbero per avere dei tornei e non riescono. La dimostrazione è che quando qualche anno fa Etienne de Villiers lanciò la proposta e la richiesta di application (iscrizione) per i Masters 1000 furono 22 le città che si dichiararono pronte a garantire 2 milioni di dollari di premi, avendo quindi a disposizione un budget di almeno il doppio. L’Atp se le è lasciate scappare. Agli agenti non interessano i giocatori classificati dal 30mo posto in giù e sono loro che comandano. Il tennis dovrebbe avere un circuito per ogni continente. In Asia vogliono vedere i tennisti asiatici e non li possono vedere. In America quelli americani e c’è un’invasione di tennisti europei. In Sud America vorrebbero vedere i giocatori sudamericani…insomma ovunque è la stessa cosa. Gli Slam sono comunque un Oceano avanti a tutti i Masters 1000, il distacco negli anni è sempre cresciuto, per i media, i giocatori, gli spettatori, e allora si lasci agli Slam il privilegio di riunire tutti i giocatori di tutto il mondo in quelle quattro occasioni l’anno, per quei due mesi l’anno, ma sia dia la possibilità agli asiatici di vedere tennis 10 mesi l’anno (sai quanti più tennisti asiatici verrebbero fuori, diventerebbero famosi ciascuno nel loro Paese, in Cina, in Giappone, in Thailandia, in Corea, in  Australia), e così in tutte le altre aree geografiche del mondo. Crescerebbe il livello generale, e del tennis, e dei professionisti. Ma chi è disponibile a fare questa rivoluzione? Non quelli che hanno posizioni di privilegio oggi, i grandi tornei, i grandi agenti, i grandi giocatori che hanno altro cui pensare piuttosto che occuparsi dei giovani che non riescono a venire fuori dalle pastoie del 300mo posto. Non è vero che a tennis guadagnano i primi 100, guadagnano solo i primi 50 che entrano costantemente nei tornei Masters 1000. Gli altri spendono più di quanto guadagnano se devono pagarsi le spese, il coach, il fisioterapista per restare competitivi”.

McNamee, che non pare apprezzare particolarmente la candidatura di chi gli è succeduto alla guida dell’Australian Open, il sudafricano Craig Tiley invece sponsorizzatissimo da Wayne Ferreira (una questione di passaporto?) _ “E’ a capo del tennis australiano e che cosa ha prodotto? Anche quella missione era parte del suo incarico…” _ osserva anche: “Ma vi pare normale che un giocatore come Nadal, ch è il più forte del mondo sulla terra battuta, non possa esibirsi sulla terra rossa dove la gente farebbe la fila pur di vederlo, fino all’anno prossimo? E  dopo che ha vinto il Roland Garros per l’ottava volta? A me pare pazzesco”.

McNamee è d’accordo con quanto io ho scritto l’altro giorno a proposito della necessità di aumentare il numero dei challengers _ “Almeno 40 per dar modo ad altri 50/60 giocatori di giocare e guadagnare…che è poi l’unica molla che può convincere un giovane che ci mette 8 anni ad emergere per continuare a lavorare duro. Altrimenti il tennis resta uno sport di pura elite…”.

Ma McNamee è convinto che ai boss dell’Atp i problemi del ricambio generazionale interessi ben poco. “Anziché allargare il numero dei tornei 1000, dei tornei 500, si sta lavorando nella direzione contraria: se si pensa ad allungare i giorni di tornei come Madrid o Roma, è chiaro che si sottrae spazio agli altri. Ma ti pare, ad esempio, che due tornei come Indian Wells e Miami possano occupare 4 settimane del calendario, un mese cioè? Se un professionista perde ai primi turni a Indian Wells _ e stiamo parlando di un numero 30 del mondo, mica del numero 150, che fa? Sta un mese sulle spese per giocare 3/4  partite? E’ ridicolo. Ma è potuto succedere in America perché i Buccholz e i Pasarell (boss di Miami e Indian Wells) con l’aiuto degli agenti hanno potuto fare quel che volevano, costruire stadi pazzeschi con l’aiuto di IMG e degli altri…E nessuno ha intenzione di fare la rivoluzione…Ci sono tornei come Cincinnati da proteggere…”.

Anche Ion Tiriac, che ho interpellato al riguardo, dei problemi del tennis minore sembra interessarsi ben poco. “Il comunismo non funziona, solo il capitalismo produce” dice il baffuto rumeno, diventato capitalista già in un Paese che era comunista.  Certo lui che è in lizza con Roma per conquistare 10-12 e magari anche 14 giorni per il torneo di Madrid, figurarsi se si preoccupa dei tornei challenger che non ci sono, dei ventenni che smettono di giocare perché non hanno di che sopravvivere. Ai businessmen dell’avvenire del tennis, del suo sviluppo, che passa necessariamente attraverso condizioni più favorevoli per i giovani che devono avvicinarcisi, non gliene importa un bel niente..

E' chiaro che se si vuole alimentare e far crescere il tennis bisogna dare spazio a più tornei, quelli del circuito maggiore e i challenger. Per arrivarci bisognerebbe però togliere ai giocatori l'obbligo di partecipare a tutti i Masters 1000. Perchè se i top10 sono obbligati a prendere parte a 8 Masters 1000 (Montecarlo non è mandatory, obbligatorio, come invece gli altri) più i 4 Slam, più un altro paio, e magari hanno pure la Davis e le esibizioni, è chiaro che non possono giocare anche altri tornei. Ma se ai Masters 1000 si imponesse di pretendere la partecipazione di metà soltanto dei top-ten, ecco che gli altri cinque _ a rotazione _ potrebbero prendere parte ad altri tornei raddoppiano il numero di questi. E non è che se invece di tutti i top10 ce ne sono cinque il torneo diventa un disastro. Bisognerebbe abituare i direttori dei tornei a promuovere il loro torneo anche con 5 bigs. Anche perchè presto i bigs crescerebbero di numero e si avrebbe quella famosa rotazioen che oggi non c'è. Chiaro che ai direttori dei tornei più importanti, e a tutte le lobbies, questi discorsi non piacciano, che ciascuno cerchi di difendere il proprio orto. Ma così facendo chi ci rimette alla fine è il tennis in generale. Meno tornei meno soldi, meno soldi meno guadagni, meno giocatori, meno ricambio, meno novità, meno generale apprezzamento.. Paul McNamee ha ragione quando dice che ci vorrebbe una rivoluzione. Nel dirlo sa che le cose non cambieranno. Chiunque sarà eletto CEO dell'Atp non cambierà le cose perchè la sua elezione sarà espressione di coloro che sì, vorrebbero teoricamente che il tennis crescesse, ma di fatto non vorrebbero neppure spostare troppo certi equilibri consolidati che vanno a vantaggio di coloro che siedono nella vera stanza dei bottoni.

Più o meno su questo tema, avevo scritto questo articolo l’altro giorno e che poteva esservi sfuggito perché inserito nell’ambito di un articolo intitolato al cagnolino di Djokovic che aveva viaggiato su un jet privato noleggiato dall’asso serbo….

Da Wimbledon, Ubaldo Scanagatta


http://www.ubitennis.com/sport/tennis/2013/06/27/911144-quando_sull_aereo_privato.shtml

WIMBLEDON _ Nababbi e poveracci. Circa seimila calciatori che giocano nelle prime 2/3 serie del loro Paese guadagnano bene. Anche molto bene. Un migliaio di loro vive proprio alla grande, inseguendo il pallone con il portafogli gonfio. Auto lussuose, donne bellissime, viaggi da mille e una notte. Come i migliori tennisti del mondo. Dieci, venti. O quelli che restano fra i primi 50 per dieci anni. Dal n.80 al n.110 sopravvivono grazie alle partecipazioni agli Slam.  Ma dal 150mo posto  in giù fanno la fame, se non ci pensa papà. Le spese sono tante e per arrivare fra i primi 100 ci vogliono anni e anni. Nessun teenager riesce più ad entrarci. Non sono più i tempi dei Chang, dei Becker. Il fenomeno Djokovic, oggi n.1 del mondo, era l’unico teenager fra i top 100 quando aveva 19 anni. Insomma per arrivare a 22/23 anni disputando 25 tornei l’anno ci vogliono investimenti colossali che non tanti possono permettersi. Questo è il primo vero grande  problema che l’Atp, e prima ancora l’ITF, dovrebbero mettersi in testa di risolvere quando nomineranno il loro CEO, in sostituzione dello scomparso Brad Drewett. Ci vuole uno che capisca questo problema e che si ingegni per risolverlo. Oggi la torta la mangiano tutta i primi della classe. Anni fa Etienne de Villiers credeva che si dovessero aumentare i premi del circuito Atp, ma non aveva capito che prima bisognava far aumentare considerevolmente i premi degli Slam per arrivare a quel risultato. Oggi si sono fatti passi avanti in quella direzione. Ma il primo problema è dare continui ricambi a coloro che oggi sono top 110.

Una volta era più facile salire fra i primi 100, c’era maggiore ricambio. Oggi è diventato durissimo. I giocatori sono quasi sempre gli stessi, anche se proprio in questo Wimbledon _ forse perché i tennisti meno forti arrivano determinatissimi a giocarsi il tutto per tutto per fare il grande balzo nella sopravvivenza e nell’illusoria notorietà _ un Darcis n.135 o uno Stakovski n. 116 hanno vissuto il loro giorno di gloria. Effimera, ritengo. E’ difficile trovare una soluzione? Forse.

Certo è che se ATP e ITF non ritengono di affrontare insieme il problema _ e l’ATP avrebbe bisogno di un CEO con le contropalle _ non lo risolveranno mai. Un’idea potrebbe essere quella di valorizzare i challengers, di farli crescere. Oggi stanno sparendo quelli da 100.000 e 50.000. Chi organizza non riesce a recuperare i soldi del montepremi e del resto. Ma senza quei tornei lì, che possono finanziare i giocatori del domani, il ricambio non ci sarà mai.
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Tutti gli Slam hanno finalmente deciso _ pressati dai top-players e dai loro agenti _  di aumentare i loro montepremi di parecchi milioni di dollari, per distribuire ai giocatori un po’ più di quel misero 15% che avevano versato finora in rapporto ai loor guadagni. Da qui al 2016 ci saranno Slam con 35 milioni di montepremi: Australian Open ($31 million, più 15 per cento), French Open ($28.7 million, più 16 per cento), Wimbledon ($34.4 million, più 40 per cento) e US Open ($33.6 million, più 31 per cento).

Ma questi soldi vanno e rischiano di andare sempre agli stessi, se le cose non cambiano. Il problema è fare guadagnare gli altri, quelli che sono classificati dal n.100 al n.300. E un domani quelli dal 300 al 500. Altrimenti il tennis resterà uno sport d’elite, per coloro che se lo possono permettere o per quelli che hanno federazioni ricche alle spalle (come la Fit, ad esempio, che però li investe a modo suo e da 35 anni non è stata capace né di tirar su un top-ten, né di moltiplicare i challenger di primo livello, ma ha perso i tornei ATP che negli anni Novanta in Italia sono stati anche sei o sette).

Come si potrebbe fare? Beh, una prima mossa potrebbe essere questa:  ITF e ATP (c’è maggior ricambio nel tennis femminile, è relativamente più facile trovare posto fra le prime 100 donne) mettono insieme un bel pool di un milione e mezzo di dollari (una sciocchezza in rapporto agli investimenti che hanno fatto per arricchire gli Slam venendo incontro alle richieste dei giocatori che sembravano pronti a scioperare…anche se non lo avrebbero mai fatto) premiando secondo criteri ben studiati ed oggettivi i migliori challenger esistenti che investono da anni 25.000 dollari con un contributo “supplementare” di 75.000 dollari.

Con 20 challenger da 100.000 dollari di montepremi se si “investono nel pool 1,5 milione di dollari _  ma potrebbero esserci 40 nuovi challenger da 100.000 dollari se i milioni messi a disposizione del progetto fossero tre inv ece di uno e mezzo _  si avrebbe un notevole incremento di soldi per i giocatori di seconda fascia. Oggi i challenger “ricchi” non sono che una ventina. Fossero una sessantina le cose cambierebbero radicalmente.

Tutto questo m’è venuto in mente quando l’amico e vecchio collega del Daily Mail Malcolm Folley mi ha raccontato della sua intervista fatta con Djokovic e alla sua fidanzata Jelena Ristic sulla Maserati color crema che lo portava a Londra da Heathrow.

Il suo primo discorso da campione Novak l’aveva fatto con un inglese elementare alla sua prima maestra sul cmapo da tennis quand’era ancora un bambino, Jelena Gencic: “My name is Novak and I am the winner of Wimbledon”, gli aveva detto ridendo Nole ricordando i tempi dei primi campi da tennis vicini alla pizzeria di montagna gestita dai genitori.

Jelena Gencic,76 anni, è morta un mese fa nei giorni in cui Novak si trovava al Roland Garros. “Era una seconda madre per me: mi incoraggiava a sentire la musica classica, e ogni tanto lo faccio, mi faceva leggere le poesie di Pushkin, imparare le varie culture…”

Ora nella vita di Novak c’è un’altra Jelena, la ragazza che si è laureata alla Bocconi, e c’è anche un certo Pierre. “Non siamo sposati e non abbiamo figli io e Jelena…e Pierre (un barboncino bianco) è come nostro figlio. Viene dovunque andiamo noi. Quando ho perso la semifinale maratona con Rafa a Parigi ero abbattutissimo, davvero a terra. Ma arrivato nella casa dove stavamo Pierre arrivò di corsa a darmi il benvenuto, saltandomi in collo, facendomi le feste. Era felice di rivedermi, non sapeva che avevo perso e non gli interessava. Riuscì a farmi sorridere. E ora, quando sono a Wimbledon, fare una passeggiata con Jelena e  lui nei parchi mi distende i nervi in modo incredibile…La gente che ci incontra prima vede una bella ragazza con lui e solo dopo vedono uno che normalmente ha una racchetta in pugno. Pierre è la superstar”.

E viene fuori a questo punto, racconta Malcolm, la storia incredibile: “Due estati fa, quando poi vinsi il mio unico Wimbledon, fummo costretti a restare seduti 6 ore sull’aereo perché Pierre aveva il suo passaporto ma la società di charter che avevo noleggiato aveva dimenticato di avvertire che trasportavo un cane. Alla fine Pierre dovette tornare a casa (aeroporto di Nizza, e poi via alla residenza di Montecarlo).

Nel sentire questa storia, beh ho pensato a quanti tennisti di seconda fascia, avrebbero voluto essere …il barboncino di Djokovic, che per carità fa benissimo a provare questi sentimenti per un cagnolino. Non interpretatemi male, per favore. Ho grande simpatia per Nole, è un ragazzo intelligente che merita di essere n.1 del mondo _ e i numeri uno hanno sempre molte più possibilità di chi è n.150 in ogni professione _ estroverso, generoso e…insomma non pensate che il fatto che io abbia tirato fuori questa storia voglia metterlo in cattiva luce. (Sennò non mi regalerà mai la giacchetta Uniqlo da 35 dollari che mi ha promesso un anno fa per mia moglie: lo sapete che sono corruttibilissimo!). Però sapere di ragazzi che viaggiano in Ryan Air o in treno per cercare di galleggiare nei circuiti minori stride nel contrasto. Che è poi uno dei tanti contrasti di life-style che si vivono quotidianamente nella nostra vita. Solo che secondo me il mondo del tennis potrebbe mitigare questi contrasti se avesse una dirigenza all’altezza. Non ce l’ha in Italia, ma temo non l’abbia troppo illuminata nemmeno fuori dai nostri confini.

Da Wimbledon, Ubaldo Scanagatta
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Messaggio Da Maurizio Lun 08 Lug 2013, 13:45

a cui andrebbe aggiunto il capitale investito dalla famiglia per far nascere un pro e che solo pochi possono ripagare!
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Messaggio Da janko60 Lun 08 Lug 2013, 14:45

Maurizio ha scritto:
a cui andrebbe aggiunto il capitale investito dalla famiglia per far nascere un pro e che solo pochi possono ripagare!

Esattamente,

in barba a chi nega che il tennis pro sia uno sport da "ricchi" Wink

Ne avevavo parlato molto tempo fa,

per gli interessati , vi ripropongo il link all'articolo di Marco Mazzoni :

http://www.grantennistoscana.it/caro-tennis-ma-quanto-mi-costi-quarta-puntata-i-costi-nella-costruzione-di-un-professionista-di-marco-mazzoni

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Messaggio Da marco61 Mar 09 Lug 2013, 21:50

Discussione molto interessante dalla quale è possibile trarre diversi spunti.
Avevo letto velocemente ieri ma non avevo sufficiente tempo per portare il mio contributo.
Iniziamo parlando dei premi ai giocatori: troppo alti quelli per i primissimi rispetto alle briciole lasciate ai comprimari.
E' inammissibile che un giocatore tra i primi 200 al mondo (parliamo quindi di un livello altissimo) debba abbandonare la carriera perchè non riesce a sostenersi economicamente.
Mi torna in mente la vittoria della Schiavone a Parigi. In quell'occasione si è portata a casa 1.200.000 euro.
Non si discute sull'importanza del fatto sportivo, Francesca ha compiuto un'impresa straordinaria.
Pensiamo però a cosa rappresenta una cifra del genere per l'italiano medio: una persona che spendesse 2000 euro al mese per il proprio sostentamento (ed è già un lusso che molti non possono permettersi) con quella cifra camperebbe per 50 anni.
Io mi chiedo se sia giusto che i top 10, che già con gli sponsor sarebbero sistemati, debbano guadagnare fior di miliardi quando una più equa redistribuzione dei premi gioverebbe ad altre centinaia di giocatori.
Voglio dire: al vincitore di Wimbledon sono andati 1.800.000 euro. Se ne avessero riservato 500.000 (il vecchio miliardo di lire), i vari Djokovic, Federer e compagnia non si sarebbero presentati o si sarebbero impegnati di meno?

Altro discorso: quanto costa in Italia costruire un campione di tennis.
E qui il confronto con la Francia è già stato fatto ma torna a riemergere.
I francesi, nello sport, sono sempre stati delle pippe.
Se pensiamo al calcio, per loro l'eccellenza è rappresentata da Platini (italiano) e Zidane (algerino). Nel tennis hanno avuto Noah ed ora c'è Tsonga, entrambi oriundi. Gasquet era una promessa e resterà tale, Simon è un comprimario.
Al contrario, l'Italia ha sempre proposto campioni di prim'ordine. Mi vengono in mente i vari Agostini, Tomba, Thoeni, Paolo e Valentino Rossi, e tanti altri che hanno rappresentato l'eccellenza dello sport mondiale.
In tutti i campi, tranne che nel tennis. Al contrario la federazione francese, pur non disponendo di materiale umano di primissimo livello, propone e continua a proporre tanti giocatori di livello mondiale.
Per un motivo molto semplice: sostiene economicamente i giocatori più promettenti.
Prendiamo l'esempio di Fognini: giocatore dal talento indiscusso per il quale il padre ha speso centinaia di migliaia di euro.
Quanti altri giocatori potenzialmente top 10 potrebbero esserci in Italia che non hanno i mezzi economici per arrivare ai vertici?
Ora speriamo tanto in Quinzi, ma per lui vale il discorso fatto per Fognini: se non sei figlio di papà, non arrivi da nessuna parte.
E finchè non cambieranno le cose ai vertici della federazione, continueremo a rimpiangere Panatta e Barazzutti.


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Messaggio Da Kingkongy Mer 10 Lug 2013, 07:52

Condivido molto di quanto ha scritto Janko, tranne il confronto col golf che non funzia proprio, essendo il golf un fenomeno differente da come e' stato rappresentato. Non è vero assolutamente che il tennis sia più praticato del golf !! Il golf e' lo sport col maggior numero di tesserati nel mondo, e' praticato senza grossi problemi fin oltre gli 80 anni e il circuito sentire e' considerato dalle aziende produttrici di massima importanza e ritorno economico.... Senza considerarea crescita di questo sport tout court nei paesi asiatici.
Fino a poco tempo fa, un manager giapponese, se voleva far carriera, doveva almeno essere un Seconda Categoria...

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Messaggio Da Ospite Mer 10 Lug 2013, 08:26

Kingkongy ha scritto: Non è vero assolutamente che il tennis sia più praticato del golf !!

Non scherzare, KK!

Il golf più preticato del tennis?

NON ESISTE!

Forse avrà più tesserati (forse) solo perchè a GOLF giochi SOLO se tesserato.

Ci sono MILIONI di tennisti amatori, nel mondo, che giocano SENZA nessuna tessera!

Riguardo gli sponsor ed i premi, è NORMALE che il golf li attiri maggiormente: tu sai benissimo che un paio di racchette buone costano 200 euro...

...ma una sacca di MAZZE da golf costa una fortuna...

e le aziende produttrici, godono!

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Messaggio Da MSport Mer 10 Lug 2013, 08:40

A mio avviso, la sperequazione nel tennis più che causa è un effetto.
Giustamente, chi ha dovuto sopportare grossi sacrifici personali ed economici, una volta arrivato non gradisce una ripartizione sfavorevole della torta. E chi gestisce il business, non vuole scontentare troppo i protagonisti che gli fanno audience
Bisognerebbe lavorare alla fonte; ovvero è inammissibile che un giovane possa percorrere la strada del professionismo solo se conditio sine qua non, è adeguatamente foderato di denaro.
Un conto è sedersi al tavolo da poker e uno vince tutto: piaccia o no è meritocratico;
un conto e non potersi sedere perchè non hai i soldi per il cip, perchè a quel tavolo il cip è 100.000 euro....
questo è lobbistico e taglia fuori dal gioco tanti potenziali attori che magari hanno le caratteristiche giuste

qui prodest ......
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Messaggio Da Kingkongy Mer 10 Lug 2013, 08:55

Hehehe Gio'... Il tesseramento e' il tesseramento ... Ovvio che i praticanti sian altra cosa... Ma le aziende hanno il brutto vizio di voler fare utili e il golf li fa fare. Guarda i numeri di fatturato (tipo Nike) e ti renderai conto... Sugli over, però non c'è storia: il golf vince 5 a 0... Nonostante la tua veneranda età cerchi di compensare la media matematica.
Ah, se uno pratica uno sport da pensionato...spende tutto quello che vuole... E nel golf lo sanno bene....

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Messaggio Da Ospite Mer 10 Lug 2013, 09:02

Kingkongy ha scritto:Hehehe Gio'... Il tesseramento e' il tesseramento ... Ovvio che i praticanti sian altra cosa... Ma le aziende hanno il brutto vizio di voler fare utili e il golf li fa fare. Guarda i numeri di fatturato (tipo Nike) e ti renderai conto... Sugli over, però non c'è storia: il golf vince 5 a 0... Nonostante la tua veneranda età cerchi di compensare la media matematica.
Ah, se uno pratica uno sport da pensionato...spende tutto quello che vuole... E nel golf lo sanno bene....

Sul fatturato superiore nel golf, ripeto, non ho dubbi.

Giocando a golf solo gli STRARICCHI, è ovvio che compreranno (e spenderanno) molto di più.

Come è ovvio che l'indotto del golf sia più elevato.

Un tennista tesserato (come me) si compra una maglietta da DECATHLON a 8 euro, l'equivalente golfista si compra una maglietta Paul&Shark da 250 euro.

Ti contesto anche il numero dei praticanti "over" nel golf: ci stanno ALMENO il quadruplo di giocatori di tennis.

Se saliamo oltre i 70 anni, in questo caso appoggio la tua teoria.


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Messaggio Da Kingkongy Mer 10 Lug 2013, 10:42

Hihihihi che fai NonnoSonny, dei distinguo sull'over? Hahahaha
A parte questa faccenda...gli interessi economici in gioco giustificano parzialmente la disparità dei monte premi e dei guadagni.

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Messaggio Da sergio1467 Mer 10 Lug 2013, 14:53

discorso interessante e che mi vede direttamente interessato , dato che gestisco la preparazione di un giocatore che faticosamente cerca di salire in classifica e devo dire che è assurdo che i montepremi dei tornei minori non diano possibilità a chi cerca di emergere di potersi quantomeno pagare le spese , il mio giocatore per necessità gira da solo , dato che non potrebbe sostenere economicamente una persona che lo accompagna in giro , e in questi due anni avrà lasciato per strada , a causa di questa mancanza di supporto almeno una 50 ina di punti ATP, per problemi vari che se ci fossi stato io o il coach sarebbero stati superati portando a risultati ben diversi - questo per sottolineare che , spesso , questo squilibro economico verso l'alto porta ad un peggioramento della quantità di buoni giocatori a diretto ridosso dei migliori , che spesso , specialmente alla boa dei 25 anni - se non sono nei primi 150 lasciano e fanno altro , e non è il massimo per uno sport che ha enormi potenzialità aggiuntive sotto il profilo economico
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Messaggio Da Maurizio Mer 10 Lug 2013, 15:07

Quello che penso è che con l'aumentare dell'interesse verso il tennis dei paesi a rapida crescita, come Cina e India ad esempio e domani chissà chi altri, si potrebbe assistere a una rivoluzione simile a quella dei professionisti di Kramer, indotta da un'affluenza di danaro e di investitori interessati a mercati specifici. Di sicuro non si potrà andare aventi ancora per molto con l'attuale sistema, troppo concentrato su troppo poche figure che nel mondo così commercialmente unito di oggi (volevo evitare il termine "globalizzato") potrebbe risultare insoddisfacente per molti
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Messaggio Da Federyonex Gio 11 Lug 2013, 14:36

Il fatto è: se i giocatori di fascia più bassa venissero pagati un pò di più, gioverebbe allo spettacolo? Quale sarebbe il ritorno economico per chi investe quei soldi?
Paragonandolo ad un normale lavoro, fingendo che l'ATP o la ITF siano i datori di lavoro, aumentando i premi per i primi turni come compenserebbero la loro aumentata uscita? con più fatturato garantito dagli sponsor o da un afflusso maggiore di pubblico ai tornei o in diritti TV?
Il fatto è che per aumentare lo "stipendio" del tennista, qualcuno glielo deve pagare. Chi lo fa?


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Messaggio Da marco61 Gio 11 Lug 2013, 20:13

Lo so che è solo utopia, però se togliessimo a Federer, Nadal, Djokovic, Murray e qualcun altro a seguire il 90% del loro patrimonio, resterebbero comunque ricchissimi.
E se lo distribuissimo ai primi 200 giocatori al mondo, avremmo una ripartizione dei premi più equa.
Nun se po fa'.


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Messaggio Da Kingkongy Ven 12 Lug 2013, 09:33

Faccio una proposta per ampliare la "visione". E' un punto di vista, pertanto non è un'affermazione sostenuta da studi, analisi e dossier.
Cosa rende uno sport ricco?
La sua "vendibilita'" come spettacolo, ovvero la sua capacità di attirare spettatori e, in funzione di questo, generare fatturato di sponsor. Sponsor che ritengono profittevole legare il proprio nome/brand a quel determinato sport per ricevere in cambio visibilità o valore (di reputazione).
Il rugby, per esempio, non è particolarmente seguito a livello di spettatori negli stadi, eppure gode di una brand reputation e una brand equity altissime. In poche parole vale tanto. Spendi tanto (come sponsor) ma ricevi tanto.
Perché ?
Perché il rugby e' considerato sport di valori! Parole come: etica, lealtà, sportività, nobiltà d'animo, patriottismo, coraggio etc etc
Insomma, il rugby fa quattro numeri come sport eppure in tv fa il botto e gli sponsor fanno a cazzotti...
Che il problema del tennis sia una scarsa capacità di "vendere" i propri valori?
Vi sembra lo stesso tennis quello di Wimbledon e quello di un palazzetto indoor in Svizzera (sto sul generico)?
Lo stesso allure?
Siam d'accordo che esiston gare-totem...ma il pubblico deve trovare anche profumo, sogni, passione e anima. Questo se vuol trovare sponsor e dare forza economica.
Uno dei punti cruciali, a mio avviso, e' il passaggio al professionismo, l'età di mezzo nella terra di mezzo. Qui ci sono grandi vuoti e grandi difficoltà nel gestire i "prospect". Altri sport, l'età di mezzo la gestiscono meglio e più facilmente. Il tennis non è facile! Ma il passo successivo, il professionismo, e' ancora peggio!!! È un tuffo nel vuoto.

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Messaggio Da marco61 Gio 08 Ago 2013, 10:49

Il discorso continua qui, la distribuzione dei premi è sempre il punto focale: http://www.federtennis.it/DettaglioNews.asp?IDNews=64690


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Messaggio Da janko60 Mar 13 Ago 2013, 11:58

Non di solo tennis................

Ma mi sa che anche qui , poco pane e tanta Acqua ? scratch 

http://www.repubblica.it/sport/vari/2013/08/13/news/nuoto_rabbia_pellegrini_tremila_euro_per_due_ori_e_tre_record-64706077/?ref=HRERO-1

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Messaggio Da sixers85 Mar 13 Ago 2013, 15:35

si ,ma qui si parla di premi elargiti dalla federazione, la signora pellegrini ne parla come se avesse nuotato e vinto per un tozzo di pane.

piu che altro in questo frangente è una visibile disparità di trattamento.
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Messaggio Da miguel Mer 18 Set 2013, 11:10

il solito tennis best offre un articolo illuminante su quanto é ingiusto e costoso il tennis anche ad alti livelli

http://www.tennisbest.com/archivio/6238-l-odissea-di-james-mcgee
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Messaggio Da janko60 Ven 20 Set 2013, 09:32

Nuovo capitolo su Ubitennis

http://www.ubitennis.com/sport/tennis/2013/09/18/952177-tanti_dollari_pochi_tennisti.shtml

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Messaggio Da Maurizio Ven 20 Set 2013, 10:45

Stamane mi girano un po' per motivi miei e forse per questo mi sento polemico e di voler essere provocatorio, ammesso di esserlo davvero

dato che i soldi che confluiscono nel tennis arrivano dagli sponsor, è naturale aspettarsi che questi vogliano investire dove c'è ritorno (non si scappa, quando c'è di mezzo il denaro, del resto frega niente a nessuno )
e dov'è il ritorno? ovviamente sui soliti noti, i top player, quelli che costituiscono un personaggio anche per chi non è un vero appassionato come noi
la schiera dei veri appassionati di tennis (il nocciolo duro che è però davvero un nocciolo) è, almeno in parte, facilmente abbordabile, ma la massa non lo è e sapete perché, secondo me?
perché il tennis, tanto quanto è divertente da fare, è uno sport noioso da guardare, ecco perché!
lasciate perdere chi come noi o molti di noi ha un'interesse anche squisitamente tecnico perché questo sport lo gioca da una vita, lasciate perdere il fatto che io talvolta mi soffermo a guardare anche i seconda che si allenano perché il raffronto corre rapido agli scambi ai quali dobbiamo assistere quando ci guardiamo tra di noi che facciamo pena
ma per chi non è davvero un addicted il tennis, da spettatore, è noioso, lungo, ripetitivo, e negli ultimi anni lo è diventato anche di più perché non si vede un giocatore che si differenzi VISIBILMENTE da un altro, visibilmente anche agli occhi del profano, che dopo i primi 10 minuti, sono certo, cambierà canale
la conclusione alla quale arrivo è che pensare che affluisca più denaro da destinare alle seconde file è impensabile, che i top rinuncino a parte dei guadagni per aiutare i più deboli...la vedo dura
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Messaggio Da miguel Ven 20 Set 2013, 11:22

non sono d'accordo, a torino sino allo scorso anno si giocava un challenger e gli spalti erano sempre pieni. secondo me aumentare un po' il montepremi di futures e challenger o ancora meglio introdurre l'ospitalità obbligatoria per chi organizza questi tornei sarebbe un passo in avanti notevole per permettere ai anche ai giocatori di seconda fascia di sopravvivere. il tennis maschile anche solo a livello di seconda categoria é bello da vedere cosa che a mio parere non si puo' invece dire per il tennis femminile. se non ci fossero i tornei combined quante persone sarebbero disposte a pagare per andare a vedere una qualsiasi partita delle donne ? io penso molto pochi
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Messaggio Da squalo714 Ven 20 Set 2013, 11:26

E' comunque indiscutibile comunque che provare ad emergere nel tennis ed essere professionista (io ho sempre inteso come tale uno che si mantiene facendo il tennista, se a 23 anni deve fare ancora i Futures non lo ritengo tale), e' davvero difficilissimo.
Le spese a cui vai incontro sono molteplici e chiudere il bilancio in rosso a fine anno e' piu' che probabile.
Se davvero vuoi fare dello sport un lavoro, consiglierei piuttosto uno sport di squadra (calcio, basket, pallavolo..ecc..), perlomeno anche se andra' male sicuramente non ci avrai perso piu' di tanto.
Le spese (trasferte, allenamenti, incontri ecc..) le paga sempre la societa' e questo e' un vantaggio non indifferente.
Un calciatore che gioca in Eccellenza (e sono pronto ad essere smentito se qualcuno ha dei dati) guadagna di piu' di un tennista che arriva a
fare i challenger.


..e riconobbi il tuo sguardo in quello di un passante. (cit. Tiziano Ferro)
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Messaggio Da miguel Ven 20 Set 2013, 11:44

nessuna smentita di sicuro un calciatore di basso livello guadagna più di un giocatore compreso tra il 200 ed il 400 del mondo.
a quei livelli il calciatore puo' anche avere un lavoro quasi normale che non intralcia la sua attività sportiva , é tutto spesato e guadagna anche se si infortuna, tutte cose che un tennista si sogna.
non teniamo poi conto di quanto ha speso uno e quanto l'altro per arrivare a quei livelli
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Messaggio Da Maurizio Ven 20 Set 2013, 11:57

miguel ha scritto:non sono d'accordo, a torino sino allo scorso anno si giocava un challenger e gli spalti erano sempre pieni.
ok ma che spalti? quanti spettatori? e a che prezzo di biglietto?
temo che siano numeri che da soli non sostengono un torneo

miguel ha scritto: secondo me aumentare un po' il montepremi di futures e challenger o ancora meglio introdurre l'ospitalità obbligatoria per chi organizza questi tornei sarebbe un passo in avanti notevole per permettere ai anche ai giocatori di seconda fascia di sopravvivere.
a carico dei circoli che organizzano il torneo? per i giocatori sarebbe un bell'aiuto, ma ho paura che diventerebbe talmente oneroso che diminuirebbe il numero dei tornei dato che sono convinto che gli sponsor non hanno interesse ad aprire maggiormente il rubinetto

miguel ha scritto: il tennis maschile anche solo a livello di seconda categoria é bello da vedere cosa che a mio parere non si puo' invece dire per il tennis femminile. se non ci fossero i tornei combined quante persone sarebbero disposte a pagare per andare a vedere una qualsiasi partita delle donne ? io penso molto pochi
miguel, tu come me sei un giocatore, un appassionato di vecchia data, anche io trovo divertente un seconda forte visto dal vivo, ma noi siamo lo zoccolo duro, la nostra opinione conta poco, perché siamo relativamente in pochi
e inoltre non dimentichiamoci che il grosso degli interessi economici sta nelle televisioni, che se non possono offrire i top players piuttosto mettono in onda un reality
del tennis femminile è anche inutile parlarne...Sleep
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