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Presupposti o invenzioni nel tennis ?

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Messaggio Da sergiocosta Ven 07 Dic 2012, 13:57

Promemoria primo messaggio :

buongiorno a tutti, ritorno a scrivere dopo un po di tempo con una riflessione ad alta voce sull'importanza della psicologia nel tennis, o meglio, su quanti realmente siano convinti che anche questo aspetto vada e debba essere approfondito. Questa riflessione è nata perchè qui a roma sto iniziando a girare un po circoli ed a proporre un progetto di consulenza ed intervento proprio in questo ambito. Per ora tutti i maestri che ho incontrato credono fortemente nell'aspetto mentale e nel suo allenamento, e quindi mi sorge spontanea una domanda: ma perchè alla fine non si allena mai ? apparte l'acclarato problema economico (che se poi lo andiamo ad analizzare nel tennis non è così presente), non è che niente niente questo freno risiede negli atleti e nei genitori? oppure è un insieme di cose ? lancio questo sasso perchè tra i vari commenti, anche qui sul forum, alla fine si parla del mentale, ma per molti non conta quasi niente, e alcune volte non viene neanche citato tra le possibli cause o aspetti di miglioramento, quindi, beccatevi questa riflessione, e magari poi discutiamone va..

Il tennis è il tipico sport individuale per il quale si richiedono delle abilità psicologiche particolarmente sviluppate. La strada per la crescita del giovane tennista non passa attraverso il solo processo d’insegnamento/apprendimento di abilità tattiche, tecniche e fisiche tradizionalmente affidato a maestro e preparatore atletico, ma anche tramite quella mentale. Se infatti suddividessimo in parti uguali il lavoro da svolgere, ogni dimensione meriterebbe il 25% di spazio durante l’allenamento, tuttavia, la parte mentale non prevede uno specialistica che si occupi di questo campo, ma soprattutto non viene, se non i casi eccezionali, approfondita ed integrata. Inoltre, se pensassimo che per creare un giocatore agonista ad alti livelli si richiederebbero almeno 10000 ore di allenamento intensivo, quanti dedicano 4000 ore della loro pratica al mentale?

Molti penseranno che basti disputare partite ed acquisire esperienza per allenarsi mentalmente; è evidente che esperienza ed esposizione a situazioni agonistiche aiutino a migliorare la prestazione mentale ma certamente da sole non bastano e comunque non sono le situazioni ottimali. Anche palleggiare contro un muro serve per imparare la tecnica, ma allora perché affidarsi all’allenamento specifico di un maestro?

Lo psicologo dello sport non è un tecnico, quindi non eroga servizi concernenti consigli o strategie tecniche e tattiche, ma riveste un ruolo ben definito, quello di esperto di tematiche psicologiche e psico-pedagogiche nei confronti di tutti i membri della Società sportiva. Lo psicologo sportivo non ha il compito di curare gli atleti che hanno problemi psicologici, così come non è un mago che trasforma un principiante in un campione, ma il suo compito è quello di orientarsi verso la crescita dell’individuo sano attraverso l’ottimizzazione delle sue risorse emotivo-cognitive. Quindi perchè tutta questa paura ?!

Il giocatore moderno deve essere in possesso di una tecnica raffinata, di brillanti capacità tattico-strategiche, nonché di una eccelsa preparazione atletica, ma queste caratteristiche non saranno sufficienti a portarlo alla vittoria se non saranno correlate ad altre qualità psicologiche.

Infatti se condividiamo che il tennis è…:
• un’attività Open Skills: il giocatore affronta situazioni sempre diverse alle quali deve rispondere rapidamente;
• uno sport individuale: il giocatore è l’unico protagonista e l’unico responsabile del risultato;
• uno sport che non prevede, durante lo svolgimento del match, nè coaching, né time out: il giocatore è da solo sia nell’elaborare la tattica di gioco che nel gestire momenti di sconforto e di difficoltà;
• uno sport in cui non esiste la possibilità di pareggio: da un match si può uscire solo vincitori o vinti;
• uno sport in cui non esistono limiti di tempo: non è possibile prevedere quale sarà la durata di un incontro;
• uno sport che non ha valori assoluti di confronto;
• uno sport in cui la vittoria non è mai assicurata: il risultato può essere rimesso in discussione in qualunque momento del match.

…e che l’attività del tennista può essere suddivisa in 5 fasi, ciascuna delle quali presenta delle caratteristiche specifiche, e su cui si deve andare a lavorare: A – Allenamento; B - Avvicinamento alla partita; C – Prepartita; D – Partita; E – Scarico ...

...come facciamo ancora a dire che l'aspetto mentale non incida sulla prestazione del giocatore e sul suo modo di vedere, vivere, giocare il tennis ?! Cosa vi spaventa realmente ?!
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Messaggio Da marco61 Dom 27 Gen 2013, 17:36

tuborovescio ha scritto:
Phuket ha scritto:
Se hai paura di sbagliare (es. perché la posta in gioco é alta) la tua prestazione sará influenzata dall'ansia generata dalla paura e potrebbe capitare di non riuscire a fare quello che in allenamento si riesce a fare benissimo.

Questo succede ad Almagro contro Ferrer perchè sta giocando un torneo importante (la posta in gioco alta) contro uno con cui non puoi permetterti di sbagliare e, anche se in allenamento ha dei colpi che gli riescono benissimo, la testa lo tradisce e questo non lo nega nessuno.
Un quarta, magari scarso, non deve gestire nè posta in gioco, nè avversari forti, il suo problema principale è che in allenamento le cose non gli riescono benissimo Presupposti o invenzioni nel tennis ? - Pagina 4 106988
Guarda, ti garantisco che conosco fior di "giocatori" che all'idea di giocare il primo turno di un torneo giallo, se la fanno sotto.
La tensione si sente a tutti i livelli, io faccio tornei da quasi 40 anni (più di Ferrer e Almagro messi insieme Presupposti o invenzioni nel tennis ? - Pagina 4 786556) e quando sto per entrare in campo sapendo di dover giocare un match impegnativo, un po' di apprensione c'è sempre. Però ho imparato a gestire la situazione e a trasformare in tensione positiva quella che per altri si trasforma in una corsa al bagno. Presupposti o invenzioni nel tennis ? - Pagina 4 786556

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Messaggio Da Nessuno Dom 27 Gen 2013, 17:50

tuborovescio ha scritto:
Phuket ha scritto:
Se hai paura di sbagliare (es. perché la posta in gioco é alta) la tua prestazione sará influenzata dall'ansia generata dalla paura e potrebbe capitare di non riuscire a fare quello che in allenamento si riesce a fare benissimo.

Questo succede ad Almagro contro Ferrer perchè sta giocando un torneo importante (la posta in gioco alta) contro uno con cui non puoi permetterti di sbagliare e, anche se in allenamento ha dei colpi che gli riescono benissimo, la testa lo tradisce e questo non lo nega nessuno.
Un quarta, magari scarso, non deve gestire nè posta in gioco, nè avversari forti, il suo problema principale è che in allenamento le cose non gli riescono benissimo Presupposti o invenzioni nel tennis ? - Pagina 4 106988

posta in gioco alta = ci tengo molto a vincere perché per me é importante
(Che é l'opposto di...se perdo non me ne frega niente)

La posta in gioco é relativa alla persona ed alla situazione e non é un valore assoluto.
Esempio..........Potrebbe essere una posta per me altissima evitare l'ennesima sconfitta e risultare il piú scarso del circolo.

Posta alta = impegno al massimo = ansia da paura di fallire l'obbiettivo prefissato
Se non c'é nulla in palio (soldi, classifica, il puro orgoglio etc) non c'é nemmeno un valido motivo per impegnarsi al massimo nella ricerca della vittoria.

Quanto sopra é tanto meno applicabile quanto piú uno é assuefatto allo stimolo.
Piú affronterai quel tipo di situazione piú ti sentirai sicuro quando la affronterai la volta successiva e la paura di fallire diminuirá.
Se peró andrai oltre ovvero ad affrontare qualche cosa di nuovo e piú importante, dovrai ricominciare da capo.
L'esperienza é anche questo.



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Messaggio Da tuborovescio Dom 27 Gen 2013, 18:36

marco61 ha scritto:La tensione si sente a tutti i livelli, io faccio tornei da quasi 40 anni (più di Ferrer e Almagro messi insieme Presupposti o invenzioni nel tennis ? - Pagina 4 786556) e quando sto per entrare in campo sapendo di dover giocare un match impegnativo, un po' di apprensione c'è sempre. Però ho imparato a gestire la situazione e a trasformare in tensione positiva quella che per altri si trasforma in una corsa al bagno. Presupposti o invenzioni nel tennis ? - Pagina 4 786556

Perfettamente d'accordo, io credo che tutti quelli che abbiano un approccio agonistico al tennis di quarta (cioè tentare lo "zero gratuiti" Presupposti o invenzioni nel tennis ? - Pagina 4 786556 ) e che fanno tornei possano gestire la tensione.
Tu hai un ottimo back di rovescio, hai esperienza, fronteggiando una palla break sul 3 pari al terzo non lo affosserai mai gratuitamente in rete.
Forse però mi vuoi dire che conosci dei quarta forti ed esperti che sbagliano sempre il loro colpo migliore, in un momento cruciale, perchè "deboli di testa"?
o forse i colpi li sbagliano i quarta medio-scarsi come me perchè hanno il tubo rovescio, purtroppo senza r Presupposti o invenzioni nel tennis ? - Pagina 4 961853

Phuket ha scritto:
Piú affronterai quel tipo di situazione piú ti sentirai sicuro quando la affronterai la volta successiva e la paura di fallire diminuirá.
Se peró andrai oltre ovvero ad affrontare qualche cosa di nuovo e piú importante, dovrai ricominciare da capo.
L'esperienza é anche questo.

Certo, infatti occorre fare esperienza, dico solo che per far questo in quarta categoria basta giocare i tornei col giusto approccio agonistico, non occorrono doti particolari o innate, doti che invece occorrono senz'altro per il tennis professionistico.




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Messaggio Da marco61 Dom 27 Gen 2013, 19:17

Guarda Tubo, su un punto siamo sicuramente d'accordo: se l'avversario è davvero più forte, vince anche leggendosi Playboy ai cambi di campo.
Ma se solo solo è un tantinello più forte e pensa per questo di vincere facile (leggi scarsa concentrazione), mi sta concedendo una chance.
E se dimostrerò la determinazione necessaria (leggi tanta concentrazione), può anche darsi che riesca a spuntarla.


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Messaggio Da zaphod Dom 27 Gen 2013, 19:24

il rovescio sul 3-3 lo sbaglia il quarta il seconda il prima il top ten il top five murray djokovic.
Ma cosa dovrebbe significare questo?
E cosa diamine significa "far eserrienza in torneo" se non gestire meglio alcune situazioni a livello mentale tattico.
davvero non capisco un tubo (senza r) del tuo ragionamento. scratch

Ragazzi è vero che siamo piuttosto scarsi, ma lo sono spesso anche i nostri avversari non è che le dinamiche del tennis mutino poi molto. Forse non sentiamo le pressioni dei media, del coach, del pubblico. Ma quella complessità emotiva che deriva da noi stessi è ben presente.


cit. Miguel "internet é stata la rovina di noi pipparoli mentali"
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Messaggio Da MARKTATI Dom 27 Gen 2013, 21:47

Mi sembra che si stia andando un po' fuori strada, lo psicologo dello sport non serve ad aiutare a vincere una partita, lo psicologo dello sport e' innanzitutto uno psicologo, quello che può fare e aiutare a gestire situazioni dove c'è stress, ansia, insicurezza o cose del genere, il fatto poi di aiutarti a livello sportivo e' una conseguenza di tutto questo.
Ora dato che all interno di un match ci sono queste componenti , mi pare normale che ti porti ad un miglioramento.
Detto ciò è comunque vero che se non sei capace di giocare, non è che lo psicologo ti fa diventare bravo, rimane il fatto che la gestione di una partita si sviluppa sia sul piano tecnico, tattico che psicologico senza poter a mio avviso poter fare una classifica di importanza fra i vari fattori


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Messaggio Da candus Lun 28 Gen 2013, 08:07

MARKTATI ha scritto:Mi sembra che si stia andando un po' fuori strada, lo psicologo dello sport non serve ad aiutare a vincere una partita, lo psicologo dello sport e' innanzitutto uno psicologo, quello che può fare e aiutare a gestire situazioni dove c'è stress, ansia, insicurezza o cose del genere, il fatto poi di aiutarti a livello sportivo e' una conseguenza di tutto questo.
Ora dato che all interno di un match ci sono queste componenti , mi pare normale che ti porti ad un miglioramento.
Detto ciò è comunque vero che se non sei capace di giocare, non è che lo psicologo ti fa diventare bravo, rimane il fatto che la gestione di una partita si sviluppa sia sul piano tecnico, tattico che psicologico senza poter a mio avviso poter fare una classifica di importanza fra i vari fattori
Come non quotarti, Marco! cheers


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Messaggio Da sergiocosta Mer 06 Feb 2013, 10:46

MARKTATI ha scritto:Mi sembra che si stia andando un po' fuori strada, lo psicologo dello sport non serve ad aiutare a vincere una partita, lo psicologo dello sport e' innanzitutto uno psicologo, quello che può fare e aiutare a gestire situazioni dove c'è stress, ansia, insicurezza o cose del genere, il fatto poi di aiutarti a livello sportivo e' una conseguenza di tutto questo.
Ora dato che all interno di un match ci sono queste componenti , mi pare normale che ti porti ad un miglioramento.
Detto ciò è comunque vero che se non sei capace di giocare, non è che lo psicologo ti fa diventare bravo, rimane il fatto che la gestione di una partita si sviluppa sia sul piano tecnico, tattico che psicologico senza poter a mio avviso poter fare una classifica di importanza fra i vari fattori

purtroppo mi sono accorto solo ora che ho suscitato quanto meno qualche risposta, e come ha detto marco purtroppo il mio lavoro non mi permette di essere poi comunque così presente e attivo sul forum.

purtroppo mi dispiace che il messaggio che sto provando a far passare sia interpretato male, infatti avevo provato prima della mail del silezione a chiarire o quanto meno a porvi delle domande, e quindi spero possiate riprenderlo..ma provo a riassumere..

io non credo che la psicologia possa far diventare una pippa in un campione, ma credo fortemente che la psicologia, la mente, il cervello, influenzi il nostro agito, e di conseguenza nel tennis la nostra prestazione, spero che almeno su questo possiamo essere d'accordo. si faceva l'appunto che possa bastere l'esperienza ai tornei per far passare l'ansia da prestazione, dannatamente vero, come è vero che basti un muro per imparare a giocare a tennis..per il primo magari ci vorranno 20 tornei e per imparare bene il secondo 20 anni (numeri a caso)..ma quindi perchè farsi aiutare dal maestro ? forse per essere seguito ed agevolato per l'apprendimento ? credo che se si focalizzi soltanto l'allenamento, tecnico fisico e mentale, solo ed eslusivamente ai fini del risultato, ogni volta che perdete vorreste spaccare il mondo, riposizionarsi ed invece credere che l'allenamento serva ai fini della prestazione possa essere molto meglio. quindi, pensare che la psicologia possa essere importante per allenarsi al meglio no? per metterci invece che 20 tornei magari 10 no? e sto facendo esempi per amatori o quarta categoria, perchè mi sembra davvero assurdo che non vi sia mai capitato di girare per tornei e vedere ragazzi che impazziscono o che non sanno cosa fare in campo, tecnicamente più bravi, ma che poi perdono la partita. quello che vi chiedo è di provare ad uscire dal vostro contesto e ruolo, e di provare a capirne l'utilità per un bambino che si deve formare, per esempio, e che ha i genitori che prima di ogni match gli dicono che se non vince lo tolgono dal tennis, per esempio, e che il maestro gli insegna benissimo come fare il dritto e lei in allenamento lo sa pure fare, ma poi in partita piange, per esempio.

come detto precedentemente, e spero che si sia capito, io non credo che con lo psicologo si ottenghino risultati migliori, ma credo e spero onestamente che si riescano ad avere persone migliori. e se non siamo concordi neanche su questo, beh allora vuol dire che per voi questa figura non può fare nulla in generale sulla persona.

come dice il detto popolare? "chi nasce tondo non può morire quadrato !"

ps: sicuramente ho divagato un po, ma ho scritto quello che mi veniva in mente. spero che sia più o meno chiaro il mio concetto, ma sono qui per ulteriori approfondimenti, che a differenza di quanto crede marco, a mio avviso sono necessari, visto che è passato un messaggio sbagliato.
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Messaggio Da MARKTATI Mer 06 Feb 2013, 15:59

Non era mio intento far passare il messaggio che non erano necessari approfondimenti, tutt altro li riterrei molto opportuni, quello che mi pare di comprendere dai vari messaggi e che ci sia in generale un approccio di tipo comportamentista nell avvicinarsi ad una didattica sportiva e che si prenda poco in considerazione quello che è la parte cognitiva, parte determinante in un qualsiasi processo di apprendimento dell individuo


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Messaggio Da sergiocosta Mer 06 Feb 2013, 17:56

Sisi infatti ho quotato il tuo post perchè lo condivido a pieno

Attendo ulteriori confronti

A presto

Sergio
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Messaggio Da veterano Gio 07 Feb 2013, 01:13

Piu' leggo i post sulla psicologia e sull mental power e piu' mi sorprendo.
Ho sempre pensato che per giocare decentemente a tennis non bisogna avere una gran testa,conosco gente che nella vita fa dei lavori dove la testa la devi usare veramente che gioca a tennis da far pena ,mentre ne conosco altri che di testa ne hanno ben poca ma giocano un buon tennis.
La testa conta chiaramente in tute le cose che si fanno basta saper indirizzarla nel modo giusto.Nel tennis meno pensi meglio e'......se parliamo di concentrazione il discorso non e' poi tanto diverso,si allena anche qiella,siccome il tennis si gioca con una racchetta e si cerca di colpire la pallina e' fondamentale concentrarsi su di essa quando e' necessario.
SE pensate ancora al gesto e¡ perche' la tenica e scarsa e non e testa che vi salvi.Nel senso che a testa vi serve per mettere concentrazione nei pochi momenti che vi servono.A volte leggo cose che mi lasciano basito,,,,,,,,,ma come cacchio fate a pensare a tremila cose quando giocate..... io talmente ero concentrato sulla palla,e non sul gesto tecnico che`proprio non riuscivo a pènsare,ma a che cacchio dovevo pensare,le situazioni di gioco e le opportunita' si vedono chiare al momento,la strategia o tattica si prova in allenamento........ la tigna o cojones li edvi tirare fuori se no e meglio che giochi a frecette....booooooo saro ' un marziano eppure fino alla b ci sono arrivato senza usare troppo la testa ma correndo e sudando sul campo,con ore e ore di allenamenti e partite ....
Sara' che per me il tennis a livello mentale e saper gestire la tensione.
Quello che mi stupisce se palriamo di testa e della sua importanza e come riescano alcuni degli aliievi piu bravi a palleggiare ad un buon ritmo senza fare errori metre hanno l'obligo di parlarmi e rispondere a delle domande che le faccio, oppure di tenere una semplice conversazione.....mahhhh saranno dei marziani...
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Messaggio Da sergiocosta Gio 07 Feb 2013, 10:02

onestamente non ho capito benissimo l'intervento, ma la cosa che mi stupisce è che, malgrado tu abbia giocato a tennis più o meno ad alto livello e che fai il maestro, non ritenga la testa importante..ma forse essendo bravo l'alleni già in qualche modo, magari inconsapevolmente..

comunque sia, purtroppo vedo e sento che si è ancora troppo influenzati dal "mental power", da i mental coach, o da i maghi della mente, quando io continuo a ripetervi che per fortuna o purtroppo io parlo di psicologia..

poi, entrando nel merito di quello che hai detto: nel tennis meno pensi è meglio è, da un lato è vero, ma tutto quello che fai lo dovrai apprendere in qualche modo oppure no ? la testa servirà per apprendere, memorizzare ed immagazzinare il movimento e rendere il tutto automatico oppure no?
molte volte, anzi troppo spesso, si riduce l'aspetto mentale all'attenzione e concentrazione, ma sei sicuro che l'obiettivo dell tennistica sia di concentrarsi solo sulla pallina ? non deve capire anche il gioco dell'avversario, i suoi movimenti, inoltre, può per esempio avere dei problemi a casa e non essere facilitato a giocare al massimo ? come può un atleta pensare al gesto quando ha altre cose per la testa?o meglio, non pensi che ci possa mettere di più ad apprenderlo ? pensare che prima della prestazione, della partita, ci sia tutta la fase di allenamento e che magari invece che metterci 1000 ore ce ne possiate mettere 800, fa così schifo ?

io non ho mai detto, ed è per questo che rimango stupito, che le testa faccia superare ed imparare la tecnica, che la testa vi farà fare 100 dritti vincenti quando ne metti in campo solo uno..per favore, leggete bene i post..

poi fai una lista di cose importanti nel tennis, tutte corrette, ma le tremile cose di cui parli te, si devono prima come detto automatizzare nell'allenamento..può un ragazzo prendere la decisione migliore durante la partita o scegliere la strategia migliore da mettere in pratica s'è talmente incazzato che non si ferma neanche al cambio di campo ? la tigna la devi tirare fuori sennò fai un altro sport ??????? qui rimango basito davvero..

però su una cosa ti do ragione, per arrivare nel tennis bisogna correre e sudare ore ed ore, ma lo fai grazie ad un maestro, e non grazie ad un muro..

sull'ultima tua affermazione, giusto ieri sono andato in un paio di circoli con cui sto iniziando la collaborazione e ho fatto proprio quello di cui parli te, ho iniziato a fargli delle domande mentre giocavano a tennis..purtroppo, e dico purtroppo, hanno fatto l'opposto dei tuoi giocatori..

infine, come scritto in più post, e per questo vi rinvito a leggerli attentamente, secondo me si dovrebbe pensare che il mio ruolo, quello di PSICOLOGO DELLO SPORT, potrebbe, anzi, deve essere utile non solo per gli atleti ( a tutti i livelli ed età), ma anche per i genitori e per i maestri, e fin quando non vi leverete dalla testa il mental coach, non se ne uscirà mai da questo loop..

ciao a tutti

ps: su questo argomento magari mi infervoro o insisto molto, e quindi me ne scuso, ma continuo a passare un messaggio sbagliato.

saluti
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Messaggio Da Lupo65 Gio 07 Feb 2013, 10:14

"Mental" in inglese nella lingua parlata vuol dire fuori di testa, ogni volta che dite mental coach mi viene da sorridere lol!

Quindi Sergio, dovendo dare una definizione breve di psicologia dello sport, come la definiresti? Studio degli aspetti comportamentali che influiscono sulla prestazione sportiva?

Mi viene in mente il libro "Lo zen e l'arte di giocare a tennis". Mai letto? Se si' che ne pensi?
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Messaggio Da Nessuno Gio 07 Feb 2013, 11:04

@Veterano. Se non ho capito male il tuo post, tu interpreti l'"avere testa" come sinonimo di "essere intelligenti" ovvero essere dei capoccioni; cosa che spesso si sente dire in giro.

A me invece sembra di capire che con la definizione "ci vuole testa" si intenda la capacitá di indirizzare e gestire le proprie energie psicologiche nel giusto modo a prescindere dall'intelligenza, soprattutto per evitare che queste influenzino in modo negativo la nostra prestazione.

Qualcuno puó fare chiarezza su questo punto?


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Presupposti o invenzioni nel tennis ? - Pagina 4 Empty Re: Presupposti o invenzioni nel tennis ?

Messaggio Da Kingkongy Gio 07 Feb 2013, 11:58

...mi ci metto pure io, così mi diverto. La cosa strana è che ho capito cosa dice Vet. La cosa che mi preoccupa...è che la condivido pure! Pazzesco.
Facciamo un "percorso". Ok?
Partiamo dalla solita domandina: Cosa è per te il tennis? (Seconda versione: Cosa ci vuole per giocare bene a tennis?).
Risposte, in ordine sparso su un campione di 123milioni 391mila 766tennisti più sei miliardi di tennisti di Alpha Centauri e costellazione di Andromeda: piedi, gambe, fiato, polmoni, braccio, tecnica, palle, talento etc etc etc
Risposta che fa arrabbiare Vet (ma che lui ama come me): istinto. Puro istinto.
Ok, ok, non siamo tutti dei campioni, non si gioca il colpo da moviola a ogni scambio, ma se giochi davvero NON pensi: fai. Non so come spiegare, ma la pallina arriva e tu sei già lì e manco ci pensi ad avere una racchetta in mano. Incrociato, top, lungolinea, back? Appena colpisci lo sai. Quando sei proprio in trance ti vedi addirittura dall'esterno. E come stare in piedi a bordo campo a vedere uno che ti assomiglia che corre come uno scemo. Una pallina in volo e, pam!, la senti nella mano.
Sbagli, vai lungo, a rete, ti inchiodano e sei lì a capire: "Che cavolo ho tirato?". "No, dico, perché così?". Non sei arrabbiato: sei furioso ma allo stesso tempo senza spiegazioni, sorpreso con "quell'altro te stesso", "quello che ha sbagliato". Ma no, sei tu! Hey, KK, cavoli, concentrati!!! Lo avrai fatto 5mila volte!!!".
Ci vuole testa? E' come chiedere a un torero se ha calcolato gli joule o l'energia prodotta da un toro con le corna... Minimo ti manda a Ciampino!
Il problema è quando ci si "scolla" in senso negativo, quando è un altro a sbagliare e noi ci autoassolviamo. Troppo facile dire che siamo noi quelli bravi... hehehehheheh Così come è meraviglioso "cercare" il punto, volere e ottenere "quello" swing. Lo swing, non il punto. Se fai "quello" swing lo sai già che è un punto... E' questa, secondo me, la differenza. Ed è questa la "testa tennistica". Un insieme di sana e malsana schizofrenia.

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Messaggio Da oedem Gio 07 Feb 2013, 12:09

Kingkongy ha scritto:...mi ci metto pure io, così mi diverto. La cosa strana è che ho capito cosa dice Vet. La cosa che mi preoccupa...è che la condivido pure! Pazzesco.
lol!lol!lol!lol!lol!
Kingkongy ha scritto:Facciamo un "percorso". Ok?
Partiamo dalla solita domandina: Cosa è per te il tennis? (Seconda versione: Cosa ci vuole per giocare bene a tennis?).
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Il problema è quando ci si "scolla" in senso negativo, quando è un altro a sbagliare e noi ci autoassolviamo. Troppo facile dire che siamo noi quelli bravi... hehehehheheh Così come è meraviglioso "cercare" il punto, volere e ottenere "quello" swing. Lo swing, non il punto. Se fai "quello" swing lo sai già che è un punto... E' questa, secondo me, la differenza. Ed è questa la "testa tennistica". Un insieme di sana e malsana schizofrenia.
davvero bello, complimenti! ave

potrebbe essere un pezzo di un libro sul tennis Wink


ho l'occhio di pulcinella
Con il polibutilene ogni colpo riesce bene!

(cit. by Satrapo)
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Messaggio Da veterano Gio 07 Feb 2013, 13:33

Kingkongy ha scritto:...mi ci metto pure io, così mi diverto. La cosa strana è che ho capito cosa dice Vet. La cosa che mi preoccupa...è che la condivido pure! Pazzesco.
Facciamo un "percorso". Ok?
Partiamo dalla solita domandina: Cosa è per te il tennis? (Seconda versione: Cosa ci vuole per giocare bene a tennis?).
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Risposta che fa arrabbiare Vet (ma che lui ama come me): istinto. Puro istinto.
Ok, ok, non siamo tutti dei campioni, non si gioca il colpo da moviola a ogni scambio, ma se giochi davvero NON pensi: fai. Non so come spiegare, ma la pallina arriva e tu sei già lì e manco ci pensi ad avere una racchetta in mano. Incrociato, top, lungolinea, back? Appena colpisci lo sai. Quando sei proprio in trance ti vedi addirittura dall'esterno. E come stare in piedi a bordo campo a vedere uno che ti assomiglia che corre come uno scemo. Una pallina in volo e, pam!, la senti nella mano.
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Ci vuole testa? E' come chiedere a un torero se ha calcolato gli joule o l'energia prodotta da un toro con le corna... Minimo ti manda a Ciampino!
Il problema è quando ci si "scolla" in senso negativo, quando è un altro a sbagliare e noi ci autoassolviamo. Troppo facile dire che siamo noi quelli bravi... hehehehheheh Così come è meraviglioso "cercare" il punto, volere e ottenere "quello" swing. Lo swing, non il punto. Se fai "quello" swing lo sai già che è un punto... E' questa, secondo me, la differenza. Ed è questa la "testa tennistica". Un insieme di sana e malsana schizofrenia.
Grazie king hai capito il senso del mio discorso.Benvenuto nel forum Presupposti o invenzioni nel tennis ? - Pagina 4 925962
Sergio il mio non e' un attacco a chi pensa le cose che tu dici o che magari fa il tuo lavoro.Purtroppo pero' visto che di pseudo tennisti ne vedo e conosco da anni so che al 90 per 100 la testa la utilizzano per trovare scuse e non per quel minimo che le servirebbe per imparare a giocare,magari guardando la palla quando devono.......deto cio' vi lascio al vostro dibattito.........su certe cose giusto o sbagliato che sia io ho la mia testa....... lol!
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Messaggio Da zaphod Gio 07 Feb 2013, 13:57

Davvero mi pare che quando di parla di "testa" si intendano cose assai differenti e da qui nascono posizioni apparentemente contrapposte.

Concordo con chi sostiene che durante lo scambio non si possa/debba pensare a nulla (sicuramente a nulla di tecnico).
La capacità mentali importanti sono amio avviso quelle che incidono durante i (numerosi) momenti di mezzo che ci sono nel tennis (tra un punto e l'altro, cambio campo). In queste fasi si possono combinare dei disastri che poi compormettono da subito l'entrata nello scambio.
Gestire quelle situazioni in modo corretto secondo me aiuta moltissimo il riuscire poi ha giocare il più possibile "fuori dal corpo" che poi è lo stato ideale in cui dovrebbe trovarsi il tennista durante il gioco vero e proprio.


cit. Miguel "internet é stata la rovina di noi pipparoli mentali"
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Messaggio Da veterano Gio 07 Feb 2013, 14:08

Bravo zaphod,la sensazione come ha descritto King e proprio quella sembra un po che tu ti stia gurdando dal difuori.
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Messaggio Da Wacos Gio 07 Feb 2013, 16:13

Non sono molto daccordo con KK, secondo me la testa è quasi tutto, al netto ovviamente della saluta fisica.
Nel senso che è la testa che impara, è la testa che memorizza, è la testa che da gli ordini di eseguire. Il corpo è solo un involucro fatto di muscoli tendini e ossa: può rispondere bene ai comandi se allenato, o male se fuori forma, ma non può sostituire la testa, non è un entità autonoma.

La cosiddetta "tecnica" non è espressione del corpo, è espressione del cervello, solo che magari è talmente assimilata che viene gestita dal nostro stato inconscio, e quindi ci sembra quasi di non esserne responsabili, come se il nostro corpo si muovesse da solo... ma siamo sempre noi che diamo i comandi invece.

Se io non sono capace di fare un rovescio , ipotesi, non è che ho problemi fisici che mi impediscono di farlo, ho delle "carenze" mentali che mi hanno impedito di apprenderlo correttamente.
Tali carenze possono essere figlie del normale processo di apprendimento oppure essere dovuto a fattori esterni, e spesso è la seconda casistica.

Se è vero che "la testa" non può far diventare una pippa in un campione, può invece benissimo far diventare un campione una pippa.

Da quel che ricordo del mio traascorso agonistico (non di tennis, ma non cambia poi molto visto che sempre di sport individualistico si tratta) nell'apice della trance riuscivo a pensare anche 2 o 3 cose contemporaneamente, altro che vuoto di pensiero.

Le mirabolanti prestazioni che ottenevo in quello stato di estrema grazia erano dovute al fatto che oltre ad essere in perfetta sintonia con il mio corpo,dove esso mi rimandava continui feedback sul suo stato al punto che sapevo esattamente com'era posizionato nello spazio ogni mio lembo di carne (cosa che può sembrare banale ma a judo sei spesso per aria, nel senso pratico del termine,e spesso non rivolto verso il terreno), nei decimi di secondo che scorrevano davanti a me lenti come il primo film di matrix, avevo il tempo di analizzare la situazione , supporre un paio di reazioni, painificare delle contromosse e discutere il da farsi con una specie di super io che si manifestava solo in quelle occasioni.

Ora se questo non è dovuto alla testa io non so a cosa possa essere dovuto.

Io la penso così.


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Messaggio Da Wacos Gio 07 Feb 2013, 16:19

Aggiungo: quello che viene a mancare nei momenti di trance, è il problema delle paranoie.

Sei completamente e totalmente assoggettato al QUI e ORA, che ti manca il senso del rammarico (passato) e il senso di preoccupazione/ansia(futuro).

E' questo tipo di pensiero che è negativo, e che va eleminato, che distrae e che porta via energie utili.


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Messaggio Da sergiocosta Gio 07 Feb 2013, 18:15

mi dispiace ma non ci sto, o meglio,non voglio che veterano lasci il dibattito, e capisco che non sia un attacco a me, ma alla materia e quindi provo a risponderti con fatti e aspetti concreti, ma mi sembra che non vengano colti..

comunque sia, provo a far riferimento alle vostre parole, e quindi parto da KK:
partendo dalla domandina, hai citatato tante cose, ma non hai parlato di testa, di mente del fattore psicologico, sei realmente sicuro che se domandassi in giro cosa serve per giocare bene nessuno te ne parlerebbe ? io per fortuna ho riscontrato il contrario.
parli di istinto, quindi il ruolo dell'allenamento e dell'allenatore è inutile ? o ce l'hai o non ce l'hai ? oppure è solo grazie all'apprendimento che fai valere le tue qualità e predisposizioni ? gli automatisti, ovvero il non pensare a come tiri il dritto e a farlo e basta, sono frutto dell'apprendimento, e quindi della testa, ce sta poco da fare..il punto è, in quanto tempo e come riesci a fare il tutto..

la trance, il flow, lo stato di attivazione ottimale, è un qualche cosa di mentale, viene in automatico, in alcuni casi, ma la bravura è saperlo trasformare in costanza, e questo avviene solo dopo tanto allenamento, anche mentale !

fai l'esempio del torero, bene. credo che lui si debba allenare sodo, anche di testa, e non è che non ti caghi più sotto del toro dopo e anni e anni che c fai esperienza, ma soltanto riuscendo a gestire la paura e l'ansia che quello ti incorni, e non lasciando al caso il tutto.

poi, altro cosa per me non corretta, l'aspetto negativo influenza la prestazione..beh anche quello positivo eh, quindi, non è che questo tipo di lavoro va fatto solo quando la partita va male, ma in teoria sempre e comunque, in ogni punto, in ogni situazione, e magari anche in ogni contesto di vita..

purtroppo credo che i mental coach abbiano sporcato il "nostro" lavoro, e a volte anche la paura o l'ignoranza, passatemi il termine, su alcune materie non permettono poi di approfondirlo, infatti ho provato a farvi capire dove potrebbe andare a lavorare e con chi uno psicologo dello sport, e che il lavoro è fatto di allenamento e non di magia, che ci vuole tempo, fatica e dedizione, così come nell'allenamento normale, ma purtroppo passa il messaggio sbagliato, ed è solo per questo che mi infervoro..se potete leggete i post precedenti..e soprattutto cercate di uscire dalla vostra figura e persona, e comprendere che l'atleta, prima è stato un bambino e quindi magari ci si potrebbe lavorare prima che ha definito il suo carettere e gioco, e che dietro di lui ci sono genitori e maestri che appunto a volte andrebbero educati..

infine, arrivo a veterano, parli di tennisti che usano la testa per usare scuse, e quello non lo chiami un problema nell'usare in modo negativo la propria testa ? non pensi che ci possa lavorare ? non pensi che potrebbero essere aiutati a rendere al 100% non in partita, ma ad iniziare dall'allenamento ? e non pensi che il dire io ho la mia testa e basta, non dia modo al dibattito di crescere ? cioè, ti faccio un esempio pratico, un ragazzo non gioca mai il servizio ad uscire perchè non gli va di farlo (esempio assurdo eh), tu gli dici guarda forse possiamo provarci dai, e lui ti serve a me non e basta, io faccio quello che voglio, tu che fai ? ci può lavorare ? onestamente penso che eccessiva chiusura non porti mai a qualche cosa di positivo, ed è per questo che sono qui a confrontarmi, perchè sono il primo che si mette in discussione, e che crede che il mentale non serva a niente senza tecnica, tattica e parte fisica..

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Messaggio Da veterano Gio 07 Feb 2013, 19:53

Sergio se incominciamo a dire che tutto incomincia dalla testa la discussione finisce prima di cominciare........ho provato a buttare giu' qualcosa ma purtroppo poche ore fa ho ricevuto una notizia che non mi fa scrivere piu di quattro parole sensate di fila.........cosa vuoi fare la testa in questo caso e' proprio da un altra parte.....comunque dammi tempo di assorbire il colpo e cerchero di continuare a seguire la discusione.....
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Messaggio Da sergiocosta Gio 07 Feb 2013, 19:56

mi dispiace per la tua brutta notizia, quindi non ti preoccupare nel rispondere..

ps: per il tutto che comincia dalla testa, per fortuna o purtroppo non lo dico io.. lol!
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Messaggio Da Kingkongy Gio 07 Feb 2013, 23:32

MMMM...Sergio, perdonami, però così non va.
Nel senso che poni la questione su termini antropologici. Della serie: che differenza c'è tra un'alga e un giocatore di tennis.
Se c'è uno sport che ha profondi, profondissimi legami con le attività cerebrali, la psicologia e il misticismo...beh, questo è il tennis. Figurati se io escludo a priori l'importanza dellla "mente". Tutto è mentale nel tennis. Anzi, ci sono anche studi su come lo swing tragga benefici dall'inattività fisica (pratica) in favore di un allenamento meramente mentale, ricostruito, scomposto e approfondito fin nei dettagli più minimi e intimi attraverso un lavoro di esercitazione "virtuale".
Però, però, però dobbiamo capirci. Lo swing si consolida con riferimenti fisici: sensazioni. Adesso cosa facciamo, ci domandiamo quanto sia "mentale" una sensazione?
Il gioco delle domande, ovvero lo "scegli cosa serve" ...è un gioco. Cosa c'è di più mentale dell'estraneazione? Cosa c'entra il ruolo e la funzione dell'allenamento e degli istruttori con l'istinto? Uno può allenarsi a morte e lavorare mentalmente e psicologicamente fin che vuoi...ma la lucidità del judoca non è la lucidità del tennista: lo judo è uno sport di contatto, dove tutti i ricettori fisici sono saturi di sensazioni e di input. Il tennis è un gioco di gesto e situazione, dove in una frazione di secondo bruci anni di allenamento fisico (e mentale). Nel tennis - come dice giustamente i doc Sergio - ci si allena alla trance: ultimo a dubitare di ciò. Non serve la mente???? Come non serve? Dico che non serve pensare allo swing. Allo swing si pensa per apprendere, non per eseguire. Provare a chiedere a un giocatore di golf quanto pensa al "drag" per aumentare la velocità della testa del club....Eppure il golf è "lo sport delle scelte": non solo scegli lo swing ma anche uno tra 14 bastoni !
Se dà fastidio la parola "istinto" posso cambiarla: non sono innamorato dell'idioma. Ma sul concetto sì.
Se pensi ai 5 gradi di angolo guadagnati ruotando il polso in quella maniera e poi ti soffermi sui 6 mesi 4 giorni e 2 ore che ci hai messo per farlo...beh, ragazzi, mi sa che di tennis ne avete giocato pochino... Puoi ricercare quella sensazione, puoi farti una risata mentre pensi a quando ti sei preso una racchettata in testa per errore per provare quei 5 gradi, puoi anche ripetere il "mantra" inventato per l'occasione....ma quando sei sulla palla stacchi la spina e vorresti mangiartela: se la racchetta pesasse 4 Kg anziché 4 etti...la gireresti alla stessa velocità e con gli stessi angoli! Come Superman. E se pesasse 40 Kg sarebbe lo stesso: "vuoi quello swing". Mentale? Boh? Che ne so? Tecnica? Già fatto. Fisico? Serve. Istintivo? Più di così.

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Messaggio Da Federyonex Ven 08 Feb 2013, 00:16

Sintetizzando: la mente conta nel tennis?
Risposta: si. La mente conta in tutto.

Quali aspetti mentali (concentrazione, attenzione, memoria...) contano di piú?
Risposta: tutti, in misura diversa z seconda del soggetto.
Le sensazioni sono un processo mentale, è ovvio, e ci permettono di apprendere.

Le domande di Sergio ci hanno fatto un pó divagare. Io direi adesso, se Sergio vuole, di portare avanti il discorso, cosí come ha fatto per gli altri suoi post.
Le sezioni tecniche e atletiche ci sono giá ed è inutile chiedersi se è piú utile questo o quello: se ad uno l'aspetto mentale non interessa pazienza, si orienterà solo sugli altri due aspetti. Non riduciamo il tutto ad una classifica tra le componenti, tanto ognuno la pensa cone vuole.
Sergio parlava del suo ruolo anchd in relazione all'aspetto affettivo dei giocatori (genitori dei bambini), non solo come strumento di perfezionamento agonistico.
Sarà che ho un bimbo piccolo che forse in giorno ciocherá perchè mi vede giocare, ma questo argomento "psicologico" mi interessa molto.
Quindi, posto che la testa conta almeno in pó ad ogni livello, vediamo quali altri spunti Sergio ci da Smile


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