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La nostra crisi... LEGGETE CON MOLTA ATTENZIONE
+3
wbtit
Lupo65
Elric
7 partecipanti
Pagina 1 di 1
La nostra crisi... LEGGETE CON MOLTA ATTENZIONE
Questo articolo di paolo Barnard.
Che sottoscrivo IN TOTO:
http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=9314
Ospite- Ospite
Re: La nostra crisi... LEGGETE CON MOLTA ATTENZIONE
Propongo di abrogare la legge Basaglia
mano di travertino
Ogni problema complesso ha una soluzione semplice. Ma è sbagliata
Elric- Messaggi : 441
Data d'iscrizione : 26.11.10
Età : 58
Località : Bergamo
Re: La nostra crisi... LEGGETE CON MOLTA ATTENZIONE
Strano, e' un po la fotocopia nei concetti importanti di un articolo uscito dalla BBC cinque giorni fa...
Lupo65- Moderatore
- Messaggi : 5077
Data d'iscrizione : 17.01.11
Età : 58
Località : Kinross-shire
Re: La nostra crisi... LEGGETE CON MOLTA ATTENZIONE
Lupo65 ha scritto:Strano, e' un po la fotocopia nei concetti importanti di un articolo uscito dalla BBC cinque giorni fa...
Barnard sono ANNI che propugna queste teorie!
Ospite- Ospite
Re: La nostra crisi... LEGGETE CON MOLTA ATTENZIONE
Non lo metto in dubbio...allora e' qualcuno della BBC che lo ha letto.
Lupo65- Moderatore
- Messaggi : 5077
Data d'iscrizione : 17.01.11
Età : 58
Località : Kinross-shire
Re: La nostra crisi... LEGGETE CON MOLTA ATTENZIONE
Lupo65 ha scritto:Non lo metto in dubbio...allora e' qualcuno della BBC che lo ha letto.
E' poco importante....
La cosa seria è che, secondo me, sono cose sacrosante.... salvo magari l'insulto a Napolitano... che sono convinto agisca in buona fede!
Ospite- Ospite
Re: La nostra crisi... LEGGETE CON MOLTA ATTENZIONE
Ieri ho ascoltato su radio24 stralci di un'intervista ad un'esconomista sull'argomento.
Ha detto più di una cosa interessante.
Ha citato una teoria economica (tipo multi-equilibrio stabile) che prevede vie d'uscita per paesi in difficoltà anche con alta inflazione e alto debito.
Ha detto che l'Argentina dopo il default e dopo aver MOLLATO l'FMI si è ripresa bene (un mio amico sacerdote dice che c'è un forte export verso il Brasile).
Ha detto che il Brasile in un momento di alto debito e alta inflazione ha MOLLATO (viva Lula) l'FMI e ora fa parte del BRIC ed è un'economia emergente.
Io dico che la decisione dell'Europa di affidarsi all'FMI per uscire dalla crisi potrebbe portare una s1iga immane.
Riguardo Barnard, che apprezzo sempre più, penso che non consideri il fattore irrazionale nella sua ipotesi di aggressione all'Italia (un paese che ha un passato di fascismo reale). In passato ci hanno provato con la Germania post WWI portando all'esasperazione un intero paese e consegnarlo nella mani di Hitler.
I romani dicevano ponti d'oro al nemico...
Ha detto più di una cosa interessante.
Ha citato una teoria economica (tipo multi-equilibrio stabile) che prevede vie d'uscita per paesi in difficoltà anche con alta inflazione e alto debito.
Ha detto che l'Argentina dopo il default e dopo aver MOLLATO l'FMI si è ripresa bene (un mio amico sacerdote dice che c'è un forte export verso il Brasile).
Ha detto che il Brasile in un momento di alto debito e alta inflazione ha MOLLATO (viva Lula) l'FMI e ora fa parte del BRIC ed è un'economia emergente.
Io dico che la decisione dell'Europa di affidarsi all'FMI per uscire dalla crisi potrebbe portare una s1iga immane.
Riguardo Barnard, che apprezzo sempre più, penso che non consideri il fattore irrazionale nella sua ipotesi di aggressione all'Italia (un paese che ha un passato di fascismo reale). In passato ci hanno provato con la Germania post WWI portando all'esasperazione un intero paese e consegnarlo nella mani di Hitler.
I romani dicevano ponti d'oro al nemico...
wbtit- Messaggi : 190
Data d'iscrizione : 29.12.10
Età : 54
Re: La nostra crisi... LEGGETE CON MOLTA ATTENZIONE
Questo articolo gira già sul web da diversi giorni...quindi molto probabile che la BBC lo abbia ripreso qualche giorno fa!!!
Cmq fa riflettere.......
Cmq fa riflettere.......
perché il tennis è passione, ma incordare con passione è un'arte
IRSA PRO STRINGER & USRSA MRT
www.liveinadream.com ...il mio blog
Re: La nostra crisi... LEGGETE CON MOLTA ATTENZIONE
Non condivido assolutamente.wbtit ha scritto:Ieri ho ascoltato su radio24 stralci di un'intervista ad un'esconomista sull'argomento.
Ha detto più di una cosa interessante.
Ha citato una teoria economica (tipo multi-equilibrio stabile) che prevede vie d'uscita per paesi in difficoltà anche con alta inflazione e alto debito.
Ha detto che l'Argentina dopo il default e dopo aver MOLLATO l'FMI si è ripresa bene (un mio amico sacerdote dice che c'è un forte export verso il Brasile).
Ha detto che il Brasile in un momento di alto debito e alta inflazione ha MOLLATO (viva Lula) l'FMI e ora fa parte del BRIC ed è un'economia emergente.
Io dico che la decisione dell'Europa di affidarsi all'FMI per uscire dalla crisi potrebbe portare una s1iga immane.
Riguardo Barnard, che apprezzo sempre più, penso che non consideri il fattore irrazionale nella sua ipotesi di aggressione all'Italia (un paese che ha un passato di fascismo reale). In passato ci hanno provato con la Germania post WWI portando all'esasperazione un intero paese e consegnarlo nella mani di Hitler.
I romani dicevano ponti d'oro al nemico...
Si mettono sullo stesso piano l'Italia con il Brasile e l'Argentina, cioè delle realtà TOTALMENTE differenti.
I due Paesi dell'America latina possono permettersi il "lusso" di entrare e uscire a piacimento dal FMI, fallire e ristrutturare il debito, valutare e svalutare moneta ecc... perché hanno delle risorse (leggi materie prime) ed un'economia in espansione che gli consentono di attuare senza troppi rischi una politica del genere.
Noi NO! Toglietevelo dalla zucca.
Siamo legati a doppio e triplo filo con gli altri Stati europei e viceversa. Quindi se bisogna fare delle scelte strategiche queste devono essere CONDIVISE e supportate da tutti.
L'Europa può anche decidere di uscire dal FMI, ma ciò non sarà privo di ricadute sul piano politico perché significa contrapporsi apertamente agli Stati Uniti.
Non che sia sbagliato, ma bisogna avere un obiettivo di fondo (diventare la prima potenza mondiale? essere partner esclusivo per il mercato russo-asiatico? unico interlocutore politico dei paesi arabi?) ed essere in grado di perseguirlo.
www.albertoponturo.it
www.albertoponturo.it/blog
http://www.flickr.com/photos/albertoponturo
Re: La nostra crisi... LEGGETE CON MOLTA ATTENZIONE
Guarda che all'Argentina e al Brasile PRIMA di uscire dall'FMI sono piovute minacce di ogni tipo, che non avrebbero avuto più credito, che gli avrebbero tagliato le gambe, che sarebbero cadute all'inferno, ecc. ecc.Feliciano ha scritto:
Non condivido assolutamente.
Si mettono sullo stesso piano l'Italia con il Brasile e l'Argentina, cioè delle realtà TOTALMENTE differenti.
I due Paesi dell'America latina possono permettersi il "lusso" di entrare e uscire a piacimento dal FMI, fallire e ristrutturare il debito, valutare e svalutare moneta ecc... perché hanno delle risorse (leggi materie prime) ed un'economia in espansione che gli consentono di attuare senza troppi rischi una politica del genere.
Noi NO! Toglietevelo dalla zucca.
Siamo legati a doppio e triplo filo con gli altri Stati europei e viceversa. Quindi se bisogna fare delle scelte strategiche queste devono essere CONDIVISE e supportate da tutti.
L'Europa può anche decidere di uscire dal FMI, ma ciò non sarà privo di ricadute sul piano politico perché significa contrapporsi apertamente agli Stati Uniti.
Non che sia sbagliato, ma bisogna avere un obiettivo di fondo (diventare la prima potenza mondiale? essere partner esclusivo per il mercato russo-asiatico? unico interlocutore politico dei paesi arabi?) ed essere in grado di perseguirlo.
Quindi un po' di dubbi verso molte cassandre (che se parliamo di economisti sono quelli che parlano di crisi DOPO che sono accadute come nel 2008) che a volte parlano un po' al vento ma che in concreto...
Io guardo ai fatti.
Tutto questo è già successo in Italia nel 1992.
Sono stati chiesti sacrifici per uscire dalla crisi e diventare più competitivi (accordi del '93). Il mantra era abbassare il costo del lavoro e più flessibilità, dopo 20 anni abbiamo uno stipendio di 1000 al mese, il 90% dei giovani sono precari e ancora non basta (penso che sia chiaro che abolire l'articolo 18 sia una nuova balla cosmica).
Al momento di incassare il dividendo, il frutto di tanti sacrifici, arriva B. (ma avrebbe potuto essere Gianni & Pinotto) che spende e spande effendi (vogliamo parlare degli incentivi di Tremonti a costruire capannoni che hanno devastato il terrotorio?).
E' triste dirlo ma l'Italia andava bene solo quando ogni tot di anni si svalutava la lira del 7%, andare all'estero era improponibile ma almeno due settimane a Rimini ad agosto le facevi.
Io nel '92 c'ero e ho memoria di quanto è successo. E tu?
wbtit- Messaggi : 190
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Re: La nostra crisi... LEGGETE CON MOLTA ATTENZIONE
Noi NO! Toglietevelo dalla zucca.Feliciano ha scritto:Non condivido assolutamente.wbtit ha scritto:
Riguardo Barnard, che apprezzo sempre più, penso che non consideri il fattore irrazionale nella sua ipotesi di aggressione all'Italia (un paese che ha un passato di fascismo reale). In passato ci hanno provato con la Germania post WWI portando all'esasperazione un intero paese e consegnarlo nella mani di Hitler.
I romani dicevano ponti d'oro al nemico...
Si mettono sullo stesso piano l'Italia con il Brasile e l'Argentina, cioè delle realtà TOTALMENTE differenti.
I due Paesi dell'America latina possono permettersi il "lusso" di entrare e uscire a piacimento dal FMI, fallire e ristrutturare il debito, valutare e svalutare moneta ecc... perché hanno delle risorse (leggi materie prime) ed un'economia in espansione che gli consentono di attuare senza troppi rischi una politica del genere.
Siamo legati a doppio e triplo filo con gli altri Stati europei e viceversa. Quindi se bisogna fare delle scelte strategiche queste devono essere CONDIVISE e supportate da tutti.
Ed io non concordo ASSOLUTAMENTE con la tua visione...
L'unica via di uscita è SGANCIARSI dall'FMI.... e dalla BCE.
Altrimenti, sempre più depressione, sempre più povertà... sempre MENO futuro.
Ospite- Ospite
Re: La nostra crisi... LEGGETE CON MOLTA ATTENZIONE
Io al tempo ero piccolino ma oggi sono incaxxato nero per come voi e gli altri della Vostra età ci avete fatto trovare l'Italia.wbtit ha scritto:
Io nel '92 c'ero e ho memoria di quanto è successo. E tu?
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Re: La nostra crisi... LEGGETE CON MOLTA ATTENZIONE
Feliciano ha scritto:Io al tempo ero piccolino ma oggi sono incaxxato nero per come voi e gli altri della Vostra età ci avete fatto trovare l'Italia.wbtit ha scritto:
Io nel '92 c'ero e ho memoria di quanto è successo. E tu?
If 'you' = 'buontempone'
then display ''
else display 'approfondisci la storia Italiana econimca e polita recente prima di arrabbiarti'
end
wbtit- Messaggi : 190
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Età : 54
Re: La nostra crisi... LEGGETE CON MOLTA ATTENZIONE
E mi ci metto dentro anch'io, e devo dirti che non hai torto.Feliciano ha scritto:oggi sono incaxxato nero per come voi e gli altri della Vostra età ci avete fatto trovare l'Italia.
I nostri padri hanno lottato per garantirci benessere e stabilità, noi ne abbiamo goduto ma non ci siamo impegnati abbastanza per garantire le stesse cose ai nostri figli.
Ora qualcosa dovrà cambiare, sarà un bagno di sangue ma non saranno i 50enni affermati a soffrirne di più, quanto le generazioni impegnate a costruirsi un futuro.
Buona fortuna a te e a tutti i giovani come te.
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"Il cervello finisce con l'adattarsi all'invecchiamento rassegnandosi a impartire ordini in linea con la mutata condizione fisica." Satrapo, li 05/07/2010
marco61- Messaggi : 11769
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Località : sanremo
Re: La nostra crisi... LEGGETE CON MOLTA ATTENZIONE
Perdindirindina, ma non può essere sempre colpa degli altri e di sicuro non è colpa mia .
Dal '92 ad oggi è mancata la costanza necessaria a diventare un paese "serio" da parte dei politici e di chi li ha votati e si è scelto una strategia a lungo termine inadeguata (competitività basata solo su bassi costi della manodopera).
Sacrifici ne sono già stati fatti e non hanno portato i benefici promessi.
Dal '92 ad oggi è mancata la costanza necessaria a diventare un paese "serio" da parte dei politici e di chi li ha votati e si è scelto una strategia a lungo termine inadeguata (competitività basata solo su bassi costi della manodopera).
Sacrifici ne sono già stati fatti e non hanno portato i benefici promessi.
wbtit- Messaggi : 190
Data d'iscrizione : 29.12.10
Età : 54
Re: La nostra crisi... LEGGETE CON MOLTA ATTENZIONE
Non conoscevo Barnard, ma i toni sono molto accesi.
Il problema é l'internazionalizzazione delle economie e la globalità dei mercati, finanziari e dei beni.
É chiaro che se qualcuno ti presta dei soldi, tu prima o poi glieli devi restituire se glielo hai promesso e la tensione finanziaria che ha colpito l'italia deriva dalla perdita di fiducia che i mercati avevano nell'italia come debitrice.
Non si possono paragonare grecia, argentina e brasile con l'italia per la diversa maturità e dimensione dei mercati, in piú le cose sono molto peggiorate in termini di fragilità globale dei sistemi finanziari dopo lehman bros 2008.
Barnard prospetta delle cose che sono in totale contraddizione con i meccanismi di funzionamento delle economie odierne, utopie direi.
É vero che ci sono profondeingiustizie sociali e intergenerazionali ma ci sono paesi che pur in questo contesto, vediGermania o paesi del nord europa, se la cavano e altri come no dove siaspettano momenti di grisi gravissimi prima di fare riforme oprocedere ad atti coraggiosi per ammodernare la società.
Si sa da decenni, almeno due, che cosa bisogna fare per rendere competitivo l paese, ma qualcuno, al di la delle limitate e timide riforme Bersani sugli ordini, ne ha mai fatte altre?
Il problema é l'internazionalizzazione delle economie e la globalità dei mercati, finanziari e dei beni.
É chiaro che se qualcuno ti presta dei soldi, tu prima o poi glieli devi restituire se glielo hai promesso e la tensione finanziaria che ha colpito l'italia deriva dalla perdita di fiducia che i mercati avevano nell'italia come debitrice.
Non si possono paragonare grecia, argentina e brasile con l'italia per la diversa maturità e dimensione dei mercati, in piú le cose sono molto peggiorate in termini di fragilità globale dei sistemi finanziari dopo lehman bros 2008.
Barnard prospetta delle cose che sono in totale contraddizione con i meccanismi di funzionamento delle economie odierne, utopie direi.
É vero che ci sono profondeingiustizie sociali e intergenerazionali ma ci sono paesi che pur in questo contesto, vediGermania o paesi del nord europa, se la cavano e altri come no dove siaspettano momenti di grisi gravissimi prima di fare riforme oprocedere ad atti coraggiosi per ammodernare la società.
Si sa da decenni, almeno due, che cosa bisogna fare per rendere competitivo l paese, ma qualcuno, al di la delle limitate e timide riforme Bersani sugli ordini, ne ha mai fatte altre?
Oedem : le racchette migliori sono quelle che hanno le corde
Federyonex- Messaggi : 699
Data d'iscrizione : 18.07.11
Re: La nostra crisi... LEGGETE CON MOLTA ATTENZIONE
Speriamo Marco.
Ti assicuro che l'impegno da parte di noi giovani (almeno da parte mia) c'è.
Rispondo a Wbit.
Io sinceramente non ho capito quale è la tua opinione in merito. Sarà che ho avuto una settimana pesante ma non ci arrivo proprio.
- Sostieni che l'Italia dovrebbe uscire dal sistema economico internazionale per accodarsi a Argentina e Brasile, senza chiederti se la cosa sia fattibile e se questi due Paesi accoglierebbero a braccia aperte l'Italia nella loro organizzazione monetaria. Perché dai per scontata la cosa quando non lo è affatto.
- Sostieni che si stava meglio quando c'era la lira perché la svalutavamo a piacimento e le due settimana di villeggiatura erano assicurate.
Ma questo era possibile proprio perché stavamo in un certo contesto economico-politico, con gli USA che facevano da "garanti" al nostro mostruoso debito pubblico e la Germania che acconsentiva.
Il tenore di vita degli anni '80 si è generato attraverso una politica di incremento ad infinitum di spesa pubblica.
*** L'esempio più clamoroso è stata l'assunzione in massa di persone nella pubblica amministrazione senza concorso, ma solo per "segnalazione" "iscrizione nelle liste di disoccupazione" "possesso di determinati requisiti come moglie e figli a carico, genitori invalidi ecc." "avere costituito una cooperativa sociale" ecc ecc...
"Legge giovani" della DC ti dice niente? Magari a te no, ma a molti che sono stati assunti grazie ad essa sì.
Il risultato è stato che, assieme a quelli bravi, sono stati inseriti nell'apparato burocratico statale, una pletora di gente che non aveva/ha le competenze per svolgere determinate funzioni e che oggi fanno da tappo alle nuove generazioni che vogliono inserirsi.
Penso ad un mio caro amico che circa tre anni fa ha vinto un concorso per funzionario amministrativo al ministero degli interni... beh sta ancora aspettando la chiamata. Il dirigente, in via informale, gli ha detto che prima del 2016 non se parla.
Io non sono contrario ad aiutare le categorie sopra elencate, anzi tutt'altro, ma non puoi farlo inserendole nell'apparto vitale dello Stato. ***
Il sistema che si era venuto a creare ovviamente non poteva essere più sostenuto dopo il 1989, anno della caduta del muro di Berlino, che ha comportato un mutamento radicale nella politica estera degli USA.
Non c'erano più i comunisti da tenere a bada e l'Italia non era più il primo baluardo contro il pericolo sovietico.
La faccio un po' a caricatura ma il concetto è quello: da quel giorno l'Italia ha dovuto camminare sulle sue gambe. Niente contributi a pioggia da parte dello Zio d'America.
Questo passaggio negli anni '90 non è stato ben capito e si è avuta l'illusione che fosse sufficiente sistemare i conti pubblici con una manovra finanziaria draconiana una tantum (quella del 1992), affinché si potesse continuare a spendere e spandere come in passato, attraverso il sistema clientelare di vecchio stampo DC-PSI, che in quegli anni fu Forza Italia.
Così sono nati la grandissima parte dei precari di oggi.
Si è colpevolmente ingenerata l'illusione che, come è stato per i padri, anche i figli potessero trovare "sistemazione" a babbo morto nell'apparato pubblico, o nelle aziende partecipate, o in quelle private che ricevono contributi.
Adesso i nodi sono venuti al pettine e non sarà facile sbrogliare la matassa.
Capitolo Unione Europea e la banca centrale europea nello specifico.
A prescindere se vi siano simpatici Merkel e Sarkò (a me per niente), io credo fortemente nell'idea che fu concepita nel lontano 1950 dai padri fondatori Adenauer, De Gasperi e Schuman.
La BCE anzi è andata oltre il proprio mandato pur di salvare quell'unità faticosamente conquistata.
O forse era meglio che avesse seguito il consiglio di quel mentecatto dell'onorevole Martino (tanto indegno figlio di tanto mirabile padre), cioè rimanere neutrale e sostanzialmente lasciare che gli eventi seguissero il proprio corso? Altro che acquistare massicciamente titoli italiani greci e spagnoli.
Così ci saremmo trovati dentro una crisi sull'economia reale senza precedenti, con tanto di assalti ai forni di manzoniana memoria.
Si può discutere su un miglior funzionamento delle istituzioni europee o su una radicale riforma del sistema bancario, ma prescindere completamente dalle stesse è a mio giudizio una follia.
A parte la considerazione che, a livello di giovani generazioni, l'Europa è, di fatto, più unita e integrata di quanto non lo sia politicamente.
Ti assicuro che l'impegno da parte di noi giovani (almeno da parte mia) c'è.
Rispondo a Wbit.
Io sinceramente non ho capito quale è la tua opinione in merito. Sarà che ho avuto una settimana pesante ma non ci arrivo proprio.
- Sostieni che l'Italia dovrebbe uscire dal sistema economico internazionale per accodarsi a Argentina e Brasile, senza chiederti se la cosa sia fattibile e se questi due Paesi accoglierebbero a braccia aperte l'Italia nella loro organizzazione monetaria. Perché dai per scontata la cosa quando non lo è affatto.
- Sostieni che si stava meglio quando c'era la lira perché la svalutavamo a piacimento e le due settimana di villeggiatura erano assicurate.
Ma questo era possibile proprio perché stavamo in un certo contesto economico-politico, con gli USA che facevano da "garanti" al nostro mostruoso debito pubblico e la Germania che acconsentiva.
Il tenore di vita degli anni '80 si è generato attraverso una politica di incremento ad infinitum di spesa pubblica.
*** L'esempio più clamoroso è stata l'assunzione in massa di persone nella pubblica amministrazione senza concorso, ma solo per "segnalazione" "iscrizione nelle liste di disoccupazione" "possesso di determinati requisiti come moglie e figli a carico, genitori invalidi ecc." "avere costituito una cooperativa sociale" ecc ecc...
"Legge giovani" della DC ti dice niente? Magari a te no, ma a molti che sono stati assunti grazie ad essa sì.
Il risultato è stato che, assieme a quelli bravi, sono stati inseriti nell'apparato burocratico statale, una pletora di gente che non aveva/ha le competenze per svolgere determinate funzioni e che oggi fanno da tappo alle nuove generazioni che vogliono inserirsi.
Penso ad un mio caro amico che circa tre anni fa ha vinto un concorso per funzionario amministrativo al ministero degli interni... beh sta ancora aspettando la chiamata. Il dirigente, in via informale, gli ha detto che prima del 2016 non se parla.
Io non sono contrario ad aiutare le categorie sopra elencate, anzi tutt'altro, ma non puoi farlo inserendole nell'apparto vitale dello Stato. ***
Il sistema che si era venuto a creare ovviamente non poteva essere più sostenuto dopo il 1989, anno della caduta del muro di Berlino, che ha comportato un mutamento radicale nella politica estera degli USA.
Non c'erano più i comunisti da tenere a bada e l'Italia non era più il primo baluardo contro il pericolo sovietico.
La faccio un po' a caricatura ma il concetto è quello: da quel giorno l'Italia ha dovuto camminare sulle sue gambe. Niente contributi a pioggia da parte dello Zio d'America.
Questo passaggio negli anni '90 non è stato ben capito e si è avuta l'illusione che fosse sufficiente sistemare i conti pubblici con una manovra finanziaria draconiana una tantum (quella del 1992), affinché si potesse continuare a spendere e spandere come in passato, attraverso il sistema clientelare di vecchio stampo DC-PSI, che in quegli anni fu Forza Italia.
Così sono nati la grandissima parte dei precari di oggi.
Si è colpevolmente ingenerata l'illusione che, come è stato per i padri, anche i figli potessero trovare "sistemazione" a babbo morto nell'apparato pubblico, o nelle aziende partecipate, o in quelle private che ricevono contributi.
Adesso i nodi sono venuti al pettine e non sarà facile sbrogliare la matassa.
Capitolo Unione Europea e la banca centrale europea nello specifico.
A prescindere se vi siano simpatici Merkel e Sarkò (a me per niente), io credo fortemente nell'idea che fu concepita nel lontano 1950 dai padri fondatori Adenauer, De Gasperi e Schuman.
La BCE anzi è andata oltre il proprio mandato pur di salvare quell'unità faticosamente conquistata.
O forse era meglio che avesse seguito il consiglio di quel mentecatto dell'onorevole Martino (tanto indegno figlio di tanto mirabile padre), cioè rimanere neutrale e sostanzialmente lasciare che gli eventi seguissero il proprio corso? Altro che acquistare massicciamente titoli italiani greci e spagnoli.
Così ci saremmo trovati dentro una crisi sull'economia reale senza precedenti, con tanto di assalti ai forni di manzoniana memoria.
Si può discutere su un miglior funzionamento delle istituzioni europee o su una radicale riforma del sistema bancario, ma prescindere completamente dalle stesse è a mio giudizio una follia.
A parte la considerazione che, a livello di giovani generazioni, l'Europa è, di fatto, più unita e integrata di quanto non lo sia politicamente.
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Re: La nostra crisi... LEGGETE CON MOLTA ATTENZIONE
Dal blog di Grillo.
LETTERA DALL'ARGENTINA
Monicelli disse che, purtroppo, in Italia la Rivoluzione non c'è mai stata. Gli angloamericani hanno messo fine al fascismo, non gli italiani. La BCE ha cacciato Berlusconi, non gli italiani e neppure un'opposizione collusa e di cartapesta.
I nuovi padroni hanno sempre sostituito i vecchi in questo Paese di servi. Forse ora, almeno una volta nella nostra Storia, potremmo tentare di liberarci da soli. Questa lettera dall'Argentina è un messaggio di speranza.
"Caro Beppe, cari tutti,
da piccola mio padre mi raccontava, e io la sognavo, l’Italia. La vostra meravigliosa penisola e il Mediterraneo erano per noi non soltanto la culla, insieme con la Grecia, della civilizzazione occidentale: per il 40% della popolazione dell’Argentina l’Italia era la Madre Patria.
Ci chiedevamo perché dovessimo parlare lo spagnolo, con cui non avevamo niente a che fare. I nostri genitori compravano – delle volte con fatica – riviste italiane come la Domenica del Corriere, e noi bambini guardavamo le vignette “Senza parole” cercando di capirle, intanto ascoltavamo Iva Zanicchi cantare “Fra noi”. In buona parte del mio Paese i cognomi sono esattamente i Vostri.
Circostanze fortuite fecero sì che venissi in Italia da ragazzina, volando sola dagli zii e che, subito dopo, ci fosse in Argentina il golpe del ’76. Mio padre decise che era meglio che restassi in Italia. E cosi fu. In Argentina tornai nell’83 dopo una frase di mio cugino di Baudenasca (Pinerolo), che guardandomi soffrire in una crisi di nostalgia mi disse: “Generazione che emigra é generazione perduta”. Scelsi allora che la mia casa sarebbe stata per sempre l’Argentina. Comunque l’Italia é nel mio sangue e nel mio cuore, tanto da portarne la Carta d’Identitá nel portafoglio insieme con il mio Documento Nacional de Identidad.
Seguo quindi le questioni italiane da sempre, guardo Rai International come tantissimi argentini, la piú vasta popolazione d’origine italiana in un Paese estero, anche se l’Italia ci ha spesso ignorato. Ho assistito sbalordita a molte vicende italiane degli ultimi anni cosí come alle avventure del Vostro Cavaliere. In Argentina, quelli che voi chiamate i “poteri forti”, non avendo potuto rialzarsi nonostante il golpe e la dittatura, si inserirono nel governo Menem, corrompendolo e travolgendolo sin dall’inizio. Per poco non riuscirono. Va peró detto che dopo Menem siamo riusciti a reagire e quando, con il governo dell’Alianza di De La Rua, vollero darci il colpo finale, la popolazione nelle piazze lo forzó a rinunciare e se ne dovette andare.
Non sono stati loro, i “poteri forti”, a cacciare chi era disposto a fare le riforme che vi dicono ora che “ci vogliono” e che un governo da voi eletto non puó fare perché “impopolari”. Siamo stati noi, i cittadini nelle strade, a cacciarlo via nonostante fossimo confusi perché ci tenevano come voi con le spalle contro il muro, attanagliati dai titoli a caratteri cubitali sui giornali con il “Riesgo País” (il vostro “Spread”) che ci avrebbe portati tutti all’inferno se non prendevamo la cicuta. Il dilemma era uguale a quello che é posto a voi e ai greci "Se non volete morire ammazzati, suicidatevi poco a poco".
La legge di “Flessibilizzazione del lavoro”, approvata dal governo De La Rua pagando i senatori, fu derogata.
I contributi (persino quelli), che erano stati privatizzati e consegnati ai “Fondi Pensione”, sono stati recuperati dallo Stato. Il PBI (prodotto interno lordo, ndr) argentino, che nell’anno del default andó giú strepitosamente (-11% nel 2002), cominció subito a crescere ad una media dell’8-9% annua sin dal 2003 e chiuderá il 2011 con una crescita del 7% nonostante la crisi internazionale. Centinaia di ricercatori tornano in Argentina grazie al programma “Radici” del governo; il budget per la pubblica istruzione (dichiarata “bene pubblico” per legge) è passato da meno del 2% del PBI (2001) al 6,5%.
Al “libero commercio” voluto dagli Stati Uniti per il continente americano i nostri Paesi hanno detto no, per volontá di quei presidenti che godono del piú vasto consenso dei loro cittadini e che vengono spesso scherniti dal “Primo Mondo”. Per i media globali Chavez, ad esempio, é un pagliaccio. Cristina, una “populista” che pensa solo a comprare scarpe e borse costose. Evo Morales, un “selvaggio” e cosí via. Stereotipi per screditare i nostri governi perché stiamo resistendo ai “poteri forti”.
Cresciamo, abbiamo volontá e fiducia e passione, anche se sappiamo benissimo – perché l’abbiamo imparato a sangue e fuoco – con chi abbiamo a che fare e nonostante loro continuino ad avere qualcuno tra di noi che fa da servo piú o meno ben pagato.
Volevo dirvelo, perché l’Italia e gli italiani mi stanno a cuore, perché ho mezza famiglia in Italia. Non lasciatevi portare cosí al macello, non svendete l’Italia. Se non ce la fate Voi, vincono loro. Piú vincono loro, piú siamo tutti a rischio."
Lili A., Santa Rosa La Pampa Argentina
LETTERA DALL'ARGENTINA
Monicelli disse che, purtroppo, in Italia la Rivoluzione non c'è mai stata. Gli angloamericani hanno messo fine al fascismo, non gli italiani. La BCE ha cacciato Berlusconi, non gli italiani e neppure un'opposizione collusa e di cartapesta.
I nuovi padroni hanno sempre sostituito i vecchi in questo Paese di servi. Forse ora, almeno una volta nella nostra Storia, potremmo tentare di liberarci da soli. Questa lettera dall'Argentina è un messaggio di speranza.
"Caro Beppe, cari tutti,
da piccola mio padre mi raccontava, e io la sognavo, l’Italia. La vostra meravigliosa penisola e il Mediterraneo erano per noi non soltanto la culla, insieme con la Grecia, della civilizzazione occidentale: per il 40% della popolazione dell’Argentina l’Italia era la Madre Patria.
Ci chiedevamo perché dovessimo parlare lo spagnolo, con cui non avevamo niente a che fare. I nostri genitori compravano – delle volte con fatica – riviste italiane come la Domenica del Corriere, e noi bambini guardavamo le vignette “Senza parole” cercando di capirle, intanto ascoltavamo Iva Zanicchi cantare “Fra noi”. In buona parte del mio Paese i cognomi sono esattamente i Vostri.
Circostanze fortuite fecero sì che venissi in Italia da ragazzina, volando sola dagli zii e che, subito dopo, ci fosse in Argentina il golpe del ’76. Mio padre decise che era meglio che restassi in Italia. E cosi fu. In Argentina tornai nell’83 dopo una frase di mio cugino di Baudenasca (Pinerolo), che guardandomi soffrire in una crisi di nostalgia mi disse: “Generazione che emigra é generazione perduta”. Scelsi allora che la mia casa sarebbe stata per sempre l’Argentina. Comunque l’Italia é nel mio sangue e nel mio cuore, tanto da portarne la Carta d’Identitá nel portafoglio insieme con il mio Documento Nacional de Identidad.
Seguo quindi le questioni italiane da sempre, guardo Rai International come tantissimi argentini, la piú vasta popolazione d’origine italiana in un Paese estero, anche se l’Italia ci ha spesso ignorato. Ho assistito sbalordita a molte vicende italiane degli ultimi anni cosí come alle avventure del Vostro Cavaliere. In Argentina, quelli che voi chiamate i “poteri forti”, non avendo potuto rialzarsi nonostante il golpe e la dittatura, si inserirono nel governo Menem, corrompendolo e travolgendolo sin dall’inizio. Per poco non riuscirono. Va peró detto che dopo Menem siamo riusciti a reagire e quando, con il governo dell’Alianza di De La Rua, vollero darci il colpo finale, la popolazione nelle piazze lo forzó a rinunciare e se ne dovette andare.
Non sono stati loro, i “poteri forti”, a cacciare chi era disposto a fare le riforme che vi dicono ora che “ci vogliono” e che un governo da voi eletto non puó fare perché “impopolari”. Siamo stati noi, i cittadini nelle strade, a cacciarlo via nonostante fossimo confusi perché ci tenevano come voi con le spalle contro il muro, attanagliati dai titoli a caratteri cubitali sui giornali con il “Riesgo País” (il vostro “Spread”) che ci avrebbe portati tutti all’inferno se non prendevamo la cicuta. Il dilemma era uguale a quello che é posto a voi e ai greci "Se non volete morire ammazzati, suicidatevi poco a poco".
La legge di “Flessibilizzazione del lavoro”, approvata dal governo De La Rua pagando i senatori, fu derogata.
I contributi (persino quelli), che erano stati privatizzati e consegnati ai “Fondi Pensione”, sono stati recuperati dallo Stato. Il PBI (prodotto interno lordo, ndr) argentino, che nell’anno del default andó giú strepitosamente (-11% nel 2002), cominció subito a crescere ad una media dell’8-9% annua sin dal 2003 e chiuderá il 2011 con una crescita del 7% nonostante la crisi internazionale. Centinaia di ricercatori tornano in Argentina grazie al programma “Radici” del governo; il budget per la pubblica istruzione (dichiarata “bene pubblico” per legge) è passato da meno del 2% del PBI (2001) al 6,5%.
Al “libero commercio” voluto dagli Stati Uniti per il continente americano i nostri Paesi hanno detto no, per volontá di quei presidenti che godono del piú vasto consenso dei loro cittadini e che vengono spesso scherniti dal “Primo Mondo”. Per i media globali Chavez, ad esempio, é un pagliaccio. Cristina, una “populista” che pensa solo a comprare scarpe e borse costose. Evo Morales, un “selvaggio” e cosí via. Stereotipi per screditare i nostri governi perché stiamo resistendo ai “poteri forti”.
Cresciamo, abbiamo volontá e fiducia e passione, anche se sappiamo benissimo – perché l’abbiamo imparato a sangue e fuoco – con chi abbiamo a che fare e nonostante loro continuino ad avere qualcuno tra di noi che fa da servo piú o meno ben pagato.
Volevo dirvelo, perché l’Italia e gli italiani mi stanno a cuore, perché ho mezza famiglia in Italia. Non lasciatevi portare cosí al macello, non svendete l’Italia. Se non ce la fate Voi, vincono loro. Piú vincono loro, piú siamo tutti a rischio."
Lili A., Santa Rosa La Pampa Argentina
Ospite- Ospite
Re: La nostra crisi... LEGGETE CON MOLTA ATTENZIONE
Replico volentieri sperando di non essere noioso, nel qual caso qualcuno me lo dica, con l'intenzione di esporre le mie idee nel rispetto di quelle degli altri.Feliciano ha scritto:
Rispondo a Wbit.
Io sinceramente non ho capito quale è la tua opinione in merito. Sarà che ho avuto una settimana pesante ma non ci arrivo proprio.
- Sostieni che l'Italia dovrebbe uscire dal sistema economico internazionale per accodarsi a Argentina e Brasile, senza chiederti se la cosa sia fattibile e se questi due Paesi accoglierebbero a braccia aperte l'Italia nella loro organizzazione monetaria. Perché dai per scontata la cosa quando non lo è affatto.
Sono un semplice elettore (non ho tessere, incarichi, ruoli di nessun tipo) di sinistra(liberale) che legge "La Repubblica" dal 1982 e che nel '92, a 22 anni, credette che la ricetta proposta di austerity+flessibilità fosse giusta. Credevo che il mio paese potesse uscire dai fanghi del CAF e successe l'incredibile ossia che al potere arrivasse un epigone di Craxi!
E' un fatto che i paesi che sono usciti dall'FMI si sono ripresi contro ogni previsione.
E' un fatto che l'Italia non è riuscita a ridurre il debito (e tu sai perché) in 17 anni e quindi è del tutto inadatta a sostenere un piano dell'FMI (se non per qualche mese poi arriverà qualcuno che alle elezioni prometterà frizzi e lazzi...).
Tristemente osservo che l'apice dell'efficacia della politica italiana per aumentare la competitività-paese si è raggiunto quando essa agiva sulla leva della svalutazione monetaria. Quando la politica ha cercato di percorrere la via del rigore dei conti pubblici ha perso il consenso elettorale...Feliciano ha scritto:
- Sostieni che si stava meglio quando c'era la lira perché la svalutavamo a piacimento e le due settimana di villeggiatura erano assicurate.
Ma questo era possibile proprio perché stavamo in un certo contesto economico-politico, con gli USA che facevano da "garanti" al nostro mostruoso debito pubblico e la Germania che acconsentiva.
Il tenore di vita degli anni '80 si è generato attraverso una politica di incremento ad infinitum di spesa pubblica.
Tutte cose vere, che negli anni 80 si leggevano sui giornali ma andava bene a moltissimi.Feliciano ha scritto:
*** L'esempio più clamoroso è stata l'assunzione in massa di persone nella pubblica amministrazione senza concorso,
.... ***
Diciamo che c'è stato un alternarsi di governi formica/cicala uno risparmiava e l'altro spendeva?Feliciano ha scritto:
Il sistema che si era venuto a creare ovviamente non poteva essere più sostenuto dopo il 1989, anno della caduta del muro di Berlino, che ha comportato un mutamento radicale nella politica estera degli USA.
Non c'erano più i comunisti da tenere a bada e l'Italia non era più il primo baluardo contro il pericolo sovietico.
La faccio un po' a caricatura ma il concetto è quello: da quel giorno l'Italia ha dovuto camminare sulle sue gambe. Niente contributi a pioggia da parte dello Zio d'America.
Questo passaggio negli anni '90 non è stato ben capito e si è avuta l'illusione che fosse sufficiente sistemare i conti pubblici con una manovra finanziaria draconiana una tantum (quella del 1992), affinché si potesse continuare a spendere e spandere come in passato, attraverso il sistema clientelare di vecchio stampo DC-PSI, che in quegli anni fu Forza Italia.
Così sono nati la grandissima parte dei precari di oggi.
Si è colpevolmente ingenerata l'illusione che, come è stato per i padri, anche i figli potessero trovare "sistemazione" a babbo morto nell'apparato pubblico, o nelle aziende partecipate, o in quelle private che ricevono contributi.
Adesso i nodi sono venuti al pettine e non sarà facile sbrogliare la matassa.
La sfortuna ha voluto che qualche anno fa la stessa Germania si trovasse a sforare il tetto (fortemente voluto dai tedeschi) del 3% deficit/pil e per non affrontare l'onta di una lettera di "monito" ha consentito a Italia, Grecia & C. un po' di flessibilità. Ora sappiamo come è andata a finire.Feliciano ha scritto:
Capitolo Unione Europea e la banca centrale europea nello specifico.
A prescindere se vi siano simpatici Merkel e Sarkò (a me per niente), io credo fortemente nell'idea che fu concepita nel lontano 1950 dai padri fondatori Adenauer, De Gasperi e Schuman.
La BCE anzi è andata oltre il proprio mandato pur di salvare quell'unità faticosamente conquistata.
O forse era meglio che avesse seguito il consiglio di quel mentecatto dell'onorevole Martino (tanto indegno figlio di tanto mirabile padre), cioè rimanere neutrale e sostanzialmente lasciare che gli eventi seguissero il proprio corso? Altro che acquistare massicciamente titoli italiani greci e spagnoli.
Così ci saremmo trovati dentro una crisi sull'economia reale senza precedenti, con tanto di assalti ai forni di manzoniana memoria.
Si può discutere su un miglior funzionamento delle istituzioni europee o su una radicale riforma del sistema bancario, ma prescindere completamente dalle stesse è a mio giudizio una follia.
A parte la considerazione che, a livello di giovani generazioni, l'Europa è, di fatto, più unita e integrata di quanto non lo sia politicamente.
In conclusione ritengo che l'Italia abbia già provato ad essere virtuosa ('96-'98?) ma osservo che dopo un massimo di due anni gli italiani accusino una crisi di rigetto.
Se mi chiedi se sia giusto pagare il debito aumentando l'età in cui si va in pensione, aumentando l'IVA, l'irpef, abrogando l'art 18, ecc., ecc., io dico di no. Piuttosto andiamo in default.
Se parliamo esclusivamente di patrimoniale, di lotta all'evasione (ma con un patto sociale e politico a favore degli artigiani) e di lotta alla mafia (che si mangiano 100 miliardi l'anno di imponibile irpef) mi trovi d'accordo.
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