Che tipo di futuro

Oggi all'ora di pranzo come al solito ho dato un'occhiata ai giornali italiani. Leggere il Corriere, la Repubblica ecc va bene, ma per comprendere meglio quale sia la realta' quotidiana di solito do un'occhiata ai giornali locali della mia regione e di altre regioni dove ho amici e/o parenti.

La situazione, vista cosi', diventa molto piu' funesta; negozi chiusi, gente che viene arrestata perche' sorpresa a rubare cibo. Anche nella mia citta' dove in generale male non si dovrebbe stare di recente hanno chiuso varie filiali bancarie.

Non che qui le cose siano tanto meglio; sono disoccupato oramai da diversi mesi, anche se ogni tanto lavoro come management consultant aiutando un amico con alcuni studi di strategia aziendale. Il problema non e' tanto trovare lavoro, ma trovarlo in zona; detto questo, la flessibilita' del mercato del lavoro fa si' che alla fin fine qualcosa viene fuori (il mio di problema e' che vengo sempre considerato per lavori dirigenziali di medio/alto livello, e anche se ogni tanto provo ad allontanarmene non riesco piu' di tanto a rimuovere cose dal mio curriculum).

Personalmente, ogni giorno penso "ma cos'e' che voglio fare? e se cambiassi completamente strada? ma quale?" ; non ho ancora trovato alcuna risposta anche se forse la cosa che vorrei di piu' e' trovare un lavoro che mi permetta di aiutare la gente (aiutare "gli azionisti" mi ha un po rotto).

Comunque, al di la' della situazione personale continuo a chiedermi "ma dove finiremo?". E non parlo dell'Italia, governata da un fare politica che e' prevalentemente polemica (e nemmeno costruttiva); e' la situazione globale che mi spaventa.
Purtroppo non siamo ancora cosi' tanto nella merda, ma c'e' senz'altro la necessita' di un cambio sopratutto etico ed un ritorno ai valori che la societa' dal dopoguerra in poi sembra abbia a poco a poco dimenticato. Io non sono religioso e la risposta non la cerco nella religione, e non credo che -a livello mondiale- ce ne sia la necessita'. Mi sento pero' a disagio; combatto le mie guerre come meglio posso, a cominciare da cose semplici, come il rispetto altrui. Ogni volta che critico qualcuno e qualcosa mi chiedo "e se fossi io in quella situazione o quel ruolo, cosa farei?".

La comprensione fa sparire la necessita' di non essere d'accordo; ovvio non funziona al 100%, ma anche se lo fa al 20%, e' sempre il 20% in piu' di prima.

Scusate la confusione, ma la cosa e' cosi' complessa che quanto scrivo vuole solamente essere una riflessione e un invito a discutermi e a discutere.

discorso complesso, sicuramente c'é crisi ma in europa occidentale si vive ancora ben sopra al di sopra della media mondiale.
sicuramente dopo averci illuso per anni con il mito della crescita ad oltranza la gente si sta rendendo conto del fallimento di questa visione e volente o nolente sta cominciando seppure lentamente ad adattarsi.
leggevo giusto ieri un articolo riguardante il proliferare di famiglie che per arrotondare affittano una stanza in casa loro quando disponibile segno tangibile che per battere la crisi si é disposti a rinunciare ad un pezzo della propria privacy. non é un buon momento ma proprio questi grangenti rappresentano l'occasione per radicali cambiamenti naturalmente in meglio soprattutto per gli italiani che si danno una mossa solo quando hanno l'acqua alla gola. nonostante tutto sono ottimista perché i margini per una ripresa soprattutto se si riuscirà a combattere certi malcostumi (evasione fiscale, corruzione, strapotere della finanza) che in italia rappresentano una zavorra ingombrante

aggiungerei poi a livello internazionale che l'europa deve finalmente decidersi su cosa vuole esere da grande.
o diventa una entità unica anche a livello legislativo, fiscale, difesa e quant'altro oppure le profonde diversità soprattutto economiche attualmente esistenti tra i diversi paesi porte porteranno al naufragio di questo ambizioso (ma mal realizzato) progetto

Purtroppo la situazione attuale e' stat ben organizzata per faarci arrivare a questo punto,e continuando di questo passo purtroppo non vedo possibilita' di cambiamento,ma non solo in italia.La cosa e' piu grande di quello che ci possiamo mnimamente immaginare,e' ben studiata e voluta da un gruppo di gente che pensa solo ai proprio interessi.Il disastro e' cominciato con l'Euro.LA moeta sovrana di ogni stato era quello che ci permetteva di mantenere un certo livello di vita......ormai il singolo stato non conta piu' un tubo e anche se riuscisse (non so come) a far quadrare un po le cose i debiti con i vari enti europei non si riuscirebbero lo stesso a pagare........e' gia' difficile mettere a posto le cose in uno stato,figuriamoci se oltre ai problemi che ci sono nei vari stati,bisogna far fronte ai problemi creati da questo sistema......siamo manovrati sapientemente da un gruppo di persone che rendono conto a questi gruppi senza scrupoli.......uscirne da soli.......la vedo difficile.

il mio ottimismo come italiano nasce dal fatto che in molti paesi attualmente in crisi l'indebitamento riguarda sia lo stato che il privato cittadino.
qui da noi sino ad ora la parte privata ha retto e sta tenendo su il paese e quindi se mai si riuscisse ad educare lo stato a spendere meno e meglio potrebbero aprirsi orizzonti meno foschi che altrove

Io è un po' che mi chiedo cosa potrei fare, ma non trovo nessuna risposta. Penso ai miei figli, temo che si prospettino loro difficoltà non da poco. Quello che temo è che l' Europa si possa rivelare un castello di carte, un timore che ho cominciato a maturare quando l'Unione ha cominciato ad allargarsi in modo incontrollato, accogliendo paesi che, razionalmente, di entrare in Europa non si sarebbero potuti permettere. Cipro!
La situazione è già difficile, molto più di quanto ce la vogliano far apparire, per ovvi motivi. Difficile dire che cosa succederà, per noi che ci stiamo dentro la situazione cambia così impercettibilmente e la gente opera una censura mentale talmente forte verso il peggioramento, che se ne accorge solo quando è troppo tardi. Quello che è successo in Grecia è emblematico. Avevo una collega, greca di Salonicco dove aveva ancora la famiglia, ma via dalla Grecia da parecchi anni, che appena conosciuta circa 8/9 anni fa, mi descrisse la situazione del suo paese come catastrofica, un paese sull'orlo del baratro dove era impossibile per lei ritornare perché non avrebbe trovato lavoro. Già allora! (credo fosse il 2004 quando me ne parlava).
Può darsi che sia arrivato il momento di una svolta, di un passaggio di poteri da una parte all'altra del mondo, forse è arrivato il momento della parabola discendente e volenti o nolenti dovremo rivedere i nostri standard.Mi alzo ogni mattina chiedendomi se potrei fare qualcosa ma ancora non ho avuto nessuna idea.

Non troppo tempo fa ricordo che Lupo scrisse di avere un'importante offerta di lavoro che l'avrebbe costretto a trasferirsi in Italia, oggi leggo che è disoccupato.
Temo che la crisi più nera non sia ancora iniziata e temo ancor più che avrà ripercussioni devastanti.
Le imprese continuano a chiudere con numeri impressionanti, chi ha perso il lavoro non produce reddito e chi ha ancora il lavoro non spende per le incertezze che riguardano il futuro. Il 40% dei giovani non trova lavoro, e dal momento che le nostre imprese sono sempre meno competitive, mi chiedo da quale parte ci si possa aspettare una svolta decisiva.
Oggi sono andato a trovare i miei genitori. Hanno sempre vissuto di floricoltura anche se ormai vivono essenzialmente della loro pensione.
Ho osservato mestamente le campagne circostanti. Un tempo erano tutte coltivate e i loro proprietari, pur lavorando duramente, potevano togliersi delle belle soddisfazioni.
Ho scattato una foto che ritrae alcuni appezzamenti di terreno vicini alla campagna dei miei genitori. Qualche anno fa quelle fasce erano tutte coltivate a fiori o piante, ora sono incolte. Ci sarebbe davvero tanto da fare, chissà che tra non molto tornino a produrre reddito:

amici miei,

purtroppo sono tempi difficili.
Per comprendere il presente bisogna guardare a cosa si è fatto (o non si è fatto) nel passato.
Per il futuro bisogna guardare a cosa stiamo cercando di fare oggi nel presente, ovvero se le nostre azioni possono far preludere a un futuro di un certo tipo piuttosto che un altro.
Il problema è dato dal fatto che siamo quotidianamente bombardati di notizie, il che non ci permette di essere obiettivi, come accade quando sei nell'occhio del ciclone piuttosto che fuori.
Quello che ognuno di voi ha segnalato sono delle verità parziali, che unite insieme configurano le problematiche che stiamo affrontando e che essendo terribilmente concatenate, prestano il fianco a interpretazioni parziali e a volte complottistiche che poi alla fine è un modo di interpreatare come irrisolvibile il problema.
L'euro è un accrocchio inconcludente come i suoi rappresentanti ci hanno mostrato negli ultimi due anni, ma la causa è il debito pubblico dei paesi ed ascriverlo all'euro e non all'incapacità (o malafede vedi i conti truccati della Grecia) dei singoli paesi e dei loro governanti di utilizzare bene le risorse loro disponibili, mi sembra miope.
Anche il nostro debito pubblico di certo non è colpa dell'euro, ma causato da una serie di fattori:
- classe politica incompetente quando non fraudolenta, coperta di una serie di privilegi inconcepibili a chiunque abbia un minimo di discernimento
- sistema bancario legato ai partiti e chiamato a sostenere il debito pubblico generato dagli stessi (acquisto titoli di stato) invece che rendere disponibile la liquidità per privati e imprese.
- pubblica amministrazione poco produttiva ma costosa oltre il lecito che in Italia rappresenta credo la metà del Pil
- problema corruzione e dei suoi costi
- criminalità organizzata che sottrae alla produttività buona parte del reddito prodotto ma sommerso
- Stato che non tutela adeguatament i propri cittadini, poichè da una parte si rivale su di loro con aumenti di imposte (iva, imu etc) e dall'altra non onora i debiti nei loro confronti, visto la modalità con cui (non ) paga o paga con tempistiche bibliche , chi ha appalti con le pubbliche amministrazioni
- scarso civismo di un popolo che da cittadino si ritrova a essere suddito

Tutto sommato, se stiamo ancora ( traballantemente) in piedi nonostante quanto sopra, un pizzico di ottimismo lo trovo lecito

Credo senz'altro che l'euro abbia le sue colpe...ma qui in UK c'e' la sterlina, che va pure bene.

Il problema e' il crollo del castello di carta che i servizi finanziari avevano costruito con la vendita dei famosi mutui sub-prime. Tutto il resto e' una conseguenza del fatto che le banche non prestano piu', le linee di credito si sono esaurite e quindi e' sparita la capacita' di investire. E se mancano i liquidi manca tutto.

Un'amico qui si e' visto revocare un prestito (che era stato garantito) un'ora prima di firmare l'acquisizione di una serie di magazzini. La sua ditta fattura sui 40 milioni di euro, e' sana, ha 150 impiegati e il prestito era per 3 milioni...ha dovuto mollare l'opportunita'.

Il posto per il quale ero stato contattato in Italia era di vice amiinistratore delegato di una industria legata al mercato del caffe'...la quale ha deciso che al momento non c'erano soldi anche se di quel ruolo ne avevano un bisogno pressoche' immediato.

Ma anche qui le cose vanno a rilento, l'unica cosa e' che prima o poi si muoveranno perche' il mercato del lavoro e' molto flessibile; il mio problema e' che ogni volta che hanno il mio curriculum in mano pensano subito a ruoli di direttore o amministratore delegato, anche se a me piacerebbe a questo punto della mia vita fare altro.

Ha ragione Msport a riguardo del pizzico di ottimismo...a me farebbe piacere il ritorno ai valori reali del vivere insieme e ad un ceto politico che veda l'amministrare una nazione come una missione e un onore, piu' che non una opportunita' per esercitare il potere.

Condivido in toto il pensiero di Msport (non che non condivida anche quello degli altri, chiaro): proprio per questo bisogna necessariamente guardare al futuro con ottimismo, per diversi motivi... Credo, o meglio spero, che la classe politica si sia resa conto o quanto meno se ne stia rendendo conto, che è arrivato il momento di svolte radicali ad iniziare dai privilegi autoriservatisi nel corso del tempo. In questo spero fortemente che la presenza dei cittadini 5 stelle in parlamento, provenendo da diverse estrazioni sociali, porti alla luce tutti i benefit che la stampa asservita al potere non si è mai preoccupata di portare alla luce. Per il resto dovremmo cominciare a guardare al nostro futuro con occhi diversi da quelli dei consumatori dissennati che siamo stati negli ultimi anni (specie negli utlimi 20-25), considerare anche come vogliamo preparare i nostri figli ad un mondo nel quale il lavoro sarà totalmente ripensato, senza posti fissi, dove la creatività avrà si una componente fondamentale; ma nel mio piccolo resto convinto che il tessuto costituito dalle piccolissime imprese a carattere artigianale e/o gestite a livello famigliare debba necessariamente tornare al centro dell'attenzione per ciò che concerne aiuti, agevolazioni e soprattutto formazione a disposizione dei nostri giovani, che dovranno anche convincersi (unitamente ai propri genitori...) che saper fare un mestiere, un'arte o una professione (come si diceva qualche tempo fa) da qualche possibilità in più di inserimento nel mondo lavorativo. Il tutto chiaramente IMHO