Capisco che sei stanca, ma devi continuare a spingere.

Questo è stato il consiglio che Francesco Cinà ha dato a Roberta Vinci nel suo terzo intervento in campo durante il match contro la Jankovic.
Cinà e il coach di Roberta, spesso capita che lei lo chiami in campo per avere consigli e a me piace molto ascoltarlo.
Trovo sia un grande motivatore e molto spesso, nel mio piccolo, sono d'accordo con lui.
Ieri è sceso in campo tre volte ed ha insistito sempre sul fatto che Roberta dovesse spingere col dritto incrociato per prendere campo e cercare poi il punto sul lato opposto.
Roberta però al terzo set era molto stanca, e replicava dicendo che non ce la faceva più a sostenere quel gioco, ma lui ha insistito che doveva continuare a farlo. Lei c'ha provato ma è stata costretta alla resa.
La mia domanda è questa: un bravo coach deve saper individuare la tattica giusta e spingere il suo giocatore ad insistere su quella, oppure deve saper prendere i propri rischi studiandosi soluzioni alternative?
Mi spiego: se avesse consigliato a Roberta una tattica diversa rispetto a quella che fino a quel momento aveva dato i suoi frutti, in caso di sconfitta sarebbe rimasto il dubbio di aver fatto la scelta sbagliata.
Rimanendo sulle sue posizioni, la responsabilità della vittoria/sconfitta ricade automaticamente sul giocatore: dovevi fare quello, non ci sei riuscito, io non ho colpe.
Può anche essere che si fosse reso conto che cambiando tattica Roberta non avrebbe avuto chances, però secondo me si doveva provare a far qualcosa di diverso. Roberta insisteva sul fatto che era molto stanca, insistere costringendola a tenere il ritmo alto l'ha costretta ad una serie di errori che hanno consegnato il match alla serba.

Secondo me un bravo coach deve consigliare una tattica anche tenendo presenti le condizioni fisiche del proprio giocatore, cosa che Cina' evidentemente ha sottovalutato.
Un'altra cosa che non capisco, ma forse sono rimasto indietro, come mai nel circuito femminile puo' intervenire il coach in campo e nel maschile no?

Il motivo può essere uno solo: WTA e ATP sono due organismi a sè stanti e, fatte salve le regole internazionali che sono ovviamente le stesse, per il "contorno" non sempre le decisioni collimano.
Tra l'altro sfruttano l'entrata del coach per fare spettacolo, infatti il coach stesso è tenuto a dotarsi di microfono in modo che gli spettatori televisivi possano sentire.
La cosa mi fa un po' sorridere perchè in questo modo il coach avversario potrebbe essere avvisato del contenuto della conversazione e trarne delle contromosse..
Ma tant'è, tutto quanto fa spettacolo.

marco61 ha scritto:Questo è stato il consiglio che Francesco Cinà ha dato a Roberta Vinci nel suo terzo intervento in campo durante il match contro la Jankovic.

Mi spiego: se avesse consigliato a Roberta una tattica diversa rispetto a quella che fino a quel momento aveva dato i suoi frutti, in caso di sconfitta sarebbe rimasto il dubbio di aver fatto la scelta sbagliata.
Rimanendo sulle sue posizioni, la responsabilità della vittoria/sconfitta ricade automaticamente sul giocatore: dovevi fare quello, non ci sei riuscito, io non ho colpe.
Può anche essere che si fosse reso conto che cambiando tattica Roberta non avrebbe avuto chances, però secondo me si doveva provare a far qualcosa di diverso. Roberta insisteva sul fatto che era molto stanca, insistere costringendola a tenere il ritmo alto l'ha costretta ad una serie di errori che hanno consegnato il match alla serba.

Marco
non ho visto il match ma considerato il gioco della Vinci, a livello tattico non credo ci fosse nessuna alternativa, eccetto forse prendere la rete con assiduità su tutto, alla disperata considerata la stanchezza
La Vinci, sublime doppista è una singolarista zoppa nel lato del rovescio, visto che lo gioca quasi sempre in back e il top è cmq inconsistente come pesantezza.

secondo me, l'alternativa era scendere a rete spesso, ma è un gioco molto dispendioso dal punto di vista energetico: ho visto la partita, roberta era in riserva rossa, non ce l'avrebbe potuta fare ad applicare quel tipo di gioco...

Stiamo comunque parlando di una giocatrice tra le migliori 15 al mondo, e di un incontro fino a quel momento equilibrato.
Avesse incontrato la Sharapova, il consiglio migliore che le si poteva dare era di sbrigarsi che poi si andava tutti insieme a mangiar fuori.
Ma la Jankovic attuale è di tutt'altro spessore.
Io sono rimasto un po' stupito che le consigliasse di continuare a fare un gioco che lei stessa si dichiarava non più in grado di sostenere.
Per questo mi chiedo se un buon coach deve muoversi in base a schemi prestabiliti, cercando a tutti i costi di motivare il giocatore, o se debba mettere in gioco se stesso studiando soluzioni alternative anche a rischio di prendere delle imbarcate.

Premesso che non ho visto la partita, probabilmente il coach ha valutato che in un momento di poca lucidità (stanchezza) cambiare tattica avrebbe prodotto più danni per mancanza di riferimenti piuttosto che dare vantaggi e ha quindi suggerito di non variare lo schema cercando di dare il tutto per tutto nella direzione già percorsa.
Che la tattica poi non abbia avuto successo beh, è il senno di poi.