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Il Tennis e le Bollette da Pagare

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Messaggio Da janko60 Lun 08 Lug 2013, 11:37

Promemoria primo messaggio :

http://www.ubitennis.com/sport/tennis/2013/07/04/914540-josh_goodall_lascio_tennis_bollette_pagare.shtml

Appena cinque giorni fa Jamie Baker gettava la spugna. Poche ore fa, dopo il 26enne di Glasgow, è stata la volta di Josh Goodall. Stavolta però altro che problemi fisici: la sua storia infatti era già arrivata sui giornali, quando l'ormai ex n.2 britannico annunciò sul "Guardian" che avrebbe potuto smettere. Famiglia magari? No. Soldi, semplicemente. Troppo poco quello che si guadagna nel sottobosco Challenger e Futures per potersi garantire una vita dignitosa.

E per dignitosa non ci riferiamo a chissà quali parametri, ma al necessario per vivere. A novembre disse, senza peli sulla lingua: "Fino ad oggi ho guadagnato quasi 260mila sterline in carriera, mentre un top-player come Andy, di soli montepremi, ha portato a casa quasi 16 milioni di sterline. Non faccio ovviamente accuse a quello che è un mio amico, parlo di categorie di giocatori".

Così Goodall, un best ranking di n.184 del mondo, ha deciso di lasciare. E oggi niente parole, solo un laconico comunicato, che riprende alla perfezione le parole di sei mesi fa:  "Ho 27 anni, e quest'anno ho fatto del mio meglio: sono salito di quasi 200 posizioni, e ho giocato anche in Davis. Per questo ho ricevuto anche un extra dalla Federazione di 10.000 sterline, e senza questo aiuto avrei già smesso. Ma ho le bollette da pagare". La sua famiglia ha acceso cinque volte un'ipoteca sulla casa per aiutarlo. Josh ha messo da parte un po' di soldi per comprarne una, ma ha spesso intaccato il suo fondo per continuare l'attività. "Non ce la posso fare"!

Davide Uccella


http://www.ubitennis.com/sport/tennis/2013/07/02/913621-management_discussione.shtml

WIMBLEDON _ “Per l’unico britannico che guadagna bene nel tennis, Andy Murray, ci sono 1500 calciatori inglesi che vivono alla grande. Ma se un confronto con il calcio forse non ha troppo senso farlo, sebbene 1500 a 1 sia un rapporto impressionante e che già la direbbe lunga sul fallimento del management del tennis perché Murray non è solo il primo inglese ma è anche il secondo del mondo, anche nel confronto con il mondo del golf il tennis fa una pessima figura…” sostiene Paul Mc Namee, l’australiano che qualcuno ricorderà due volte vincitore del doppio a Wimbledon in coppia con Peter McNamara e che era stato a suo tempo un potenziale candidato a CEO dell’Atp, quando invece fu eletto il recentemente scomparso Brad Drewett.

Ho incontrato Paul McNamee a Roehampton, nel quartiere generale del Centro Tecnico Britannico in Priory Lane, nel corso dell’assemblea generale dell’International Club. Chi volesse sapere di più su che cosa sia l’International Club, legga l’articolo nel quale si segnala il premio Jean Borotra CQS Award consegnato da Michael Stich, vicepresidente dell’IC tedessco a Roger Federer.

Questa volta Paul McNamee non sembra intenzionato a candidarsi alla succesione di Brad Drewett “perché tanto non verrei mai eletto. Per cambiare le cose ci vorrebbe una rivoluzione e nessuno di coloro che poi influenzano le decisioni finali ha interesse a farla questa rivoluzione”.

Non c’è bisogno di parlare con McNamee per sapere che da sempre l’Atp è stata soprattutto in mano alle grandi società di management che controllano i giocatori più importanti, i tornei più importanti, i diritti tv di tantissimi tornei. E sono società americane, in testa la IMG, a fare il bello e il cattivo tempo. Da sempre.

Il fatto che tutti i migliori tennisti del mondo siano oggi europei non è riuscito ad influenzare granchè la situazione rispetto a quando i migliori erano invece gli americani, dai tempi di McEnroe a quelli degli Agassi, Sampras, Courier e Chang. I primi tennisti americani nel ranking sono oggi Querrey 19 e Isner 21 ma il potere è rimasto negli USA.

Nel golf ci sono diversi circuiti, non uno solo. In quello del PGA Tour 2012, che si svolge negli USA, hanno guadagnato in un solo anno più di un milione di dollari tutti i primi 100 del mondo, ma i primi 23 hanno incassato più di 3 milioni di dollari. Nel tennis soltanto i primi 6, fino a Del Potro, hanno guadagnato nel 2012 più di 3 milioni. E solo i primi 22 tennisti (Verdasco il 22mo) più di un milione di dollari.

Ernie Els gioca di qua e di là, nei due circuiti, così fa oltre 3 milioni di dollari in quello americano e quasi un milione in quello europeo, dove il nostro Manassero ha guadagnato oltre 1 milione e 300.000 dollari.

Vedete questo sito e guardate i guadagni di tutti i vari circuiti, americano, asiatico, europeo, champions, e veterani. La differenza fra quello che può guadagnare un buon golfista _ sport cento volte meno praticato del tennis _ e un tennista è stridente.

Tutti i primi 30 del Tour Europeo di golf hanno guadagnato più di 500.000 dollari. E quasi altri 50 golfisti oltre a quelli che hanno guadagnato più di un milione di euro hanno guadagnato nel circuito americano più di 500.000 euro.

E’ difficile dar torto a Paul McNamee, insomma, quando dice: “In Asia il tennis è in fortissima espansione, soprattutto in Cina, ma non solo: eppure là riescono a vedere il tennis soltanto per un mese l’anno. Tante città pagherebbero per avere dei tornei e non riescono. La dimostrazione è che quando qualche anno fa Etienne de Villiers lanciò la proposta e la richiesta di application (iscrizione) per i Masters 1000 furono 22 le città che si dichiararono pronte a garantire 2 milioni di dollari di premi, avendo quindi a disposizione un budget di almeno il doppio. L’Atp se le è lasciate scappare. Agli agenti non interessano i giocatori classificati dal 30mo posto in giù e sono loro che comandano. Il tennis dovrebbe avere un circuito per ogni continente. In Asia vogliono vedere i tennisti asiatici e non li possono vedere. In America quelli americani e c’è un’invasione di tennisti europei. In Sud America vorrebbero vedere i giocatori sudamericani…insomma ovunque è la stessa cosa. Gli Slam sono comunque un Oceano avanti a tutti i Masters 1000, il distacco negli anni è sempre cresciuto, per i media, i giocatori, gli spettatori, e allora si lasci agli Slam il privilegio di riunire tutti i giocatori di tutto il mondo in quelle quattro occasioni l’anno, per quei due mesi l’anno, ma sia dia la possibilità agli asiatici di vedere tennis 10 mesi l’anno (sai quanti più tennisti asiatici verrebbero fuori, diventerebbero famosi ciascuno nel loro Paese, in Cina, in Giappone, in Thailandia, in Corea, in  Australia), e così in tutte le altre aree geografiche del mondo. Crescerebbe il livello generale, e del tennis, e dei professionisti. Ma chi è disponibile a fare questa rivoluzione? Non quelli che hanno posizioni di privilegio oggi, i grandi tornei, i grandi agenti, i grandi giocatori che hanno altro cui pensare piuttosto che occuparsi dei giovani che non riescono a venire fuori dalle pastoie del 300mo posto. Non è vero che a tennis guadagnano i primi 100, guadagnano solo i primi 50 che entrano costantemente nei tornei Masters 1000. Gli altri spendono più di quanto guadagnano se devono pagarsi le spese, il coach, il fisioterapista per restare competitivi”.

McNamee, che non pare apprezzare particolarmente la candidatura di chi gli è succeduto alla guida dell’Australian Open, il sudafricano Craig Tiley invece sponsorizzatissimo da Wayne Ferreira (una questione di passaporto?) _ “E’ a capo del tennis australiano e che cosa ha prodotto? Anche quella missione era parte del suo incarico…” _ osserva anche: “Ma vi pare normale che un giocatore come Nadal, ch è il più forte del mondo sulla terra battuta, non possa esibirsi sulla terra rossa dove la gente farebbe la fila pur di vederlo, fino all’anno prossimo? E  dopo che ha vinto il Roland Garros per l’ottava volta? A me pare pazzesco”.

McNamee è d’accordo con quanto io ho scritto l’altro giorno a proposito della necessità di aumentare il numero dei challengers _ “Almeno 40 per dar modo ad altri 50/60 giocatori di giocare e guadagnare…che è poi l’unica molla che può convincere un giovane che ci mette 8 anni ad emergere per continuare a lavorare duro. Altrimenti il tennis resta uno sport di pura elite…”.

Ma McNamee è convinto che ai boss dell’Atp i problemi del ricambio generazionale interessi ben poco. “Anziché allargare il numero dei tornei 1000, dei tornei 500, si sta lavorando nella direzione contraria: se si pensa ad allungare i giorni di tornei come Madrid o Roma, è chiaro che si sottrae spazio agli altri. Ma ti pare, ad esempio, che due tornei come Indian Wells e Miami possano occupare 4 settimane del calendario, un mese cioè? Se un professionista perde ai primi turni a Indian Wells _ e stiamo parlando di un numero 30 del mondo, mica del numero 150, che fa? Sta un mese sulle spese per giocare 3/4  partite? E’ ridicolo. Ma è potuto succedere in America perché i Buccholz e i Pasarell (boss di Miami e Indian Wells) con l’aiuto degli agenti hanno potuto fare quel che volevano, costruire stadi pazzeschi con l’aiuto di IMG e degli altri…E nessuno ha intenzione di fare la rivoluzione…Ci sono tornei come Cincinnati da proteggere…”.

Anche Ion Tiriac, che ho interpellato al riguardo, dei problemi del tennis minore sembra interessarsi ben poco. “Il comunismo non funziona, solo il capitalismo produce” dice il baffuto rumeno, diventato capitalista già in un Paese che era comunista.  Certo lui che è in lizza con Roma per conquistare 10-12 e magari anche 14 giorni per il torneo di Madrid, figurarsi se si preoccupa dei tornei challenger che non ci sono, dei ventenni che smettono di giocare perché non hanno di che sopravvivere. Ai businessmen dell’avvenire del tennis, del suo sviluppo, che passa necessariamente attraverso condizioni più favorevoli per i giovani che devono avvicinarcisi, non gliene importa un bel niente..

E' chiaro che se si vuole alimentare e far crescere il tennis bisogna dare spazio a più tornei, quelli del circuito maggiore e i challenger. Per arrivarci bisognerebbe però togliere ai giocatori l'obbligo di partecipare a tutti i Masters 1000. Perchè se i top10 sono obbligati a prendere parte a 8 Masters 1000 (Montecarlo non è mandatory, obbligatorio, come invece gli altri) più i 4 Slam, più un altro paio, e magari hanno pure la Davis e le esibizioni, è chiaro che non possono giocare anche altri tornei. Ma se ai Masters 1000 si imponesse di pretendere la partecipazione di metà soltanto dei top-ten, ecco che gli altri cinque _ a rotazione _ potrebbero prendere parte ad altri tornei raddoppiano il numero di questi. E non è che se invece di tutti i top10 ce ne sono cinque il torneo diventa un disastro. Bisognerebbe abituare i direttori dei tornei a promuovere il loro torneo anche con 5 bigs. Anche perchè presto i bigs crescerebbero di numero e si avrebbe quella famosa rotazioen che oggi non c'è. Chiaro che ai direttori dei tornei più importanti, e a tutte le lobbies, questi discorsi non piacciano, che ciascuno cerchi di difendere il proprio orto. Ma così facendo chi ci rimette alla fine è il tennis in generale. Meno tornei meno soldi, meno soldi meno guadagni, meno giocatori, meno ricambio, meno novità, meno generale apprezzamento.. Paul McNamee ha ragione quando dice che ci vorrebbe una rivoluzione. Nel dirlo sa che le cose non cambieranno. Chiunque sarà eletto CEO dell'Atp non cambierà le cose perchè la sua elezione sarà espressione di coloro che sì, vorrebbero teoricamente che il tennis crescesse, ma di fatto non vorrebbero neppure spostare troppo certi equilibri consolidati che vanno a vantaggio di coloro che siedono nella vera stanza dei bottoni.

Più o meno su questo tema, avevo scritto questo articolo l’altro giorno e che poteva esservi sfuggito perché inserito nell’ambito di un articolo intitolato al cagnolino di Djokovic che aveva viaggiato su un jet privato noleggiato dall’asso serbo….

Da Wimbledon, Ubaldo Scanagatta


http://www.ubitennis.com/sport/tennis/2013/06/27/911144-quando_sull_aereo_privato.shtml

WIMBLEDON _ Nababbi e poveracci. Circa seimila calciatori che giocano nelle prime 2/3 serie del loro Paese guadagnano bene. Anche molto bene. Un migliaio di loro vive proprio alla grande, inseguendo il pallone con il portafogli gonfio. Auto lussuose, donne bellissime, viaggi da mille e una notte. Come i migliori tennisti del mondo. Dieci, venti. O quelli che restano fra i primi 50 per dieci anni. Dal n.80 al n.110 sopravvivono grazie alle partecipazioni agli Slam.  Ma dal 150mo posto  in giù fanno la fame, se non ci pensa papà. Le spese sono tante e per arrivare fra i primi 100 ci vogliono anni e anni. Nessun teenager riesce più ad entrarci. Non sono più i tempi dei Chang, dei Becker. Il fenomeno Djokovic, oggi n.1 del mondo, era l’unico teenager fra i top 100 quando aveva 19 anni. Insomma per arrivare a 22/23 anni disputando 25 tornei l’anno ci vogliono investimenti colossali che non tanti possono permettersi. Questo è il primo vero grande  problema che l’Atp, e prima ancora l’ITF, dovrebbero mettersi in testa di risolvere quando nomineranno il loro CEO, in sostituzione dello scomparso Brad Drewett. Ci vuole uno che capisca questo problema e che si ingegni per risolverlo. Oggi la torta la mangiano tutta i primi della classe. Anni fa Etienne de Villiers credeva che si dovessero aumentare i premi del circuito Atp, ma non aveva capito che prima bisognava far aumentare considerevolmente i premi degli Slam per arrivare a quel risultato. Oggi si sono fatti passi avanti in quella direzione. Ma il primo problema è dare continui ricambi a coloro che oggi sono top 110.

Una volta era più facile salire fra i primi 100, c’era maggiore ricambio. Oggi è diventato durissimo. I giocatori sono quasi sempre gli stessi, anche se proprio in questo Wimbledon _ forse perché i tennisti meno forti arrivano determinatissimi a giocarsi il tutto per tutto per fare il grande balzo nella sopravvivenza e nell’illusoria notorietà _ un Darcis n.135 o uno Stakovski n. 116 hanno vissuto il loro giorno di gloria. Effimera, ritengo. E’ difficile trovare una soluzione? Forse.

Certo è che se ATP e ITF non ritengono di affrontare insieme il problema _ e l’ATP avrebbe bisogno di un CEO con le contropalle _ non lo risolveranno mai. Un’idea potrebbe essere quella di valorizzare i challengers, di farli crescere. Oggi stanno sparendo quelli da 100.000 e 50.000. Chi organizza non riesce a recuperare i soldi del montepremi e del resto. Ma senza quei tornei lì, che possono finanziare i giocatori del domani, il ricambio non ci sarà mai.
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Tutti gli Slam hanno finalmente deciso _ pressati dai top-players e dai loro agenti _  di aumentare i loro montepremi di parecchi milioni di dollari, per distribuire ai giocatori un po’ più di quel misero 15% che avevano versato finora in rapporto ai loor guadagni. Da qui al 2016 ci saranno Slam con 35 milioni di montepremi: Australian Open ($31 million, più 15 per cento), French Open ($28.7 million, più 16 per cento), Wimbledon ($34.4 million, più 40 per cento) e US Open ($33.6 million, più 31 per cento).

Ma questi soldi vanno e rischiano di andare sempre agli stessi, se le cose non cambiano. Il problema è fare guadagnare gli altri, quelli che sono classificati dal n.100 al n.300. E un domani quelli dal 300 al 500. Altrimenti il tennis resterà uno sport d’elite, per coloro che se lo possono permettere o per quelli che hanno federazioni ricche alle spalle (come la Fit, ad esempio, che però li investe a modo suo e da 35 anni non è stata capace né di tirar su un top-ten, né di moltiplicare i challenger di primo livello, ma ha perso i tornei ATP che negli anni Novanta in Italia sono stati anche sei o sette).

Come si potrebbe fare? Beh, una prima mossa potrebbe essere questa:  ITF e ATP (c’è maggior ricambio nel tennis femminile, è relativamente più facile trovare posto fra le prime 100 donne) mettono insieme un bel pool di un milione e mezzo di dollari (una sciocchezza in rapporto agli investimenti che hanno fatto per arricchire gli Slam venendo incontro alle richieste dei giocatori che sembravano pronti a scioperare…anche se non lo avrebbero mai fatto) premiando secondo criteri ben studiati ed oggettivi i migliori challenger esistenti che investono da anni 25.000 dollari con un contributo “supplementare” di 75.000 dollari.

Con 20 challenger da 100.000 dollari di montepremi se si “investono nel pool 1,5 milione di dollari _  ma potrebbero esserci 40 nuovi challenger da 100.000 dollari se i milioni messi a disposizione del progetto fossero tre inv ece di uno e mezzo _  si avrebbe un notevole incremento di soldi per i giocatori di seconda fascia. Oggi i challenger “ricchi” non sono che una ventina. Fossero una sessantina le cose cambierebbero radicalmente.

Tutto questo m’è venuto in mente quando l’amico e vecchio collega del Daily Mail Malcolm Folley mi ha raccontato della sua intervista fatta con Djokovic e alla sua fidanzata Jelena Ristic sulla Maserati color crema che lo portava a Londra da Heathrow.

Il suo primo discorso da campione Novak l’aveva fatto con un inglese elementare alla sua prima maestra sul cmapo da tennis quand’era ancora un bambino, Jelena Gencic: “My name is Novak and I am the winner of Wimbledon”, gli aveva detto ridendo Nole ricordando i tempi dei primi campi da tennis vicini alla pizzeria di montagna gestita dai genitori.

Jelena Gencic,76 anni, è morta un mese fa nei giorni in cui Novak si trovava al Roland Garros. “Era una seconda madre per me: mi incoraggiava a sentire la musica classica, e ogni tanto lo faccio, mi faceva leggere le poesie di Pushkin, imparare le varie culture…”

Ora nella vita di Novak c’è un’altra Jelena, la ragazza che si è laureata alla Bocconi, e c’è anche un certo Pierre. “Non siamo sposati e non abbiamo figli io e Jelena…e Pierre (un barboncino bianco) è come nostro figlio. Viene dovunque andiamo noi. Quando ho perso la semifinale maratona con Rafa a Parigi ero abbattutissimo, davvero a terra. Ma arrivato nella casa dove stavamo Pierre arrivò di corsa a darmi il benvenuto, saltandomi in collo, facendomi le feste. Era felice di rivedermi, non sapeva che avevo perso e non gli interessava. Riuscì a farmi sorridere. E ora, quando sono a Wimbledon, fare una passeggiata con Jelena e  lui nei parchi mi distende i nervi in modo incredibile…La gente che ci incontra prima vede una bella ragazza con lui e solo dopo vedono uno che normalmente ha una racchetta in pugno. Pierre è la superstar”.

E viene fuori a questo punto, racconta Malcolm, la storia incredibile: “Due estati fa, quando poi vinsi il mio unico Wimbledon, fummo costretti a restare seduti 6 ore sull’aereo perché Pierre aveva il suo passaporto ma la società di charter che avevo noleggiato aveva dimenticato di avvertire che trasportavo un cane. Alla fine Pierre dovette tornare a casa (aeroporto di Nizza, e poi via alla residenza di Montecarlo).

Nel sentire questa storia, beh ho pensato a quanti tennisti di seconda fascia, avrebbero voluto essere …il barboncino di Djokovic, che per carità fa benissimo a provare questi sentimenti per un cagnolino. Non interpretatemi male, per favore. Ho grande simpatia per Nole, è un ragazzo intelligente che merita di essere n.1 del mondo _ e i numeri uno hanno sempre molte più possibilità di chi è n.150 in ogni professione _ estroverso, generoso e…insomma non pensate che il fatto che io abbia tirato fuori questa storia voglia metterlo in cattiva luce. (Sennò non mi regalerà mai la giacchetta Uniqlo da 35 dollari che mi ha promesso un anno fa per mia moglie: lo sapete che sono corruttibilissimo!). Però sapere di ragazzi che viaggiano in Ryan Air o in treno per cercare di galleggiare nei circuiti minori stride nel contrasto. Che è poi uno dei tanti contrasti di life-style che si vivono quotidianamente nella nostra vita. Solo che secondo me il mondo del tennis potrebbe mitigare questi contrasti se avesse una dirigenza all’altezza. Non ce l’ha in Italia, ma temo non l’abbia troppo illuminata nemmeno fuori dai nostri confini.

Da Wimbledon, Ubaldo Scanagatta
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Messaggio Da Maurizio Ven 20 Set 2013, 11:57

miguel ha scritto:non sono d'accordo, a torino sino allo scorso anno si giocava un challenger e gli spalti erano sempre pieni.
ok ma che spalti? quanti spettatori? e a che prezzo di biglietto?
temo che siano numeri che da soli non sostengono un torneo

miguel ha scritto: secondo me aumentare un po' il montepremi di futures e challenger o ancora meglio introdurre l'ospitalità obbligatoria per chi organizza questi tornei sarebbe un passo in avanti notevole per permettere ai anche ai giocatori di seconda fascia di sopravvivere.
a carico dei circoli che organizzano il torneo? per i giocatori sarebbe un bell'aiuto, ma ho paura che diventerebbe talmente oneroso che diminuirebbe il numero dei tornei dato che sono convinto che gli sponsor non hanno interesse ad aprire maggiormente il rubinetto

miguel ha scritto: il tennis maschile anche solo a livello di seconda categoria é bello da vedere cosa che a mio parere non si puo' invece dire per il tennis femminile. se non ci fossero i tornei combined quante persone sarebbero disposte a pagare per andare a vedere una qualsiasi partita delle donne ? io penso molto pochi
miguel, tu come me sei un giocatore, un appassionato di vecchia data, anche io trovo divertente un seconda forte visto dal vivo, ma noi siamo lo zoccolo duro, la nostra opinione conta poco, perché siamo relativamente in pochi
e inoltre non dimentichiamoci che il grosso degli interessi economici sta nelle televisioni, che se non possono offrire i top players piuttosto mettono in onda un reality
del tennis femminile è anche inutile parlarne...Sleep

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Messaggio Da miguel Ven 20 Set 2013, 12:05

andrebbe sicuramente regolamentato il calendario, in italia ad esempio si gioca un futures e/o un challenger praticamente ogni settimana per almeno 9 mesi l'anno, forse sarebbe il caso di ridurre il numero ed alzare la qualità dell'offerta. Bisognerebbe fissare anche per i futures/challengers un calendario a livello mondiale riducendone il numero ma allo stesso tempo alzando il montepremi e dando l'ospitalità in modo che anche chi partecipa a quei tornei, in attesa di una classifica migliore, possa avere il suo piccolo tornaconto. in questo modo ci sarebbero solo 6/700 giocatori con punti atp (e non 2000 o quanti sono come adesso) ma un po' più tutelati.
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Messaggio Da Nessuno Ven 20 Set 2013, 15:31

Fintanto che il tennis di qualitá rimarrá relegato ai canali delle TV a pagamento, i grandi sponsor non apriranno mai il portafoglio come si deve e per grandi sponsor non mi riferisco solo a quelli tecnici.

Anni fa non ero appassionato di tennis ma non c'era neanche il pericolo che lo diventassi perché di tennis non ne vedevo e non ne sentivo mai e non avevo idea di chi fossero Federer e Nadal (mica gli ultimi).

Negli anni 70' e 80' invece ne parlavano tutti sia perché c'erano i Panatta e sia perché 30 milioni di italiani potevano vederlo in TV.
Molti conoscevano i campioni e cosa succedeva anche se non avevano mai preso in mano una racchetta.

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Messaggio Da dropshot II Ven 20 Set 2013, 18:11

personalmente trovo il golf molto più noioso da vedere ed è anche quello relegato alle tv a pagamento, eppure in questo stesso 3d da qualche parte c'è un confronto tra quanto porta a casa il numero n del golf rispetto a quello del tennis.

gli internazionali di Italia in chiaro hanno fatto ascolti non male per essere uno sport di nicchia, quindi secondo me lo spazio ci sarebbe anche.
il punto è un altro, i primi 20 del mondo non sarebbero nessuno senza i 2000 che annaspano dietro. anche fare un tabellone slam da 128 giocatori sarebbe un problema o la replica degli slam femminili anni 80-90, fino alle semifinali una sequela di 60 61 da far cascare i maroni anche al più addicted.

sostenere i giocatori di più basso livello alla fine è nell'interesse di tutti, e dovrebbe esserlo anche delle federazioni nazionali. e forse anche senza quattrini a pioggia una programmazione più sensata dei tornei potrebbe già fare qualcosa.

dropshot II

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Messaggio Da Maurizio Lun 23 Set 2013, 08:57

Bertu ha scritto:Fintanto che il tennis di qualitá rimarrá relegato ai canali delle TV a pagamento, i grandi sponsor non apriranno mai il portafoglio come si deve e per grandi sponsor non mi riferisco solo a quelli tecnici.

Anni fa non ero appassionato di tennis ma non c'era neanche il pericolo che lo diventassi perché di tennis non ne vedevo e non ne sentivo mai e non avevo idea di chi fossero Federer e Nadal (mica gli ultimi).

Negli anni 70' e 80' invece ne parlavano tutti sia perché c'erano i Panatta e sia perché 30 milioni di italiani potevano vederlo in TV.
Molti conoscevano i campioni e cosa succedeva anche se non avevano mai preso in mano una racchetta.
in termini assoluti hai ragione;
bisogna solo stare attenti a non commettere l'errore di dire, come si fece a suo tempo con la nascita di telepiù, che la pay tv nasconde il tennis: prima del loro avvento di tennis non si vedeva quasi nulla, non esiste memoria televisiva italiana, tanto per dire, del quarto di finale di Panatta a Wimbledon perché l'erba di Church Rd non era evidentemente considerata degna di attenzione; e tacerò di episodi ancor più vergognosi di quello; la fortuna fu che Panatta vinse Roma (che, seppure malissimo, veniva trasmesso) Parigi (che veniva trasmesso a singhiozzo) e la Davis (che essendo squadra nazionale bene o male si cercava di coprire anche se non sempre succedeva - e ricordiamo che la finale di Santiago fu data non in diretta, ma solo in registrata!) lo stesso anno e questo mise in moto una moderata, molto moderata, inerzia che resistette per qualche anno;
certo che se la rai cominciasse a trasmettere gli slam e i master 1000 il numero di spettatori aumenterebbe di sicuro, ma senza sponsor che pagano i costosi diritti non si arrischierà facilmente su una strada del genere, senza tenere conto dei problemi di palinsesto per una rete che rimane generalista anche nel settore di rai sport (la cui politica aziendale è dare spazio a tutti...se proprio non c'è calcio da far vedere), e gli sponsor senza assicurazione di una certa copertura non apriranno il borsellino...alla fine è un po' un circolo vizioso che, ahimé, dubito scioglieranno mai
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Messaggio Da squalo714 Lun 23 Set 2013, 12:36

Eppure quel Panatta - Dupre' quarti di finale di Wimbledon (1979 mi pare) ricordo che lo vidi in diretta sulla rai..strano che non ne esista piu' traccia.
Forse fu tale la delusione per la sconfitta (e il modo in cui gioco' Panatta) che ne fu distrutta ogni copia. Peccato.Evil or Very Mad 


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Messaggio Da miguel Mar 08 Ott 2013, 14:47

i scarsi introiti a livello futures/challengers provocano anche altre "storture"
http://www.tennisbest.com/archivio/6420-il-tennis-e-davvero-cosi-sporso
ma quando si sente che a livello di terza e quarta categoria c'é gente che compra le partite per salire di un gradino in classifica questi sono quasi da giustificare.... dopotutto barano per mangiare
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Messaggio Da squalo714 Mar 08 Ott 2013, 16:21

Big tristezza, ma d'altronde succede in tutti gli sport vuoi che non succeda nel tennis. Succede sopratutto e si sa anche nei tornei open, so di diversi circoli che hanno rinunciato ad organizzarli proprio rendendosi conto di tutti i "biscotti" che venivano fatti nel corso del torneo.
La cosa che mi da' piu' fastidio comunque e' il pensare a chi e' spettatore di queste partite in buona fede..Evil or Very Mad 


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Messaggio Da Maurizio Mer 09 Ott 2013, 09:11

miguel ha scritto:i scarsi introiti a livello futures/challengers provocano anche altre "storture"
http://www.tennisbest.com/archivio/6420-il-tennis-e-davvero-cosi-sporso
ma quando si sente che a livello di terza e quarta categoria c'é gente che compra le partite per salire di un gradino in classifica questi sono quasi da giustificare.... dopotutto barano per mangiare
cioè in quarta qualcuno paga dei soldi per questo? Shocked 
ai miei tempi quello che di sicuro succedeva era che l'organizzazione addomesticasse i tabelloni (credo di non aver mai visto un vero sorteggio di persona), ma non credo si andasse più in là
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Messaggio Da miguel Mer 09 Ott 2013, 09:20

ai nostri tempi nessuno, a parte le giovani promesse, voleva salire. gli unici che avevano una classifica fasulla erano quelli cui serviva essere c4 o c1 per fare il corso da allenatore istruttore o da maestro. non parliamo poi della serie B. andare li voleva dire un anno di inattività dato che i tornei erano veramente pochi.
adesso c'é il paradosso per cui gli scarsi vogliono salire mentre quelli forti no anche se con questo sistema se giochi bene e fai qualche torneo non puoi non salire.
se sei scarso e vuoi salire in quarta dai 50€ ad uno e ti fa vincere, oppure se conosci il GA ti fai mettere contro il tuo amico oppure ancora farti segnare un risultato su una partita che invece non é stata disputata. in un circolo famoso per le combine il GA contatta direttamente qualche giocatore chiedendogli se puo' inserirlo in tabellone senza fargli pagare nulla e poi lo mette contro il "bisognoso di punti" che si fa il suo bel positivo....
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Messaggio Da superpipp(a) Mer 09 Ott 2013, 14:12

miguel ha scritto:adesso c'é il paradosso per cui gli scarsi vogliono salire mentre quelli forti no anche se con questo sistema se giochi bene e fai qualche torneo non puoi non salire.
se sei scarso e vuoi salire in quarta dai 50€ ad uno e ti fa vincere
Questa cosa dei 50 euro l'ho sentita anch'io da un conoscente che fa tornei (gli e' stato proposto di intascare per perdere), poi la partita non si e' disputata perche' quello che voleva "comprare" si e' infortunato prima di giocare (giustizia sportiva No ..... giustizia Divina!! lol!)


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Messaggio Da miguel Ven 18 Ott 2013, 15:57

altro articolo interessante
http://www.tennisbest.com/archivio/6499-in-giro-sul-furgone
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Messaggio Da marco61 Sab 19 Ott 2013, 21:16

Il ragazzo in questione compirà 20 anni il 26 novembre, c'è da chiedersi per quanti anni penserà di vivere in un furgone.
Per tutto il resto, tanto di cappello. Mio figlio a fare quella vita non ce lo vedrei proprio.


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Messaggio Da janko60 Mar 19 Nov 2013, 09:24

Ecco un altro esempio di "vita tennistica" che mi fa riflettere

http://www.ubitennis.com/sport/tennis/2013/11/18/984151-timea_bacsinsky_faccio_barista_hotel_lusso_sono_felice.shtml

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Messaggio Da squalo714 Mar 19 Nov 2013, 11:41

Noi tendiamo a vedere solo le cose positive in un pro del circuito, lo stress a cui sono sottoposti non si percepisce...e se una arrivata al nr 34 wta preferisce far la barista, figuriamoci quelli che navigano regolarmente nei bassifondi e si massacrano nei futures..Evil or Very Mad 


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Messaggio Da miguel Gio 28 Nov 2013, 10:37

altro esempio dell'arte di arrangiarsi necessaria anche se sei un top 100
http://www.federtennis.it/DettaglioNews.asp?IDNews=66033
ormai gli articoli del genere sono sempre più segno che il problema sta venendo sempre più alla luce. secondo me a breve soprattutto a livello di tennis maschile qualcosa cambierà per poter garantire qualcosa di più anche ai tennisti con una classifica medio bassa
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Messaggio Da miguel Lun 09 Dic 2013, 15:50

nella discussione si inserisce Supermac che auspica l'abolizione del doppio ormai appannaggio di tennisti mediocri che giocano la specialità proprio perché non competitivi in singolo(ed ha in gran parte ragione).
a suo dire le cifre considerevoli dei montepremi riservate ai tornei di doppio dovrebbero essere reinvestite in modo da dare di più ai tennisti di seconda fascia (diciamo dal 100 in su).
io non la trovo una idea malvagia, va bene la tradizione, va bene tutto il resto ma basta vedere le presenze durante i doppi in qualsiasi torneo per vedere che la specialità é da anni in agonia.
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Messaggio Da Jimbo Mer 01 Gen 2014, 18:09

http://www.livetennis.it/post/162942/a-sydney-i-giocatori-impegnati-nelle-qualificazioni-dovranno-pagarsi-bottigliette-e-tubi-di-palle-prima-dellinizio-del-torneo-cadetto/

Ora si pagano anche acqua e palline...


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Messaggio Da Jimbo Mar 21 Gen 2014, 19:24

http://www.livetennis.it/post/164596/da-keith-patrick-crowley-giocatore-sudafricano-sta-partendo-la-protesta-dei-giocatori-del-circuito-atp-per-la-questione-montepremi-dei-challenger-e-future-latp-si-e-scordato-che-senza-il/

https://www.facebook.com/groups/275772612572372/?fref=tck



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