Siete tennisti EGO-CENTRICI... o TENNIS-CENTRICI?

Inizio questo argomento con una metafora che apparentemente c'entra poco.

Avete presente quelle donne, in evidente sovrappeso... che non vogliono dichiarare il loro peso?

Avete presente le donne "di una certa età" che mentono sulla loro reale età?

Bene... sono sicuro che tutti voi conoscete persone del genere.

Ovviamente questi sono meccanismi di difesa assolutamente inutili... in quanto TUTTI sono in grado di capire che una è una grassona... e l'altra una signora in pre-menopausa!

Allo stesso modo... il tennista medio da Circolo, cerca di giustificare, minimizzare... o nascondere le sue eventuali sconfitte.

Perchè?

Perchè ha una visione EGO-CENTRISTICA del proprio tennis.
Ritiene che tutto il mondo tennistico sia assolutamente interessato al risultato da lui conseguito sul campo.
La realtà, ovviamente... è un'altra.
Noi tennisti di club altro non siamo che un granello di sabbia nel deserto del Sahara.
I nostri risultati non cambiano MINIMAMENTE quelle che è il nostro tennis, le nostre capacità percepite da chi ci guarda o chi ci conosce.
Esattamente come il peso o l'età della signora di cui parlavo prima.

Al massimo possono interessare qualche collega di circolo per chiacchiere e sfottò da bar.

Ma anche tali chiacchiere non CAMBIAMO I FATTI!

Se la mia palla non viaggia... se sbaglio dopo 6 scambi al massimo... se non so servire una seconda, tutte le parole del mondo con cambieranno mai I FATTI!

Tutti noi, quando giochiamo... NON siamo il centro dell'universo tennistico: siamo solo del "pulviscolo cosmico".

Ecco perchè bisogna tendere ad eddere dei tennisti TENNIS-CENTRICI.

La soddisfazione deve essere nel gioco stesso, nella battaglia, nel miglioramento del proprio tennis.

Che passa per una analisi giusta ed obiettiva della partita (magari aiutati da un Maestro).

Personalmente... parto dal presupposto che a NESSUNO possa importare una cippa se Corre vince o perde...

E quando perdo (magari contro un avversario contro cui potevo vincere) non mi sfiora neppure lontanamente il pensiero di cosa possa dire Tizio o scrivere Caio.

Se arriva lo sfottò al circolo... sono il primo a ridere...

sia chiaro che NON mi piace perdere... ma in questo caso la mia mente va dritta all'analisi asettica della partita:

- Ho giocato corto
- Ho servito poche prime
- Ho preso troppi rischi inutili

Sono conscio di essere un granello di sabbia nel deserto del Sahara dl tennis!

La mia visione personale del Tennis è TENNIS-CENTRICA...

Entro in campo... lotto e sputo sangue nell'arena.

Analizzo asetticamente la mia prestazione.

Accettando serenamente il verdetto del campo e divertendomi con gli eventuali sfottò da circolo... (a cui assegno un'importanza MINIMA)

....ma che rendono la mia visione TENNIS-CENTRICA ancora più divertente.

Saluti dal vecchio Corre..

Quoto Giovanni e bentornato!!!

Anch'io la vedo come te.

Al circolo (che è piccolo) siamo in pochi a fare attività agonistica: 4-5 uomini, 3-4 donne...
Chiaramente quando uno di noi gioca un torneo o un campionato a squadre lo sanno tutti e quindi immancabilmente scatta la domanda "Com'è andata ??"
Sono certo che alcuni me lo chiedono sperando che io dica "Ho perso" perchè in questo momento sono l'unico terza del circolo e probabilmente qualcuno un po' invidioso "gufa"...
Fatta questa premessa (in cui credo si ritroveranno in tanti) in genere mi limito a dire "ho vinto-ho perso" con quelli che non capiscono una cippa.
Con quelli che invece ne masticano un po' di più e che hanno davvero il piacere di sapere come sono andate le cose faccio una disamina tecnica come dice Giovanni, analizzando il mio gioco e non quello dell'avversario se non per dire che ha giocato bene o che era più forte. Punto.

Non me ne frega niente di giustificare una sconfitta o enfatizzare una vittoria. Ogni match porta un valore aggiunto in termini di esperienza e questo vale solo per le partite ufficiali, dove la vera capacità emotiva (al di là del gioco visto il nostro livello) alla fine fa la differenza.
Se gioco tranquillo, se esprimo il mio gioco al massimo delle mie capacità del momento (non siamo sempre in forma allo stesso modo) io sono contento. Se vinco sono stra-contento; se perdo mi passa in un quarto d'ora...

oldblack ha scritto:Anch'io la vedo come te.

Al circolo (che è piccolo) siamo in pochi a fare attività agonistica: 4-5 uomini, 3-4 donne...
Chiaramente quando uno di noi gioca un torneo o un campionato a squadre lo sanno tutti e quindi immancabilmente scatta la domanda "Com'è andata ??"
Sono certo che alcuni me lo chiedono sperando che io dica "Ho perso" perchè in questo momento sono l'unico terza del circolo e probabilmente qualcuno un po' invidioso "gufa"...
Fatta questa premessa (in cui credo si ritroveranno in tanti) in genere mi limito a dire "ho vinto-ho perso" con quelli che non capiscono una cippa.
Con quelli che invece ne masticano un po' di più e che hanno davvero il piacere di sapere come sono andate le cose faccio una disamina tecnica come dice Giovanni, analizzando il mio gioco e non quello dell'avversario se non per dire che ha giocato bene o che era più forte. Punto.

Non me ne frega niente di giustificare una sconfitta o enfatizzare una vittoria. Ogni match porta un valore aggiunto in termini di esperienza e questo vale solo per le partite ufficiali, dove la vera capacità emotiva (al di là del gioco visto il nostro livello) alla fine fa la differenza.
Se gioco tranquillo, se esprimo il mio gioco al massimo delle mie capacità del momento (non siamo sempre in forma allo stesso modo) io sono contento. Se vinco sono stra-contento; se perdo mi passa in un quarto d'ora...

Parli con le mie parole.

stetennis ha scritto:Quoto Giovanni e bentornato!!!

Ciao, Ste!

concezione molto interessante.
dal canto mio, sono ipercritico con me stesso, al limite del masochismo e, a fronte di sconfitte (che in quanto tali sono SEMPRE meritate), l'autocritica verso me stesso raggiunge un tale apice dal farmi pensare, per alcuni giorni successivi alla sconfitta bruciante, di mollare tutto, perchè non fa per me. salvo poi ritrovare verve quando riinizio ad allenarmi e trovo qualche vittoria in partite combattute.
il lato egocentrico mi tocca invece quando gioco e credo che chi mi guarda sia profondamente interessato al mio tennis e all'esito della mia partita (con conseguente disagio, da parte mia, in caso di netta sconfitta e presunta "brutta figura"), quando dovrei mettermi in testa che quella mia prestazione sarà dimenticata nel giro di qualche ora, così come saranno dimenticate le mie gesta "eroiche" e i miei colpi da applauso, al pari delle mie stecche e del mio "tiro al telone".
dovremmo davvero tutti più concentrarci (parlo per me di sicuro) sulla crescita tennistica, che è lenta e faticosa, piuttosto che sull'analisi spasmodica della singola partita e della singola prestazione (che sempre da pippe, per me, rimane).

p.s.: BENTORNATO!

alain proust ha scritto:

p.s.: BENTORNATO!

Bentrovato!

Sarebbe opportuno analizzare asetticamente una sconfitta o anche una vittoria.
Ma non è facile.
È nella natura umana "giustificare" le sconfitte o esaltarsi nelle vittorie.

Nell'altro topic si parlava di "testa".
Ecco, la testa di un giocatore "agonista" è tarata nel giudicare nella maniera più oggettiva possibile la propria prestazione.
Se io ho fatto tutto quanto era nelle mie possibilità e ciò nonostante sono uscito sconfitto, significa che l'avversario nell'occasione è stato più bravo. Punto.
Devo lavorare per diventare meglio di lui (rafforzando i miei punti di forza e colmando le mie eventuali lacune o debolezze).

Ma questa è una capacità che si acquisisce da giovani, praticando sport che ci portano al naturale confronto con gli altri.
All'amatore in età avanzata viene più difficile comprendere questo meccanismo. Anche perché significa mettersi continuamente in discussione e non tutti sono disposti a farlo.

Feliciano ha scritto:
Ma questa è una capacità che si acquisisce da giovani, praticando sport che ci portano al naturale confronto con gli altri.
All'amatore in età avanzata viene più difficile comprendere questo meccanismo. Anche perché significa mettersi continuamente in discussione e non tutti sono disposti a farlo.

Punto di vista molto interessante....

per me dipende in gran parte dalle circostanze. se giochi 2 ore a settimana con i tuoi amici è normale giustificare o minimizzare una sconfitta con tutto l'armamentario a disposizione che spazia dal bambino con colica che non ti ha fatto dormire al cibo oggi davvero pesante ecc.... Se cominci a fare tornei e inanelli sconfitte con gente che ritieni alla tua portata cominci a chiederti cosa non va nel tuo gioco e per forza diventi tennis-centrico.

Feliciano ha scritto:

Ma questa è una capacità che si acquisisce da giovani, praticando sport che ci portano al naturale confronto con gli altri.
All'amatore in età avanzata viene più difficile comprendere questo meccanismo. Anche perché significa mettersi continuamente in discussione e non tutti sono disposti a farlo.

Quotone!