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Footwork by Satrapo

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Satrapo - Footwork by Satrapo - Pagina 2 Empty Footwork by Satrapo

Messaggio Da oedem Mer 10 Feb 2010, 12:29

Promemoria primo messaggio :

visto che il caro Satrapo cita spesso dei famosi "lenzuoli" sul footwork, ecco che ve li copio

buona lettura Satrapo - Footwork by Satrapo - Pagina 2 Icon_wink

FOOTWORK, OVVERO DOVE IL GIOCO SI FA "SERIO"

Se osserviamo i top-player in azione rimaniamo stupiti da quanto la palla viaggi veloce, dalla potenza dei colpi e dalla bassa percentuale di errori. Ma se lasciamo perdere braccio racchetta e palla e ci mettiamo ad osservare i piedi di questi atleti allora lo stupore si trasformerà in vero e proprio shock : il footwork di un giocatore di alto livello è sicuramente ciò che maggiormente lo distingue dai “tennisti umani”.

Se non siete in grado di coprire il campo ad una data velocità di palla non sarete in grado di giocarvi il punto a quel ritmo: potete avere anche il braccio di Federer ma se non arrivate a toccare la palla ci farete ben poco con tanto talento e sensibilità.

Per prima cosa sappiate da subito che sugli spostamenti si lavora tanto quanto sulla tecnica dei colpi, purtroppo però a livello non squisitamente agonistico questa parte della preparazione viene quasi sempre trascurata.

Il vostro maestro sicuramente vi avrà spiegato diffusamente quali impugnature usare e come portare i colpi e voi avrete speso ore per perfezionare il vostro swing, ma molto probabilmente non vi avrà parlato a fondo di step, split-step, gravity-step, crossover, lateral-step, baby step, gravity-turn etc. etc.

E la cosa è comprensibilissima e assolutamente in linea con le vostre esigenze perchè se non siete agonisti il problema principale di un maestro è quello di mettervi in grado di ributtare la palla dall'altra parte il più presto possibile, e le sue “cure” saranno rivolte principalmente alla tecnica dei colpi base. Ma quando il gioco si fa serio e arriva il momento di chiedere qualcosa in più al proprio tennis il “footwork” diventa uno dei punti chiave per l'evoluzione del gioco di un tennista.

Altro mito da sfatare riguarda il talento negli spostamenti: il corretto footwork non si improvvisa e non è un talento innato in nessun giocatore, gli spostamenti ci devono essere insegnati e ci richiederanno molto lavoro per essere perfezionati.

Correre veloci o avere uno scatto micidiale a tennis di per se non serve a nulla, la velocità pura non costituisce garanzia di riuscire a coprire il campo: un Carl Lewis al top messo su un campo da tennis non sarà in grado di intercettare ed arrivare sui colpi dell'avversario come fa il numero mille del mondo.

Agassi non possedeva di certo una grande velocità ma era un fenomeno nel cercare la palla, Davidenko avrà un decimo della potenza di Nadal eppure è uno dei tennisti che in assoluto meglio coprono il campo, ma di contro dietro alle mostruose gambe di Nadal si legge una tecnica a livello di spostamenti che rende il suo footwork raffinatissimo. Per non parlare del meraviglioso approccio a rete di Edberg: la sua inarrivabile “prima volè” era resa possibile da un incredibile e rigorosissimo gioco di gambe che per molti versi può essere paragonato alla perfetta mobilità di Federer.

Ma ancora una volta vi ripeto che a livello di footwork non si improvvisa nulla, ogni tennista ha dovuto imparare come ci si muove su un campo da tennis e lavorare duro per perfezionarsi.

E' come imparare a ballare, potete essere musicali e dotati quanto volete ma se non vi insegnano i passi giusti non diventerete mai abili ballerini, perciò tenete a mente che se a livello agonistico si lavora sugli spostamenti tanto quanto sui colpi, e spesso anche molto di più, questo aspetto non può essere totalmente lasciato al caso nemmeno quando ci si appresta a prendere parte ai primi tornei di quarta.

Quindi, vediamo quali sono i passi principali ed iniziamo a ballare!

Poiché l'argomento di per se è di una vastità oceanica, anche illustrando solo gli aspetti base un unico post risulterebbe a dir poco mostruosamente lungo, ma di contro ci sono alcuni elementi che per l'importanza che rivestono a livello tecnico (ma anche perchè no di “curiosità” per chi non ha ancora avuto l'occasione di affrontare simili problematiche in campo) mi piacerebbe, tempo permettendo, introdurre.

Mi riferisco a concetti base che non dovrebbero mancare nel bagaglio tecnico di ogni tennista che ami cimentarsi in torneo anche solo nelle categorie iniziali (NC – quarta..) come lo step (split step) e la classica ricerca della palla (baby step), per proseguire rivolgendomi a giocatori già più “smaliziati” parlando di tecniche tipo il crossover e della corretta posizione di guardia (“distanza di rispetto”) fino a dare una occhiata a concetti assolutamente avanzati e tecnicamente molto complessi quali il gravity-step, il gravity-turn e la teoria delle diagonali di avvicinamento. (..e qui se mi identificano finisce che faccio la figura del prestigiatore che svela i trucchi al pubblico e mi denunciano per divulgazione di segreti professionali )

Cominciamo dalle basi: STEP, ricerca della palla e BABY STEP

Iniziamo dicendo che, a tutti gli effetti, gli spostamenti sono una questione di ritmo: dovete essere "musicali" sul serio ed andare “a tempo”, ed il vostro metronomo è costituito dai colpi dell'avversario.

Quando l'avversario impatta, voi partite. Sempre. E il primo passo di questa danza infernale che dovrete imparare e stampare a fuoco nella vostra memoria muscolare è il famigerato STEP.

Lo step tecnicamente consiste in un banale “saltino” che si esegue con lo scopo di neutralizzare il proprio spostamento in atto. Un saltino a volte anche appena accennato ma sempre presente, mai più alto di qualche centimetro ma comunque apprezzabile ad occhio nudo.

E' chiaro che in uno scambio non sarete MAI fermi, ma proprio MAI: se non state cercando la palla, starete cercando il campo (ovvero starete rientrando in copertura per guadagnare la migliore posizione possibile per fronteggiare il colpo successivo, quale sia poi la migliore posizione di guardia è altro argomento di fondamentale importanza, per ora sappiate che non è necessariamente al centro del campo, e che dipende solo da dove avete indirizzato voi il colpo, le intenzioni dell'avversario non intervengono in quanto a noi non note) e se non state cercando il campo starete di nuovo cercando la palla e così via, quindi se anche solo per un attimo vi trovaste fermi durante un palleggio sareste già in ritardo e quindi vulnerabili.

In una sessione agonistica, specialmente ai livelli iniziali, ci sarà sempre un tecnico pronto a ripetervi incessantemente frasi tipo “balla coi piedi”, “cerca la palla”, “rientra rientra”, “step!”, “sotto sotto sottooo”, “rapido rapido” etc.. Poi dopo mesi (anche anni ) di questa “valanga di richiami” il tutto diventerà parte delle vostre dinamiche di gioco, ma a qualsiasi livello ci sarà sempre un tenero Satrapo “felice” di dirvi alla fine di uno scambio perso arrivando tardi su una palla: “sei fermo, così non va: così non vai da nessuna parte”. (La mia frase preferita è: “Si muove più mio nonno in una fotografia del 1930” che detta a giocatori che le gambe le fanno viaggiare davvero parecchio fa la sua bella figura )

Quindi eseguendo lo step ogni volta che l'avversario impatta noi saremo pronti a partire potenzialmente in ogni direzione semplicemente perchè avremo neutralizzato con un saltino verticale lo spostamento in atto. Questo meccanismo è di importanza VITALE nella dinamica degli spostamenti, è davvero la chiave e l'origine di tutto. Finchè non imparerete a steppare i vostri spostamenti saranno SEMPRE deficitari. L'utilità dello step è enorme in ogni circostanza, perchè vi consente proprio di arrivare prima e meglio sulla palla. Immaginate il tipico caso in cui state rientrando da una posizione esterna, magari perchè il vostro avversario vi ha sbattuto fuori dal campo con un bel cross. Voi state ancora correndo verso il centro quando lui colpirà nuovamente la palla e voi contestualmente eseguirete lo step: a questo punto avrete neutralizzato il vostro movimento verso il centro ma non sarete FERMI, quindi sarete in grado di invertire tornando “al l'esterno” se il vostro avversario decidesse di insistere sulla stessa diagonale, ma sarete pronti a riprendere il vostro movimento di rientro con rinnovato vigore qualora decidesse di aprire in lungolinea. Sarete in grado di cambiare direzione per tornare sull'incrociato, ma se c'è effettivamente da rientrare magari andando a coprire un bel lungolinea potrete continuare a farlo con rinnovata velocità. Il tutto grazie allo step avverrà sempre e comunque senza che i vostri piedi osservino nemmeno un solo istante di stop. Se foste inglesi vi urlerei: STEP DON'T STOP! ( ho avuto una allieva indiana, ho dovuto “urlare” anche in English e la frase mi piaceva proprio ho sempre provato gusto nel coniare frasi che comunichino anche con la forma e non solo con il contenuto, vabè sto divagando.. )

Quindi ogni volta che l'avversario tocca la palla io eseguo lo step, questo piccolo saltino è quello che davvero cambia il modo di cercare la palla. Vi rende più reattivi, più veloci, e aumenta mostruosamente il vostro raggio di copertura campo perchè steppando correttamente sarete in grado di partire potenzialmente in ogni direzione e a velocità considerevolmente maggiore.

La sequenza di una corretta ed efficace ricerca della palla è dunque questa:

-> STEP -> RICERCA DELLA PALLA -> COLPO -> RICERCA DEL CAMPO ->

Tutti i professionisti possono contare su un gioco di gambe “mostruoso”, anche quelli ai quali spesso vengono contestati difetti di mobilità in realtà possiedono comunque una capacità di coprire il campo a dir poco sbalorditiva. E' chiaro che alcuni si muovono meglio di altri, e Davydenko è sicuramente tra quei giocatori che si trovano ai vertici di questa particolare graduatoria.

Frugando in rete sono incappato in questo breve spezzone di una sua sessione di pratica: guardate come anche durante questo palleggio in scioltezza esegua il suo bel saltino con leggerezza e ritmo. Uno step corretto è sempre eseguito con leggerezza e senza eccessiva “elevazione”, è un vero e proprio “fraseggio” tra i piedi e la superficie del campo. Si tratta di rimanere in movimento agili ma pronti a scaricare potenza al suolo per scattare. Considerate che in questo breve filmato il giocatore è in totale decontrazione, palleggia in assoluta scioltezza eppure i piedi lavorano in maniera perfetta: lo step deve diventare talmente integrato nelle vostre dinamiche di gioco che non ve ne separerete più nemmeno nel più sciolto e decontratto dei palleggi di riscaldamento.

https://www.youtube.com/watch?v=AFG_nf4Az78

Riassumento lo STEP è a conti fatti un “banale saltino” che si esegue quando.. ..già, ma esattamente quando bisogna steppare?

Il timing con il quale eseguite lo step è di importanza vitale per renderlo efficace, perchè steppare fuori tempo non solo non apporterebbe benefici alla nostra copertura di campo, ma paradossalmente sarebbe terribilmente controproducente.

Il perfetto step si esegue sul colpo avversario avendo cura di riprendere contatto col terreno in corrispondenza del momento esatto un cui la palla lascia le corde della sua racchetta.

In pratica quindi dovrete sincronizzarvi sui movimenti del vostro avversario in modo da eseguire lo step un istante prima del suo impatto-palla così che nel momento esatto in cui la palla del vostro avversario lascerà le corde della sua racchetta voi, appena tornati in contatto con il terreno, sarete in grado di mettervi in movimento per andare a colpirla.

Il problema è piuttosto complesso e richiede come prima cosa che il vostro sguardo sia ben piantato sulla palla, e dovrete anche prestare attenzione alle dinamiche dello swing avversario per riuscire a determinare con assuluta precizione l'istante in cui la sua racchetta colpirà la palla. Inoltre dovrete fare i conti anche con il vostro step perchè un saltino più alto ritarderà l'istante di contatto col terreno, quindi step “più rasoterra” vanno eseguiti più a ridosso del momento di impatto avversario, mentre step più “elevati” devono essere effettuati con un anticipo maggiore.

(Ovviamente uno step è sempre e comunque un “saltino” estremamente contenuto i termini di elevazione)

Ascoltando attentamente l'audio del filmato si può apprezzare come D. sia perfettamente “a tempo” con gli impatti del suo sparring: lo step viene eseguito con un leggero anticipo perfettamente calcolato in modo da portarlo a toccare il terreno in contemporanea con l'impatto del suo compagno di allenamento.

Notate come l'ampiezza dello step vari da colpo a colpo, normalmente quando il giocatore è in posizione centrale esegue uno step leggermente più accentuato mentre quando si trova più defilato lateralemente c'è la tendenza ad eseguire uno step più "soft" proprio per ridurre il momento di volo al minino per non sottrarre troppo tempo al movimento di rientro.

Comunque lo step è presente in ogni colpo, e quando (come in questo breve esempio) i piedi riprendono contatto praticamente in maniera simultanea con il terreno si definisce split-step, ma più generalmente anche solo "step". (Alcuni definiscono split-step uno step dove sia più evidente una leggera divaricazione dei piedi in fase di atterraggio, altri chiamano split-step lo step che interrompe l'avanzamento verso la rete quando si va a giocare una volè, ma in generale siamo di fronte sempre e comunque ad uno step o split-step)

Una volta eseguito correttamente lo step partiremo rapidi e veloci per compiere quella che tecnicamente viene definita ricerca della palla.

La palla va ricercata in maniera da permetterci di colpirla nella posizione ottimale e nella migliore situazione di equilibrio possibile. Ripetendo il concetto dobbiamo raggiungere velocemente e con precisione assoluta il punto di impatto ottimale ed arrivarci in perfetto equilibrio.

Per far questo l'ampiezza dei nostri passi di avvicinamento deve essere inversamente proporzionata alla distanza dalla palla. Banalmente, se sono molto distante inizierò a muovermi con passi ampi che diventeranno via via sempre più stretti man mano che mi avvicinerò al punto di impatto, fino a divenire, nelle immediate vicinanze della palla, dei veri e propri microaggiustamenti definiti appunto baby-step. Comune difetto dei “tennist in progress” è quello di muoversi con passi di ampiezza spesso esagerata, ma soprattutto senza ridurre l'ampiezza degli ultimi appoggi prima dell'impatto.

Se mi muovo costantemente con passi di 50 cm e il punto di impatto ottimale dista 2 metri e 40 da me, facendo 4 passi colpirò la palla da una distanza eccessiva (40 cm dal punto ideale) ma facendone uno in più supererò il punto ideale (finirò 10 cm oltre)

Eseguendo una bella falcata iniziale da 1 metro seguita da due passi da mezzo metro per finire poi con due baby-step da 20 cm, 5 passi mi porteranno esattamente nel punto di impatto ottimale.

Più mi avvicino all'impatto e più la ricerca della palla diventa un lavoro di precisione, e per portarlo a termine con successo devo abbandonare gli strumenti di potenza (le grandi falcate utili per coprire velocemente grandi distanze) ed impugnare quelli di precisione. (i piccoli e rapidi baby-step che mi consentono qui microaggiustamenti che possono fare la differenza tra un ottimo colpo e una palla incerta)

Ma le "meraviglie" del gioco di gambe che Davidenko ci mostra in questo breve spezzone non finiscono qui, anzi, il bello deve ancora venire

FOOTWORK, PARTE SECONDA

Vi ho lasciato intenti a steppare per tutte le feste, ed ora continuiamo a parlare di spostamenti.

Come abbiamo visto la sequenza di una corretta ed efficace copertura di campo è la seguente:

-> STEP -> RICERCA DELLA PALLA -> COLPO -> RICERCA DEL CAMPO ->
(..e da capo in sequenza senza interruzione per tutti i colpi dello scambio)

Abbiamo parlato dello step ed illustrato come sia importante muoversi correttamente verso la palla, diminuendo l'ampiezza dei passi tanto più ci si avvicina alla zona di impatto. (Baby Step)

Ma una volta portata a termine con successo la ricerca della palla, dopo aver eseguito il nostro colpo, siamo solamente a metà del lavoro in termini footwork: appena colpita la palla dobbiamo infatti subito impegnarci in quella che viene definita ricerca di campo, ovvero è essenziale che i nostri piedi non smettano di lavorare nemmeno per un istante ma si attivino immediatamente per portarci il più velocemente possibile nella migliore posizione di guardia per fronteggiare il prossimo colpo dell'avversario. Posso essere molto veloce ed abile nella ricerca attiva della palla ma se sono carente nel rientrare in copertura lascerò al mio avversario praterie di campo in cui affondare i suoi colpi. Se non focalizzate la vostra attenzione sul rientro tanto quanto sulla ricerca della palla i vostri spostamenti saranno sempre carenti e deficitari.

Vi basti pensare che a livello agonistico la cura posta sul perfezionamento dei movimenti e delle tecniche di rientro è spesso superiore a quella dedicata alla ricerca della palla perchè all'aumentare della qualità di gioco è proprio la copertura del campo a fare la differenza.

E' importante capire subito però che ricerca di palla e ricerca di campo sono due momenti solo apparentemente distinti di un unico gesto tecnico, ovvero un buon giocatore non farà intravedere nessuna apprezzabile discontinuità tra i due momenti tecnici, ma il suo spostarsi sul campo sarà una ritmica, veloce e precisa alternanza tra la ricerca della palla e del campo. E' una danza continua con i suoi passi ben precisi che dura per tutto lo scambio e non prevede nessun momento di stop: non si tratta di correre veloci di quà e di la', bisogna farlo con il giusto timing ed i giusti movimenti: il footwork è una parte del gioco importante quanto il corretto swing. Dovete imparare a "ballare" sul campo.

Elemento chiave per una veloce ed ottimale ricerca del campo è il CROSSOVER, o passo incrociato, o passo lungo di rientro etc. etc. Il vantaggio del CROSSOVER rispetto ai tradizionali passi laterali è enorme, in quanto consente quasi di dimezzare i tempi di rientro in copertura.

Mettiamo il caso di esserci spostati decisamente verso destra per colpire di dritto (semplificando ci consideriamo sempre tutti destri eh ) e di dover recuperare velocemente una posizione di guardia più centrale. A questo punto nel CROSSOVER il mio piede destro (il più lontano dalla posizione di campo che sto ricercando) inizierà il passo di rientro andando a incrociare dietro (o davanti) il sinistro e non fermandocisi a ridosso come accade nei comuni passi laterali. Il concetto è quello di massimizzare l'ampiezza del passo lungo di rientro (arrivando addirittura ad incrociare i piedi) ed il risultato è banalmente devastante: in alcune situazione i tempi di rientro sono quasi dimezzati rispetto a quelli ottenibili muovendosi per passi laterali.

E' molto importante chiarire che il CROSSOVER si attua solo in fase di rientro e MAI di ricerca palla, e comunque non sostituisce totalmente i passi laterali che continuano ad avere un ruolo portante nei movimenti di recupero od aggiustamento di posizione. Di solito il CROSSOVER interessa i primi 2 passi di rientro al massimo, e poi lascia il posto ad aggiustamenti con passi laterali più tradizionali.

Per comodità e continuità di esposizione torniamo ad esaminare lo stesso filmato di Davydenko in allenamento che avevamo utilizzato per gli step.

https://www.youtube.com/watch?v=AFG_nf4Az78

Per prima cosa notate dove si metta Davidenko a palleggiare, ovvero ben oltre la riga di fondo.

Un grande errore commesso dai giocatori non ancora “smaliziati” è quello di giocare troppo a ridosso della linea di fondo, come se giocare dentro al campo fosse un vantaggio o una dimostrazione di forza.

Io la chiamo sindrome di Agassi , ma la "colpa" è anche della televisione: a sentire certi commentatori sembrerebbe che Agassi giocasse a tennis costantemente dentro al campo. Ora siamo d'accordo che Agassi fosse un fenomeno di anticipo e che questo gli consentisse una posizione mediamente più avanzata rispetto ad altri, ma la sua posizione di guardia era sempre coerente con lo scambio in corso, e non esitava ad arretrare ben oltre la riga di fondo quando necessario. E poi era Agassi, forse il più grande ribattitore della storia del tennis e sicuramente giocatore dotato di una reattività ed un anticipo che nessuno può imitare.

Nel campo ci si entra per attaccare e scendere a rete o quando si va a spingere-chiudere una palla o comunque solo quando particolari situazioni di gioco lo richiedono e lo consentano. (quando si è in fase di spinta ed in controllo totale dello scambio) Mettersi costantemente in guardia “sulla” linea di fondo (o peggio ancora nel campo) è un suicidio in termini di copertura campo. I principianti addirittura si trovano spesso in mezzo al campo senza sapere come e perchè ci siano arrivati avendo la tendenza ad avanzare senza motivi, ma anche i giocatori di club assumo spesso una posizione di guardia troppo avanzata. La nostra posizione deve essere normalmente OLTRE la riga di fondo, e la distanza dalla stessa proporzionale alla pesantezza e profondità media dei colpi dell'avversario che abbiamo davanti. Quella che si definisce “distanza di rispetto” è il margine che ci diamo nel caso l'avversario pizzichi la riga di fondo, poi è chiaro che se gioco con un principiante assoluto o con uno che con i colpi da fondo non supera mai la linea del servizio mi metterò a palleggiare dentro il campo, ma in casi “normali” coprire il campo “sulla linea di fondo” vuol dire essere in difetto di posizione. (Solo se sto comandando io lo scambio posso gradualmente avanzare ed entrare decisamente in campo per attaccare o chiudere il vincente)

Un giocatore deve avanzare nel campo per colpire come se avesse un elastico sulla schiena pronto a ritirarlo indietro dopo ogni colpo portato a ridosso o entro la riga di fondo, ed infatti in allenamento a volte ci si esercita proprio con un lungo elastico ancorato al telone di fondo di lunghezza tale da andare in tensione quando l'atleta si trovi a colpire dentro il campo, proprio per ricordargli di dover arretrare per ripristinare la giusta distanza dalla riga di fondo. Se ho fatto un passo in campo per colpire o decido di attaccare e seguire a rete, o colpisco e torno in guardia oltre la riga ma se mi muovo in palleggio sulla riga di fondo è come se giocassi a ping pong in piedi sul tavolo: decisamente sconveniente.

Detto questo ritroviamo D. che palleggia in totale decontrazione eseguendo sempre un ritmato step per andare a cercare la palla, partendo con timing perfetto e sempre da una posizione di guardia sufficientemente oltre la riga di fondo. Il ritmo di palleggio è decisamente comodo per un giocatore di questo livello, ed infatti ad esempio al secondo 8 D. si sposta decisamente in avanti per andare a colpire una palla molto morbida e poco profonda, ma come potete vedere subito dopo aver colpito il giocatore arretra “naturalmente” per tornare oltre la riga, ricostituendo quella “distanza di rispetto” che gli consentirebbe se necessario di fronteggiare senza troppi problemi colpi ben più potenti e profondi.

Nei primi secondi il palleggio si svolge in un fazzoletto di campo, gli spostamenti laterali sono molto contenuti ed il giocatore utilizza piccoli passetti laterali sia per trovare la giusta distanza dalla palla che rientrare al centro.

Ma dal secondo 15 lo scambio si apre un po' ed il giocatore si sposta più marcatamente facendo subito “affiorare” dei morbidissimi mini-CROSSOVER di rientro.

Guardate come D. incroci i piedi rientrando a volte passando dietro (se deve recuperare profondità di posizione) e a volte davanti. (se deve riguadagnare campo). Ogni qual volta esegue uno spostamento verso l'esterno ed è chiamato a rientrare lo fa in crossover, e il meccanismo è talmente radicato negli automatismi dell'atleta che alla fine del filmato a scambio terminato e palla non più in gioco il giocatore rientra verso il centro eseguendo comunque il primo passo in un elegante crossover Pensate quanto lavoro ci sia voluto per trasformare una tecnica comunque raffinata in un automatismo talmente radicato da diventare atteggiamento normale anche a palla ferma. Probabilmente D. fa il crossover anche per uscire dalla doccia

Ho scelto questo filmato di palleggio estremamente "easy" proprio per farvi capire quanto le tecniche di spostamento siano radicate negli automatismi di questi giocatori: un talento di questo calibro palleggerebbe a questa velocità di palla anche saltando dentro un sacco, eppure guardate come tutti i “passi” vengano eseguiti con eleganza e puntualità. Un topten anche quando palleggia in totale decontrazione lavora enormemente con le gambe sempre in maniera ordinatissima ed efficace. Un giocatore di club invece è fermo come un pianta anche durante uno scambio combattutissimo, e non voglio nemmeno descrivere il suo footwork durante un palleggio di riscaldamento o in scioltezza

Il punto da capire è che a livello di gambe dovete approcciare anche la più semplice e comoda della palle come se fosse la più micidiale delle bordate: il vostro footwork deve essere sempre, sempre, sempre, attivo ed efficace. Quello che sto cercando di dirvi è che a livello di gambe e di spostamenti dovete essere “umili come un topten” e lavorare sempre al 100% su ogni palla, perchè è la palla facile che vi fotte ragazzi, è la palla morbida e lenta quella su cui arrivate tardi, male, e sbilanciati.

Sulla cannonata si chiudono gli occhi e si mette la racchetta e a volte esce il colpo del secolo, ma è sul gocciolone in mezzo al campo che non arriva mai che si perdono le partite: dovete curare gli spostamenti con tanto lavoro e tanta pratica che non vi sembrerà più possibile nemmeno palleggiare con il più scarso dei principianti senza steppare -> cercare la palla correttamente -> rientrare fulminei in copertura utlizzando se necessario un impeccabile CROSSOVER.

Ma se quando palleggiate con l'amico camminate, se quando vi allenate pensate solo al braccio o al "passantone" sulla riga, se non provate sino alla noia gli spostamenti anche senza palla beh, non vi verranno mai naturali perchè non vengono naturali a nessuno. Dovete sudare sangue prima che i vostri piedi imparino a danzare da soli appena inizia lo scambio, e badate bene: appena inizia QUALSIASI scambio, dal più semplice riscaldamento alla più tirata delle partite. Dovete "ballare" bene e farlo sempre.

Come già detto il crossover è un movimento esclusivamente di rientro, ovvero di ricerca campo e non si esegue per andare a cercare la palla ma SOLO in alcuni passi di rientro in copertura (perchè comunque i passi paralleli saranno sempre presenti) .

E ora vediamo cosa accade quando si fa sul serio

https://www.youtube.com/watch?v=TDR9CqSVpok

Guardate questo ragazzaccio come utilizzi un mix di classici passi paralleli per poi eseguire crossover da manuale quando l'urgenza di rientrare in copertura lo richieda. Dopo il servizio si trova evidentemente in comando di scambio tanto da decidere di spostarsi pesantemente per colpire di dritto, e dopo aver sbracciato si riporta al centro con “comodi” passi paralleli ma a questo punto l'avversario lo pizzica sul suo lato sinistro costringendolo ad una imprevista copertura sul rovescio e la necessità di recuperare campo rapidamente lo porta ad eseguire un doppio passo crossover di rientro assolutamente “sublime”, eseguito addirittura incrociando il piede di rientro alternativamente davanti e dietro. (E queste credetemi sono cose con le quali non si nasce, queste sono ore ed ore (ed ore) passate a provare simili meccaniche di movimento)

Nel footwork di Federer si può rintracciare un lavoro maniacale di perfezionamento: la facilità con la quale si sposta in campo non deve ingannare perchè Roger non è un giocatore naturalmente veloce, ma grazie ad una tecnica assurda perfezionata all'estremo è uno di quelli che copre meglio il campo in assoluto, secondo in questo forse solo a Nadal.

Di contro la potenza di Nadal non deve far passare in secondo piano le sue doti tecniche a livello di footwork perchè pur dotato di una eslposività non comune lo spagnolo dimostra di padroneggiare ed applicare con disinvoltura meccanismi estremamente complicati e lo vedremo nel dettaglio nella prossima "puntata": Nadal non è solo velocissimo, ha anche lavorato molto e bene per utilizzare al meglio questa sua caratteristica.

In conlcusione con il CROSSOVER siamo di fronte ad una tecnica efficacissima ma già raffinata e di non semplice esecuzione: quando lo avrete assimilato il crossover vi velocizzerà enormemente, ma se lo fate male vi penalizzerà. Ci si deve lavorare molto, ed è un lavoro considerato già avanzato, una di quella cose che difficilmente possono essere messe a punto senza la guida di un tecnico, ma vi invito comunque a provarci e vedere che effetto vi fa, anche solo per la curiosità di provare sulla propria pelle cosa voglia dire lavorare per coprire il campo in maniera efficace.

Ed è un inferno, ve lo garantisco!

Per il momento ci fermiamo qui, ora dovete girare per la città steppando ed incrociando i piedi, ma solo quando necessario

Nel prossimo ed ultimo “lenzuolo” dedicato al footwork proveremo a parlare di cose da tennisti proprio tanto “cattivi” e smaliziati, introducendo concetti come gravity-step, gravity-turn e ragionando un po' sulle famigerate diagonali di avvicinamento alla palla.

prima vorrei fare una riflessione sul tennis e sul concetto di allenamento in generale.

Mi alleno? Si. Ma la prima domanda che devo pormi non è COME ma perchè.

In sostanza cosa voglio chiedere in più al mio tennis? Un principiante si allena per imparare a mandare la palla dall'altra parte, un amatore per fare i turni al torneo condominiale, un quarta per battere Villa (o il "vecio" del circolo ), un seconda forte per passare le qualificazioni in un Futures, un professionista per entrare nei topten e un campione per vincere uno o più Slam.

E con tutte le sfumature del caso ognuno inizia ad allenarsi per un suo scopo, ma se non è chiaro lo scopo non potrà esserlo certo il metodo. Comunque a tutti i livelli sicuramente chi si allena lo fa per migliorare il proprio gioco con l'aspettativa di vincere di più e più impegnativi saranno gli obiettivi che ci poniamo più intenso dovrà essere il lavoro per ottenerli.

L'allenamento è noioso, ripetitivo, faticoso e per nulla divertente: giocare bene è divertente, vincere partite difficili contro avversari forti è divertente e l'allenamento può farci giocare meglio e quindi vincere di più ma non può direttamente divertirci. Nello sport nulla ci viene regalato, l'allenamento è banalmente IL PREZZO DA PAGARE.

Se oggi avete voglia di divertirvi con la racchetta in mano, oggi non è un buon giorno per allenarsi, fatevi una partitella con un amico ma siate consapevoli che oggi il vostro tennis non migliorerà; il vostro umore probabilmente si. Se però avete appena preso una stesa micidiale da uno che giocava peggio di Frankenstein allora potreste avere le giuste motivazioni per passare due ore a sudare e lavorare in silenzio maledicendo chi ha inventato questo sport. Il vostro tennis migliorerà, il vostro umore sarà pessimo. Quando siete in partita e le cose si mettono male quando non dovrebbero esserci problemi non dovete pensare alla bella ragazza che vi porterete a cena la sera stessa, non dovete pensare a quanti passantoni sulle righe o vincenti in fronte avete rifilato al vostro amico di partitelle domenicali, non dovete pensare a quanto sarà bella la vostra prossima palla corta: dovete pensare a me! (Non a me Satrapo eh ma a chi vi tortura nei vostri allenamenti) Dovete pensare a quanta fatica avete investito nel vostro tennis, alle ore noiose passate a provare e riprovare mentre tutti erano a divertirsi facendo partitelle, palle corte, piroette e trikketrakke. Ripensate a quanti esercizi orribili vi hanno o vi siete imposti e vi si deve accendere dentro un fuoco, una voglia di rimandare la palla dall'altra parte anche con il manico, col telaio, con il damper. Tutto, tutto, meno che un altro stupido punto regalato: certo che posso perdere, ma mi devono battere perchè io ho lavorato troppo per andare in campo a regalar punti a uno che a vederlo giocare non lo daresti vincente nemmeno contro Pierino. Io non sono qui per regalare punti a nessuno, mi devi passare sopra con il trattore per farmi un punto. Anche se vinci, perchè a tennis si perde eh, nessuno è imbattibile, ti assicuro che anche se vinci oggi te ne vai a casa col mal di testa. E questa mentalità non è da facinorosi, è la mentalità che ha chi gioca pulito corretto e non alza mai la voce. Di chi non sproloquia quando sbaglia e non si esalta al primo bel punto che porta a casa (magari al quinto il pugnetto fatelo via ) Questa è la mentalità di chi è vincente, a prescindere dal risultato. Correttezza, determinazione, e pelo sullo stomaco: vieni qui e battimi, sarò il primo a dirti bravo ma prima battimi, perchè io non ti regalo niente. (Stralci presi da filippiche tipo propinate in più di qualche discorso di inizio stagione agonistica, quando vi trovate in una agonistica vi tocca sopportare anche simili discorsi )

Proporre un programma di allenamento generico è come prescrivere medicine senza aver visitato il paziente: non solo inutile ma potenzialmente anche dannoso però fissare qualche semplice principio base con qualche valido esempio può essere sicuramente utile.

L'allenamento nel tennis si divide in due grandi tipologie: l'allenamento tecnico e quello situazionale, perchè il tennis oltre ad essere uno sport terribilmente tecnico è anche uno sport di situazione. Non solo bisogna avere una abilità tecnica molto raffinata, ma bisogna saperla adattare alle situazioni sempre diverse proposte di volta in volta dal nostro avversario: il tennis è una "abilità aperta", ovvero per quanto io possa provare l'esecuzione di un colpo non riuscirò mai a riprodurre tutte le tipologie di palla che affronterò in futuro e quindi mi troverò sempre ad affrontare situazione nuove e sconosciute. Ogni palla che vado a giocare in partita od in allenamento sarà sempre diversa e imprevedibile, sarà sempre un problema nuovo da risolvere. Prendiamo uno sport come l'atletica leggera, e prendiamo il salto con l'asta ovvero forse la disciplina tecnicamente più complessa. Eseguire un salto con l'asta è difficilissimo, ci vuole velocità nella rincorsa, precisione assoluta nell'imbucata, potenza esplosiva per piegare l'asta, forza muscolare per distendersi in volo e doti acrobatiche per scavalcare l'asticella. Un gesto atletico tecnicamente mostruoso e complicatissimo ma siamo di fronte ad una abilità chiusa: la pedana, la buca e l'asticella sono riferimenti fissi ed immobili con i quali devo confrontarmi, nulla di esterno interviene per influenzare la dinamica del mio gesto tecnico. L'esecuzione di un colpo nel tennis invece è una abilità aperta perchè la pallina arriverà sempre da direzioni diverse con velocità ed effetti differenti e soprattutto imprevedibili perchè sarà il nostro avversario a decidere quale problema proporci. Il tennis mi richiede di padroneggiare un gesto tecnico estremamente complesso e di essere in grado di eseguirlo in situazioni sempre differenti ed imprevedibili, non dipendenti dalla nostra volontà ma bensì determinate dal nostro avversario. E' come se al povero saltatore con l'asta gli avversari spostassero di continuo la piattaforma di rincorsa, la buca e l'asticella durante ogni salto. L'unica abilità chiusa nel tennis è il servizio, unico colpo nel quale siamo noi stessi a piazzarci la palla come meglio desideriamo per poi andarla a colpire, ed è per questo che servire a tennis è un vantaggio enorme, tanto da essere considerato normale che il battitore vinca sempre i suoi game di servizio.

E di questo un allenamento tennistico deve tener conto. Banalmente se mi alleno a tirare fortissimo per passare il mio sparring a rete non sto sviluppando una abilità tennistica, ma se mi alleno tirando sempre e costantemente sulla volè di rovescio del mio compagno una palla sempre uguale che mi tornerà indietro in modo che io possa continuare virtualmente all'infinito questo palleggio in totale "controllo" allora starò sviluppando una abilità aperta migliorando il mio tennis.

Se in allenamento provo a tirare passanti da urlo sulla riga non sto facendo nulla di utile per il mio tennis, se invece sono in grado di tenere virtualmente all'infinito questo palleggio fondo-rete posso dire di aver svolto un lavoro importante per la mia crescita tecnica.

Questo perchè fornirò una risposta univoca ad un problema variabile, ovvero starò sviluppando una abilità aperta. Qualunque palla mi torni indietro (problema aperto) io dovrò giocarla posizionandola sulla volè di rovescio dell'uomo a rete ad un ritmo costante e senza sbagliare mai. (risposta univoca)

Ovviamente anche l'uomo a rete lavorerà in maniera speculare alla mia perchè il suo problema sarà quello di giocare costantemente volè di rovescio profonde e in controllo in modo da consentire la prosecuzione indeterminata del palleggio.

Questo è un esempio di esercizio tennistico semplice ma avanzato, mettere un uomo a rete e tirare passanti a tutta è un esempio di come non migliorare il proprio tennis falsando la percezione delle proprie abilità tennistiche: un passante vincente non aggiungerà nulla alle mie capacità tecniche ma il mio ego sarà gratificato e quindi meno disposto a lavorare. Non sarò migliorato e avrò meno voglia di allenarmi perchè sappiamo tutti che si ricorda di più un grande passante che 100 misere pallate morte a rete o sui pini.

Tenere 100 scambi di fila con l'uomo a rete migliorerà le mie abilità tecniche e mi fornirà una reale istantanea del mio livello di gioco attuale perchè se per portare a termine l'esercizio sarò costretto a rallentare enormemente la mia velocità di palla diventerò consapevole di quanto sia bassa la mia velocità di palla in controllo, e di quanto dovrò lavorare per portarla a livelli accettabili. E se in partita supero la mia velocità di "palla in controllo" perderò da chiunque semplicemente perchè la mia percentuale di errori sarà troppo alta. Contro il pallettarino si perde non per testa o per poca attitudine al match ma per un costante overspeed di palla, causato da una metodologia di allenamento errata che mi ha portato a sovrastimare la mia reale velocità di controllo. Paradossalmente i giocatori che tirano più forte rispetto alle loro reali doti tecniche sono i principianti assoluti che mandano le palline in orbita con facilità estrema, mentre i giocatori che tirano più piano rispetto a quanto le loro capacità tecniche consentirebbero sono i PRO. In tutti i livelli intermedi la partita si gioca sulla differenza di "overspeed" : chi riesce a far giocare il suo avversario costantemente oltre la sua velocità di controllo vincerà la partita. Il vecio che gioca a 3km/h batterà chiunque non sarà in grado di giocare costantemente a 4km/h, e se le vostre metodologie di allenamento vi hanno ingenerato l'errata percezione di poter giocare a 100km/h quando in realtà non sareste in grado di centrare a ripetizione un settore di un metro per un metro nemmeno tirando a 10 rimedierete sonore sconfitte tutte le volte che incontrerete un giocatore che consapevole del proprio reale livello di gioco non lo supererà, raccogliendo meno applausi ma molti più punti.

I tre principi di un drill tecnico sono il target, la riproducibilità e il sovraccarico.

Il target è l'obiettivo o se preferite il problema da risolvere.
Banalmente tracciate un settore di un metro per un metro e tirate sempre li dentro, con qualsiasi colpo: dritto, rovescio, volè e smash. Questo è fissare un target.

La riproducibilità sta nella percentuale di riuscita: prendere una palla e tirarla con la racchetta centrando un birillo nel campo è una dote da circense ma non da tennista. Coprire il campo a destra e sinistra tirando 50 palle di seguito nel medesimo settore di un metro per un metro è un lavoro per tenisti forti, molto forti. Nessun esercizio può prescindere dalla valutazione delle percentuali di riuscita, annotatele e confrontatele nel tempo e siate obiettivi: le sensazioni ingannano, i numeri no. Il punto del secolo viene annullato dal successivo banalissimo errore gratuito.

Il sovraccarico è la base della performance. Un velocista si allena trainando pesi per sviluppare potenza, una volta rimossi i pesi correrà più veloce. Un tennista può allenarsi ad esempio alzanzo la rete (overnet) o limitando la luce della rete con delle sagome o introducendo spostamenti obbligati tra un colpo e l'altro (giro di boa, toccata e fuga..). Una volta rimosso il "sovraccarico" il margine di riuscita del colpo aumenterà enormemente: se non dovrete più aggirare un birillo prima di andare a cercare la palla la troverete meglio e prima, quando la rete tornerà alla sua altezza abituale non vi moriranno più colpi e servizi sul nastro etc. etc. In partita affronterete condizioni più facili di quelle sperimentate in allenamento.

Provate a palleggiare con obbligo di profondita' oltre la riga del servizio (target) arrivando almeno a tot scambi di fila (riproducibilità) andando a toccare il telone di fondo tra un colpo e l'altro (sovraccarico).

Quando il vostro avversario imposterà il match sulla regolarità assoluta rispetto ai vostri allenamenti avrete il vantaggio di non dover andare sempre a toccare il telone di fondo e di non dovervi fermare se vi scappa una palla un po' più corta della linea del servizio. Se in allenamento rispettando il target e con il sovraccarico facevate 100 palleggi in partita senza questi assilli dovreste arrivare a 200, e comunque troverete molto più facile e assolutamente non stancante colpire la palla senza dover fare km avanti e indietro verso il telone quindi probabilmente sarete in grado di piazzarla con molta più incisività chiudendo magari lo scambio rapidamente.

Gli esercizi tecnici sono tantissimi e con un po' di fantasia se ne posso strutturare sempre di nuovi, l'importante è rispettare i principi di target, riproducibilità e sovraccarico.

Ponetevi un obiettivo ragionevole, complicatevi la vita con qualche "simpatico impedimento" e iniziate a contare le percentuali di riuscita.

Per esempio non partite con settori di 20cm per 20 perchè non li centrerete mai con la necessaria frequenza, partite con una prateria di 2 metri per 2 e se proprio siete infallibili restringetela gradualmente.

Un esercizio banale ma mostruoso è il palleggio di regolarità nel corridoio: il settore è limitato ma ancora fattibile, la rete nei pressi del corridoio è più alta (overnet=sovraccarico) e il fatto di dover giocare sempre in lungolinea una ulteriore complicazione. Alternate 3 dritti e 3 rovesci e palleggiate sempre all'interno del corridoio tracciando anche una linea di profondità minima richiesta. Quando col vostro compagno sarete in grado di padroneggiare lunghi scambi in questa situazione immaginate quello che potrete fare con tutto il campo a disposizione per piazzare una palla sia in attacco che in difesa.

Lo stesso esercizio può essere svolto sulle diagonali: stavolta dovrete giocare ognuno nel corridoio nell'angolo opposto, in questo caso il sovraccarico è costituito dall'angolo esasperato che dovrete trovare e, avendo anche qui l'obbligo di profondità, dalla lunghissima traiettoria che dovrete far coprire alle vostre palle. Se siete soliti tirare un po' troppo corto palleggiare su queste sconfinate diagonali sarà per voi un toccasana.

Se avete i piedi un po' pigri niente supera il terrificante "pittino" che ha il pregio di abbinare un po' di sano divertimento e competizione ad una drill di difficoltà tecnica elevata. Campo valido solo quello delimitato dai settori del servizio, obbligo di far rimbalzare la palla sempre a terra prima di farle superare la rete. (come nella battuta del ping-pong) Potete colpire al volo o a rimbalzo, l'importante è che schiacciate la palla a terra in modo che rimbalzi una volta prima di superare la rete e ricadere entro il mini-campo valido. Ogni palla vale un punto. chi è in svantaggio "serve" con i piedi al di fuori dal mini-campo (sempre col rimbalzo obbligato alla ping-pong) e il primo che arriva a 11 punti vince. (consigliato il 3 su 5 chi perde paga la consumazione al bar ) Quando avrete braccio sufficiente per farlo bene, le vostre gambe grideranno pietà. Se non avete idea di cosa voglia dire giocarlo bene sfidate qualcuno che la palla la sente davvero e piangerete lacrime amare, non si può tirare forte a causa del rimbalzo obbligato e del campo corto che non consente le traiettorie veloci e tese ma piazzando la palla con precisione si diventa matti.

Se avete problemi con la risposta al servizio dividete il campo in 3 corridoi uguali (4 quando sarete più forticelli) e indipendentemente da dove e come servirà il vostro sparring rispondete prima sempre nel primo settore, poi sempre nel secondo e così via. Servizio liftato ad uscire? Risposta nel settore 1. Servizio potente al centro? Ok, rispondere sempre nel settore uno. Kikkone da paura in mezzo al quadrato di battua? E che problema c'è? Io rispondo sempre nel settore uno. Poi passate al due e poi al tre..

Ora quando in partita vorrete rispondere sul rovescio ridicolo del vostro avversario ripensate goliardicamente alle ore passate maledicendo il buon Satrapo che vi costringeva a rispondere sempre e solo nel settore che indicava lui, tracciatevi mentalmente un comodo settore (con la mia facciona in mezzo ) posizionandolo in corrispondenza del rovescio della vostra vittima e qualunque palla lui vi servirà gliela rimanderete proprio li dove mai la vorrebbe ricever. Serve a uscire? Al centro? Non lo sa nemmeno lui dove? E che problema c'è? Io sono preparato a rispondere qualsiasi cosa mi arrivi sempre nel settore UNO!

Prima che questo post assuma dimensioni oceaniche mi fermo, qualche esercizietto ve l'ho indicato, tabelle e programmi specifici non si possono fare per tanti motivi, ma soprattutto perchè ognuno ha bisogno di "cure" diverse però quello che davvero è importante è capire come ci si allena.

Qualsiasi cosa vi mettiate in testa di fare sarà produttiva se e solo se avrete fissato prima un taget, se vi sarete complicati la vita con qualche espediente per rendere il target meno facile da centrare (sovraccarico) e soprattutto se otterrete percentuali di successo molto alte (riproducibilità). Scrivete tutto e prima di passare ad un esercizio più "difficile", prima di restringere il settore da centrare, dovrete aver apprezzato un netto miglioramento delle vostre percentuali di riuscita. Non muovetevi in tutte le direzioni, non si può lavorare contemporaneamente sul controllo di palla, sulla regolarità, sulla potenza e sulla mobilità: un passo alla volta. Se un esercizio non vi riesce proprio provate ad abbassate la velocità di palla, meglio tirare pianissimo nel settore che ostinarsi a tirare forte mancandolo troppo spesso. Io dico spesso che "tutti sanno tirare forte, pochi sanno tirare SEMPRE" (ovvero "sempre nel settore"). Quando avrete saldamente in mano il drill ad una velocità di palla è tempo di provare ad aumentarla. Ma finchè non vi riesce dovete scendere, dovete "levare" e non "aggiungere", dovete ripartire dal basso altrimenti NON SI SALE.

Ah.. per finire.. ci sono anche esercizi in cui vi verrà richiesto di tirare non forte, ma FORTISSIMO , di rischiare non molto, ma MOLTISSIMO , di tentare non la soluzione difficile, ma quella IMPOSSIBILE ! Noi li chiamiamo Showtime, ed effettivamente posso concordare con voi che siano più appetibili e più "gratificanti" per l'umore ma prima di correre bisogna imparare a camminare.
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Messaggio Da Filippo Mer 28 Lug 2010, 17:36

https://www.youtube.com/watch?v=R5CWAwtijVI&feature=player_embedded

Un nuovo video di FYB sul footwork.
Da quanto dicono è la migliore cosa che abbiano mai registrato su quel sito, giudicate voi stessi Wink

Filippo

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Messaggio Da smokingbs Gio 29 Lug 2010, 22:04

adesso visto il video spiegatemi come fa sto tizio a portare avanti il piede sinistro in una posizione open mentre sta facendo un dritto sul lato destro del campo.. io nn ci riesco mi viene naturalemuovere il piede destro...
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Messaggio Da Filippo Ven 30 Lug 2010, 13:25

Devo ancora provare a farlo in campo, ma non mi convince il cross step uscendo dallo split step per andare a cercare la palla.
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Messaggio Da oedem Ven 30 Lug 2010, 13:31

smokingbs ha scritto:adesso visto il video spiegatemi come fa sto tizio a portare avanti il piede sinistro in una posizione open mentre sta facendo un dritto sul lato destro del campo.. io nn ci riesco mi viene naturalemuovere il piede destro...
infatti....sinceramente questi walking step mi sembrano un qualcosa di fattibile se si fa il colpo in avanzamento.....boh

qua ci vorrebbe l'opinione di uno dei maestri

wik, Sat.....a rapporto!


ho l'occhio di pulcinella
Con il polibutilene ogni colpo riesce bene!

(cit. by Satrapo)
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