Timing : rimarcare l'appoggio

Figlioli, è da un po' de tempo che non butto giu' una bella domandina per i nostri tecnici ... del resto con tutti i compiti a casa che mi ha dato il Sat, ho un bel da fare....

Entrando in chat ho sentito il nostro iron-man sergio, lamentarsi si essere andato in difficolta' passando dal duro alla terra, per questione di timing differente e di diversa gestione degli appoggi. Wik ha accennato ad una "rimarcatura dell'appoggio" ... cioè l'abilita' di prendere l'appoggio, caricare e aspettare "col colpo in canna" qualche istante prima di scaricare sulla palla. Questa gestione dell'appoggio avviene molto piu' frequentemente sulla terra rossa...ma anche sul duro ci possono essere situazioni in cui ci serve ritardare la fase di scarico sulla palla.

La mia domanda è: come si puo' apprendere questa tecnica ? Possiamo vedere insieme qualche video dove è evidente la differenza di gestione dell'appoggio tra duro e terra rossa ? Il termine "ri-marcare" ...sta ad indicare una sorta di micro-molleggio sul posto che riporta ancora il peso sull'appoggio e restituisce dinamica al gesto ?

Quello che mi mandava in confusione era come fosse possibile ripartire in modo esplosivo da una posizione statica di attesa con il piede destro già in appoggio e il quatricipite in forte contrazione isometrica. La risposta tutto sommato non è poi cosi' complessa, è bastato rileggere il primo post con cui ho esordito a dicembre ed i relativi interventi di Wik e Satrapo, che oggi, a distanza di sei mesi di "lezioni quotidiane" è molto piu' comprensibile.

Tanto per cominciare, l'appoggio ha delle "fasi" di presa di posizione, di massimo appoggio e poi di scarico, nelle quali la pressione sul terreno del piede destro varia da un minimo ad un massimo per tornare poi ad un minimo. Nel momento del posizionamento del piede destro si attiva in sostanza il solo quatricipite che agisce in eccentrica, poi isometrica, e lavora in maniera piuttosto isolata per sorreggerci nel momento in cui spostiamo tutto il peso a destra con la gamba flessa.

L'equivoco in fase di apprendimento, per quanto mi riguarda nasceva proprio in questo momento: tutta la mia attenzione era centrata sul quatricipite in quanto stava compiendo un grosso lavoro praticamente da solo, e quando decidevo di "spingere" ...istintivamente il mio cervello azionava sopratutto il quatricipite perchè era il muscolo che in quel momento "sentiva di piu' ".

Invece no... al momento di spingere devono essere coinvolti praticamente tutti i muscoli o quasi dall'ombellico in giu' !!!Certo è che se vado giu' di quatricipite e aspetto la palla per mezzo secondo ( sulla terra puo' capitare frequentemente al mio livello ), non posso poi pretendere di spingere tutti i miei 90 Kg da fermo con lo stesso povero grosso e grasso muscolo ....ma neanche se passassi tutta la vita a fare squot con una gamba...

Posso aspettare tutto il tempo che voglio in attesa con la gamba destra piegata ed il piede già posizionato e pesato ( magari non al 100%), perchè tanto da li' usciro' con l'aiuto di tutti i muscoli dall'addome in giu' !!

Risolta la parte facile del lavoro, viene quella un po' piu' complessa, che è lasciare una certa "indipendenza" al tronco. Capire bene cosa è l'indipendenza del tronco a perchè è cosi' importante non è per niente nè semplice nè intuitivo.

Un appoggio fatto "a tempo", altro non fa che regalare al braccio una "finestra temporale" nella quale la sua azione puo' essere efficace, ma il tempo esatto ...l'incontro al millesimo di secondo con la palla, lo deve poter fare il braccio in completa autonomia, senza "palle al piede".

Con l'appoggio in fondo, prendiamo un appuntamento con la palla "alla romana" : "Aoo... se vedemo a San Giorgio verz' e cinque - cinquemmezza...."; il braccio, invece, è decisamente piu "milanese" : "Wee' ..mi son lì ale 17:00 .. sta attent che ale 17:01 se te g'arivi no, mi torni ndre' ... e va da via el cul !! "


I due, alla fine decidono di andare all'appuntamento ognuno per conto loro...