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conversione misure telai
Scegliere il giusto loop .
2 partecipanti
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Scegliere il giusto loop .
Guardando alcune sequenze di Agassi per apprezzarne il meraviglioso footwork e cercare di carpirne qualche “segreto”, mi è caduto l’occhio su un altro aspetto tecnico: la forma del loop. Ho notato come il suo loop sia completamente diverso in base all’altezza della palla, cosa che a molti di voi puo' sembrare ovvia , ma che a me preme sottolineare ed approfondire. Quando deve colpire una palla destinata ad abbassarsi dopo il rimbalzo, Andre crea un loop molto circolare che parte alto, per poi impattare la palla in fase di salita del cerchio, imprimendo grande rotazione, indispensabile per far stare in campo una palla veloce che parte con traettoria ascendente. Quando invece “anticipa” e colpisce la palla prima che si abbassi, piu’ o meno ad altezza petto ( tipico movimento che fa nelle sue micidiali risposte al servizio ), esegue un loop completamente differente: il caricamento parte dal basso e sale dietro, esegue un piccolo cerchio in alto e poi procede quasi in orizzontale per colpire piatto … meraviglioso.
Sapere bene ed in anticipo con quale loop colpire la palla significherebbe diminuire i classici macro aggiustamenti che noi amatori adottiamo all’ultimo momento, rovinando timing e fluidita’ del colpo.
Un’altra osservazione che mi permetto di fare è che conoscere “tutte le strade che portano alla palla” alle varie altezze dopo il rimbalzo, significa ridurre enormemente il lavoro della ricerca di campo, non essendo costretti a correre avanti e indietro per trovare a tutti i costi la palla all’unica altezza che siamo in grado di gestire in modo aggressivo.
Allora una domanda vorrei porvi: i Pro sono costretti dalla velocita’ di palla a coprire il campo in orizzontale e gestire le varie altezze ? Ai livelli inferiori è piu’ giusto cercare la palla sempre alla stessa altezza muovendosi in tutte le direzioni come dei cavalli impazziti ?? Non sarebbe opportuno evitare di spostarsi troppo in verticale e crescere tecnicamente per gestire le diverse altezze di palla, magari imparando ad eseguire diverse forme di loop ?
Mi piacerebbe conoscere la vostra esperienza a riguardo, se avete mai lavorato sulla forma del vostro loop e come eventualmente la applicate in campo.
CiaoUn’altra osservazione che mi permetto di fare è che conoscere “tutte le strade che portano alla palla” alle varie altezze dopo il rimbalzo, significa ridurre enormemente il lavoro della ricerca di campo, non essendo costretti a correre avanti e indietro per trovare a tutti i costi la palla all’unica altezza che siamo in grado di gestire in modo aggressivo.
Allora una domanda vorrei porvi: i Pro sono costretti dalla velocita’ di palla a coprire il campo in orizzontale e gestire le varie altezze ? Ai livelli inferiori è piu’ giusto cercare la palla sempre alla stessa altezza muovendosi in tutte le direzioni come dei cavalli impazziti ?? Non sarebbe opportuno evitare di spostarsi troppo in verticale e crescere tecnicamente per gestire le diverse altezze di palla, magari imparando ad eseguire diverse forme di loop ?
Mi piacerebbe conoscere la vostra esperienza a riguardo, se avete mai lavorato sulla forma del vostro loop e come eventualmente la applicate in campo.
Alberto
Re: Scegliere il giusto loop .
Allora due cose molto importanti tra loro collegate:
1) Un giocatore non sceglie lo swing (o il loop) in base all'altezza del rimbalzo, non dice palla bassa swing di tipo A, palla alta swing di tipo B ma ha il suo swing e cerca per quanto possibile di mantenerlo identico in ogni esecuzione perchè tanto più rimarrà vicino al suo swing ideale tanto più risulterà consistente. La chiave del tennis passa per la standardizzazione dei propri gesti tecnici, se vedeste un pro in allenamento scoprireste che è in grado di eseguire virtualmente all'infinito lo stesso identico swing mettendo la palla nello stesso settore di campo con una uniformità di esecuzione impressionante.
2) Per garantirsi uniformità di swing il giocatore deve sempre cercare la palla nel suo punto di impatto ideale e nel fare questo si deve muovere per diagonali e mai solo destra-sinistra senza verticalizzare (sia in avanti che in dietro intendiamoci).
Il vero dramma del footwork degli amatori è che si sviluppa principalmente sul destra e sinistra ed eventualmente solo dopo, quando ci si rende conto di essere distanti dalla palla o troppo vicini, viene tentato un aggiustamento avanti-dietro tardivo e con conseguenze disatrose oppure si improvvisa uno swing che dovendo fare i conti con una palla troppo alta o troppo bassa risulta quasi sempre inconsistente.
Una precisazione: in risposta al servizio non sarà solo lo swing ad essere differente ma proprio tutto il colpo, sarà diversa l'apertura, la gestione degli appoggi, il finale.. insomma una risposta è proprio un fondamentale differente rispetto ad un dritto o un rovescio normali ma non perchè il giocatore stia li a dire devo eseguire una apertura diversa etc etc.. ma banalmente perchè viene percepito l'arrivo di una palla con caratteristiche molto particolari e vengono attuati gli adattamenti del caso principalmente perchè non c'è tempo di ricercare la palla adeguatamente, ma si è obbligati a colpirla così come ci viene proposta dal nostro avversario.
Se mi arriva una bella prima solida non avrò tempo di aprire, di caricare correttamente il peso, di gestire gli appoggi ma dovrò entrare sulla palla nella maniera più rapida possibile con movimento corto e diretto per incontrare la palla, inoltre non ci sarà possibilità di aggiustare la distanza verticale dalla palla con il footwork perchè non c'è tempo e allora se la palla è alta dovrò andarla ad impattare alta, se è bassa dovrò tirarla su e ovviamente dovrò adattare il mio movimento di volta in volta etc. etc.
Per intenderci il meraviglioso swing di incontro con il quale Agassi inventava probabilmente le migliori risposte mai viste nel circuito era una esigenza e non una scelta tecnica, se il battitore avesse servito una mozzarella il nostro Andrè avrebbe comodamente cercato la palla alla giusta altezza, avrebbe caricato completamente il suo colpo e avrebbe liberato il suo dritto o il suo rovescio "standard" facendo un bel buco per terra.
Rispondere al servizio è molto difficile (e servire è un enorme vantaggio) dato che non si ha la possibilità di cercare adeguatamente la palla ma si è costretti a subire la volontà dell'avversario che ci proporrà angoli insidiosi, botte violente, kick dai rimbalzi altissimi etc etc.. insomma si è costretti a trovare una soluzione di ripiego che spesso esula da tutti i parametri tecnici abituali. Non si può codificare una risposta al servizio, si possono solo adottare accorgimenti tecnici generali che ovviamente sono tutti rivolti ad abbreviare i tempi di esecuzione, ma poi sarà la capacità di reagire ed entrare sulla palla a fare di un giocatore un ottimo ribattitore.
Diversamente in uno scambio normale è essenziale cercare sempre la palla nel punto di impatto ottimale: se il nostro avversario gioca un po' più corto rimanere fermi sulla riga di fondo aspettando la palla (che ovviamente ci arriverà ormai bassa costringendoci a deviare dal nostro swing ideale) ci rende più fallosi (perchè sto eseguendo un colpo sicuramente più difficile rispetto ad un colpo in zona di impatto ideale) meno potenti (una palla bassa può essere spinta meno di una alta dato che gli si potrà applicare meno spin e qundi si avrà meno controllo sulla profondità) ma cosa ancora più grave non saremo riusciti a sfruttare un colpo corto del nostro avversario per entrare nel campo, torglieli tempo, guadagnare angolo.. insomma potevamo prendere in mano lo scambio colpendo in condizioni ideali e in posizione di vantaggio e siamo rimasti oltre la linea di fondo come babbei ad aspettare passivamente gli eventi, riducendoci ad eseguire un colpo in condizioni di difficoltà maggiore, e tutto questo per l'inadeguatezza del nostro footwork.
Lo stesso vale nel caso dei famigerati goccioloni senza peso che mettono in crisi gli amatori, mentre su quelle stesse palle il buon giocatore fa i buchi per terra. Il tipico amatore sta li sulla riga di fondo e quando arriva il campanile si arrampica in cielo per colpirlo dando vita ad esecuzioni assurde ovviamente inefficaci, mentre un buon giocatore individuerebbe subito il punto dove andare a posizionarsi per colpire la palla all'altezza ottimale (anche se ancora in fase ascendente) riuscendo a giocare senza problemi una tipologia di palla (gocciolone in mezzo al campo) che più di ogni altra mette a nudo i limiti tecnici del quarta categoria.
Quindi il concetto è muoversi per diagonali verso il punto di impatto ottimale e ricercare quando possibile SEMPRE il nostro swing ideale tentando di entrare sulla palla sempre all'altezza ottimale, perchè colpire la palla più in alto o più in basso è sempre una soluzione di ripiego con tutte le insidie che comporta.
I pro non si muovono praticamente mai sul destra e sinistra ma sempre lungo le diagonali di avvicinamento per tagliare il campo cercando per quanto possibile di trovare la palla sempre all'altezza ideale, ovviamente spesso ciò non è umanamente possibile data la velocità di palla alla quale si confrontano ed è proprio per questo motivo che un servizio in kick pur relativamente lento e poco angolato riesce a tenere a bada la risposta di un professionista proponendogli dato l'alto rimbalzo un colpo fuori zona difficile da gestire, ed è per questo che un colpo carico di effetto alla Nadal crea più danni di un colpo piatto di pari intensità, ed è per questo che un back di Federer pur molto lento riesce con la profondità e il rimbalzo basso a spuntare le armi dei migliori giocatori del mondo.
I pro cercano sempre la palla all'altezza ideale, quando sono costretti dalla abilità dell'avversario a colpire fuori zona o fanno il miracolo (e dato il loro livello tecnico ogni tanto ci riescono) o si rifugiano in esecuzioni di fortuna consegnando all'avversario lo scambio. Infatti l'ottica di un giocatore di alto livello (e l'approccio corretto al tennis agonistico) non è mai quella di chiudere il punto ma bensì conquistarte una posizione di vantaggio mettendo l'avversario in difficoltà in modo da costringerlo o ad assumersi dei rischi eccessivi che avendo bassa percenuale di riuscita alla lunga mi consegneranno il match, o a ributtare dalla mia parte una palla talmente innocua e facile che mi consentirà di portare a casa il punto con una esecuzione tecnicamente semplice con altissime percentuali di riuscita.
I guai cominciano quando si pretende di chiudere i punti da una posizione di equilibrio (suicidio) o non si sfruttano adeguatamente le occasioni per concretizzare una potenziale posizione di vantaggio, e in questo caso il suicidio è rimanere inchiodati oltre la linea di fondo aspettando la palla che arriverà troppo bassa invece di verticalizzare i proprio spostamenti entrando in campo a colpire in condizioni ideali i colpi troppo corti del nostro avversario (sempre muovendosi lungo la diagonale di avvicinamento).
Scrivetevelo in fronte in modo da leggerlo ogni mattina quando vi specchiate: un tennista si muove sempre per diagonali e cerca ogni palla nella maniera più accurata possibile per riuscire ad eseguire il suo swing standard senza essere costretto ad aggiustamenti eccessivi.
Non si allena la capacità di colpire fuori settore, si allena la capacità di essere in grado di trovarsi sempre (ovviamente da intendersi come il più possibile delle volte!) nella zona di impatto ideale con la palla all'altezza ottimale.
1) Un giocatore non sceglie lo swing (o il loop) in base all'altezza del rimbalzo, non dice palla bassa swing di tipo A, palla alta swing di tipo B ma ha il suo swing e cerca per quanto possibile di mantenerlo identico in ogni esecuzione perchè tanto più rimarrà vicino al suo swing ideale tanto più risulterà consistente. La chiave del tennis passa per la standardizzazione dei propri gesti tecnici, se vedeste un pro in allenamento scoprireste che è in grado di eseguire virtualmente all'infinito lo stesso identico swing mettendo la palla nello stesso settore di campo con una uniformità di esecuzione impressionante.
2) Per garantirsi uniformità di swing il giocatore deve sempre cercare la palla nel suo punto di impatto ideale e nel fare questo si deve muovere per diagonali e mai solo destra-sinistra senza verticalizzare (sia in avanti che in dietro intendiamoci).
Il vero dramma del footwork degli amatori è che si sviluppa principalmente sul destra e sinistra ed eventualmente solo dopo, quando ci si rende conto di essere distanti dalla palla o troppo vicini, viene tentato un aggiustamento avanti-dietro tardivo e con conseguenze disatrose oppure si improvvisa uno swing che dovendo fare i conti con una palla troppo alta o troppo bassa risulta quasi sempre inconsistente.
Una precisazione: in risposta al servizio non sarà solo lo swing ad essere differente ma proprio tutto il colpo, sarà diversa l'apertura, la gestione degli appoggi, il finale.. insomma una risposta è proprio un fondamentale differente rispetto ad un dritto o un rovescio normali ma non perchè il giocatore stia li a dire devo eseguire una apertura diversa etc etc.. ma banalmente perchè viene percepito l'arrivo di una palla con caratteristiche molto particolari e vengono attuati gli adattamenti del caso principalmente perchè non c'è tempo di ricercare la palla adeguatamente, ma si è obbligati a colpirla così come ci viene proposta dal nostro avversario.
Se mi arriva una bella prima solida non avrò tempo di aprire, di caricare correttamente il peso, di gestire gli appoggi ma dovrò entrare sulla palla nella maniera più rapida possibile con movimento corto e diretto per incontrare la palla, inoltre non ci sarà possibilità di aggiustare la distanza verticale dalla palla con il footwork perchè non c'è tempo e allora se la palla è alta dovrò andarla ad impattare alta, se è bassa dovrò tirarla su e ovviamente dovrò adattare il mio movimento di volta in volta etc. etc.
Per intenderci il meraviglioso swing di incontro con il quale Agassi inventava probabilmente le migliori risposte mai viste nel circuito era una esigenza e non una scelta tecnica, se il battitore avesse servito una mozzarella il nostro Andrè avrebbe comodamente cercato la palla alla giusta altezza, avrebbe caricato completamente il suo colpo e avrebbe liberato il suo dritto o il suo rovescio "standard" facendo un bel buco per terra.
Rispondere al servizio è molto difficile (e servire è un enorme vantaggio) dato che non si ha la possibilità di cercare adeguatamente la palla ma si è costretti a subire la volontà dell'avversario che ci proporrà angoli insidiosi, botte violente, kick dai rimbalzi altissimi etc etc.. insomma si è costretti a trovare una soluzione di ripiego che spesso esula da tutti i parametri tecnici abituali. Non si può codificare una risposta al servizio, si possono solo adottare accorgimenti tecnici generali che ovviamente sono tutti rivolti ad abbreviare i tempi di esecuzione, ma poi sarà la capacità di reagire ed entrare sulla palla a fare di un giocatore un ottimo ribattitore.
Diversamente in uno scambio normale è essenziale cercare sempre la palla nel punto di impatto ottimale: se il nostro avversario gioca un po' più corto rimanere fermi sulla riga di fondo aspettando la palla (che ovviamente ci arriverà ormai bassa costringendoci a deviare dal nostro swing ideale) ci rende più fallosi (perchè sto eseguendo un colpo sicuramente più difficile rispetto ad un colpo in zona di impatto ideale) meno potenti (una palla bassa può essere spinta meno di una alta dato che gli si potrà applicare meno spin e qundi si avrà meno controllo sulla profondità) ma cosa ancora più grave non saremo riusciti a sfruttare un colpo corto del nostro avversario per entrare nel campo, torglieli tempo, guadagnare angolo.. insomma potevamo prendere in mano lo scambio colpendo in condizioni ideali e in posizione di vantaggio e siamo rimasti oltre la linea di fondo come babbei ad aspettare passivamente gli eventi, riducendoci ad eseguire un colpo in condizioni di difficoltà maggiore, e tutto questo per l'inadeguatezza del nostro footwork.
Lo stesso vale nel caso dei famigerati goccioloni senza peso che mettono in crisi gli amatori, mentre su quelle stesse palle il buon giocatore fa i buchi per terra. Il tipico amatore sta li sulla riga di fondo e quando arriva il campanile si arrampica in cielo per colpirlo dando vita ad esecuzioni assurde ovviamente inefficaci, mentre un buon giocatore individuerebbe subito il punto dove andare a posizionarsi per colpire la palla all'altezza ottimale (anche se ancora in fase ascendente) riuscendo a giocare senza problemi una tipologia di palla (gocciolone in mezzo al campo) che più di ogni altra mette a nudo i limiti tecnici del quarta categoria.
Quindi il concetto è muoversi per diagonali verso il punto di impatto ottimale e ricercare quando possibile SEMPRE il nostro swing ideale tentando di entrare sulla palla sempre all'altezza ottimale, perchè colpire la palla più in alto o più in basso è sempre una soluzione di ripiego con tutte le insidie che comporta.
I pro non si muovono praticamente mai sul destra e sinistra ma sempre lungo le diagonali di avvicinamento per tagliare il campo cercando per quanto possibile di trovare la palla sempre all'altezza ideale, ovviamente spesso ciò non è umanamente possibile data la velocità di palla alla quale si confrontano ed è proprio per questo motivo che un servizio in kick pur relativamente lento e poco angolato riesce a tenere a bada la risposta di un professionista proponendogli dato l'alto rimbalzo un colpo fuori zona difficile da gestire, ed è per questo che un colpo carico di effetto alla Nadal crea più danni di un colpo piatto di pari intensità, ed è per questo che un back di Federer pur molto lento riesce con la profondità e il rimbalzo basso a spuntare le armi dei migliori giocatori del mondo.
I pro cercano sempre la palla all'altezza ideale, quando sono costretti dalla abilità dell'avversario a colpire fuori zona o fanno il miracolo (e dato il loro livello tecnico ogni tanto ci riescono) o si rifugiano in esecuzioni di fortuna consegnando all'avversario lo scambio. Infatti l'ottica di un giocatore di alto livello (e l'approccio corretto al tennis agonistico) non è mai quella di chiudere il punto ma bensì conquistarte una posizione di vantaggio mettendo l'avversario in difficoltà in modo da costringerlo o ad assumersi dei rischi eccessivi che avendo bassa percenuale di riuscita alla lunga mi consegneranno il match, o a ributtare dalla mia parte una palla talmente innocua e facile che mi consentirà di portare a casa il punto con una esecuzione tecnicamente semplice con altissime percentuali di riuscita.
I guai cominciano quando si pretende di chiudere i punti da una posizione di equilibrio (suicidio) o non si sfruttano adeguatamente le occasioni per concretizzare una potenziale posizione di vantaggio, e in questo caso il suicidio è rimanere inchiodati oltre la linea di fondo aspettando la palla che arriverà troppo bassa invece di verticalizzare i proprio spostamenti entrando in campo a colpire in condizioni ideali i colpi troppo corti del nostro avversario (sempre muovendosi lungo la diagonale di avvicinamento).
Scrivetevelo in fronte in modo da leggerlo ogni mattina quando vi specchiate: un tennista si muove sempre per diagonali e cerca ogni palla nella maniera più accurata possibile per riuscire ad eseguire il suo swing standard senza essere costretto ad aggiustamenti eccessivi.
Non si allena la capacità di colpire fuori settore, si allena la capacità di essere in grado di trovarsi sempre (ovviamente da intendersi come il più possibile delle volte!) nella zona di impatto ideale con la palla all'altezza ottimale.
Satrapo- Moderatore
- Messaggi : 1524
Data d'iscrizione : 02.12.09
Re: Scegliere il giusto loop .
Quello che ti ha confuso albe credo sia proprio questo.Satrapo ha scritto:Una precisazione: in risposta al servizio non sarà solo lo swing ad essere differente ma proprio tutto il colpo, sarà diversa l'apertura, la gestione degli appoggi, il finale.. insomma una risposta è proprio un fondamentale differente rispetto ad un dritto o un rovescio normali ma non perchè il giocatore stia li a dire devo eseguire una apertura diversa etc etc.. ma banalmente perchè viene percepito l'arrivo di una palla con caratteristiche molto particolari e vengono attuati gli adattamenti del caso principalmente perchè non c'è tempo di ricercare la palla adeguatamente, ma si è obbligati a colpirla così come ci viene proposta dal nostro avversario.
La palla và cercata e non subita in maniera tale da dimunuire al massimo e per quanto possibile le differenze fra uno swing ed un altro.
La risposta al servizio è un altro colpo, nulla a che vedere coi normali dritto e rovescio. In alcune particolari situazioni può essere assimilabile, ma sono solo eccezioni.
Ospite- Ospite
Re: Scegliere il giusto loop .
Certo non è facile credere che i pro facciano "tiri di ripiego" sulle altezze non perfette, anziche' adottare soluzioni tecniche alternative profondamente studiate ed allenate.
Sarebbe piu' plausibile che il ripiego sia sulla scelta della "diagonale" di ricerca della palla ... ossia essi capirebbero immediatamente che non possono mettersi su una diagonale per spingere piatto su palla a media altezza, e si spostano per farla scendere alla "altezza di ripiego" in modo da lavorarla diversamente ma sempre usando tecniche e swing specifici costruiti in allenamento.... è un ipotesi, non vi sto contestando.
Sarebbe piu' plausibile che il ripiego sia sulla scelta della "diagonale" di ricerca della palla ... ossia essi capirebbero immediatamente che non possono mettersi su una diagonale per spingere piatto su palla a media altezza, e si spostano per farla scendere alla "altezza di ripiego" in modo da lavorarla diversamente ma sempre usando tecniche e swing specifici costruiti in allenamento.... è un ipotesi, non vi sto contestando.
Re: Scegliere il giusto loop .
albesca ha scritto:Certo non è facile credere che i pro facciano "tiri di ripiego" sulle altezze non perfette, anziche' adottare soluzioni tecniche alternative profondamente studiate ed allenate.
Sarebbe piu' plausibile che il ripiego sia sulla scelta della "diagonale" di ricerca della palla ... ossia essi capirebbero immediatamente che non possono mettersi su una diagonale per spingere piatto su palla a media altezza, e si spostano per farla scendere alla "altezza di ripiego" in modo da lavorarla diversamente ma sempre usando tecniche e swing specifici costruiti in allenamento.... è un ipotesi, non vi sto contestando.
Albe tu fai una domanda, noi ti si risponde, poi te dici grazie davvero, però è difficile da credere.. ..ma non sarebbe più palusibile etc etc.. ..è solo una mia ipotesi eh per carità non vi sto contestando etc. etc.
La risposta è NO, non esiste che un pro scelga di cercare la palla non per diagonali ma lateralmente appositamente per farla scendere ad una altezza di ripego e poi utilizzare una tecnica apposita per giocare palle troppo basse e via dicendo. Un pro si allena per arrivare il prima possibile sulla palla, arrivarci il meglio possibile e giocare se possibile colpi tecnicamente semplici e swing ideali. Un pro se potesse la palla se la mangerebbe ancora prima che oltrepassi la rete! Ovviamente siccome non gioca da solo alcune volte non riuscirà ad arrivare al meglio, arriverà tardi, arriverà male e allora userà il suo braccio, la sua sensibilità, il suo talento per metterci una pezza e riuscire a tirar su una palla che gli è finita ad altezza caviglie o che svolazza ad altezza della fronte. Se ti alleni in una agonistica quando fai scendere troppo la palla perchè non sei entrato in campo per colpirla quando era ad altezza ideale il Maestro ti tira appresso le sedie, urla, e se lo fai un paio di volte ancora ti caccia dal campo e ti manda a fare atletica col preparatore dicendogli "questo idiota è fermo nel campo come una pianta di cactus, fallo correre avanti e indietro fin quando si regge sulle gambe!!"
La tua ipotesi è errata non perchè tu sia pazzo, ma perchè nasce dall'osservazione di quello che accade e da li vuole procedere a ritroso per ricavarne i principi che ci sono alla base, ma come ti si è detto tante volte nel tennis non si può fare reverse engineering, ovvero partire dal fatto così come lo osserviamo e ricavarne le regole. Tu vedi swing diversi per palle ad altezza diversa e dici magari si sviluppano tecniche di swing apposite e il giocatore sceglie o valuta a che altezza andare a colpire la palla e ad esempio utilizza lo "swing palle basse" allenato e perfezionato ad hoc, ma la realtà è totalmente diversa.
Il giocatore si allena per arrivare il più possibile delle volte a colpire la palla nelle condizioni ideali, per far questo allena il footwork, studia le posizioni di copertura ottimali, le geometrie di gioco, affina la capacità di prevedere i colpi avversari.. ..un altro miliardo di cose che gli possano garantire di arrivare il 90% delle volte sulla palla in condizioni ideali. Quando non ce la fa per bravura dell'avversario o per demerito suo allora prova a modificare di conseguenza lo swing tentando di ottenere risultati decenti: se è un amatore normalmente la manda sui pini, se è un pro ovviamente riuscirà a disimpegnarsi spesso in maniera tanto buona da far pensare ad un osservatore non tecnico che quell'esecuzione sia frutto di una ben precisa abilità studiata ed allenata.
L'apprendimendo tecnico del tennis è una continua ricerca di uniformità di esecuzione colpo dopo colpo, e il footwork serve proprio ad annullare la variabilità della palla in arrivo con l'obiettivo di metterci sempre nella posizione ideale per colpirla con il nostro swing IDEALE. Il footwork serve a trasformare una palla tirata dal nostro avversario in un punto a caso del nostro campo nella più comoda delle esecuzioni. Non sempre è possibile ma l'obiettivo è questo e per questo si lavora e non esistono ipotesi alternative: corri tantissimo per poter sbracciare fluido, regolare, lineare e possibilmente sempre nella stessa identica maniera.
Ora scappo e vado in campo a ululare appena qualcuno lascia scendere un po' troppo la palla!! Albe ricorda non si può fare reverse engineering nel tennis e te Wik se tira fuori ulteriori ipotesi a suo dire più verosimili prendilo a bastonate aui denti.. sempre tra amici eh..
Satrapo- Moderatore
- Messaggi : 1524
Data d'iscrizione : 02.12.09
Re: Scegliere il giusto loop .
okkei okkei ... non pagando le lezioni , il modo di farmela pagare lo trovate sempre eh ??? .... amici ....
quindi in sostanza il loop è personale ... alla fine conta l'angolo di attacco della palla e l'orientamento del piatto corde .. il "cerchietto" dietro ognuno se lo disegna da se... io non sono bravo a disegnare , quindi copio.
quindi in sostanza il loop è personale ... alla fine conta l'angolo di attacco della palla e l'orientamento del piatto corde .. il "cerchietto" dietro ognuno se lo disegna da se... io non sono bravo a disegnare , quindi copio.
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