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Messaggio Da marco61 Dom 17 Mar 2019, 14:57

Qualche giorno fa ho letto una frase da qualche parte che mi ha portato ad avviare questa discussione:

"Il buon genitore deve saper rendersi inutile al momento opportuno".

Riflettendoci, niente di più vero. Nel mio caso, anche niente di più difficile.
In questo momento mio figlio è in volo, trascorrerà 23 giorni a casa di un mio amico 45enne, a Santo Domingo.
Ha avviato la sua attività circa 8 anni fa, e non si è mai preso un vero e proprio periodo di ferie. Il massimo è stato trascorrere 3 giorni al Queens, viaggio organizzato dal nostro tennis club.
A causa di lavori di ristrutturazione, il suo negozio resterà chiuso 3 mesi. Per questo motivo, ho pensato di regalargli questa vacanza contando anche sulla presenza di una persona fidata sul posto.
All'inizio sembrava molto interessato. Col tempo ho capito che, non fosse partita da me, una decisione simile non l'avrebbe mai presa ed avrebbe trascorso questi 3 mesi dividendosi tra consegne a domicilio di merce che si fa spedire a casa, camera sua e campi da padel.

A questo punto, la domanda: ho fatto bene, ho fatto male? E' vero che un buon genitore deve rendersi col tempo inutile, è anche vero che, in passato, ho fatto delle scelte per lui che si sono rivelate azzeccate, scoraggiandolo nel frattempo a seguire un percorso lungo e irto di ostacoli.
Quindi con i nostri figli come ci dobbiamo comportare? Lasciare che sbaglino in modo che facciano tesoro dei propri errori o, per quanto possibile, evitare che ne facciano cercando magari di stimolarli come nel caso del viaggio di mio figlio?

Inoltre, voi padri riuscite a farvi da parte quando vi rendete conto dei loro errori senza sentirvi in colpa o non riuscite, come me, a tirarvi fuori?


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Messaggio Da Ospite Dom 17 Mar 2019, 15:34

Che domanda difficile...
Non ci sta una risposta.
Ogni caso è diverso dall'altro.


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Messaggio Da Incompetennis Dom 17 Mar 2019, 19:03

Non ci si tira mai fuori dagli errori dei figli ma, nel modo di comportarsi, un padre deve tenere conto di tantissime cose per "sperare" di fare quella giusta.
Parere mio ovviamente.


Il vantaggio di essere scarsi è che non devi dimostrarlo a nessuno.
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Messaggio Da marco61 Dom 17 Mar 2019, 20:21

Potevo avere 7/8 anni, all'epoca della mia prima bicicletta.
Mi divertivo a sbattere contro il gradino di una scala in cemento, i miei passavano la giornata in campagna e nessuno controllava cosa facessi durante il gioco. E' finita che si è storta la forcella e la ruota toccava nel telaio, e di fatto non potevo più sterzare. Mio padre si è ovviamente incazzato, non più di tanto, e ha preso a martellate il parafango giusto per ricreare lo spazio sufficiente a sterzare.

Ricordo perfettamente l'accaduto, è un fatto che ciclicamente mi ritorna in mente. Perchè sono sicuro che da quel giorno qualcosa dentro di me è cambiata. La bicicletta era nuova, ci tenevo tantissimo. E vederla prendere a martellate per un danno che io stesso avevo creato mi ha fatto capire quanto io fossi stato stupido per ridurla in quel modo.
Per non parlare di quando io e mio fratello ci siamo messi a giocare con i coltelli di casa. Ho ancora il ricordo di una piccola cicatrice sull'orbita dell'occhio sinistro. O quel geco entrato in casa che ho tentato di uccidere tirandogli il tappo di una damigiana intriso di vino rosso. Non solo non l'ho mai colpito, ma immaginate come fosse ridotto il soffitto bianco della cucina dopo due ore di inutili lanci. Quante botte ho preso quella volta...

Insomma, sono fatti accaduti 50 anni fa che in qualche mi hanno accompagnato nella mia crescita.
Mio figlio non ha ricordi di questo tipo, semplicemente perchè non gli abbiamo mai dato il modo di vivere esperienze simili.
Secondo voi siamo stati troppo "utili" per lui? Troppo attenti, troppo vicini?
Non gli abbiamo permesso di commettere troppi errori e per questo dobbiamo farcene una colpa?


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Messaggio Da Chiros Lun 18 Mar 2019, 09:01

Cioè tuo figlio non ha mai fatto quelle cazzatelle? Mi sembra strano.

Io non urlo quasi mai. Se mi ascolta bene, altrimenti si scotta. La volta successiva mi ascolta Smile .
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Messaggio Da Ospite Lun 18 Mar 2019, 09:42

Chiros ha scritto:



Io non urlo quasi mai. Se mi ascolta bene, altrimenti si scotta. La volta successiva mi ascolta Smile .

Sante parole Essere genitori. Parliamone. 867363

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Messaggio Da miguel Lun 18 Mar 2019, 11:35

è un discorso super complicato, ancora più difficile a mio parere per il fatto che Nicholas è figlio unico.
Quello che ti posso consigliare è di spingerlo ad essere sempre più autonomo e prendere decisioni di testa sua e non aspettare (ma forse questo è anche carattere) che i genitori decidano in qualche modo per lui . naturalmente da lontano si da sempre una controllata ma Nicholas non mi sembra uno da cui temere colpi di testa improvvisi.
Io sono davvero cambiato quando ho cominciato a vivere per conto mio, credo sia una esperienza che ti responsabilizza e ti prepara per la vita adulta.
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Messaggio Da Matusa Lun 18 Mar 2019, 12:16

miguel ha scritto:è un discorso super complicato, ancora più difficile a mio parere per il fatto che Nicholas è figlio unico.

Pensiero che a volte è venuto anche a me. Superficialmente si può pensare che avere solo un figlio renda la vita più facile, meno impegni, meno fatica, meno stress. Però...
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Messaggio Da marco61 Lun 18 Mar 2019, 12:56

Chiros ha scritto:Cioè tuo figlio non ha mai fatto quelle cazzatelle? Mi sembra strano.

Io non urlo quasi mai. Se mi ascolta bene, altrimenti si scotta. La volta successiva mi ascolta Smile .
Se vogliamo considerare cazzatelle cose che potessero nuocere alla sua incolumità, non ne ha mai fatte.
Tipo giocare con i coltelli a rischio di perdere un occhio o schiantarsi con la bicicletta contro una scala.
Ah sì, alla festa dei 100 giorni al liceo. Ci hanno chiamato alle 3 di notte che lo stavano trasportando in ambulanza. Ha rischiato il coma etilico. Chi mi dice che non sarebbe successo se, da bambino, gli avessi concesso più spazio in modo che imparasse da solo a stare lontano dai pericoli? Meglio proteggere i figli da piccoli o lasciare che corrano i propri rischi per evitarne più grossi da adulti?


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Messaggio Da miguel Lun 18 Mar 2019, 13:11

essere iperprotettivi a mio parere serve a poco, tanto non si riuscirà mai a proteggere totalmente i propri figli da cosa accade fuori.
a questo punto meglio concedere loro liberta e fiducia confidando nel fatto di averli educati a dovere. Alla fine penso che cio' che sono i nostri figli è in gran parte il risultato di come li abbiamo cresciuti noi genitori
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Messaggio Da Chiros Lun 18 Mar 2019, 14:36

Ecco, ci vuole una giusta via di mezzo.

Resta il fatto che quasi sempre una persona nella vita studia di tutto ma si guarda bene dallo   studiare libri di pedagogia/psicologia per essere buoni gentori. Essere genitori. Parliamone. 106988

Io giusto uno ma perchè me l'ha passato mia moglie!
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Messaggio Da miguel Lun 18 Mar 2019, 14:43

Chiros ha scritto:Ecco, ci vuole una giusta via di mezzo.

Resta il fatto che quasi sempre una persona nella vita studia di tutto ma si guarda bene dallo   studiare libri di pedagogia/psicologia per essere buoni gentori. Essere genitori. Parliamone. 106988

Io giusto uno ma perchè me l'ha passato mia moglie!

boh direi che anche qui è un terno al lotto.
quando nacque il mio primo figlio mia moglie (oltretutto libraia) mi diede da leggere dei libri di pedagogia e devo dire che dentro c'era tutto e il suo contrario. sono cosi' tante e contradditorie le teorie che qualsiasi cosa fai troverai sempre un libro dove si avalla un tal comportamento ed un altro che lo stigmatizza...quindi l'unica cosa che ti deve guidare è il buon senso e l'esperienza
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Messaggio Da Chiros Lun 18 Mar 2019, 14:58

miguel ha scritto:
Chiros ha scritto:Ecco, ci vuole una giusta via di mezzo.

Resta il fatto che quasi sempre una persona nella vita studia di tutto ma si guarda bene dallo   studiare libri di pedagogia/psicologia per essere buoni gentori. Essere genitori. Parliamone. 106988

Io giusto uno ma perchè me l'ha passato mia moglie!

boh direi che anche qui è un terno al lotto.
quando nacque il mio primo figlio mia moglie (oltretutto libraia) mi diede da leggere dei libri di pedagogia e devo dire che dentro c'era tutto e il suo contrario. sono cosi' tante e contradditorie le teorie che qualsiasi cosa fai troverai sempre un libro dove si avalla un tal comportamento ed un altro che lo stigmatizza...quindi l'unica cosa che ti deve guidare è il buon senso e l'esperienza

lo devo dir a mia moglie pedagogista Very Happy allora ho ragione anche io con le mie teorie:D Very Happy Very Happy

eppur quanto farebbe bene leggere qualche libro per capire per esempio che è meglio la riparazione rispetto alla punizione
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Messaggio Da Ospite Mar 19 Mar 2019, 09:02

che bel post !!

io sono diventato papà per la prima volta ( a proposito auguri a tutti i papà) alla veneranda età di 47 anni e di conseguenza mio figlio è figlio unico , quindi parlo di una esperienza che penso sia diversa da chi ha più figli .

io sono esterefatto di come si stanno comportando i genitori dei compagni di scuola di mio figlio , stanno sempre a difendere il figlio di fronte ai professori , sono loro a dire che fanno i compiti per casa del figlio insomma non fanno genitori fanno i tifosi

questa sindrome da genitore spazzaneve , che pulisce la strada del figlio da tutte le possibili piccole o grandi difficoltà , credo produrrà un danno devastante nella capacità di questi ragazzi di stare al mondo.

non sono certamente perfetto , anzi , ma credo fortemente che i genitori debbano fare i genitori presenti solo ed esclusivamente quando serve e lasciare ai ragazzi anche la possibilità di sbagliare e di assumersi la responsabilità di quello he fanno

solo come esempio vissuto in prima persona , settimane fa ho fatto un colloquio con un neolaureato in ingegneria …..si è presentato con la mamma al colloquio !!!!!!!!

in realtà vedo una generazione di genitori 40enni che sono più bambini dei loro figli

però non disperiamo i figli alla fine crescono nonostante i nostri sbagli


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Messaggio Da Ospite Mar 19 Mar 2019, 09:17

ace59 ha scritto:

questa sindrome da genitore spazzaneve , che pulisce la strada del figlio da tutte le possibili piccole o grandi difficoltà , credo produrrà un danno devastante nella capacità di questi ragazzi di stare al mondo.

non sono certamente perfetto , anzi , ma credo fortemente che i genitori debbano fare i genitori presenti solo ed esclusivamente quando serve e lasciare ai ragazzi anche la possibilità di sbagliare e di assumersi la responsabilità di quello he fanno


Straquoto le sagge parole dell'amico Ale.

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Messaggio Da st13 Mar 19 Mar 2019, 09:44

non posso dare pareri diretti non essendo genitore, però mi associo al pensiero di Ale... mi mamma, insegnante con oltre 44 anni di servizio, nell'ultimo periodo si lamentava dell'incapacità di alcuni genitori di educare i propri figli

st13

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Messaggio Da Matusa Mar 19 Mar 2019, 11:32

Anch'io sono un primiparo attempato, molto attempato, prima e unica figlia a 53 anni. Tendo ad essere un po' protettivo, ma non quanto dicono le donne del circondario. Qui ci sarebbe da aprire un discorso assai delicato e potenzialmente politicamente scorretto sugli atteggiamenti femminili nei confronti degli uomini quando ci sono di mezzo i figli.
Invece sono parzialmente d'accordo con questo

st13 ha scritto:mi mamma, insegnante con oltre 44 anni di servizio, nell'ultimo periodo si lamentava dell'incapacità di alcuni genitori di educare i propri figli

solo che non mi sembra una questione "dell'ultimo periodo". Noi fatichiamo a vedere in prospettiva l'evoluzione dei comportamenti, soprattuto se ci riguarda direttamente. Non è detto che i giovani ora siano migliori o peggiori di una volta.

ace59 ha scritto:
solo come esempio vissuto in prima persona , settimane fa ho fatto un colloquio con un neolaureato in ingegneria …..si è presentato con la mamma al colloquio !!!!!!!!

Pazzesco.
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Messaggio Da st13 Mar 19 Mar 2019, 12:36

Matusa ha scritto:
solo che non mi sembra una questione "dell'ultimo periodo". Noi fatichiamo a vedere in prospettiva l'evoluzione dei comportamenti, soprattuto se ci riguarda direttamente. Non è detto che i giovani ora siano migliori o peggiori di una volta.


ciao venerabile prof! come ultimo periodo considero almeno gli ultimi 10 anni, quindi abbastanza ampio!
la cosa di cui mamma rimaneva stupita è di come le ultime leve dei genitori fossero troppo protettive nei confronti dei figli ed incapaci di vedere e accettare la realtà.

un episodio in particolare mi è rimasto nella memoria: in una 3 elementare mamma aveva un bimbo con evidenti problemi "comportamentali", in alcune occasioni si tirava giù tutto, pantaloni e slip, e mostrava il suo intimo alle compagne di classe.
tutti gli insegnati ed educatori che avevano a che fare con questo bimbo, erano concordi sul fatto che ci fosse qualcosa che non andava e che bisognava aiutarlo in qualche modo.
quando la dirigente scolastica si decise a parlarne con i genitori, questi si scagliarono con l'intero corpo docenti accusandoli di non so quale crimine e minacciando le peggiori cose....
alla fine della fiera spostarono il bimbo in un altro plesso scolastico della zona dove si ripresentarono gli stessi identici problemi... dopo pochi mesi gli assegnarono il sostegno......

credo che possa essere abbastanza difficile essere obiettivi quando bisogna valutare i propri cari...

vabe, sto andando fuori dal seminato in un argomento che non conosco... però un incoraggiamento a tutti voi papà, a cui rivolgo i miei auguri per oggi, mi sento di darlo:

per come vi relazionate nel forum non ho dubbi, i vostri figli sono in buonissime mani Essere genitori. Parliamone. 1031278764 Essere genitori. Parliamone. 1031278764 cheers cheers

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Messaggio Da Matusa Mar 19 Mar 2019, 13:37

st13 ha scritto:
Matusa ha scritto:
solo che non mi sembra una questione "dell'ultimo periodo". Noi fatichiamo a vedere in prospettiva l'evoluzione dei comportamenti, soprattuto se ci riguarda direttamente. Non è detto che i giovani ora siano migliori o peggiori di una volta.


ciao venerabile prof!

Aho', venerabile ce sarai, te e er gatto!     tongue

Credo che bimbi come quello ce ne siano tanti, anche se magari non manifestano nello stesso modo il loro disagio. A proposito di protettività, anni fa alla scuola materna mi capitò un episodio che mi aprì gli occhi su un po' di cose. Insomma, dopo un lungo periodo in cui la bimba andava alla materna senza problemi, lei iniziò a dire che non voleva più andare a scuola. Non diceva perché. Chiediamo alle maestre, niente, non si riesce a capire da dove nasce la cosa. Qualche domanda discreta ad altri genitori, nada de nada. Nel frattempo la bimba si deprime sempre più. Poi le maestre organizzano una riunione per raccontare cosa si fa a scuola. Organizzazione perfetta, esposizione encomiabile, termini tecnici a volontà. Alla fine: "Avete domande da fare?". Silenzio. Una domanda altrui puramente formale, poi prendo il coraggio a due mani e racconto quello che ho appena scritto.
Silenzio. Pesante, imbarazzato, con le maestre che si guardano di sguincio fino a che una dice che sì, può succedere, a volte i bimbi... ecc.
"Può succedere."
A questo punto chiedo se per caso qualcuno dei bimbi più grandi se la prendeva con i più piccini, e la mia nonostante fosse a secondo anno era fisicamente la più piccina.
Silenzio tombale. Nun se move 'na foja.
M'incazzo e scandisco - senza gridare - "Si può sapere chi è il piccolo killer?"
Ecco, avete presente quella scena del Gladiatore in cui Maximus dice "Al mio segnale scatenate l'inferno"?
Uguale.
Una specie di virago si alza e comincia a sputare insulti al mio indirizzo, io vengo sommerso da commenti sdegnati - maleducato, come si permette! - ed io osservo che se il killer non esisteva non c'era motivo di offendersi. Silenzio, la gente cerca di afferrare il concetto, poi riparte la discussione  e si scopre che tutte (le maestre) sapevano tutto. E anche un paio di mamme. Vi risparmio il resto, ma un commento di un papà, che non era il padre dei due bulletti responsabili della persecuzione voglio riportarlo:
"È anche bene che comincino subito a capire che al mondo ci sono le ingiustizie, la vita è così".
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Messaggio Da marco61 Mar 19 Mar 2019, 14:33

ace59 ha scritto:non sono certamente perfetto , anzi , ma credo fortemente che i genitori debbano fare i genitori presenti solo ed esclusivamente quando serve e lasciare ai ragazzi anche la possibilità di sbagliare e di assumersi la responsabilità di quello che fanno
Sono perfettamente d'accordo, però a volte siamo quasi costretti a fare la nostra parte.
Finito il liceo mio figlio non aveva le idee troppo chiare. Mi parlava velatamente di studi per diventare giornalista sportivo ma non ne è mai stato troppo convinto. In alternativa gli ho proposto di avviare la sua attività ed ha scelto di darmi retta. Ma non è stata un'idea sua.
Dal punto di vista economico è andato tutto oltre le più rosee prospettive, non ho niente di cui rimproverarmi.
Quindi? Avrei dovuto lasciargli sbattere il muso con tutte le incertezze del caso? Sarebbe una persona più preparata ad affrontare le vere difficoltà che la vita prima o poi gli porrà davanti se avesse scelto di seguire il suo istinto? Ho sbagliato perchè gli ho fatto trovare la pappa pronta?


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Messaggio Da miguel Mar 19 Mar 2019, 14:51

marco61 ha scritto:
ace59 ha scritto:non sono certamente perfetto , anzi , ma credo fortemente che i genitori debbano fare i genitori presenti solo ed esclusivamente quando serve e lasciare ai ragazzi anche la possibilità di sbagliare e di assumersi la responsabilità di quello che fanno
Sono perfettamente d'accordo, però a volte siamo quasi costretti a fare la nostra parte.
Finito il liceo mio figlio non aveva le idee troppo chiare. Mi parlava velatamente di studi per diventare giornalista sportivo ma non ne è mai stato troppo convinto. In alternativa gli ho proposto di avviare la sua attività ed ha scelto di darmi retta. Ma non è stata un'idea sua.
Dal punto di vista economico è andato tutto oltre le più rosee prospettive, non ho niente di cui rimproverarmi.
Quindi? Avrei dovuto lasciargli sbattere il muso con tutte le incertezze del caso? Sarebbe una persona più preparata ad affrontare le vere difficoltà che la vita prima o poi gli porrà davanti se avesse scelto di seguire il suo istinto? Ho sbagliato perchè gli ho fatto trovare la pappa pronta?

evidentemente non aveva la "vocazione" per il giornalismo altrimenti avrebbe insistito per portare avanti la cosa. Oltretutto ha cominciato a lavorare non è che è stato a casa a bighellonare quindi non hai nulla da lamentarti.
Pero' perche acquisisca un po' più di autonomia io comincerei a non fargli trovare tutto pronto a partire dalle piccole cose, ha mai manifestato ad esempio il desiderio di andare a vivere per conto suo ? quello come ho già scritto potrebbe essere il primo passo per renderlo più autonomo.
come genitore puo' non essere facile, mia madre quando sono andato a vivere per conto mio per un anno non ha voluto mettere piede in casa mia, il fatto che andassi a vivere per conto mio era come se implicitamente le avessi detto che non mi trovavo bene a casa dei miei genitori, alla fine ha accettato il distacco e adesso è contenta della scelta che ho fatto al tempo
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Messaggio Da superpipp(a) Mar 19 Mar 2019, 14:55

marco61 ha scritto:
ace59 ha scritto:non sono certamente perfetto , anzi , ma credo fortemente che i genitori debbano fare i genitori presenti solo ed esclusivamente quando serve e lasciare ai ragazzi anche la possibilità di sbagliare e di assumersi la responsabilità di quello che fanno
Sono perfettamente d'accordo, però a volte siamo quasi costretti a fare la nostra parte.
Finito il liceo mio figlio non aveva le idee troppo chiare. Mi parlava velatamente di studi per diventare giornalista sportivo ma non ne è mai stato troppo convinto. In alternativa gli ho proposto di avviare la sua attività ed ha scelto di darmi retta. Ma non è stata un'idea sua.
Dal punto di vista economico è andato tutto oltre le più rosee prospettive, non ho niente di cui rimproverarmi.
Quindi? Avrei dovuto lasciargli sbattere il muso con tutte le incertezze del caso? Sarebbe una persona più preparata ad affrontare le vere difficoltà che la vita prima o poi gli porrà davanti se avesse scelto di seguire il suo istinto? Ho sbagliato perchè gli ho fatto trovare la pappa pronta?
Secondo me non hai sbagliato. Hai fatto quello che ognuno di noi avrebbe fatto anzi e' stato fortunato a seguire il tuo consiglio. Il mio primo figlio ha fatto sempre di testa sua e l'ho lasciato fare anche se pero' ora magari qualche mio consiglio si pente di non averlo seguito. Cmq ogni caso e' un caso a se.

Ciao
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Messaggio Da Ospite Mar 19 Mar 2019, 16:07

marco61 ha scritto:
ace59 ha scritto:non sono certamente perfetto , anzi , ma credo fortemente che i genitori debbano fare i genitori presenti solo ed esclusivamente quando serve e lasciare ai ragazzi anche la possibilità di sbagliare e di assumersi la responsabilità di quello che fanno
Sono perfettamente d'accordo, però a volte siamo quasi costretti a fare la nostra parte.
Finito il liceo mio figlio non aveva le idee troppo chiare. Mi parlava velatamente di studi per diventare giornalista sportivo ma non ne è mai stato troppo convinto. In alternativa gli ho proposto di avviare la sua attività ed ha scelto di darmi retta. Ma non è stata un'idea sua.
Dal punto di vista economico è andato tutto oltre le più rosee prospettive, non ho niente di cui rimproverarmi.
Quindi? Avrei dovuto lasciargli sbattere il muso con tutte le incertezze del caso? Sarebbe una persona più preparata ad affrontare le vere difficoltà che la vita prima o poi gli porrà davanti se avesse scelto di seguire il suo istinto? Ho sbagliato perchè gli ho fatto trovare la pappa pronta?

come detto anche da Miguel il tuo ragazzo si sta impegnando nel lavoro che ha grazie al tuo aiuto , quindi bene anzi ottimo

io credo che nelle scelte importanti della vita dobbiamo esserci , che scuola scelgo ? che lavoro farò ? tralasciando la marea di cazzate di cui mediamente si discute , hai fatto i compiti ? ti sei lavato ? ecc

certo un conto è aiutare a scegliere , un conto imporre una scelta , è un difficile equilibrio da trovare e francamente dubito che ci sia qualcuno che ce lo può insegnare
la mia personale aspirazione è che mio figlio faccia l'università all'estero , magari US, sarei pronto a fare i sacrifici necessari per questo , ma quando sarà il momento dovrò capire se questa mia aspirazione è davvero anche la sua
saranno cazzi Very Happy


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Messaggio Da st13 Mar 19 Mar 2019, 16:20

ale, se lo mandi negli states qui dentro ti chiederanno racchette strambe, palline Penn, calzini fucsia fluo..... tuo figlio farebbe il corriere per conto di brutte persone Very Happy Very Happy Very Happy Very Happy

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Messaggio Da Ospite Mar 19 Mar 2019, 16:41

Capita proprio a fagiolo un articolo di Elisabetta Ambrosi di oggi sul "Fatto Quotidiano":




Festa del papà, i padri oggi sono molto più amorevoli. Ma non devono perdere autorevolezza


Abbiamo poche occasioni per parlare di uomini dal punto di vista delle ricorrenze.
Esiste infatti la festa della donna, ma non dell’uomo (un peccato, sarebbe un’occasione per parlare di loro e renderebbe pure quella della donna meno retorica).
Ci resta la festa del papà che – nonostante io sia molto più a favore di una festa della famiglia – ci consente almeno di fare un piccolo “bilancio” dei padri di oggi.  
E allora eccoli, dal mio punto di vista: radicalmente cambiati rispetto al passato, sono tutt’altro che autoritari e anche tutt’altro che assenti (ovviamente con eccezioni).
Al contrario, i padri di oggi sono uomini molto affettuosi, si prendono cura dei propri bambini fin dall’inizio.
Cambiano pannolini, danno biberon, si alzano la notte, portano i bambini a spasso, mentre magari lavano i piatti o puliscono la cucina.
Poi, quando i figli crescono, li accompagnano all’asilo o a scuola, li portano in piscina o calcio, passano le domeniche a vedere le partite insieme o giocare a pallone (per citare le attività più diffuse tra i padri italiani).
Insomma i padri oggi ci sono, e sembrano anzi aver scoperto la bellezza della paternità e i sentimenti che a essa si accompagnano quando è vissuta senza rigidità: e cioè affetto, tenerezza, gioia, e molte altre grandi emozioni.
Non parlerò qui di padri separati e delle istanze che portano avanti, spesso giustamente, spesso meno, vedi convergenza di molti sul disegno di legge Pillon.
Però, il fatto che da questi padri la lontananza dai figli venga percepita come mancanza, spesso lacerante e insopportabile, è proprio l’indice di ciò che dicevo: forse la nostra epoca ha finalmente riscoperto il sentimento della paternità.
Non mi piace , tuttavia, chiamare questo nuovi padri “mammi“, perché questa definizione di fatto sembra assegnare il monopolio dell’affetto e del sentimento alle madri.
Non possiamo chiedere la partecipazione dei padri e il loro coinvolgimento emotivo e poi bollarli, sia pure ironicamente, come “madri”.
No, sono padri, e sono come i padri dovrebbero essere: amorevoli, appassionati dei propri figli, felici di stare con loro.
Eppure è vero che, pur essendo pari, padri e madri sono diversi.
E i loro ruoli non sono identici.
Per questo io in questo ritratto dei padri moderni alcune ombre le vedo: infatti, se da un lato hanno riscoperto la dolcezza, dall’altro gli uomini di oggi hanno perso radicalmente autorevolezza.
Non credo che le cose siano necessariamente legate, anzi, rivendico la possibilità di essere un genitore totalmente amorevole eppure molto fermo e autorevole.
Purtroppo, però, è vero che sempre più raramente fermezza e capacità di “reggere” i propri figli, e insieme a loro i conflitti che portano con sé, fanno parte del bagaglio dei padri di oggi.
Il discorso è un po’ più ampio (e coinvolge tra l’altro anche le stesse madri).
Sul tema sono usciti ormai decine di articoli e persino di libri.
Il problema che denunciano è un eccesso quasi insostenibile di protezione, anche da parte dei padri, talmente soffocante da portare a gravi limitazioni nell’autonomia dei bambini.
Io vedo questo uomini ansiosi a scuola, magari la mattina, entrare nei bagni dei figli per assisterli nel fare pipì anche quando i bambini, magari di 3 o 4 anni, sarebbero perfettamente in grado di andare al bagno da soli (anzi dovrebbero).
Oppure in piscina, mentre si chinano a infilare mutande a bambini di dieci o undici anni o allacciare loro le scarpe.
Il problema è che questi bambini, spesso figli unici, messi sotto una campana di vetro dove non entra né aria né vita, vivono esistenze programmate in ogni dettaglio, organizzate da genitori che mentre da un lato non consentono loro alcuna esperienza di vita autonoma – anche solo scendere a comprare il latte a dieci anni – dall’altro investono su di loro tutte le loro fantasie e proiezioni di realizzazione e successo, tanto da volerli tutti ingegneri o super economisti, scienziati o astronauti.
Il risultato è una generazione fragilissima, di ragazzi che si sciolgono al primo ostacolo e che spesso diventano tragicamente l’opposto di quanto i genitori sperano.
Non si tratta, per i padri, di rispolverare il vecchio modello, anche psicoanalitico, che vedeva nell’uomo il principio di autorità e nella donna quello dell’accoglienza.
Oggi entrambi i genitori dovrebbero riscoprire la capacità di essere autorevoli.
Ma certo tanto più i padri, perché comunque è proprio ai padri che i figli guardano crescendo e la loro figura è veramente molto più centrale di quanto non possiamo immaginare.
Come dimostrano le vite segnate dal dolore di quei ragazzi il cui padre è sparito o è assente e che per tutta la vita vivono con questo vuoto, tanto grande quanto lo sarebbe un’assenza materna.
Bisognerebbe allora che i padri di oggi, anche se molto più stanchi e invecchiati dei loro coetanei europei (ma anzi, forse proprio per questo) ricominciassero a trattare i figli da figli e non piccoli sovrani a cui sottomettersi; bisognerebbe che oltre a proteggerli li lasciassero sperimentare; bisognerebbe che smettessero di farli sentire al centro del mondo e invece questo mondo glielo facessero vedere per come è davvero.
Cruciale sarebbe riscoprire quel ruolo di argine e contenitore che un tempo sapevano egregiamente fare e che era spesso necessario vista la durezza dei tempi.
Oggi i tempi sembrano solo in apparenza meno duri, perché dopo un’infanzia all’insegna dell’autocelebrazione e del consumismo i nostri figli si trovano di fronte ad un mondo del lavoro competitivo a livello insopportabile (oltre che a un mondo devastato dal cambiamento climatico).
E allora la capacità di sopportare serve, così come serve quella di contenere la gratificazione in visto di uno scopo più alto e infine quella di affrontare il conflitto.
Certo, forse bisognerebbe che noi genitori, e dunque anche i padri, sapessimo contenere la ricerca di un piacere immediato in vista di un obiettivo migliore, che fossimo meno narcisisti e più capaci di farci da parte, anche accettando la nostra finitezza invece di crederci immortali a cinquanta o sessant’anni.
E forse proprio qui sta il problema. Tuttavia ai padri di oggi chiedo: non scordatevi di questo ruolo antico, che può essere declinato in forma nuova.
Forse lo sapete fare meglio di noi madri.
Anzi, forse potete davvero aiutarci.
E insieme aiutare i vostri figli.
Auguri!

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