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l'attivazione mentale

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Messaggio Da sergiocosta Ven 24 Ago 2012, 13:22

Promemoria primo messaggio :

inizio il post scusandomi con tutti della mia scarsa presenza sul forum, ma purtroppo i vari impegni, lavorivi e di studio, non m'hanno aiutato ad essere così attivo quanto avrei voluto..e di certo questo non ha aiutato neanche voi utenti ad esprimere giudizi, perplessità o difficoltà e quindi ad aprire dibattiti su tematiche mentali..

per riprendere da dove avevamo iniziato ho deciso, in accordo con il moderatore marco, di riproporre una tematica molto interessante e che magari s'è andata persa all'interno dei vari post, e quindi di crearne una specifica, così da poterla semmai appronfondire con i vostri dubbi o domande, ovvero un articolo sull'attivazione mentale..

Se ci pensiamo bene ogni nostra prestazione importante (sia un esame, sia un evento sentimentale) è sempre preceduta da qualche nostra modificazione mentale e fisica: la mente percepisce tensione ed il nostro corpo si prepara aumentando la frequenza cardiaca ed il ritmo del respiro e questo aumenta la nostra adrenalina che sarà utile per reagire con prontezza agli eventi.
Tutto questo stato di allerta serve proprio per prepararsi alla nostra prestazione ed a porre la massima attenzione su quello che dovremo affrontare.
Per questo un pò di ansia prima del match ed anche durante la gara è indispensabile, altrimenti si entrerebbe in campo senza vitalità e grinta.
Chiunque, anche i campioni, prima di una prestazione provano i sintomi dell’ansia: questa è la normalità. La differenza tra l’atleta che conosce i propri mezzi psicologici e l’atleta che non li ha mai esplorati, sta proprio nella capacità di saper sfruttare le situazioni difficili a proprio vantaggio, e nell’imparare a fare dei propri limiti il punto di partenza per diventare ancora più efficace.
Tutto dipende quindi da come si interpretano queste sensazioni e la prima cosa positiva che tu devi fare è di cambiare atteggiamento nei suoi confronti interpretandolo correttamente, perché se tu giudichi negativo uno stato d’ansia normale rischi solamente di aumentare la tua ansia facendo superare il livello di guardia.
Certamente troppa tensione non è produttiva e rovina la prestazione agonistica, ma anche quando è troppo poca è negativa.
Anche se non ce ne rendiamo conto e anche se vorremmo essere persone razionali, le decisioni che prendiamo sono guidate dalle emozioni. E se le nostre emozioni sono sbilanciate, come avviene negli stati di sovra e sotto-eccitazione (il cosiddetto livello di arousal), le nostre decisioni saranno sbagliate, e quindi colpiremo la palla sotto la spinta dell’emozione che guiderà il nostro corpo in modo errato.

Quante volte capita di guardare i giocatori che si lamentano di non saper gestire e controllare l’ansia prima e durante una partita, e soprattutto di vederli scendere in campo terrorizzati, e perdere un incontro che avevano praticamente vinto ? L’aspetto con cui si manifesta questo stress può essere corporeo (rigidità e tensioni muscolari, sudorazioni e tachicardie) o cognitivo (dubbi, paure, incapacità di concentrarsi o di raggiungere il giusto stato di attivazione).
L’allenamento di un atleta deve quindi centrarsi sull’abilità di trovare il giusto livello di ansia per affrontare al meglio la situazione di gioco, e sarà proprio questa capacità a fare la differenza durante una partita. Ad esempio, un aspetto fondamentale, è il cosiddetto riscaldamento pre-partita che riveste un’importanza enorme se viene completato con una vera e propria attivazione, che deve essere appunto psicofisica, e specifica per ogni atleta: infatti ognuno dovrà capire se aumentare o diminuire il proprio livello di attivazione. Ci sono, infatti, atleti che hanno necessità di ripassare mentalmente le strategie di gioco da attuare nel match, o chi invece prima di una partita deve correre e riscaldarsi molto fisicamente per entrare carico nel match.

Vediamo in concreto un paio di cose da fare per tenere sotto controllo l’ansia:
1-Ricorda sempre che quando avverti un pò d’ansia prima del match, tale tensione è normale e addirittura positiva per cui impara ad accettarla. Già l’accettazione dell’emozione ti aiuterà a tenerla sotto controllo e considerarla come un’alleata piuttosto che una nemica;
2-Siccome la tensione aumenta la frequenza cardiaca ed il ritmo del respiro che spesso diventa veloce ed affannato, puoi fare questo semplice esercizio prima e durante le pause dei match per attenuare la tensione: fai respiri lunghi e regolari mantenendo lo stesso tempo di inspirazione e di espirazione (conta mentalmente i secondi).
Così facendo agisco sugli effetti fisiologici dell’ansia ed anche sugli effetti mentali tenendo conto che il fatto di contare mentalmente mi distrae dal pensiero dell’ansia.

Il giusto livelli di ansia prima del match, che individua un’ottima attivazione, viene definito livello di arousal ed è un livello media tra una sotto-attivazione ed una sovra-attivazione, entrambe poco utili alla prestazione.
È evidente che nel caso di bassa attivazione si dovrà intervenire per farla aumentare, accelerando ad esempio il battito cardiaco tramite sforzi muscolari brevi ed intensi, con scatti, skip e balzi. Per un’attivazione psichica si dovrà invece intervenire con visualizzazioni di performance, pensieri che richiamino estasi di vittoria e grande sofferenza, tutti pensieri che muovono un’enorme quantità di energia positiva. Questi metodi sono molto semplici, rapidi ed efficaci per aumentare il proprio grado di attivazione, ed ovviamente possono essere svolti tranquillamente da soli prima di ogni partita.
Per quel che riguarda invece il problema di una sovra-attivazione, derivata anche da stati di ansia o stress non gestiti, sono consigliate tecniche di rilassamento e di visualizzazione di uno stato di calma accompagnati da respirazione diaframmatiche profonde e lente, che richiedono comunque un tempo un po’ più lungo di esercitazione, ma soprattutto necessitano l’aiuto di un esperto che quanto meno istruisca e assista l’atleta a migliorare la propria conoscenza corporea ed il proprio stato di arousal.
Concludendo, quindi, sicuramente tutto quello che è stato detto risulterà essere utile ed efficace quanto più vengono allenate e approfondite tale tematiche, infatti, anche qui, come per i singoli colpi tecnici, a nessuno allenamento corrisponde nessun miglioramento.


PS: Mi piace ancora una volta sottolineare l'importanza della mia ricerca, ed in particolar modo del costrutto che sto analizzando, ovvero le convinzioni di efficacia personale, le quali influenzano positivamente l’autoregolazione e il successo dell’atleta. Elevate convinzioni di autoefficacia infatti favoriscono la scelta di obiettivi stimolanti e sostengono l’impegno e lo sforzo anche quando i successi non si raggiungono facilmente o i fallimenti minacciano pericolosamente le aspettative di riuscita. Gli atleti più sicuri della propria efficacia mostrano una maggiore capacità di concentrazione, soprattutto attraverso il controllo di pensieri intrusivi e una gestione adeguata dei fattori di stress, mostrandosi pronti anche a fronteggiare gli inevitabili momenti di crisi. Elevate convinzioni di autoefficacia, inoltre, favoriscono la tolleranza alla fatica ed il controllo del dolore, così come un più rapido recupero dagli infortuni.
Quindi, per chi non l'avesse ancora fatto, consiglio di andare a rivedere il topic sulla mia ricerca o di fare il questionario al seguente indirizzo https://docs.google.com/spreadsheet/viewform?pli=1&formkey=dGs0aG50QjlxZlE4MGgzc1ByZWNMQ1E6MQ#gid=0, perchè, a mio avviso, è strettamente collegato con la percezione dell'ansia e con il livello di attivazione ottimale, anche e sopratutto per le tecniche di intervento, con ad esempio la visualizzazione e la simulazione, che permettono all'atleta di gestire al meglio queste situazioni di difficoltà.

PPS: MI SCUSO ANCORA CON TUTTI

saluti

sergio

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Messaggio Da swing Ven 07 Set 2012, 16:41

è basilare partire dal soggetto in quanto individuo unico, solo fatto questo si puo' parlare di migliorameti relativi alla tecnica, all' atletica o alla mente.

swing

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Messaggio Da Federyonex Ven 07 Set 2012, 18:14

milt one ha scritto:è basilare partire dal soggetto in quanto individuo unico, solo fatto questo si puo' parlare di migliorameti relativi alla tecnica, all' atletica o alla mente.

Sono d'accordissimo.


Oedem : le racchette migliori sono quelle che hanno le corde
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Messaggio Da Bestroger Ven 07 Set 2012, 18:49

Lupo65 ha scritto:Credo sia Nietzsche....
Apparte gli scherzi e i commenti, trovo il commento molto interessante e sicuramente molto utile. Sicuramente la testa da livelli medi fino livelli alti è FONDAMENTALE!

Bestroger

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Messaggio Da sergiocosta Lun 01 Ott 2012, 13:49

Federyonex ha scritto:

Ho capito, ma tu dai una priorità ben chiara: tecnica. atletismo, mente, cosa che invece non è così scontata. Le tre cose vanno molto assieme, è questo che Sergio intende dire e io lo seguo su questo. E secondo me gli aspetti mentali influiscono molto anche sulla velocità e capacità di apprendimento di tecnica e preparazione atletica.


ecco questo credo possa riassumere al meglio il concetto.

giusto tutta la scorsa settimana sono stato al corso di maestro di primo livello FIT, ebbene, anche loro credono e vedono nella multilateralità, ovvero tecnica, tattica, fisico e mente, un'aspetto fondamentale nel tennis, e a parole dicono che siano tutte importante, ma poi non prevedono nel corso di primo livello approfondimenti dell'aspetto mentale, ma solo tanta tecnica, a volte anche in maniera eccessiva visto che il primo livello deve avere a che fare con i bambini, qualche nozione di tattica, l'aspetto fisico coordinativo approfondito il giusto. Se però gli appunto che mi pare assurdo che non venga effettuata neanche una lezione sulla psicologia loro mi dicono che ho ragione, ma che ai maestri non piaceva, che è complicato farla e altre cose simili; e per di più, dicono che nelle strutture FIT è necessario avere maestri nazionali, preparatori fisici, ma poi non accennano neanche per sbaglio allo psicologo, quindi capisco bene la difficoltà nel rompere tali schemi, e cercherò di battere per gli aspetti mentali, visto che non è il corpo che comanda il cervello, ma semmai l'opposto..


ps: all'interno del corso hanno fatto un accenno all'efficacia percepita (la mia ricerca per intendeci),quindi sono andato a parlarci proponendo una collaborazione, o meglio, spiegandogli che mi interesso di questi aspetti, e gli ho anche inviato una mail, chissà se avrò mai risposta....
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