PALLETTARODOC: NUOVAMENTE IN CAMPO

Ciao a tutti.
Dopo una lunga assenza dal forum sono tornato per raccontarvi le mie ultime avventure e il mio personale percorso tennistico.
Per chi non lo sapesse o non lo avesse intuito sono un giocatore come da nickname, per altri un regolarista, l'unica cosa certa è che rischio poco e attacco anche meno.
Le ultime discussioni sul pallettaro mi hanno però spronato a tentare di evolvere il mio gioco e così ho fatto cercando impegnarmi ad "osare" di più, ma non è facile.
Se non sbaglio MSSPORT in una risposta ad un mio post me lo aveva preventivato.
Così ho cominciato a giocare sempre più spesso, alternando partite con amici a orette contro il muro di cemento, spingendo come un pazzo.
Giocando però mi sono reso conto che è dannatamente difficile cambiare pelle, credo si tratta di una questione mentale più che tecnica, così dopo un po' di scoramento iniziale ho cercato di fare chiarezza.
Dove può migliorare il mio gioco da fondo campo?
Quali alternative ho al mio gioco di rimessa?
Quale tra i miei colpi posso affinare per farlo diventare un vincente?
Le risposte non hanno tardato a venire.
Sicuramente peccavo in profondità, così più che la potenza è la profondità che ora vado cercando.
Ho capito che il mio diritto stretto, quasi uncinato poteva essere un'arma e se ancora lo uso troppo poco...ora appena una palla è attaccabile ecco che lo provo con esiti quasi sempre positivi e non solo, anche la smorzata o palla corta, usata di tanto in tanto mi aiuta a variare il mio gioco da pallettaro ma qua devo ancora lavorarci nonostante una buona sensibilità al colpo.

Così, tra partite e impegni vari mi sono ritrovato in campo per un torneo.
Lo stesso, praticamente un replay, che qualche mese fa, finì al secondo turno contro mister Pennellone.

Eccovi un breve resoconto di quest'avventura.

Primo turno

Una volta qualcuno disse che "convincere" è molto più complicato che vincere.
Con questa mentalità ho cercato di iniziare le mie partite, vero anche che mantenerla nel corso del match è tutt'altra cosa, quando la stanchezza comincia a farsi sentire, quando ritornare al porto sicuro del mio gioco di rimessa è la più facile delle soluzioni.
Il primo turno mi regala una partita a mezzogiorno, un vero e proprio mezzogiorno di fuoco perchè fa caldissimo, ma non ne faccio un dramma perchè sono solito correre nella pausa pranzo e a queste temperature estive sono abituato.
Mi preoccupa invece molto di più quella maledetta superficie in erba sintetica che trovo poco tennistica che è lei più che l'afa opprimente a instillarmi un poco di inquietudine.
Il mio avversario è il ragazzo dal kimono d'oro.
L'ho soprannominato così, non fosse altro per la sua banda vagamente orientale sulla fronte e quella maglietta d'un giallo così acceso da sembrare dorata.
Mi dice che è un classificato ma non gioca da molto tempo, i suoi modi sono gentili e molto rispettosi: voglio sottolineare questo punto perchè non sempre ritrovo i valori che uno sporivo dovrebbe sempre avere a prescindere dal risultato.
Dopo un brevo palleggio di riscaldamento (non che ce ne fosse bisogno...), cominciamo a giocare.
Sono pronti a palleggi lunghi e a colpire appena il mio avversario me lo permette, ma la partita che nasce è totalmente opposta e per un attimo mi lascia disorientato.
Il ragazzo dal kimono d'oro ha una buona tecnica ma dopo uno o due scambi, quasi avesse fretta, cerca di chiudere lo scambio finendo incappando immancabilmente nell'errore.
E' come se temesse che la sua tecnica lo abbandonasse da un momento all'altro e allora vuole chiudere in fretta.
Io rimango lì, a tratti quasi a guardare, il suo dritto che finisce in corridoio, lo smash oltre la linea di fondo, la volèè in rete.
Il primo set lo chiudo sul 6-0, il secondo sul 6-1
Non c'è stata partita, è vero, ma non credo sia stato un bene per me.
Se ci fossero le pagelle avrei preso di certo un "senza voto", perchè ingiudicabile.
Non ho potuto mettere in pratica la mia idea di gioco perchè il mio avversario sbagliava prima, non ho provato quei colpi che volevo tentare, nè mi sono esaltato nelle qualità tipiche di un pallettaro, recuperi e gran rincorse.
Resta solo l'aver preso, almeno spero, un poco più di confidenza con l'erba sintetica e un passaggio al secondo turno che è tutto un punto interrogativo.

Alla prossima.

Secondo me non ti devi sminuire con un INGIUDICABILE.
Hai fatto il tuo dovere egregiamente sfruttando le tue armi migliori che sono la regolarità con la tenuta fisica/mentale.
Il ragazzo aveva fretta semplicemente perchè sapeva di non poter sostenere una partita così sfibrante.
Io setsso quando incontro un giocatore molto regolare, che non sbaglia mai, corre dappertutto e sembra non stancarsi mai debbo forzare i miei colpi, perchè so che se mi metto a colpire regolare faccio "il suo gioco" e soccomberei.
Per chi non è abituato la difficoltà sta nella tenuta mentale, più che fisica.
Fare 30 scambi, vincere anche il punto e pensare..."mer#a ho fatto solo un 15, se sono tutti così auguri" ti porta a forzare quelli successivi.
Comunque complimenti, una vittoria è sempre una vittoria

Secondo turno
Anche la seconda partita mi regala un'avversario molto educato. Cominciare il match quando il tuo avversario ti dice "Buona partita" non ha prezzo. Ormai sono abbonato a mezzogiorno e anche questa volta sacrifico volentieri l'ora di pranzo per l'ennesima sfida tennistica. Il palleggio, breve come al solito, mi trae in inganno, e sottovaluto l'avversario che mi trovo di fronte. Non è un classificato, ma è un diesel: il suo gioco migliora dopo ogni scambio, sembra prendere più coraggio, osa di più e non riesco a trovare un suo vero e proprio punto debole. Mi accorgo che gioca più o meno come me, rischia poco ed è solido da fondo campo e così mi ritrovo in una sfida tra pallettari che non avevo previsto. Lui forza un po' di più di me, io ho qualcosa in più in difesa ma siamo lì, dettagli, squinquigli, tra giocatori pressochè simili. La partita è vibrante, si lotta punto su punto e dopo 40 minuti di gioco ci troviamo appena sul 3-3. Poi accade l'imprevedebile, il primo di questa lunga partita. Il mio avversario commette qualche errore, sono colpi che finiscono sul nastro o finiscono appena lunghi, ma sono sufficienti per regalarmi il primo vero vantaggio e mi ritrovo quasi per magia sul 5-3. Ormai è fatta? Non credo, questo pensiero non mi sfiora nemmeno, eppure non riesco a chiudere il set. Sono io che commetto qualche errore e quando cerco di ritornare su una posizione totalmente difensiva e di attesa è troppo tardi: lui attacca di più forse perchè non ha nulla da perdere e non sbaglia un colpo. Ci ritroviamo sul 5-5, è tutto da rifare, come se la partita non fosse mai iniziata. Vinco il successivo game, ma una volta ancora lui impatta sul 6-6 costringendomi al tie-break. Siamo abbondantemente oltre l'ora di gioco, il tie-break è solo lo specchio della partita e io mi chiedo se avrò abbastanza fiato per continuare la partita, perchè sto boccheggiando. Mi porto sul 5-3 ma anche questa volta non riesco a chiudere, finiamo sul 6-6, poi 7-7, 8-8, 9-9...ma alla fine cedo e il mio avversario dopo un tie-break infinito porta a casa il set per 12-10.

Sono molto deluso, perchè ho avuto almeno due ghiotte occasioni per vincere il set e ora mi aspetta una maratona per ribaltare il risultato e come poche volte mi capita...sono stanco. Il secondo set non inizia bene, il mio avversario vola sul 2-0

Sento che la partita mi sta sfuggendo di mano e m'impongo l'ultimo disperato sforzo per rimanerne aggrappato, nelle speranza che poi nuove energie e magari un po' di sfiducia dall'altra parte mi rimettino in corsa. Non sto giocando bene, qualche colpo steccato e un nastro mi aiutano e chissà come riesco ad impattare sul 2-2. Sento di aver speso il mio bonus, ma mi sbaglio. Poco istanti dopo una smorfia di dolore che è quasi un'urlo rompe il silenzio della battaglia. Il mio avversario si tocca il polpaccio e lentamente abbandona il campo dirigendosi verso le panchine. Non mi rendo conto che da lì a poco abbandonerà la partita per infortunio. Io aspetto un poco, gli chiedo, quasi lo supplico di riposarsi qualche minuto e riprendere la partita: non voglio vincere così. Lui è irremovibile. Un crampo? Uno stiramento? Dice che continuare vuol dire andare incontro a guai più seri, ma io mi sento una merda: fossi stato in vantaggio forse l'avrei presa diversamente, ma così a caldo non riesco ad accettare questo verdetto che significa terzo turno.

La sera stessa discuto con mio papà, che è un po' il mio allenatore spirituale. Lui dice che la mia vittoria è stata meritata, perchè nel tennis sono tante le componenti, dalla tecnica alla tenuta mentale a quella fisica. Ci ho ragionato e credo che in fondo abbia ragione, in fondo sono sempre stato un sostenitore di questa tesi: nel tennis piu di altri sport per vincere servono tutte queste componenti. Così ora mi ritrovo al terzo turno, che migliora il risultato del torneo precedente, ma se tiro le somme devo ammettere una cosa: non avrei mai pensato di poterci arrivare in questo modo. Ora lotterò per entrare negli ottavi!

Alla prossima!

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Prendi la vittoria e la possibilità di giocare il terzo turno e lascia stare il resto. Dopotutto la partita era più che aperta, non è che lui ti stesse asfaltando. Alla fine per caso o meno è venuta fuori la tua migliore condizione fisica ed anche questo fa parte del gioco.

TERZO TURNO
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Ho un sesto senso per le persone e quando vedo il mio avversario chino sulla panchina mentre rovista nel suo borsone, lo inquadro subito.
Ci diamo la mano, lui me la stringe perchè l'etichetta lo impone, ma se potesse evitare non ci penserebbe due volte.
Si presenta come "l'ingegnere....XXX" e questa cosa mi fa alquanto arrabbiare: il campo da tennis è un terreno franco, lì dentro siamo tutti uguali, cosa diavolo vuole sottolineare quell'individuo?
Cerco di non pensarci, in fondo ingegnere non fa rima con buon giocatore.
Iniziamo a palleggiare, lui forza appena può e capisco subito che vuole impostare la partita sull'attacco, scambi brevi, discese a rete e angoli improbabili.
Non mi sbaglio e la partita comincia come mi aspettavo, ma tengo botta.
Mi porto avanti di un break quasi subito, riesco anche a infilarlo qualche volta con dei bei rovesci lungo linea come da tempo non capitava, e così vinco il quinto game pronto a servire per il 4-2.
Ma prima che inizi a servire, il mio avversario mi intima di fermarmi e trafelato si avvicina a bordo campo dove dei ragazzi stanno chiaccherando a sua dire ad alta voce.
Li cazzia senza remore, io non mi ero nemmeno accorto che fossero lì.
Ricomincia il match, ma noto che il mio avversario è molto nervoso: che si tratti del suo carattere o del momento topico della partita non mi è dato sapere, ma da lì a poco troverà il modo di scagliarsi contro di me.
Siamo sul 4-3 per me quando vedo arrivare una palla lunga e tesa che battezzo fuori.
Alzo le braccia senza proferire altro, come dire..."è out", ma invece la palla scheggia la riga.
Prontamente lo informo, e rettifico la mia prima impressione: "no scusa...è dentro, punto tuo".
L'avessi mai fatto.
Scende a rete come un assennato e mi punta la racchetta come un winchester.
"E' no...non va bene così, non ti permetto di giudicare una palla fuori prima che questa tocchi il campo. Sono rimasto fermo perchè mi hai fatto capire che la palla era fuori, quando invece avrei potuto scendere a rete, non devi fare il furbo"!
Boh, io rimango un po' sorpreso, per i modi più che per le sue parole, ma essere definito furbo proprio non mi va giù perchè se ho sbagliato l'ho fatto in buona fede.
Comunque il set è agli sgoccioli e cerco di rimanere concentrato.
Lui ha un sussulto e si porta sul 4-4, ma poi gli ultimi due games li conquisto abbastanza facilmente e mi porto a casa il set per 6-4.

Il secondo set ha un'altra storia, parente lontano del primo.
Lui sembra molto stanco e rapidamente guadagno un buon vantaggio, lo chiuderò sul 6-3 sprecando qualche colpo nel finale, ma credo che con un po' più attenzione il passivo avrebbe potuto essere anche più pesante.
Ma la partita, quella personale non sembra finita.
Palesemente non vuole darmi la mano, io quasi gliela impongo spiattelandola sotto il suo naso.
Lui mi dice: "..dovresti prendere qualche lezione, io ho giocato malissimo e tu hai aspettato solo i miei errori".
Io gli dico" lo so, sto cercando di migliorare".
Lui continua: "ho giocato praticamente dentro il campo, oggi non ero in forma, altrimenti non ci sarebbe stata partita e se trovi uno che appena spinge un po' di più tenendola dentro...ti asfalta."
So anche questo.

Così dopo due gentlemen e un...."no comment", mi ritrovo agli ottavi.
Per informazione ho preferito farmi la doccia a casa.

PallettaroDoc ha scritto:
Lui mi dice: "..dovresti prendere qualche lezione, io ho giocato malissimo e tu hai aspettato solo i miei errori".
Io gli dico" lo so, sto cercando di migliorare".
Lui continua: "ho giocato praticamente dentro il campo, oggi non ero in forma, altrimenti non ci sarebbe stata partita e se trovi uno che appena spinge un po' di più tenendola dentro...ti asfalta."
So anche questo.

Così dopo due gentlemen e un...."no comment", mi ritrovo agli ottavi.
Per informazione ho preferito farmi la doccia a casa.

Non li sopporto quelli che invece di complimentarsi iniziano a dirti:
"stanotte sono stato pocobene, ho avuto i calcoli al fegato, una commozione celebrale, un ictus con paralisi della gamba, una tetraplegia e sono anche morto per una buona mezz'ora, senza contare che è da 15 anni che non gioco, anzi adesso che ci penso non ho mai giocato a tennis"
e nonostante tutto tu hai vinto 7/6 67/ 7/6 in 8 ore e 25 minuti.

bravo pallettaro, continua a giocare e vincere speriamo che quello degli ottavi sia migliore come persona....e magari anche come giocatore cosi' ti divertirai di più. concordo con gianni: io ho un amico obiettivamente più forte di me ma quando giochiamo fa continui commenti come se il fenomeno fossi io che invece alla fine perdo con lui 7 volte su 10

facendo la doccia a casa hai intelligentemente evitato lui ti infettasse con l'ingegnerite, da noi ad architettura si dice sia portatrice di calvizie ed ottusità oltre che degenerativa per le cellule celebrali! ;-)

maligno76 ha scritto:facendo la doccia a casa hai intelligentemente evitato lui ti infettasse con l'ingegnerite, da noi ad architettura si dice sia portatrice di calvizie ed ottusità oltre che degenerativa per le cellule celebrali! ;-)

Amedeooooooo.............dove sei??   

Bertu ha scritto:

maligno76 ha scritto:facendo la doccia a casa hai intelligentemente evitato lui ti infettasse con l'ingegnerite, da noi ad architettura si dice sia portatrice di calvizie ed ottusità oltre che degenerativa per le cellule celebrali! ;-)

Amedeooooooo.............dove sei??   

A proposito di Amedeo, io sono uno dei pochi che lo conosce di persona ..... effettivamente Amedeo e' ingegnere, e' calvo e mo' che ci penso a volte le cose gliele devo spiegare piu' volte    

QUARTO TURNO/OTTAVI

Ormai mi sono scrollato di dosso la tensione delle prime partite e sono entrato nella fase di "non ho nulla da perdere". Mi impegno ad affrontare questi ottavi di finale nel modo più tranquillo possibile, ma quando credevo che tutto filasse liscio ecco che la fortuna (forse quella che nel secondo turno mi ha fatto vincere per abbandono del mio avversario) ritorna per reclamare quanto dovuto.
Parto da casa in auto, non voglio arrivare al campo troppo presto.
Settimana prossima (cioè questa per voi che state leggendo) parto per il mare e così mi fermo dal benzinaio per fare il pieno, ma lì tra le pompe della benzina un destino beffardo mi coglie impreparato: ho una gomma bucata!
Realizzo subito che nel pomeriggio di sabato i gommisti sono chiusi e così sgommo veloce verso il gommista più vicino nella speranza che in cinque minuti mi sistemi la gomma: ormai mancano dieci minuti all'inizio della partita.
Avviso il circolo mentre il gommista ripara la gomma in tempo da record: vacanze salve, come la partita.
Giungo al campo con soli pochi minuti di ritardo, ma ho già il fiatone.
Non ci voleva, e dire che l'intenzione era quella di rimanere tranquillo.
Ma le mie "disgrazie" non sono finite.
L'avversario ha un viso familiare, ma che non collego subito...poi fuori dal campo ecco che arriva il Pennellone, ovvero l'avversario che nel torneo precedente mi ha estromesso al secondo turno.
Non ci metto molto a capire che i due sono fratelli: chissà quanti ce ne sono...mi ripeto sottovoce.
Come il fratello è un classificato, 4.4/4.3...purtroppo non ricordo bene.
Credo che giocasse meglio il fratello affrontato mesi fa, ma sono molto simili, gioca un tennis moderno lontano anni luce dal mio e dopo un discreto inizio che mi porta sul 3-3....vado alla deriva e con troppa facilità (e velocità) chiude il primo set sul 6-3.
Non ci voleva. C'è molto vento e questo mi disturba molto, ma in fondo soffia anche per lui.
Sono sotto qualche gradino dal suo livello, è fin troppo evidente: lui solido da fondocampo, scende a rete e smesha con una sicurezza invidiabile, io quando devo impostare cado sovente nell'errore, magari non clamorosi ma risulto troppo falloso.
Il secondo set mi scivola via e si porta sul 5-2.
Ma non voglio perdere così, cerco di dare il massimo e mi trincero dietro la mia linea Maginot, totalmente a difesa del mio territorio, pronto a ribattere dall'altra parte ogni cosa.
E la tattica rende. Recupero punto dopo punto e impatto sul 5-5.
Fuori dal campo vedo gente che non ce la fa più, vedo i due prossimi tennisti che ormai erano pronti a entrare mangiarsi le mani, ma se il mio avversario vuole il mio scalpo...beh se lo deve guadagnare: la bandiera bianca non fa parte del mio repertorio.
Il game che segue il 5-5 è lunghissimo, ad un tratto a addirittura la possibiltà di portarmi sul 6-5, la palla è corta e dopo essermi trincerato in difesa decido di scendere a rete.
L'avessi mai fatto.
La palla colpisce il nastro ma rimane nel mio campo e si va ai vantaggi.
Forse ho peccato d'umiltà.
Il mio avversario non mi darà altre possibiltà, vincerà questo e il game successivo e chiudendo il set sul 7-5 mi elimina dal torneo.

A fine gara gli dico: "Bella battaglia".
Lui mi risponde: "Ho giocato malissimo, altrimenti..."
A ridaje.....direbbe un mio vecchio caro amico romano.

Ora, i prossimi obiettivi sono un torneo qua della mia zona della Fit, limitato quarta categoria.
Se non ho capito male è sufficiente passare un turno per classificarsi? Ditemi se sbaglio.
E poi, verso fine settembre, l'appuntamento imperdibile del mio sociale, che per quanto valga come il due picche è il torneo che sento di più.

Ragazzi, a risentirci!


Grazie

mi sa che era ingegnere pure questo....  

Sta' storia del "ho giocato malissimo" .... Francamente la trovo troppo ripetitiva per essere casuale.
Evidentemente hai il "pregio" di fare giocare male gli avversari....

Posso ancora sopportare che uno mi dica che ha giocato malissimo dopo che l'ho battuto, ma se me lo dice dopo che ha vinto vai tranquillo che se ne va dal circolo con la (sua) racchetta in giro al collo...

squalo714 ha scritto:Posso ancora sopportare che uno mi dica che ha giocato malissimo dopo che l'ho battuto, ma se me lo dice dopo che ha vinto vai tranquillo che se ne va dal circolo con la (sua) racchetta in giro al collo...

Infatti, quello è stato l'istinto (che ho represso).
Tra i due, le esternazioni dell"ingegnere" sono quelle che mi hanno dato meno fastidio.