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Presupposti o invenzioni nel tennis ?

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Messaggio Da sergiocosta Ven 07 Dic 2012, 13:57

Promemoria primo messaggio :

buongiorno a tutti, ritorno a scrivere dopo un po di tempo con una riflessione ad alta voce sull'importanza della psicologia nel tennis, o meglio, su quanti realmente siano convinti che anche questo aspetto vada e debba essere approfondito. Questa riflessione è nata perchè qui a roma sto iniziando a girare un po circoli ed a proporre un progetto di consulenza ed intervento proprio in questo ambito. Per ora tutti i maestri che ho incontrato credono fortemente nell'aspetto mentale e nel suo allenamento, e quindi mi sorge spontanea una domanda: ma perchè alla fine non si allena mai ? apparte l'acclarato problema economico (che se poi lo andiamo ad analizzare nel tennis non è così presente), non è che niente niente questo freno risiede negli atleti e nei genitori? oppure è un insieme di cose ? lancio questo sasso perchè tra i vari commenti, anche qui sul forum, alla fine si parla del mentale, ma per molti non conta quasi niente, e alcune volte non viene neanche citato tra le possibli cause o aspetti di miglioramento, quindi, beccatevi questa riflessione, e magari poi discutiamone va..

Il tennis è il tipico sport individuale per il quale si richiedono delle abilità psicologiche particolarmente sviluppate. La strada per la crescita del giovane tennista non passa attraverso il solo processo d’insegnamento/apprendimento di abilità tattiche, tecniche e fisiche tradizionalmente affidato a maestro e preparatore atletico, ma anche tramite quella mentale. Se infatti suddividessimo in parti uguali il lavoro da svolgere, ogni dimensione meriterebbe il 25% di spazio durante l’allenamento, tuttavia, la parte mentale non prevede uno specialistica che si occupi di questo campo, ma soprattutto non viene, se non i casi eccezionali, approfondita ed integrata. Inoltre, se pensassimo che per creare un giocatore agonista ad alti livelli si richiederebbero almeno 10000 ore di allenamento intensivo, quanti dedicano 4000 ore della loro pratica al mentale?

Molti penseranno che basti disputare partite ed acquisire esperienza per allenarsi mentalmente; è evidente che esperienza ed esposizione a situazioni agonistiche aiutino a migliorare la prestazione mentale ma certamente da sole non bastano e comunque non sono le situazioni ottimali. Anche palleggiare contro un muro serve per imparare la tecnica, ma allora perché affidarsi all’allenamento specifico di un maestro?

Lo psicologo dello sport non è un tecnico, quindi non eroga servizi concernenti consigli o strategie tecniche e tattiche, ma riveste un ruolo ben definito, quello di esperto di tematiche psicologiche e psico-pedagogiche nei confronti di tutti i membri della Società sportiva. Lo psicologo sportivo non ha il compito di curare gli atleti che hanno problemi psicologici, così come non è un mago che trasforma un principiante in un campione, ma il suo compito è quello di orientarsi verso la crescita dell’individuo sano attraverso l’ottimizzazione delle sue risorse emotivo-cognitive. Quindi perchè tutta questa paura ?!

Il giocatore moderno deve essere in possesso di una tecnica raffinata, di brillanti capacità tattico-strategiche, nonché di una eccelsa preparazione atletica, ma queste caratteristiche non saranno sufficienti a portarlo alla vittoria se non saranno correlate ad altre qualità psicologiche.

Infatti se condividiamo che il tennis è…:
• un’attività Open Skills: il giocatore affronta situazioni sempre diverse alle quali deve rispondere rapidamente;
• uno sport individuale: il giocatore è l’unico protagonista e l’unico responsabile del risultato;
• uno sport che non prevede, durante lo svolgimento del match, nè coaching, né time out: il giocatore è da solo sia nell’elaborare la tattica di gioco che nel gestire momenti di sconforto e di difficoltà;
• uno sport in cui non esiste la possibilità di pareggio: da un match si può uscire solo vincitori o vinti;
• uno sport in cui non esistono limiti di tempo: non è possibile prevedere quale sarà la durata di un incontro;
• uno sport che non ha valori assoluti di confronto;
• uno sport in cui la vittoria non è mai assicurata: il risultato può essere rimesso in discussione in qualunque momento del match.

…e che l’attività del tennista può essere suddivisa in 5 fasi, ciascuna delle quali presenta delle caratteristiche specifiche, e su cui si deve andare a lavorare: A – Allenamento; B - Avvicinamento alla partita; C – Prepartita; D – Partita; E – Scarico ...

...come facciamo ancora a dire che l'aspetto mentale non incida sulla prestazione del giocatore e sul suo modo di vedere, vivere, giocare il tennis ?! Cosa vi spaventa realmente ?!
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Messaggio Da veterano Ven 08 Feb 2013, 22:19

Oh quando sta discussione sara' terminata Sergio ci devi rimettere tutti a posto gratuitamente ehhhhhh lol!

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Messaggio Da Federyonex Ven 08 Feb 2013, 22:22

veterano ha scritto:Si pero Fed anche sapendo questo al lato pratico cosa cambia ???? se sto benedetto colpo non lo alleni sul campo......Oppure devo pensare quando lo tiro che tutto dipende da un fattore neurologico.alla fine come si apprenda poco mi importa,sara' dovuto al funzionamento del cervello sicuramente ma si mi metto a pensare per ogni cosa a come funziona la testa e come agisce sul colpo le gambine e le bracine non le muovo piu¡.Dai non esageriamo cerchiamo di fare le cose piu facili invece di renderele ancora piu' difficili.

Vet, è indubbio in modo assoluto che l'allenamento e l'esercizio serva. E' un assioma, non si discute.
Quello che è in discussione è quanto e in che misura lo psicologo e gli aspetti psicologici connessi alla prestazione, all'apprendimento e via dicendo incidano e aiutino/ostacolino nel miglioramento del gioco. Tutto qua.


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Messaggio Da MARKTATI Ven 08 Feb 2013, 22:25

Funziona esattamente come a spiegato federyonex, ma vi dirò di più un certo Howard Gardener, per chi non lo conoscesse teorico delle intelligenze multiple, distingue nove tipi di intelligenza e fra questa guarda un po' esiste quella definita come corporea cinestetica che coinvolge se non ricordo male alcune parti del cervello come i gangli della base il talamo il cervelletto e altre parti che al momento mi sfuggono, tutto ciò permette di avere una gestione ottimale del proprio corpo nello spazio, ora dato il fatto che l intelligenza ha fra le sue definizioni quella di capacità di adattamento provate a spiegarmi scientificamente e non in altri modi se il cervello non interferisce nella ns capacità di apprendere una abilità tecnica.


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Messaggio Da marco61 Ven 08 Feb 2013, 22:26

Si chiama tautologia (dal greco, nel senso di ‘lo stesso pensiero’ o ‘la stessa parola’) una proposizione in cui il predicato esprime, con parole uguali o simili, la stessa cosa già espressa dal soggetto (es. un’ellisse è una forma ellittica).
Il problema della tautologia, quindi, soprattutto nel caso delle definizioni, consiste essenzialmente nel fatto che da un lato è sempre vera (chi negherebbe che sia assolutamente vero che “un tavolo è un tavolo” e “una sedia è una sedia”?), ma dall’altro non offre nessuna nuova informazione che non fosse già presente prima della proposizione.

No scusa KK, traduco per oedem che da quando è iniziata la discussione continua a farsi di casatiello per stare al passo. Very Happy


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Messaggio Da marco61 Ven 08 Feb 2013, 22:28

MARKTATI ha scritto:Funziona esattamente come a spiegato federyonex, ma vi dirò di più un certo Howard Gardener, per chi non lo conoscesse teorico delle intelligenze multiple, distingue nove tipi di intelligenza e fra questa guarda un po' esiste quella definita come corporea cinestetica che coinvolge se non ricordo male alcune parti del cervello come i gangli della base il talamo il cervelletto e altre parti che al momento mi sfuggono, tutto ciò permette di avere una gestione ottimale del proprio corpo nello spazio, ora dato il fatto che l intelligenza ha fra le sue definizioni quella di capacità di adattamento provate a spiegarmi scientificamente e non in altri modi se il cervello non interferisce nella ns capacità di apprendere una abilità tecnica.
Medè, passami una bella fetta di casatiello. Very Happy Very Happy


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Messaggio Da veterano Ven 08 Feb 2013, 22:34

Ma non ci va mica un neuropsichiatra per capire che il cervello centra in tutto e che tutto parte da li e tutto il post che lo diciamo.......pero alla fine anche se tu hai tutte queste informazioni al lato pratico quando stai eseguendo un colpo sul campo da tennis cosa ti serve tutto questo........ti ricordi come hai imparato a camminare e di come funziona il cervello nell apprendimento di questo gesto.non credo, lo fai e basta senza pensarci,allora una volta che sai come hai fatto e hau tutte le informazioni scentifiche a tua disposizione a livelo pratico cosa ti cambia-----pensi quando cammini o lo fai e basta..
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Messaggio Da MARKTATI Ven 08 Feb 2013, 22:46

Marco il casatiello lo voglio anche io Very Happy Very Happy Very Happy Very Happy Very Happy


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Messaggio Da veterano Ven 08 Feb 2013, 22:48

MARKTATI ha scritto:Marco il casatiello lo voglio anche io Very Happy Very Happy Very Happy Very Happy Very Happy
Io invece vorrei che mi rispondessi Very Happy Very Happy Very Happy
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Messaggio Da MARKTATI Ven 08 Feb 2013, 22:55

Vet hai ragione noi non pensiamo perché abbiamo stabilizzato un gesto, e su questo hai ragione il problema nasce quando subentrano circostanze di tipo emotivo che ci fanno perdere la capacità di gestire l abilità acquisita con la giusta fluidità a livello fisico.
Ed e' in questo che ci possiamo allenare attraverso la psicologia.
E' chiaro che prima di andare a parlare di mentale dobbiamo essere capaci di giocare a tennis ed anche su questo concordò con te


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Messaggio Da veterano Ven 08 Feb 2013, 23:01

Grazie adesso stiamo parlando la stessa lingua,a volte mi sembra di scrivere coreano, e di leggere cinese mentre la risposta e scritta in russo. lol!
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Messaggio Da marco61 Ven 08 Feb 2013, 23:04

Vado a dormire. Dovesse servire, l'estintore è nel sottoscala. lol!


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Messaggio Da MARKTATI Ven 08 Feb 2013, 23:05

Vet il problema e' solo di tipo linguistico allora pena che tra le nove intelligenze di Gardener c'è anche quella lol!


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Messaggio Da MARKTATI Ven 08 Feb 2013, 23:07

Marco il problema non sussiste assolutamente quando si parla tra persone civili ed educate cheers cheers cheers


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Messaggio Da veterano Ven 08 Feb 2013, 23:07

Al limite se mi bolle il cervello dopo tutti questi ragionamenti vado a mettere un po la testa nel congelatore lol!
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Messaggio Da veterano Ven 08 Feb 2013, 23:09

MARKTATI ha scritto:Vet il problema e' solo di tipo linguistico allora pena che tra le nove intelligenze di Gardener c'è anche quella lol!
Quello che mi preoccupa leggendo Gardener e di non riuscire a trovare il mio tipo di intelligenza lol!
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Messaggio Da MARKTATI Ven 08 Feb 2013, 23:14

Be' questo e un dubbio che mi assale spesso, ma del resto se giochiamo a tennis e mi sembra di capire lo insegnamo tutti e due qualcosa che non va ci deve essere sicuramente


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Messaggio Da veterano Ven 08 Feb 2013, 23:19

Ohhhh ecco non cambiare la frequenza radio ehhh che adesso ci stiamo sintonizzati sulla stessa........ lol!
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Messaggio Da MARKTATI Ven 08 Feb 2013, 23:42

Quello che mi frega e che sono quasi collega anche di Sergio lol!


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Messaggio Da marco61 Sab 09 Feb 2013, 05:57

Direi che abbiamo trovato un punto di incontro, a questo punto mi piacerebbe riprendere la discussione dal punto quotato sotto. E' un discorso che può interessare molti di noi e merita di essere dibattuto:
marco61 ha scritto:Mah, io trovo che la presenza del padre "tennista", nella crescita sportiva ed educativa del pargolo, sia fondamentale. Se il rapporto padre/figlio ha delle buone basi, il bambino ha spesso il padre come punto di riferimento e sentirne la presenza può aiutarlo a produrre maggior energia nel suo diventare uomo/atleta.
Il segreto, come per tutte le cose, è l'equilibrio. E comunque il compito del genitore è mettere il bambino a proprio agio. Non deve sentire la "pressione" che forse noi stessi proviamo quando affronta le sue prime sfide, ma comunque procedano le cose, le rassicurazioni che possono arrivargli anche solo da un sorriso accennato lo aiutano a superare le difficoltà, sia sul campo che fuori.


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Messaggio Da Ospite Sab 09 Feb 2013, 07:15

appunto riprendendo quello che hai scritto, è fondamentale che l' allievo non senta la pressione, perchè questa disturba il cervello nell' apprendimento, creando confusione a livello neurolgico.
quando semini nel cervello un pensiero, un desiderio, un nuovo pattern di movimento, questo sarà più efficace se l' attività neurologica è calma:
come lanciare un sasso in uno stagno calmo.. i cerchi si diffinderanno fino ad occuparlo tutto
ma se il cervello è un mare in burrasca puoi lanciare i sassi che vuoi ma l' effetto sarà trascurabile
spesso l' ansia da prestazione ci fa pensare coseche c' entrano poco con quello che stiamo facendo e che disturbano il processo primario, come un pc che deve far girare un solo programma impegnativo funziona meglio se non ne lasciamo aperti mille di inutili più o meno invadenti.
in fase di apprendimento secondo me aiutano molto le sensazioni che uno vive, può aiutare la visualizzazione del gesto corretto, il sentirsi rilassato e fuducioso, in partita invece non conta quello che fai ma chi sei, proprio come nella vita..
almeno finchè il livello tecnico è all' interno della stessa categoria, e spesso anche con una categoria itr di differenza puoi spuntarla...due sono già troppe

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Messaggio Da sergiocosta Sab 09 Feb 2013, 10:09

rieccomi, e sono contento perchè quanto meno ho suscitato una discussione..

io non voglio parlare di tautologia o del cervello umano, perchè non mi intendo di fisiologia, ma la cosa certa è che prima viene la cognizione, ovvero come fare quel gesto, poi la differenza sta nelle emozioni e sensazioni che ti suscita, ed è per questo che mica tutti possiamo diventare federer, ed infine nell'azione e nel comportamento..che il modello sia triadico e in questa direzione, mi dispiace, ma è fuori discussione..l'unico aspetto è che ovviamente dopo che i gesti vengono aumatizzati, il guidare, il camminare, il giocare a tennis, la parte cognitiva sembra non incidere, ma solo perchè è latente e sotto traccia, ma c'è sempre..

questo come ce ne torna al tennis ? è evidente che ad un ragazzo di 20, che ha già automatizzato tutto, non gli puoi fare questo tipo di discorso, a meno che non gil scomponi tutto il movimento e cerchi di cambiargli il colpo, e quindi dovrai ripassare dal cognitivo-emotivo-comportamento..ma se invece dobbiamo lavorare con un bambino di 6 anni ?????? sarà utile capire e mettere in pratica il meglio per farlo apprendere ? il bambino ogni secondo penserà all'impugnatura, alle gambe, e a tutto il resto o sbaglio ?? cerchiamo di vedere al di fuori di noi, perchè come detto è evidente che con un bambino fai un lavoro diverso che faresti con un adulto..

..il tutto non per fargli vincere un grande slam, quando in realtà non ne mette manco una in campo, ma per far si che l'allenamento sia il più possibile produttivo..poi se oltre a migliorare la prestazione ottiene anche dei risultati tanto meglio, ma primo tocca vedere che obiettivi abbia il tennista, così anche da poter poi pianificare l'intervento..cos' come fa un maestro di tennis e un preparatore atletico..questa è l'unica cosa che mi interessa, ovvero che venga riconosciuto il giusto peso e valore alla mia figura..di certo i vari mental coach o mental ciarlatani non aiutano al nostro lavoro, perchè mgari ti risolvono il problema nell'immediato, ma poi o creano dipendenza oppure il problema ritorna più forte di prima..io non credo che con l'aiuto dello psicologo, e non del maestro, il tennista possa andare avanti, è proprio fuori discussione..ma invece credo che con l'aiuto della mia figura ci possa essere un sostegno e un aiuto in più a quella del maestro e del ragazzo/adulto/bambino, perchè poi il fine ultimo risulta essere l'atleta e niente altro..
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Messaggio Da sergiocosta Sab 09 Feb 2013, 10:13

ovviamente per il mica tutti diventiamo federer sta neo comportamento..

ps: ovviamente ho provato a scrivere in base a quello che mi ricordavo nei vecchi posti..

pps: se il vostro interesse è per la relazione genitori che anche allenatore, e ragazzo, poi ve ne parlerò..ma allora vedete che magari anche in questo può essere utile il ruolo dello psicologo ? eheh
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Messaggio Da Kingkongy Sab 09 Feb 2013, 10:35

Sergio, adesso che ti becco, non ti mollo, nel senso che ti occupi di cose per me interessanti.
Però dici delle cose che secondo me vanno spiegate meglio o, se preferisci, io ti espongo come le "intendo" e in che senso, talvolta, non condivido.
E' per questo che, secondo me, dobbiamo metterci d'accordo sulla semantica, altrimenti facciamo un gran "casotto" (e intanto scomodiamo un po' la Scuola di Palo Alto)... hihihihihiih
Dici tu: prima viene la cognizione poi sensazioni ed emozioni.
Dico io: ni. Sì, perché il movimento lo mostri e il bimbo o il campione lo deve capire = cognizione. Ma è solo attraverso le sensazioni-emozioni che avviene l'apprendimento, ovvero l'elaborazione più o meno cosciente del movimento.
La formazione della memoria è in continuo divenire, un continuo sovrapporsi. Non esiste 1) Fase cognitiva immutabile di partenza e 2) Emozione. Lo sai benissimo anche te che la mente umana rielabora continuamente e il confronto tra "Ricordo" e "Adesso" è un processo dinamico.
Esempio per intenderci. 1) Maestro mostra movimento. 2) Allievo guarda (canale visivo e uditivo). 3) Elaborazione. 4) Imitazione (canale cinestesico-sensoriale-emozionale). 5) Formazione di nuova memoria su ULTIMO swing eseguito. etc etc
Quello che ricorda non è SOLO la visione dello "swing primo" (corretto) del maestro, lo standard di riferimento, ma un insieme furibondo di immagini sue e del maestro e, soprattutto, le sensazioni ricevute dagli swing, centinaia di successivi swing. A formare la memoria dello swing è la sua percezione sensoriale...non l'elaborazione "tecnica".
Il diabolico maestro che sa insegnare è quello che usa i "drill", o se preferisci i "grimaldelli", ovvero quali sono le "sensazioni di ancoraggio" o le "visioni". Li chiamano anche "paletti"...ma è lo stesso, ekkekakkio! hehehhehehe
Ora, quello che fai tu, mi sembra di capire, è quello di aiutare a trovare non tanto i "drill" ma le strategie migliori per proporli e farli assimilare. Fantastico!!!! Fai un lavoro meraviglioso, prezioso, divertente, fondamentale, soprattutto quando il gioco "si fa duro".
Partendo da questo mio "paletto"...ritorno all' "istinto" (mio e di Vet...che siamo vintage). Il tennis "bello", quello che ognuno di noi gioca nelle giornate di grazia e che caratterizza gli agonisti, è un giocare non con la parte "senziente" (il database del passato e l'elaborazione mentale), bensì nel "presente assoluto", nel "qui e ora". Il cavo di "memoria" è staccato. Se proprio non è presente...il Campione, ma quello con la "C" maiuscola, gioca nel "futuro". Ovvero ha la consapevolezza della sensazione perfetta.
...non diciamo cose molto differenti... E' la prospettiva, il punto di vista, che lo è. Ma è interessante parlarne.

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Messaggio Da sergiocosta Sab 09 Feb 2013, 10:46

provo a risponderti:
La gestione delle emozioni può determinare il limite tra ansia positiva ed ansia negativa. Ma non sono le emozioni a determinare il comportamento. Il loop è sempre cognitivo-emotivo-comportamentale, per cui, comunque le emozioni sono sempre il risultato dei pensieri. Se non ci sono pensieri, non ci sono emozioni. Il giocatore che riesce a controllare i propri pensieri riesce a controllare anche le proprie emozioni e di conseguenza i comportamenti.. è evidente che quando giochi non pensi, ma soltanto perchè è frutto di un tuo automastico, chiamalo istinto, ma di certo è un qualche cosa che hai appreso e che poi, tramite le tue sensazioni, emozioni, istinti, metti in pratica..io ti faccio l'esempio del bambino perchè solo lui è ancora scevro da tutto, mentre già il ragazzo ha iniziato a metabolizzare e quindi ad andare in automatico..ma comunque, sei tanto sicuro che mentre giochi non pensi a nulla, a come mettere l'impugnatura, se magari accorci troppo, a dove mandare la palla, alla strategia, magari io non ho mai giocato ad altissimo livello eh, però quando giocavo a queste cose ci pensavo, forse perchè ancora non avevo automatizzato il tutto, certo, ma per arrivare a tutto questo, ovvero a far si che l'istinto giochi per te, c'è tutto un lavoro dietro, che per me può essere facilitato con la mia figura..

tu parli di giocare nel futuro, in termine tecnico sia chiama visualizzazione, in termine tennistico strategia o tattica, ovvero io immagino il mio colpo, e poi lo immagino in relazione all'avversario e alle sue possibili reazioni, questo avviene tutto nella testa ed immaginato, e può essere allenato !

quello che può fare uno psicologo è davvero tanto, da lavorare con il ragazzo a lavorare con i maestri, passando per i genitori, ed è questo che voglio farvi capire..a volte si pensa che il lavoro principale va fatto con il ragazzo, cazzata, perchè lui puoi essere un treno ma poi magari a un contesto che lo esaspera per esempio..

ps: Si ha l'impressione che le emozioni siano al primo posto della catena per il fatto che i metamodelli agiscono in modo subconscio. Ma ti faccio questo esempio perchè tu capisca. Immagina di girarti e trovare dietro di te un leone. Come reagisci e perchè? immagina che una cosa del genere succeda ad un domatore di leoni. Secondo te reagisce nello stesso modo?
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Messaggio Da Federyonex Sab 09 Feb 2013, 10:55

KK, la parte cognizione-emozione-comportamento è un dato di fatto, alla luce della scienza attuale, non una tua opinione o di Sergio: visto che cerchi un terreno semantico comune, questo fatto prendilo come un assioma e basta. E' un punto di partenza da cui non prescindere. Almeno di questo non discutiamo, te lo chiedo senza nessun intento polemico o animosità da parte mia Wink
Anche perché il tuo esempio dimostra proprio i tre passaggi indicati da Sergio. Davvero, non capisco che cosa non ti vada bene, perché sei d'accordo in pratica anche tu, ma poi ti perdi a parlare di istinto come se volessi trovare qualcosa di inspiegabile e ingestibile anche a livello psicologico. Il gesto istintivo è la conseguenza, nel nostro caso (visto che il tennis è uno sport tecnico con movimenti appresi non necessariamente naturali), del processo di apprendimento che abbiamo iniziato chi prima chi dopo e è per forza su base mnemonica. Quando poi giochi colpisci e basta, bene o male che sia. Su questo non ci piove.

Comunque sta uscendo una bella discussione. Surprised


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Messaggio Da oedem Sab 09 Feb 2013, 11:08

veterano ha scritto:Guarda proprio sulla stop volley o tenuto una chiacchera interesante con Sergio Casal pochi giorni fa e lui e uno che la vole' e la stop la sanno fare eccome.Ora alla mia domanda di sai darmi qualche conssiglio per insegnare la stop volley sorridendo mi ha detto non ci sono dei consigli validi ci va tanta pratica e istinto,in genere chi ti chiede di insegnare questo colpo e gente che non sa tirare quattro palle dall altra parte dela rete,e' un colpo isitintivo e naturale ma non ce un metodo di insegnamento preciso o specifico,credo che la sensibilita' o istinto per giocare questo colpo sia il frutto di tante e tante ore di pratica sul campo e anche cosi non e' detto che ti riesca.....
presente Presupposti o invenzioni nel tennis ? - Pagina 6 786556

e comunque è verissimo che è qualcosa di istintivo. da un po' di tempo, giocando più spesso il doppio e iniziando a piacermi, ho migliorato un po'il mio gioco di volo passando da inesistente a disastroso Presupposti o invenzioni nel tennis ? - Pagina 6 786556
così ora inizia anche a venirmi spontaneamente l'idea della stop volley (mai saputa fare) che inizia ad avere una lontana parvenza di correttezza

Federyonex ha scritto:[quote="marco61"
Su una cosa mi sento di dissentire da Sergio:
lo swing o il colpo si consolida prima nella nostra testa e poi attraverso le sensazioni.
Guarda Sergio, ti posso garantire che quando "ripasso" mentalmente un colpo, Federer al mio confronto mi sembra un bambino, quando però cerco di ripetere la stessa cosa sul campo cambia tutto.
Nell'esecuzione del gesto, la testa c'entra proprio poco.

No, Marco. Sbagli. Dal punto di vista neurologico le cose funzionano così, sono acquisizioni di neuroscienze, non opinioni di uno psicologo.
Se vogliamo discutere dell'opportunità e dell'utilità dello psicologo è un conto, ma negare il funzionamento del cervello mi pare esagerato.
Non confondiamo la psicologia con la fisiologia umana. Almeno questo concedetemelo.

Poi il discorso di Veterano lo posso capire, ma è una caso. Non limiterei la discussione solo a qualche caso specifico.
[/quote]
Mi viene in mente la pubblicità che dice "inspira, dilata il diaframma....etc" spiegando il gesto che compiamo inconsciamente nel respirare.

Scusate, ma che me frega di tutto il processo che avviene per memorizzare nel cervello un colpo?
stiamo parlando di tennis o di neurologia? scratch

marco61 ha scritto:Si chiama tautologia (dal greco, nel senso di ‘lo stesso pensiero’ o ‘la stessa parola’) una proposizione in cui il predicato esprime, con parole uguali o simili, la stessa cosa già espressa dal soggetto (es. un’ellisse è una forma ellittica).
Il problema della tautologia, quindi, soprattutto nel caso delle definizioni, consiste essenzialmente nel fatto che da un lato è sempre vera (chi negherebbe che sia assolutamente vero che “un tavolo è un tavolo” e “una sedia è una sedia”?), ma dall’altro non offre nessuna nuova informazione che non fosse già presente prima della proposizione.

No scusa KK, traduco per oedem che da quando è iniziata la discussione continua a farsi di casatiello per stare al passo. Very Happy
Grazie Marco, ho già aumentato il dosaggio di casatiello.
marco61 ha scritto:Medè, passami una bella fetta di casatiello. Very Happy Very Happy
passa direttamente a quello endovena! lol!

Riki66 ha scritto:appunto riprendendo quello che hai scritto, è fondamentale che l' allievo non senta la pressione, perchè questa disturba il cervello nell' apprendimento, creando confusione a livello neurolgico.
quando semini nel cervello un pensiero, un desiderio, un nuovo pattern di movimento, questo sarà più efficace se l' attività neurologica è calma:
come lanciare un sasso in uno stagno calmo.. i cerchi si diffinderanno fino ad occuparlo tutto
ma se il cervello è un mare in burrasca puoi lanciare i sassi che vuoi ma l' effetto sarà trascurabile
spesso l' ansia da prestazione ci fa pensare coseche c' entrano poco con quello che stiamo facendo e che disturbano il processo primario, come un pc che deve far girare un solo programma impegnativo funziona meglio se non ne lasciamo aperti mille di inutili più o meno invadenti.
in fase di apprendimento secondo me aiutano molto le sensazioni che uno vive, può aiutare la visualizzazione del gesto corretto, il sentirsi rilassato e fuducioso, in partita invece non conta quello che fai ma chi sei, proprio come nella vita..
almeno finchè il livello tecnico è all' interno della stessa categoria, e spesso anche con una categoria itr di differenza puoi spuntarla...due sono già troppe
questo però è un po' ovvio: se entro in campo e mi rigirano per la testa problemi personali, inevitabilmente giocherò di merda perché non riuscirò a concentrarmi su quello che sto facendo in quel preciso momento.

sergiocosta ha scritto:......ma comunque, sei tanto sicuro che mentre giochi non pensi a nulla, a come mettere l'impugnatura, se magari accorci troppo, a dove mandare la palla, alla strategia, magari io non ho mai giocato ad altissimo livello eh, però quando giocavo a queste cose ci pensavo, forse perchè ancora non avevo automatizzato il tutto, certo, ma per arrivare a tutto questo, ovvero a far si che l'istinto giochi per te, c'è tutto un lavoro dietro, che per me può essere facilitato con la mia figura..
Sergio,
dal mio punto di vista il bambino non pensa tanto quando gioca ma si basa più sulle sensazioni.
sarà il maestro a correggerlo su impugnatura e altro gridandogli mentre fa cesto "stai basso", "apri apri apri" o "cambia impugnatura".

se vai in campo e mentre giochi pensi a tutti i singoli gesti e movimenti che ti portano a fare una preparazione ed esecuzione di un colpo per bene, ti svegli improvvisamente con l'avversario che sta già a rete per stringerti la mano per un doppio 6-0 in 10 secondi.

Mentre si gioca a tennis, mentre stai facendo lo scambio, è vietato pensare: devi solo concentrarti e dirti "guarda la palla, stai basso e non è mai troppo tardi per aprire".


ho l'occhio di pulcinella
Con il polibutilene ogni colpo riesce bene!

(cit. by Satrapo)
oedem
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